Il rifugio dello scrittore

I Giorni del Gigante: Il caso della Signora P.

Parte 1

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  1. GiorgioFochettini
     
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    Quella mattina, quella scellerata mattina uggiosa, il signor L. uscì di casa seguendo i suoi pensieri.
    Comprò il giornale, salì sulla metro e ne lesse qualche pagina.
    Gli occhi scorrevano da una riga ad un' altra, da un titolo ad un altro.
    In poche fermate e altrettante poche centinaia di passi, si trovò di fronte al cancello della maestosa villa della signora P.
    Gli fu aperto il cancello e un signore di mezza età gli venne incontro, fu molto gentile e lo accolse in casa.
    Varcato l'imponente portone e accomodatosi nel salotto biedermeir della signora P., attese cortesemente il ritorno di qualcuno che gli indicasse la strada.
    I primi minuti di attesa lì passò rigido, su quel rigido divano. Poi però iniziò a guardarsi intorno, finché non si alzò, dimenticando ogni inibizione dettata dalla timidezza imposta da quello spazio di semioscurità.
    Percorrendo la stanza, disegnò passo dopo passo le più curiose forme geometriche, tracciando il suo personale Mondriàn.
    Si fermò alla vista di un curioso ritratto, un ritratto di bambino.
    La cosa che attirò immediatamente la sua attenzione fu la straordinaria luminosità del volto del bambino. Tutto il resto era opaco in confronto, ma il suo viso aveva dei colori vivi e i suoi occhi brillavano e si muovevano in quelli del signor L.
    Passarono pochi minuti, poche ore in quegli attimi.
    Perso tra i confini della cornice in mogano, trasalì quando alle sue spalle il signore di mezza età giunse a comunicargli il da farsi.
    Lo seguì per un lungo corridoio e poi per le scale.
    Portava con sé la sua macchina fotografica e la valigetta nera contenente ogni sorta di oggetto utile al lavoro e alla routine, insieme a mille pensieri sulla signora P. e al bambino del ritratto.
    Aveva varcato molte porte, conosciuto molte persone, per una chiacchierata, per altro.
    La sensazione di fronte ad una porta era sempre terrificante, lo avvolgeva e scaldava.
    Aprì quella porta, la signora P. era lì, nella sua stanza, di spalle, seduta di fronte ad una grandissima vetrata che dava su un lago.


    Qui il link della seconda parte ->

    Edited by GiorgioFochettini - 7/6/2018, 17:41
     
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  2. BitFrau
     
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    Una buona scrittura, ma c'è un'aggettivazione ricca, che a volte rende i periodi ridondanti, secondo me.
    Ovviamente, essendo solo la prima parte, il gusto della storia non si assapora bene, ancora.
    Una curiosità: perché hai scelto di mettere i nomi puntati? Di solito, si fa nello stile giornalistico, ma non mi sembra che l'intenzione sia di quel genere...
    Buona continuazione. :)

    Edited by BitFrau - 2/6/2018, 21:22
     
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  3. GiorgioFochettini
     
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    Ho usato l'aggettivazione per dare movimento ai periodi di natura fisicamente statica, psicologicamente dinamica.
    Per quanto riguarda la scelta dei nomi abbreviati, mi riservo di rispondere in seguito.
     
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  4. BitFrau
     
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    CITAZIONE (GiorgioFochettini @ 2/6/2018, 00:38) 
    Ho usato l'aggettivazione per dare movimento ai periodi di natura fisicamente statica, psicologicamente dinamica.
    Per quanto riguarda la scelta dei nomi abbreviati, mi riservo di rispondere in seguito.

