Il rifugio dello scrittore

Thriller senza titolo

Capitolo II

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    Il cavaliere tenace

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    Ecco il secondo capitolo, spostato dal vecchio forum.
    Personalmente, è uno di quelli di cui vado più fiero a livello di scrittura, spero non sia solo un'impressione!
    A un certo punto c'è un pezzo in spoiler: in un libro non sarà possibile, ma dato che qui si può fare, ho sfruttato tale strumento per favorire l'immedesimazione del lettore. ^_^ Capirete leggendo.

    Capitolo I

    II


    Québec City, 12 Novembre 2034

    Il vento soffiava forte, invisibile nel nero della notte, carico del gelo dell'emisfero boreale. La temperatura era calata a picco negli ultimi giorni, l'autunno canadese era ben più rigido di quello europeo. Tutto tacque all'improvviso, compresi gli ululati delle folate, generando così una cupa atmosfera tanto silenziosa quanto assordante.
    -Tristan, i bambini.- Sophie ruppe timidamente il silenzio. Era arrivata senza produrre suoni, con passo felpato, scalza, come faceva sempre. Tristan poggiò le nocche sul vetro freddo della finestra, poi si scostò, lasciando che la tenda nascondesse la vista sul cortile immerso nell'oscurità.
    -Vado subito.-
    Imboccato il corridoio, aprì delicatamente la porta e fece ingresso nella stanza dei figli, i quali erano già infilati sotto le coperte. Mathieu stava sfogliando per l'ennesima volta le pagine del suo libro preferito. Tristan si sedette sul materasso e si chinò fino a raggiungere la sua testa.
    -Non sei mai stufo di guardare le stesse immagini?- gli chiese, ridacchiando.
    -No.- nell'innocente tono da bimbo di quattro anni si percepiva una nota di tristezza.
    -Come mai sei così silenzioso? Oggi non ti sono successe avventure stratosferiche che vuoi raccontarmi prima di dormire?- lo incitò con voce da cantastorie.
    -No.-
    Tristan sospirò.
    -Quando cambi lavoro? Quello nuovo non mi piace. Voglio che stai sempre qui.- borbottò il bimbo, voltando una pagina con violenza. Il padre si voltò e con sguardo interrogativo fissò Victor, il quale era concentrato sulla sua console portatile.
    -Ti abbiamo sentito mentre parlavi con mamma. Non siamo stupidi.- disse il figlio maggiore, senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
    Victor aveva undici anni, gli piaceva fare il duro, ma il suo cuore era ancora quello di un bambino: amava divertirsi e giocare e, anche se non lo aveva mai esplicitato, adorava farlo con il suo papà. Sicuramente, il fatto che ora avrebbe dovuto distaccarsene lo infastidiva non poco, anche se apparentemente nulla poteva tenergli più compagnia di un videogioco.
    -Sai, Mathieu- disse Tristan iniziando ad accarezzare la testa del piccolo -Per questo lavoro dovrò volare in giro per il mondo, pensa a quante avventure dovrò affrontare! Ma non starò via sempre: non appena potrò, tornerò qui per raccontarti tutto e tu farai lo stesso con me.- Tristan avrebbe tanto voluto credere alle sue stesse parole.
