Il rifugio dello scrittore

Thriller senza titolo - III

Parte 2

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    Il cavaliere tenace

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    Una cameretta perennemente disordinata.

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    Bandar Seri Begawan, 20 Novembre 2034

    La musica ritmata si udiva già provenire dalle zone dell'Istana Nurul Iman, il palazzo del sultano da cui la manifestazione avrebbe avuto inizio.
    Kanya sentì dei brividi di agitazione quando uscì dalle porte dell'albergo per immettersi nella folla. Indossò i suoi enormi occhiali da sole per proteggersi dalla forte luce, ma anche per ridurre la sua riconoscibilità. A ogni passo temeva che l'arma nascosta nella sua borsa potesse azionarsi nonostante la sicura e far partire un colpo facendo saltare l'intero piano d'azione.
    Nonostante fosse abituata all'intenso traffico di Bangkok, il continuo suonare dei clacson e la moltitudine di persone che si muoveva per le vie non facevano che accrescere la sua ansia. Si guardò intorno con circospezione, studiando con attenzione ogni volto che non avesse le fattezze della gente del luogo: le pareva quasi che tutti sapessero esattamente perché fosse lì e che stessero aspettando un suo passo falso per smascherarla e metterla fuori gioco.
    Quando un uomo tarchiato di mezza età si mise a fissarla per qualche secondo, era sicura che l'avrebbe aggredita da un momento all'altro. Trattenne il respiro e aumentò il passo. Niente. Probabilmente era solo rimasto affascinato dal suo fisico snello e minuto.
    Cercò di godersi il panorama festoso per quanto potesse: la modernità degli edifici si sposava perfettamente con i colori della natura circostante, tra cui il verde delle palme e delle aiuole, l'azzurro del cielo sgombro e il blu della baia. Rispetto alla sua città sembrava tutto molto più spazioso, niente edifici ammassati l'uno all'altro, niente illuminazioni artificiali psichedeliche, niente carreggiate enormi con flussi interminabili di automobili inquinanti. Tutto sembrava più libero di respirare, ma non lei, soffocata dall'onere di un crimine incombente.
    La musica si fece sempre più forte e proseguire in mezzo a tutte quelle persone diventava man mano più faticoso, soprattutto sotto il caldo asfissiante di quella giornata soleggiata. Legò i capelli neri in una coda di cavallo per soffrire meno la temperatura e cercò di farsi largo tra i manifestanti per avvicinarsi il più possibile ai luoghi in cui sarebbero transitati il sultano e il suo corteo.
    Cercò di portarsi più vicino alle transenne, sgomitando e tentando di evitare il contatto visivo con coloro che sbarravano l'accesso alla strada per mantenerla libera.
    Delle voci al megafono stavano annunciando l'inizio dell'evento con ringraziamenti e preamboli vari, quando all'improvviso un suono provenne dal bracciale al suo polso.
    Kanya fece per guardarlo, ma il sangue le si congelò nelle vene quando udì lo stesso identico suono ripetersi non molto lontano da lei. Poteva significare una sola ed unica cosa: c'era un altro concorrente nelle vicinanze.
    Rimase immobile per dei secondi che parvero interminabili, poi si decise a dare un'occhiata rapida e furtiva al bracciale, augurandosi che nessuno potesse vederla.

    Buona fortuna, agnellini.