    Aspetterò! ;)
     
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  5. Esterella
     
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    Molto intrigante questo tuo racconto. Tranne piccoli dettagli quali ad es: ( rigido sul divano rigido) il tutto mivsembra che fili molto bene.vPiaciuta la descrizione del quadro che tra l' altro incuriosisce anche il protagonista e spinge il lettore a volerne sapere di più. Piaciuto e aspetto il seguito ... ciao e benvenuto tra noi. :wub:
     
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  6. GiorgioFochettini
     
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    CITAZIONE (Esterella @ 2/6/2018, 14:36) 
    Tranne piccoli dettagli quali ad es: ( rigido sul divano rigido) il tutto mivsembra che fili molto bene.:wub:

    Ti ringrazio per la tua opinione. Tuttavia non considero queste ripetizioni dei dettagli, ma delle scelte stilistiche.
    Anche all'inizio ripeto "mattina" e lo faccio mettendo un aggettivo.
    Se il "filare" del racconto si ferma su un brutto divano, o se provoco un "riverbero" su una scena - dato da aggettivi - applico delle scelte stilistiche.
    Il tutto potrebbe essere diverso o evitabile, ma non sarebbe più ciò che io ho pensato.

    Il seguito arriva a breve, grazie a tutti per le vostre risposte e le vostre osservazioni! Molto incoraggiante!
     
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  7. BitFrau
     
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    A mio parere, ciò che rende l'aggettivazione smaccata non è solo l'uso frequente, ma anche il fatto di porla prima del sostantivo, questo può dare al testo un tono quasi scolastico.
    Esempio: "rigido divano" . Per me, risulterebbe più gradevole "divano rigido".
     
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  8. GiorgioFochettini
     
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    Mettendo "rigido" prima, ho cercato di avvicinare i due "rigido", quasi a ricreare una sincope, di allungare un unico "rigido, per utilizzarlo due volte, un aggettivo solo per due sostantivi. E' "rigido" il punto centrale, non il divano, non il signor L.
    Dividendo e mettendo l'aggettivo nella sua normale posizione, avrei ottenuto l'effetto opposto, con due elementi distinti che hanno un aggettivo.


    a) uomo [rigido] divano b) [uomo] rigido
    [divano] rigido

    In a) abbiamo un unico nucleo, in b) una ripetizione.

    Ho seguito più o meno questa logica.
     
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  9. Esterella
     
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    CITAZIONE (GiorgioFochettini @ 2/6/2018, 16:39) 
    Mettendo "rigido" prima, ho cercato di avvicinare i due "rigido", quasi a ricreare una sincope, di allungare un unico "rigido, per utilizzarlo due volte, un aggettivo solo per due sostantivi. E' "rigido" il punto centrale, non il divano, non il signor L.
    Dividendo e mettendo l'aggettivo nella sua normale posizione, avrei ottenuto l'effetto opposto, con due elementi distinti che hanno un aggettivo.


    a) uomo [rigido] divano b) [uomo] rigido
    [divano] rigido

    In a) abbiamo un unico nucleo, in b) una ripetizione.

    Ho seguito più o meno questa logica.

    grazie della spiegazione sul perché delle tue scelte.
    ti è sfuggito un apostrofo a un'altra all'inizio (da una riga ad un altra). Ti leggo con piacere.
     
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  10. GiorgioFochettini
     
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    Grazie della stima.

    Ho rimediato alla svista malandrina!
     
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    C'è padronanza nel tuo vergare, Giorgio.

    Prima ti comunico un fatto di amministrazione: usiamo la suddivisione in parti soltanto se una, o più di una, supera i 14.000 caratteri, spazi esclusi. Questa tua prima parte non raggiunge nemmeno la cartella (1.688 caratteri). Sto pensando di unire le – finora – due parti, e lasciare a te la logica dell'interruzione tra una parte e l'altra, ma solo se il totale superasse 14.000.
    Il motivo di questa regola consiste in due fatti:
    1. se il brano contenuto in una discussione fosse troppo lungo (più di 14.000 caratteri), allora potrebbero leggerti in pochi.
    2. Se il brano è troppo corto, allora, nel caso di un racconto molto lungo, tu avresti una "miriade" di discussioni che affollerebbero la prima pagina della sezione.

    Dissento - in parte - dalle osservazioni precedenti, poiché ho afferrato la natura di quelle ripetizioni, che sono di tipo anaforico, volute, e dunque di scelta (tranne un singolo tratto, dove la ripetizione è davvero stridente, poiché evidente).