    -Vai anche nello spazio?- il piccolo Mathieu accennò un sorriso, iniziava a essere interessato.
    -Chi lo sa. Dobbiamo solo aspettare.- guardò di nuovo Victor: lui, al contrario, non aveva mutato l'espressione burbera. -In ogni caso vi porterò tantissimi giochi che non potete nemmeno immaginare. Giochi che non esistono qui in Canada, ma che vengono da lontanissimo!-
    Victor fu come rinsavito e volse occhi esaltati a Tristan. -Davvero? Che figo! Ne voglio uno dal Giappone! Allora ti scriverò una lista, tu scegline uno!-
    -E io lo voglio del polo Nord, dove lavora Babbo Natale!- esclamò Mathieu aggrappandosi alla manica.
    -Va bene! Non appena capiterò in un posto nuovo, lo farò, saranno i vostri premi per avermi aspettato con pazienza.- sorrise arruffando i capelli del piccolo Mathieu, che aveva posato lo sguardo sul bracciale.
    -Cos'è questo?-
    -Mi serve per il lavoro.-
    Mathieu toccò lo schermo, che si accese. Victor scese dal letto e si avvicinò per guardare.
    -Perché c'è scritto Fox di fianco al tuo nome?-
    -Cosa vuol dire Fox?- Chiese Mathieu tirando il braccio del padre.
    -Vuol dire volpe in inglese.- rispose il fratello.
    -Mi hanno dato questo soprannome quelli del lavoro, per chiamarmi più in fretta.- spiegò Tristan strizzando l'occhiolino.
    -E questi cosa sono?- continuò il piccolo facendo scorrere il dito sul touch screen per mostrare gli altri nomi.
    -Sono le persone che lavorano con me. Anche loro hanno un soprannome.-
    -Quindi siete come i supereroi?- bisbigliò con gli occhi illuminati.
    -Come i supereroi.- affermò Tristan, bisbigliando anche lui, per poi dargli un bacio sulla fronte.
    -E poi allora diventi Foxman e diventi un eroe famosissimo che cura le persone?-
    -Proprio così.- sussurrò Tristan, senza staccarsi dalla testa del piccolo. Gli occhi gli si inumidirono e una lacrima scese lungo la sua guancia. Sapeva benissimo che sarebbe stato esattamente il contrario. Non osò immaginare che delusione sarebbe stata per i suoi figli se lo avessero scoperto.
    -Non è ora di andare a letto?- Sophie era comparsa sulla soglia della porta, riportando tutti con i piedi per terra.
    -La mamma ha ragione. Tutti a nanna!- Tristan fece un ampio respiro per farsi coraggio, e si alzò. -Buonanotte Victor, buonanotte Mathieu.-
    -Notte, papà.- risposero loro, quasi all'unisono.
    Tristan chiuse la porta e sospirò. Aveva voglia di addormentarsi e non svegliarsi mai più: il suo 'nuovo lavoro' sarebbe iniziato già dal giorno successivo, purtroppo. Raggiunse Sophie nel letto e cercò di chiudere occhio scacciando i pensieri funesti. Istintivamente, cercò la mano di lei e la strinse. Era fredda, ma questo fu per lui il miglior toccasana. Lei si voltò a guardarlo per qualche secondo, poi posò la sua seconda mano sulla sua, avvolgendola completamente in quel gelido calore affettuoso.

