Il rifugio dello scrittore

Tutorial - La prefazione

La struttura del Racconto / Romanzo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Editor

    Group
    Amministratore
    Posts
    5,138
    Location
    Verona

    Status
    Carissimi,

    la differenza tra il prologo e la prefazione è sottile come il capello di un bimbo biondo. Tuttavia, al contrario del prologo, la prefazione non tratta direttamente nessuna delle parti del narrato; si limita ad una preparazione incentiva.

    Per regola di buon senso, una prefazione di rispetto, andrebbe scritta da un estimatore, dal curatore, dall'editore, ma non dall'autore stesso, poiché in quest'ultima ipotesi risulterebbe una sorta di auto-celebrazione.
    La prefazione può consistere in una spiegazione velata del perché l'autore ha scritto il libro, oppure nelle sensazioni che il lettore attento ne ha tratto ancor prima che l’autore lo pubblicasse.
    Chi scrive la prefazione può dar parvenza di critica benevola ma, più in generale, si tratta di un "aiutino" che serve a suggerire anche il contesto concettuale della narrazione a cui andiamo incontro, le epoche parallele che possono accomunarsi all'argomento trattato, oppure una motivazione, tra le righe, del perché dovremmo leggere questo libro.
    In quest'ultimo "perché" c'è la vera essenza della prefazione.

    Andiamo a parlare di un libro inesistente.
    Il libro, affidato a colui che verga la prefazione, tratta un noir che rende appagamento al lettore poiché, nel rispetto del genere letterario, il cattivo vince e rimane pressoché impunito.
    La prefazione potrà essere:

    Esempio 1:
    Nella storia mondiale dei crimini c'è sempre l'idea che il delitto non paghi, e che l'astuzia del buono supera sempre quella del cattivo. Titolo del noir mette in evidenza lo strato sottile tra follia e genialità. La Londra d'un tempo non sembra così distante da quella attuale, se mettiamo le automobili al posto delle carrozze e le carte di credito in sede delle sonanti sterline.

    Quella prefazione è totalmente inventata da chi vi scrive, non si riferisce a "Jack lo squartatore del terzo millennio" né a nessun altro personaggio mai vergato. Eppure sembra che nella prefazione ci sia una sorta di sottinteso, un ammiccare che mira ad incuriosire, senza tuttavia svelare null'altro che "Londra" è una città che, con tutta probabilità, comparirà già nell'incipit. Ma forse non sarà così.

    Esempio 2:
    Vogliamo scrivere la prefazione a un romanzo Fantasy in cui ci sono più streghe anziché stregoni, ovvero un romanzo che, tra le righe, segnala l'antica posizione scomoda della donna. Tuttavia, nella narrazione, quella posizione potrà subire una clamorosa smentita.
    Una tra le mille prefazioni possibili, sarà:
    Nell'universo dell'immaginario, le streghe sono malfatte, perfide, cattive per definizione: la quintessenza della malvagità. Gli stregoni, da sempre saggi, folli e misurati al tempo stesso, potrebbero nascondere vizi occulti, fragilità impensabili e poteri talvolta inefficaci. Potrebbe mai, una strega, innamorarsi?
    L'universo femminile è ampio come l'ignoto, e nella vastità dell'intelligenza c'è sempre qualcuno che sovrasta l'altro, non per sapienza né per esperienza: l'intelligenza regna sovrana come dote innata, e smaschera ogni sorta di astuzia. L’autore, in questo libro, ha soddisfatto ogni aspetto dell’atavica dicotomia.

    Scritta così, la prefazione indica l'argomento probabile, ma lascia pensare a un trattato filosofico, oppure a una strana, arguta, fiaba, quindi...
    ... Per scoprire la vera natura del romanzo occorre fare una sola cosa: fiondarsi tra le pagine.

    Fonte: me medesimo.

    Edited by Axum - 17/10/2017, 00:56
     
    Top
    .
0 replies since 16/10/2017, 22:54   49 views
  Share  
.