    Era un messaggio stupido, ma le aveva permesso di non abbassare la guardia proprio in quel momento.
    Quando alzò lo sguardo vide una povera vecchina mendicante seduta a terra e avvolta in un foulard che la osservava con occhi gelidi. Quella prese un bicchiere di carta accartocciato e lo sollevò come per invitarla a lasciarle qualche soldo in beneficienza. Kanya scostò lo sguardo, incurante. Aveva altro a cui pensare.
    Poco distante da lei notò un mucchio di giornalisti ammassati attorno a qualcuno che stava destando la curiosità di molte persone nei paraggi.
    Non riuscì a rinunciare alla sua istintiva curiosità e, spintonando, cercò di avvicinarsi a quei vecchi colleghi: stavano intervistando un uomo molto elegante, sui cinquanta, ipotizzava, che però sarebbe sembrato un trentenne se non avesse avuto la chioma brizzolata. Aveva quel fascino di uomo maturo e sicuro di sé, alimentato anche dallo charme della lingua francese che parlava.
    Le ricordò vagamente suo padre. Per questo lo odiava, a pelle. Abbandonare la famiglia. Con due figli, piccoli. Solo un mostro poteva fare una cosa del genere. Non di certo un padre.
    Chiuse gli occhi un istante per scacciare i pensieri negativi e tornò a concentrarsi. Kanya non conosceva il francese alla perfezione, ma riuscì comunque a capire cosa stesse dicendo quell'uomo.
    -Ho deciso di assistere a questa manifestazione perché reputo importante conoscere altri uomini di politica. Non è facile vedere il sultano così da vicino, non potevo certo perdermi una manifestazione come questa. - stava dicendo con aria altezzosa. Poi aggiunse qualcosa che Kanya non riuscì a tradurre.
    -Crede che questo suo interesse per il resto del mondo possa portarla lontano nella sua carriera, signor Chevalier? - chiese una giornalista lì vicino, porgendogli il microfono.
    -Certo, i francesi sono sempre stati aperti nei confronti del mondo intero, sono sicuro che apprezzeranno un candidato come me, che non si limita al puro egoismo patriottico. -
    Kanya scosse la testa sconsolata. I politici erano sempre pronti a sfruttare la minima occasione per fare propaganda di loro stessi. Lei sapeva benissimo che al sultano non avrebbe importato un accidente di quel povero illuso proveniente dall'altra parte del mondo in cerca di fama. Quei vestiti inutilmente eleganti probabilmente lo stavano portando a un collasso, infatti, terminata la risposta, l’uomo si portò la mano al collo per sistemare la cravatta e arieggiare il collo.
    Kanya se ne disinteressò con amara compassione, ma con la coda dell'occhio notò qualcosa che la fece voltare di scatto: la manica dell'abito del politico si era leggermente ritirata nel piegare il braccio e sotto quel blu elettrico si intravide qualcosa di un arancio acceso. Kanya aguzzò la vista, cercando di rizzare il collo oltre i passanti.
    Non c'era dubbio: quello era un bracciale identico al suo.
    Iniziò a tremare impaurita e indietreggiò senza togliergli lo sguardo di dosso. Il cuore le batteva all'impazzata, quasi a ritmo con la musica festosa. Deglutì nervosamente e sentì la sua maglietta iniziare a impregnarsi di sudore. Tutti i suoni le parvero amplificati e assordanti, ogni spinta divenne un urto violento, ogni voce uno spirito che urlava al pericolo.
    Per un attimo tornò in sé e prese in mano la situazione: si girò di spalle e scrutò il suo bracciale con la massima segretezza, aprì la schermata della classifica e scorse i vari nomi. Se davvero aveva scoperto un concorrente, il database si sarebbe sicuramente aggiornato.

    1. Caiman

    19 p.


    2. Wolf

    18 p.


    3. Panther

    16 p.


    4. Spider

    14 p.


    5. Jaguar

    13 p.


    5. Shark - Maurice Chevalier

    13 p.


    7. Fox

    11 p.


    8. Salamander - Kanya Wanchan

    10 p.


    9. Moray

    9 p.


    9. Mantis

    9 p.


    11. Viper

    8 p.


    12. Lynx

    7 p.


    12. Hyena

    7 p.


    14. Eagle

    5 p.


    15. Jackal

    0 p.