    Québec City, 13 Novembre 2034

    Il pomeriggio successivo gli toccarono le visite a domicilio. Sebbene avesse comunicato all'ospedale che avrebbe cambiato lavoro, aveva chiesto di poter prestare ugualmente servizio ai pazienti abituali nei periodi in cui sarebbe rimasto a Québec City. La cosa non aveva suscitato sospetti, fortunatamente, soprattutto perché non vi erano molti medici che avrebbero potuto caricarsi del lavoro in eccesso che si sarebbe creato.
    A ormai 48 anni, dopo venti di lavoro, Tristan aveva iniziato ad annoiarsi nel somministrare le stesse noiose cure a un esercito di vecchietti. Fortunatamente le evoluzioni della medicina avrebbero ridotto il numero di problematiche per i futuri anziani e forse i posteri avrebbero sperimentato una medicina molto più innovativa e dalle attività più originali.
    Ora però avrebbe di gran lunga preferito continuare con pastiglie e siringhe piuttosto che passare alle armi da fuoco come strumenti di lavoro.
    Suonò il campanello della signora Dumont. Aveva fatto tardi di qualche minuto. Passarono pochi secondi prima che il portone si aprisse, così Tristan raccolse la sua borsa a mano e salì fino al terzo piano, dove la vecchina lo stava aspettando sulla soglia dell'appartamento.
    -E' tutto a posto dottore?- chiese con la sua vocina roca. -Non è da lei essere in ritardo.-
    -Tutto a posto signora Dumont, grazie. Avevo scordato i guanti.-
    -Eh, la capisco...- rispose rientrando in casa facendolo entrare. -Con la vecchiaia queste cose accadono sempre più frequentemente... Ma che ci possiamo fare... E' così che va la vita.-
    Tristan sorrise pur non trovando divertenti quelle parole. Erano le solite lamentele che aveva sentito migliaia di volte. Poggiò la borsa sulla sedia della cucina, come di consueto, ed estrasse le cartelle dei pazienti dopo aver aperto il pesante cappotto.
    -Mi hanno detto che lascerà la città, è vero?- chiese quella con fare stupito, come se stesse per venire a conoscenza di un fatto segretissimo.
    -E' così, ma tornerò spesso qui.- la liquidò mentre posava sul tavolo i barattoli con dentro diversi farmaci.
    -Come si è sentita con le ultime dosi che le avevo prescritto?- aggiunse in fretta, prima che potesse impicciarsi ulteriormente.
    -Oh, decisamente meglio! Però... Ho sempre quei maledetti dolori alla schiena... Non mi lasciano in pace nemmeno un istante!- spiegò teatralmente tastandosi i punti dolorosi. -Per non parlare dell'insonnia! Quella è addirittura peggiorata!-
    -Capisco- rispose lui, appuntandosi la risposta su un foglio apposito. -Lo immaginavo, così ho deciso di prescriverle un nuovo sonnifero in polvere. Ne prenda uno più o meno a quest'ora e vedrà che ora di sera farà effetto. Mi raccomando, non...- il discorso di Tristan venne interrotto dallo squillare dello smartphone della donna. La signora Dumont gli fece segno di aspettare, che sarebbe tornata non appena avrebbe finito.
    Tristan rimase solo nella cucina, in silenzio. Guardò il suo bracciale: il gioco era iniziato già da quasi un giorno. Volle dare un'occhiata alla classifica, per vedere se qualcuno fosse già entrato in azione.

    1. Caiman

    9 p.


    2. Jaguar

    7 p.


    3. Wolf

    5 p.


    4. Panther

    4 p.


    4. Shark

    4 p.


    4. Viper

    4 p.


    4. Salamander

    4 p.


    8. Moray

    3 p.


    8. Spider

    3 p.


    10. Mantis

    2 p.


    11. Hyena

    1 p.


    11. Lynx

    1 p.


    13. Eagle

    0 p.


    13. Fox - Tristan Desjardins

    0 p.


    13. Jackal

    0 p.