    Tuttavia...
    Giacché il brano è breve, e ho un po' di tempo da dedicarti, ti sto preparando un editing completo e corredato da spiegazioni, che forse ti sarà utile alla comprensione di quei qualcosa che un editor è tenuto a mostrare all'autore.

    Dovrai solo dirmi (qui, in risposta) se accetti l'editing oppure se non lo desideri. ;)
     
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  12. GiorgioFochettini
     
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    Ciao,

    non ho alcun problema, accetto di buon grado, anche se vorrei capire prima (magari in privato) cosa andrai a fare di preciso: ovvero, dove manderai le tue osservazioni, se sarò poi tenuto a seguirle, qual è la reale funzione e così via.

    Per quanto riguarda i problemi legati alla divisione in parti e all'accorpamento, ti dico subito che il mio errore è dovuto ad una distrazione nel prendere appunti tecnici dal regolamento. Ora è tutto molto più chiaro.
    Per quanto riguarda l'accorpamento della prima e della seconda parte, invece, vorrei che rimanessero divise. Mi riservo comunque di pubblicare d'ora in poi (salvo errori dettati da incomprensione o distrazione) attenendomi al regolamento, in particolare ti posso tranquillizzare sul fatto che non intaserò la pagina di post.
     
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    Sì, capisco: è evidente che tu non abbia idea di cosa sia e cosa fa un editor.
    Ogni casa editrice ne ha almeno uno, oppure un'intera schiera. Il testo originale che tu mandi a una CE non sarà mai pubblicato così come tu lo hai scritto, perché passerà dapprima dalle mani di un correttore di bozze e poi da quelle di un editor.
    Nelle redazioni delle CE l'editor trasforma - tacitamente - il testo, per renderlo chiaro, logico, scattante, sempre congruente in ogni parte, fluido, grammaticalmente e sintatticamente perfetto, comprensibile a chicchessia, superando le convinzioni dell'autore, che potrebbe illudersi sul fatto che "chiunque capirà quello che ho scritto". Non è mai così, non accade mai, nemmeno nei libri scritti dagli scrittori-colossi mondiali.
    Quindi l'editor è un mediatore letterario tra l'autore che - per ingenuità - si illude su molte o poche cose, e il prodotto che la CE vuole immettere sul mercato.

    Qui nel forum faccio beneficienza, nel senso che non mi faccio pagare. Faccio l'editing gratuito (quando posso) perché sono un sostenitore ferreo della trasmissione libera della conoscenza.
    Premessa importante: l'editor non agisce "per gusti personali" (conosce i metodi per estraniarsi da suo sé critico e puntare sulla concretezza ponderata del testo), bensì attraverso tecniche precise di analisi dell'intera opera, che non modificano lo stile dell'autore né gli intenti originali del medesimo.
    Se dovessi spiegare tutto quel che un editor fa, mi servirebbe un post di almeno 1 milione di caratteri (non sto scherzando).
    In ogni editing che faccio qui, spiego ogni cosa su cui intervengo, aggiungendone i perché topici, anche se si trattasse di una sola virgola posta in maniera avventata. Nessuno è tenuto ad accettare gli interventi occorsi nell'editing, ma chi li afferra ne ricava giovamento e addirittura motivo di crescita.

    Col permesso della buona BitFrau, ti mostro l'esempio di un editing che ho fatto a lei, tempo fa. Ma se vuoi, nel forum, cercando, trovi anche altri esempi su altri utenti. editing fatto alla buona (e bella) Bitfrau.

    Edited by Axum - 2/6/2018, 21:45
     
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  14. BitFrau
     
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    Nulla osta accordato! :D
     
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    Grazie, gioia. Ora ho messo il link giusto.
    Mi piacerebbe linkare a Giorgio anche quello che ho fatto a Emma: però la si vede troppo di rado. :(
     
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20 replies since 1/6/2018, 02:00   207 views
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