    Maurice Chevalier, un politico francese, era Shark. Non sapeva se essere emozionata o terrorizzata da questa scoperta, ma il fatto che occupasse la quinta posizione in classifica la fece propendere per la seconda reazione. Avrebbe potuto ucciderlo in men che non si dicesse: doveva solo estrarre la rivoltella e sparare un colpo, così avrebbe preso due piccioni con una fava, un concorrente in meno e un bottino di punti per omicidio.
    "No, no... Sarebbe troppo evidente, e poi ci sono troppi giornalisti qui vicino!" pensò staccando la mano dalla borsa dove teneva l'arma. La musica orientale era vicinissima: poteva vedere il corteo con la carrozza del sultano in lontananza.
    Doveva allontanarsi da lì. Non avrebbe potuto sparare al sultano in quelle condizioni: Shark l'avrebbe vista e così la sua copertura sarebbe saltata in un attimo.
    Fece per attraversare la strada, quando sentì delle urla provenire dalla sua sinistra.
    Come un'onda di tsunami la folla prese a correre verso di lei caricandosi di urla scomposte, travolgendo chiunque e costringendo i presenti a fare lo stesso. Il corteo si sciolse, il sultano e la principessa stavano disperatamente cercando di scendere dalla carrozza.
    In un istante la terra tremò e ci fu una potente deflagrazione che mandò in frantumi la carrozza e sollevò un'immensa coltre di fumo. Kanya venne sbalzata all'indietro assieme a molte altre persone. L'intera capitale cadde in preda al panico: tutti iniziarono a correre, incuranti e terrorizzati, si calpestavano l'un l'altro in cerca di un riparo.
    Kanya si rialzò, stordita, cercando di capire cosa stesse succedendo; le forze dell'ordine invasero le strade correndo all'impazzata, qualche giornalista malandato gridava che il sultano e la principessa erano stati entrambi uccisi, mentre per terra giacevano i corpi di vari manifestanti.
    Non impiegò molto per comprendere che qualcun altro, tra i concorrenti, era stato più rapido e deciso di lei nel compiere l'attentato.
    Incalzata con violenza dalla gente, Kanya cercò di seguire il flusso per non esserne travolta, ma non poté evitare di cadere vittima di un effetto domino partito poco più indietro.
    Cadde a terra, ma nessuno si curò di lei, ma anzi sentì le sue ossa scricchiolare dolorosamente sotto il peso dei passanti in fuga. Pensava che a breve sarebbe svenuta dal dolore, ma un uomo alto la afferrò per le braccia e la trasse in salvo, a lato della strada.
    -Sta bene signorina!?- chiese quello, con un inglese dall'accento francese, inginocchiato affianco al suo corpo disteso.
    -Un po' dolorante, ma sto bene.- disse con una smorfia, sollevandosi a sedere. -Non so come ringraziarla, davvero!- Per un attimo aveva creduto di essere morta e che quel bell'uomo fosse l'angelo che la accoglieva in paradiso. A dissuaderla fu il pensiero che probabilmente sarebbe finita all'inferno per i crimini che stava commettendo.
    -Non si preoccupi, non l'avrei lasciata di certo morire.- disse quello provando a muoverle un braccio per valutarne i danni, mentre la moltitudine di gente correva a rifugiarsi in ogni vicolo possibile, lontano da lì.
    Non riuscì a credere che in quel marasma ci fosse qualcuno disposto a spendere del tempo per accertarsi che lei stesse bene. Se solo quel tale fosse stato un po' più giovane, probabilmente se ne sarebbe innamorata. L'uomo dei suoi sogni era esattamente così: bello e altruista. Scacciò quel pensiero. Quel tizio poteva avere i più terribili difetti, lo aveva appena incontrato, dopotutto.
    Degli spari rimbombarono nell'aria. Kenya e l'uomo, ormai soli, si allarmarono.
    -Che sta succedendo ancora!?- chiese Kanya, spaventata.
    -Non lo so, ma credo sia in atto un colpo di Stato.- osservò l’uomo, visibilmente nervoso. -Spostiamoci sotto quel porticato, presto! Riesce ad alzarsi?-
    -Certo.- Kanya fece per sollevarsi, ma gemette, dolorante.
    L'uomo l'aiutò, mettendole un braccio sotto le ginocchia e sollevandola, per poi adagiarla poco lontano.
    Altri due colpi di arma da fuoco risuonarono, da una strada vicina comparve un elegante uomo in corsa che si teneva il braccio sanguinante.
    Kanya lo riconobbe immediatamente: era Maurice Chevalier.
    Non ci pensò due volte, tirò a sé la borsa, prese il revolver e lo puntò all'uomo, augurandosi che le poche volte che aveva provato a sparare fossero sufficienti per permetterle di mettere a segno un colpo.
    -Cosa sta facendo!?- L'uomo lì affianco si mise le mani nei capelli, sconvolto.
    -Le giuro che non sono una criminale.- rispose lei con freddezza. -Si fidi di me e dimentichi ciò che sto per fare.-
    Caricò il colpo. Davanti a sé rivide l'odioso volto di Aries costringerla ad accettare quella maledetta proposta. Rivide quello schermo con sua madre a passeggio, a pochi passi dalla rovina in agguato. Premette il grilletto. Il proiettile raggiunse il francese nella schiena e lui cadde a peso morto sulla strada piena di detriti. Il bracciale si illuminò mostrando una scritta.

    Shark è stato eliminato.