    Per poco non gli venne un colpo. Com’era possibile? Quasi tutti gli altri concorrenti avevano già provveduto a sporcarsi la fedina penale decollando nella classifica e lasciandolo di conseguenza sul fondo assieme ad altre due persone che, probabilmente come lui, non sarebbero riuscite facilmente a fare del male. Gli vennero in mente le parole di Aries. Più tempo sarebbe rimasto in coda al gruppo, più le cose si sarebbero complicate. Ma cosa poteva fare? Non avrebbe mai potuto competere con persone che in mezza giornata avevano già ottenuto un bel bottino di punti.
    "Potrei superare i limiti di velocità in auto... Ma lo conteranno come crimine?" Pensò, alla disperata ricerca di un modo per risollevarsi.
    Anche se era un uomo alto e sano, Tristan non era per nulla cattivo, anzi. Aveva sempre amato essere un paladino del bene e della pacifica convivenza. Quella gara si prospettava per lui un ostacolo veramente insuperabile.
    Improvvisamente gli balenarono in mente i volti di Mathieu e Victor illuminati dalla gioia di poter ricevere i doni che aveva loro promesso. Stavano solo aspettando che partisse per poi tornare e godersi la vita di famiglia, assaporando la libertà della fanciullezza.
    Gli venne in mente anche Sophie, silenziosa ed emotiva come la aveva sempre amata. I suoi capelli neri e i suoi occhi penetranti colmi d'amore gli ricordarono il felice giorno in cui si erano conosciuti e quello in cui si erano sposati. Sentì delle lacrime formarsi sotto le ciglia. Strizzò gli occhi per scacciarli: la signora Dumont si stava avvicinando, probabilmente non mancava molto alla fine della telefonata.
    Tornò con lo sguardo sul farmaco che le stava presentando e cercò di ricordare dove era rimasto, quando improvvisamente gli venne un'idea. Alzò lo sguardo, sporse la testa verso il corridoio per studiare la posizione della donna, poi si alzò, non vedendola nei paraggi. Aveva ancora i guanti sulle mani. Aprì il pensile sopra il lavandino e prese un bicchiere, poi lo richiuse. Un sonoro cigolio lo paralizzò. Si voltò per controllare che la donna non si fosse accorta di nulla. Dopo interminabili secondi silenziosi, un lontano -Ma non mi dire! E poi?- gli fece rilassare i muscoli contratti.
    Aprì l'acqua del lavandino fino a riempire il bicchiere, poi tornò rapidamente al tavolo. Respirò profondamente, poi con un movimento fulmineo prese tre buste di sonnifero e, dopo averle aperte, versò con foga il contenuto nel liquido, controllando ripetutamente che la vecchia signora non stesse per sopraggiungere. Agitò il bicchiere con movimenti rotatori, mentre con la mano libera accartocciò le bustine ormai vuote e se le cacciò nella tasca dei pantaloni.
    Posò finalmente il bicchiere e deglutì: aveva un nodo alla gola. La signora Dumont arrivò poco dopo, sorridendo.
    -Mi scusi, dottore, era un'amica di vecchia data un po' depressa, non potevo ignorarla...-
    -Non si preoccupi.- disse con voce piuttosto flebile. Fu costretto a deglutire per ritrovare il suo timbro. -Nel frattempo le ho preparato la dose di oggi.-
    -Oh, che gentile! Non avrebbe dovuto! Cosa mi stava dicendo prima che me ne andassi?- Chiese per poi iniziare a scolarsi il medicinale. Tristan si schiarì la voce, leggermente scosso. -Non ne prenda più di uno al giorno. E' un farmaco molto potente che può avere gravi effetti. Gliel'ho scritto anche sull'etichetta del barattolo perché non si dimentichi.- Quasi non riuscì a guardarla in faccia mentre lo faceva.
    -Senz'altro. Allora la ringrazio dottore, ci vediamo la prossima settimana, sempre che non parta prima! Vuole bere qualcosa anche lei?-
    -Assolutamente, non si preoccupi, ho molto lavoro da fare.-
    -Capisco, lei è un uomo così impegnato e disponibile!- disse mentre lo accompagnava alla porta. Tristan cercò di non ascoltare quelle parole.
    -Arrivederci signora Dumont. Stia bene.- fece un cenno con il capo, poi prese a scendere le scale.
    -Arrivederci!-

    Scese in strada e iniziò a dirigersi verso l'abitazione del paziente successivo. Respirò profondamente e cercò di ricapitolare le sue ultime azioni. Si stupì di quanto velocemente avesse architettato un omicidio perfetto. La polizia non avrebbe mai potuto risalire a lui, sarebbe sembrato un comune suicidio.
    Nessuno poteva provare che era stato lui a diluire una dose tripla: non aveva lasciato in casa le bustine siccome qualora ne avessero valutato le impronte, non avrebbero trovato quelle della donna. Sulla confezione, inoltre, aveva lasciato una provvidenziale etichetta con la raccomandazione di prendere soltanto un sonnifero dei dieci ogni giorno. Quando la scientifica ne avrebbe visti solo sette, avrebbe subito capito le cause del decesso, ma non potevano supporre che le bustine mancanti le avesse portate via con se. Dopotutto, il medico non somministra mai medicine a pazienti autonomi e nessuno avrebbe avuto la possibilità di chiedere alla signora Dumont se si fosse preparata la dose da sola. Come se non bastasse, aveva un'ottima reputazione in campo lavorativo e non c'era movente che avrebbe potuto scalfire la sua posizione. Si rilassò, placando i tremori che lo stavano tormentando. Fu a quel punto che il bracciale emise un suono.