    Quantomeno, il sollievo per l'avvicinarsi della vittoria non le fece pesare il fatto di aver ucciso un uomo. D'altronde se non l'avesse fatto lei, ci avrebbe pensato qualcun altro. E poi, era un politico, e quelli occidentali in aprticolare non li aveva mai sopportati, sempre così pieni di loro stessi.
    Ebbe giusto il tempo di fare un respiro profondo prima che le tornassero in mente gli spari di poco prima.
    -Ora, la prego, nascondiamoci da qualche parte!- disse, decisamente più agitata di prima.
    Il suo soccorritore diede una spallata alla porta di un negozio di cartoleria senza chiedere ulteriori spiegazioni e accompagnò dentro Kanya, poi calò le persiane che davano sulla strada per evitare di essere visto.
    -Qui dovremmo essere al sicuro.- disse quello con estrema serietà.
    -Grazie di nuovo. Lei è davvero una persona speciale.- gli disse, mentre scrutava tra due fenditure della persiana: un giovane uomo chiaramente occidentale si avvicinò al corpo disteso di Shark, imbracciando un fucile. Probabilmente era un altro concorrente, ma non aveva certo intenzione di uscire allo scoperto contro un avversario così ben attrezzato.
    -Lo stesso non potrei dire di lei...- continuò il suo accompagnatore. -... Se non mi fidassi di ciò che dice. Ma voglio credere che abbia ucciso quell'uomo per un buon motivo.-
    -Dico sul serio, faccia finta di nulla.- “Come no, dovrebbe forse far finta di non trovarsi con un’assassina?” -Sono stata costretta a farlo.- disse Kanya a testa bassa. Non doveva rivelare nulla della gara di sopravvivenza, per quanto ne sapesse, quell'uomo poteva anche essere uno sbirro in borghese.
    - Lo sa che se ne parlerà per mesi, sempre che non venga arrestata ora?- rispose quello, spiazzato dalle sue parole. -E' per questo motivo che è venuta qui?-
    -Non mi consegnerà alla polizia se le dico la verità, vero?-
    -Avrei già potuto farlo, se fosse stata mia intenzione.-
    -Ma potrei fermarla, se volessi.- rispose, cercando con una mano l'arma.
    -La situazione è già sufficientemente complicata, è già una grazia il fatto che non siamo saltati in aria, piuttosto, facciamo finta di non esserci mai incontrati, d'accordo?-
    -Sì.- rispose con un minimo di esitazione. Doveva trovare un modo per cambiare discorso. -A proposito, non le ho nemmeno chiesto come si chiama. Io sono Kanya Wanchan.-
    Quello alzò un sopracciglio. -Ha ragione, avrei dovuto presentarmi io per primo. Non posso dire che fare la sua conoscenza sia esattamente un piacere, ma il mio nome è Tristan Desjardins.-
     
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    Molto bene Show, la situazione si riscalda, ora anche il filone "sentimentale" che non guasta mai ;)
    Da rivedere la stesura: ho incontrato qualche refuso e alcune frasi non suonano bene, appena ho tempo cerco di indicarti i passaggi.
    Mi piace molto la trama che stai costruendo, continua così.
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Bello! Bello! Bello! Pare tingersi di rosa come dice Trammy! Ma se Tristan Desjardins è un altro concorrente, la povera Kanya è inguaita.
    Bella come al solito l'ambientazione, ed il pathos che riesci ad imprimere al racconto quasi ti toglie il fiato, e questa è arte. Dovrebbe venirne fuori proprio un bel romanzo.
    Fra le frasi da rivedere, penso ci sia questa, la parte che ti evidenzio in grassetto.
    CITAZIONE
    -Dico sul serio, faccia finta di nulla.- “Come no, dovrebbe forse far finta di non trovarsi con un’assassina?” -Sono stata costretta a farlo.-

    Forse doveva essere: Come no, dovrei forse far finta di non trovarmi con un’assassina?
     
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    Il cavaliere tenace

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    Una cameretta perennemente disordinata.

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    Ciao Al, grazie per essere passato! Pareri positivi sono sempre un buon incentivo.
    Il mio dubbio per quanto riguarda capitoli come questo, è che la mia costretta ignoranza riguardo ai luoghi reali possa rendere la storia inverosimile, per quanto possa informarmi. Però magari non è poi così determinante e mi sto solo facendo paturnie :)

    è passato un po' di tempo per ricordarlo in effetti, ma il signor Desjardins purtroppo per la donna è un altro concorrente, il protagonista del capitolo 2. Ci hai visto giusto :D


    Per quanto riguarda la frase che mi hai segnalato, quell'inciso in teoria è un pensiero di Kanya interposto a ciò che dice ad alta voce, solo che evidentemente in questo modo non è chiaro. Provvederò a mettere due parole dopo le virgolette.
    Grazie!
     