    Nuovo messaggio registrato. Ascoltare esclusivamente quando si è soli.

    Tristan non avrebbe certo ignorato quella raccomandazione. Sapeva che ogni passo falso sarebbe stato pagato a caro prezzo. Si guardò intorno: non c'era molta gente in giro, ma preferì infilarsi nel vicolo più vicino. Si assicurò che non ci fosse davvero nessuno, poi pigiò sul touch screen e una voce modificata iniziò a parlare.

    -Vi porgo i miei saluti, novellini. È Taurus che vi parla. Mi occupo della pianificazione dei crimini maggiori. Abbiamo notato con piacere che quasi tutti vi siete attivati già dal primo giorno. Come avete potuto notare, però, le vostre gesta non sono state valutate con grandi somme di punti. Sappiamo benissimo che per alcuni di voi sarà molto più difficile approcciarsi allo stile di vita del criminale, ma non disperate, non sarete condannati a restare in fondo per sempre. Questo perché la mia voce provvidenziale vi annuncerà le grandi missioni che, se completate, vi assicureranno un gruzzoletto di punti tale da ribaltare la situazione.
    Questa è una di quelle occasioni. L'obiettivo è semplice: uccidere il Sultano del Brunei durante la manifestazione che si terrà nella capitale il giorno 20 Novembre. Le spese di viaggio saranno ovviamente a nostro carico. Ulteriori informazioni vi verranno fornite via messaggio sul vostro bracciale. Siate pure emozionati, ma ricordate... E' molto facile cadere nelle mani degli sbirri in eventi simili... E non solo... Guardatevi dai vostri colleghi... Un concorrente in meno fa comodo a tutti. Vi auguro una buona continuazione del vostro lavoro.-


    Tristan rimase fermo e in silenzio. Dopo essere rimasto a fissare lo schermo inattivo del bracciale, piegò il labbro all'insù. Non ci sarebbero state molte altre occasioni per andare in Brunei gratuitamente, dopotutto.
     
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    “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein

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    bravo Show,
    scritto bene e molto fluido.
    Mi lascia perplesso Sophie, non ce la vedo a piedi scalzi nel freddo glaciale.
    La trama poi, per quello che ho letto mi ricorda qualcosa di già visto,
    magari comunque è solo una mia impressione...

    Al di la di questo si legge volentieri,
    e se posti il proseguo sono pronto a leggerlo...
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Eccomi quà! Concordo con quanto detto da Ston! Ma mi ha sorpreso il repentino cambiamento della persona alla quale hai dedicato, questa seconda parte, ma un motivo ci sarà! Io mi ero già preparato a seguire le vicende di Herbert alias panther, se non ricordo male e invece tu mi hai presentato Tristan, che pur non essendo un ex militare, per quanto riguarda l'amore per la famiglia ha le stesse motivazioni di Herbert! Farai cosi anche per gli altri personaggi?
    Comunque ottima anche questa parte! Ma portare via le bustine del sonnifero, per Tristan potrebbe essere un errore non una idea geniale. Gli inquirenti si chiederanno che motivo aveva una che voleva suicidarsi di far scomparire le bustine, le cercheranno in tutta casa, e poi...uccidere il Sultano del Brunei...è abbastanza ambizioso come obbiettivo, chi li riesce ad avvicinare quei personaggi; dovrai fare dei salti mortali per convincermi.
    A presto.
     
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    showmaster, correggimi se sbaglio.
    Quando scrivo un"giallo", la parte più divertente è quella
    di studiare la realizzazione credibile di fatti "incredibili"!
     
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    Il cavaliere tenace

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    Ciao carissimi, innanzitutto grazie per aver trovato il tempo per leggere anche questo testo di lunghezza non indifferente.