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  5. BitFrau
     
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    La storia si fa sempre più intrigante e questo è un altro stimolo, insieme alla scrittura fluida, a seguire l'evoluzione.
    Molto bene, Show! ;)
     
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    è passato un po' di tempo per ricordarlo in effetti, ma il signor Desjardins purtroppo per la donna è un altro concorrente, il protagonista del capitolo 2. Ci hai visto giusto

    Pur se li ho riletti tutti e quattro.
    È vero, non ho aperto lo spoiler del cap.2.
    Nei vari capitoli, tu riporti accanto ai nick assegnati loro da Aries, i nomi di colori che sono i personaggi del capitolo medesimo...quindi bisognerebbe andare a rivedere gli spoiler precedenti, perchè altrimenti a distanza di tempo, gli abbinamenti non li ricordi.
    Perchè negli spoiler, o nel modo che tu ritieni più opportuno, per i nomi dei quali hai già svelato l'abbinamento, non li lasci in evidenza.
    Quindi riepilogando.

    Panther - è Herbert - Il militare.
    Fox - è Tristan Desjardins - Il dottore.
    Shark - è (o meglio era ;)) Maurice Chevalier - Politico " Eliminato da Kanya "
    Salamander - Kanya Wanchan - La giornalista.

    Ora così sono a posto nella mia memoria.
    Vedi Tu.
     
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    Ciao Show! Scusa il ritardo con il quale commento questo tuo Thriller! Ho pensato fosse meno invadente commentare direttamente qui, piuttosto che sotto ogni capitolo, anche perché di grandi errori non ne ho trovati, qui di perfetto :D
    Che dire... Come avevo già detto nel primo capitolo la storia è molto interessante e cattura subito! Trovo inoltre tu abbia uno stile molto fluido, capace di mantenere alta l'attenzione e devo dire che l'idea di seguire più protagonisti mi piace.
    Noto che di capitolo in capitolo,poi migliori sempre più nel "show-don't-tell", facendoci per esempio capire che Kanya ha i capelli neri facendoglieli legare, cosa che ho molto apprezzato. Il colpo di scena finale dove non si capisce bene chi abbia fatto fuori il sultano è davvero ben realizzato. Anche il comportamento un po' bizzarro del ragazzo che salva Manga, una volta scoperta la sua identità, prende un senso! Caspita quasi quasi ti invidio un po' per queste tue belle idee! :D Davvero bravo bravo!
    Ora, ti faccio solo qualche piccolo appunto, per la precisione due.

    CITAZIONE
    Era un messaggio stupido, ma le aveva permesso di non abbassare la guardia proprio in quel momento

    questa frase, vuoi l'ora o forse la mia possibile distrazione, non l'ho ben capita nel suo contesto. A me pare che dopo quel messaggio invece si sia proprio distratta! Ma magari ho capito male io, nel caso ti chiedo scusa :P

    CITAZIONE
    Quei vestiti inutilmente eleganti probabilmente lo stavano portando a un collasso, infatti, terminata la risposta, l’uomo si portò la mano al collo per sistemare la cravatta e arieggiare il collo.

    Qui invece penso vi sia una ripetizione, ma niente che una rilettura non possa risolvere :D

    Ti rinnovo i miei complimenti e aspetto il seguito!!
     
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    Ciao Cuore, grazie per aver proseguito con la lettura!
    Mi fa piacere che la storia ti sia piaciuta fino a questo punto, e ti ringrazio molto sia per i numerosi complimenti che per le osservazioni, anche se si tratta solo di piccoli appunti, trovo che siano sempre importanti.

    CITAZIONE
    questa frase, vuoi l'ora o forse la mia possibile distrazione, non l'ho ben capita nel suo contesto. A me pare che dopo quel messaggio invece si sia proprio distratta! Ma magari ho capito male io, nel caso ti chiedo scusa :P

    In effetti sì, si è distratta con l'arrivo del messaggio, è vero, ma il fatto che anche Shark lo abbia ricevuto le ha permesso di stare sull'attenti ed evitare di farsi scoprire da lui.
    Questo doveva essere il senso, però ora che mi ci fai soffermare, è fraintendibile. Studierò uno stratagemma per rendere la frase più esplicita. Grazie!

    ne approfitto per ringraziare molto anche Bit Frau e Al44to per le loro recensioni, molto gradite!

    @al44to è vero, leggendo a distanza di molto tempo è difficoltoso ricordare gli abbinamenti persona-pseudonimo, però penso che con il proseguire della storia si faccia via via molto più semplice, perché a girare saranno più o meno sempre gli stessi, soprattutto man mano che ci sono degli eliminati. Considererò comunque la possibilità di fornire in qualche modo i nomi già rivelati senza però inserirli negli spoiler, altrimenti sembrerebbe che il protagonista del momento sia a conoscenza di più nomi del dovuto.
    Grazie per gli spunti di riflessione!
     
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7 replies since 12/3/2018, 16:45   83 views
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