    Rispondo con ordine.
    @Stone come è giusto che sia, leggere un commento positivo mi fa sempre piacere. Tuttavia non posso negare di essere rimasto amareggiato dalla sensazione di "già visto" che hai provato.
    Ho ancora molte carenze dal punto di vista della scrittura, dunque l'originalità è sempre stata un po' il mio motore. Vedere che viene a mancare è un po' come vedere la fiamma che si affievolisce... Ma questo può solo significare che devo buttarci della legna! Farò del mio meglio per tornare in carreggiata!

    Una delle parti più divertenti da ideare per un giallo in effetti è quella che dici tu, soltanto che non sono certo che io sia troppo bravo a farlo, come dicevo altrove, la verosimiglianza è attualmente uno dei miei flagelli peggiori, per questo romanzo.


    @Al grazie anche a te per l'assiduità e per i complimenti.
    Ho scelto di non avere un protagonista fisso, questo perché sarebbe stato altrimenti ovvio che ad arrivare in fondo alla competizione sarebbe stato Herbert, mentre così credo che il lettore, oltre ad avere una maggiore suspense, può scoprire anche diversi modi di vivere una situazione drastica come questa, e a me piace particolarmente raccontare come le persone vivono la loro vita. :)


    Per quanto riguarda i dettagli sulla trama...
    CITAZIONE
    Mi lascia perplesso Sophie, non ce la vedo a piedi scalzi nel freddo glaciale.

    Forse farei meglio a specificarlo, ma nella mia mente ho immaginato che in un'abitazione "futuristica ma non troppo" la pavimentazione fosse riscaldata.

    CITAZIONE
    Ma portare via le bustine del sonnifero, per Tristan potrebbe essere un errore non un'idea geniale. Gli inquirenti si chiederanno che motivo aveva una che voleva suicidarsi di far scomparire le bustine, le cercheranno in tutta la casa

    Non è stata una mossa perfetta, hai ragione, ma se le avesse lasciate, le impronte lo avrebbero tradito. Mentre così non c'è alcuna prova diretta che sia stato lui. Ho pensato che fosse la cosa migliore da fare, ma magari mi sbaglio.
     
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    ciao Show
    mi dispiace la tua amarezza, e ti chiedo perdono
    ripeto, è solo una mia impressione.
    Quando superi una certa età, hai già visto e letto
    tonnellate di cose, per cui è facile cadere nel
    "mi sembra di averlo già visto/sentito"
    e con questo non volevo assolutamente
    sminuire il tuo lavoro,anzi, ripeto, mi è piaciuto
    e sicuramente proseguendo nella lettura
    gli sviluppi mi porteranno lontano da quella sensazione ;)
     
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    Il cavaliere tenace

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    Non c'è bisogno di alcun perdono Stone, ;) preferisco mille volte un commento onesto a un commento fatto giusto per farmi contento!
    E anzi, ti ringrazio perché è una spinta in più a fare attenzione a non cadere nel banale.
    D'altronde i lettori sono di tutte le età, non mi dispiacerebbe lasciare anche ai più esperti e appassionati qualcosa di innovativo!
     
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    Orbetello

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    Credo di averlo già letto di là.
    Apprezzo molto la tua scrittura e aspetto il seguito per scoprire come faranno ad uccidere il sultano.
    Certo, però: quella povera vecchietta! :D
     
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  9. Gonran
     
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    Questo secondo capitolo l'ho apprezzato, forse più del primo. Da queste poche righe traspare il forte rapporto che lega Tristan alla sua famiglia: sei riuscito a farmi immedesimare nel personaggio già dalle prime battute e questo è un bene :) . Mi è dispiaciuto un po' vederlo commettere un omicidio, anche se necessario alla trama.

    Mi piacerebbe saperne di più su questo "gioco criminale", spero che continuerai a pubblicare gli altri capitoli :D !

    A rileggerci!
     
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    Ti ringrazio con ritardo "accademico" Gonran, fa sempre piacere ricevere commenti positivi!
    Molto gradite l'immedesimazione e l'emotività trasmessa.
    Ho una domanda per te: credi che l'omicidio snaturi il personaggio per come venga presentato, o ti è spiaciuto per l'opinione personale che ti eri costruito fino a quel punto?

    Attualmente riguardo questo romanzo sono in una pausa di riflessione sul da farsi, ma comunque ho molti capitoli inediti, e viste le diverse richieste ho intenzione di pubblicare il terzo, a breve, giusto il tempo di dargli una rilettura ora che è passato tanto tempo.

    Di nuovo grazie!
     
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  11. Gonran
     
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    Secondo me Tristan ha ucciso a sangue freddo, l'ho trovato un po'innaturale. Capisco perfettamente che la mente umana sia imprevedibile, e pertanto un'azione del genere può anche essere lecita, vista la situazione nella quale si ritrova il personaggio. Nonostante ciò, mi è difficile credere che un padre e marito buono e affettuoso come viene presentato Tristan possa decidere di commettere un simile atto in così poco tempo, soprattutto se qualche riga prima viene fatta un'affermazione del genere:

    CITAZIONE
    Anche se era un uomo alto e sano, Tristan non era per nulla cattivo, anzi. Aveva sempre amato essere un paladino del bene e della pacifica convivenza.

    In conclusione, penso che quest'omicidio snaturi il personaggio, o perlomeno così com'è descritto. Se posso darti un consiglio, da aspirante ad aspirante, cerca di accentuare il conflitto interiore che hai solo accennato:

    CITAZIONE
    Quella gara si prospettava per lui un ostacolo veramente insuperabile

    Spero di essere stato chiaro e non troppo duro! :)

    Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!

    A presto!
     
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  12.  
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    Il cavaliere tenace

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    Assolutamente non sei stato duro Gonran, sei stato sincero, che è la cosa più importante. ;)
    Grazie mille per le tue osservazioni, ne terrò sicuramente conto nel revisionare questo capitolo.

    Al prossimo!
     
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  13. FraScribit
     
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    Fai tesoro delle osservazioni sopra: verrà fuori un buon lavoro ;)
     
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  14.  
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    Madadayo!

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    Anche io leggo con estremo ritardo questo capitolo, ma spero ugualmente che i miei commenti possano risultarti utili.

    Abbiamo un altro personaggio "francofono" del Quebec, come il militare del capitolo prima. Non so se questo sia voluto o frutto di una piccola "svista" (normalissimo peraltro, visto che specie in una prima stesura con tanti pg puó capitare di accavallarli un pò), ma potrebbe magari essere una connessione interessante su cui lavorare nel caso in cui questa sia voluta.

    Chapeau per come hai reso l'atmosfera di tenerezza del padre coi figli, e peraltro ho notato un piccolo dettaglio che fa la differenza: quando il più piccolo dice "voglio che stai a casa" compie un piccolo errore grammaticale che è assolutamente coerente con un bambino di quattro anni e questo aiuta a caratterizzarlo meglio.

    Semmai è il rapporto con la moglie che forse andrebbe approfondito un pelino di più.

    Questo poi si riaggancia all'osservazione sull'omicidio della vecchietta. È chiaro che il pg è disperato di aumentare il proprio punteggio criminale e che quindi l'uccisione dell'anziana è una misura drastica, ma necessaria. Ma dovresti semmai esplicitare il fatto che lui non abbia scelta. Ovvero... così come il militare ha dovuto sottomettersi per il bene dei suoi cari, metti che anche questo medico deve assolutamente aumentare il punteggio pena vedere i propri figli o la propria moglie danneggiati o peggio (potresti magari ideare come un punteggio o una media troppo bassa per troppo tempo aumenti la possibilità che ai propri cari succeda qualcosa... magari in maniera proporzionale: ovvero se sei un pelo sotto la media magari gli fan capitare un incidente non grave... mentre piú si scende e più aumenta la minaccia, fino alla morte).

    Anche la persona più buona del mondo è disposta a fare ogni cosa per il bene dei propri cari... e anche la storia di tanti conflitti lo dimostra (alla fine è una sorta di egoismo biologico che ci portiamo dentro tutti, anche i piú altruisti).

    Un'altra cosa... non mi è chiaro se la donna muore in casa propria o nell'ospedale dove lui lavora. Nel primo caso il suicidio sarebbe plausibile, nel secondo tutti saprebbero che lui era in visita alla donna e quindi potrebbe far ricadere dei sospetti su di lui.

    Mi sembra che si illuda che la possa scampare un pò troppo "gratuitamente". Questo magari potrebbe divenire un altro spunto di trama, magari con la giustizia alle calcagna e la necessità di commettere sempre più delitti per mantenere appunto la "media".

    Mi lascia un pò perplesso l'idea che pg non abituati alla violenza possano divenire strumenti utili per assassinare un personaggio di spicco (e assai ben difeso) come il sultano. A meno che gli organizzatori non pensino che i vari agenti ci provino tutti assieme e poi "darwinianamente" alcuni falliscano, consentendo cosí al migliore di riuscire.

    Queste sono le mie impressioni sino ad ora.

    Secondo me l'idea è buona, la forma anche (forse solo una parte all'inizio col vento) ed è una storia che vale la pena continuare.

    Non deprimerti se qualcosa non va: è solo una prima stesura e certe idee possono non funzionare. Lascia che Come i pg, lottino fra loro e alla fine ne rimarrà soltanto uno.
     
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    Il cavaliere tenace

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    Ciao Xarthin, ti ringrazio per la recensione.
    Devo fare una premessa, ovvero che in seguito alle varie recensioni iniziali ho poi rimesso mano a questo capitolo, cercando di seguire alcuni suggerimenti che erano già arrivati.

    Veniamo a noi. Riguardo alla francofonia (si dice così?), in questo caso è totalmente voluta, dal momento che la lingua ufficiale del Quebec è appunto il francese. Di conseguenza ho optato per nomi che avessero questo tipo di suono.
    Questa cosa emerge anche dal fatto che Mathieu non sappia che cosa significa "fox", che è una parola inglese, cosa che invece il fratello sa, essendo più grande e "studiato".

    Felice che l'atmosfera con i figli ti sia piaciuta, posso mettere con onore una spunta a questo obiettivo. Mi fa anche piacere che tu abbia notato l'errore grammaticale del bambino, era una cosa per cui avevo chiesto un suggerimento proprio qui sul forum, ormai ere geologiche fa, e il buon kishuseiko mi aveva rassicurato che un errore inserito a questo scopo non avrebbe macchiato il testo, ma semmai impreziosito, e mi fa piacere vedere che effettivamente è stato così!

    Grazie per il suggerimento relativo al rapporto con la moglie, su questo non avevo ancora posato l'attenzione, ne terrò conto per la prossima correzione.

    Riguardo all'omicidio della vecchietta, tutte critiche gradite riconducibili al commento di Gonran, spero di aver in parte risolto questo problema con le correzioni di cui parlavo sopra. Provvederò a inserire il testo modificato al più presto, per evitare che eventuali successivi lettori si trovino di fronte alle stesse perplessità.
    La donna in ogni caso muore in casa sua, Tristan sta facendo visite a domicilio.

    Alcuni personaggi sono meno inclini alla violenza rispetto ad altri, basti vedere per esempio la differenza caratteriale che c'è tra Herbert (nome a questo punto da rivedere) e Tristan. Tuttavia, spesso anche a me resta il dubbio di aver buttato gente comune in qualcosa di troppo grande e inverosimile. Però vedremo, inutile che mi fasci la testa prima di romperla.

    Non capisco se intendi dire che la parte iniziale del vento è una nota stonata oppure no, sai, mi interessa perché con le descrizioni sono abbastanza una frana :D

    Ti ringrazio molto per il tempo speso a leggere e recensire, oltre che per l'incoraggiamento.
    Alla prossima!
     
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14 replies since 11/11/2017, 17:54   174 views
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