Il rifugio dello scrittore

Posts written by Jost Van Kortag

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    Non credo sia abbastanza... Ma voglio sentirmi col fiato sul collo, quindi lo pubblico lo stesso sperando che mi sproni a proseguire...


    Quando il mattino dopo le campane della chiesa e i galli delle fattorie svegliarono i paesani di Favale, Isabella era già desta da un pezzo.
    Con l’abito scuro e il velo sul capo, come da consuetudine, lei e Porzia si recarono a messa nella piccola e intima cappella di famiglia, dove trovarono ad attenderle i garbati buongiorno di Marcantonio e Camillo, le occhiate torve di Cesare e Fabio e i sorrisi fin troppo teneri e lascivi di Decio.
    Entrambe sedettero nei banchi a sinistra, da sole, mentre i maschi occupavano il lato destro, e il cappellano cominciò la funzione.
    “Non mi piace come mi guarda Decio” sussurrò Porzia alla sorella maggiore durante l’omelia. “Mi mette una paura…”
    “Tranquilla, non guarda te…” bisbigliò cupa Isabella.
    “Ma sì ti dico!” insistette la ragazza, gli occhi verdi sgranati e rivolti alla sorella dietro le mani giunte. “L’altro giorno a pranzo mi guardava fisso… E un altro giorno ancora l’ho incrociato all’uscita dal vespro, e mi ha abbracciata e baciata in modo strano… Dici che devo parlarne con Marcantonio?”
    “Ma no” le sussurrò Isabella di rimando “vedrai che è solo una tua impressione… Non dargli altre grane, ne ha già a sufficienza…”
    Per un po’ tacquero. Poi Porzia tornò a sussurrare.
    “L’altro giorno ho visto Cesare rimproverare Camillo per una sciocchezza… Marcantonio non c’era, e Camillo stava ripassando la lezione di latino con Cesare… Sai no, che Cesare si atteggia a gran sapientone ma non capisce la metà di ciò che crede di capire… In breve, Camillo lo ha corretto su una traduzione, Cesare gli ha fatto una scenata e lo ha fatto piangere…”
    “Non mi stupisce la cosa, chissà come mai…” mormorò lugubre Isabella, e lasciò proseguire Porzia.
    “Io mi sono permessa, sempre con rispetto, di fargli notare che stava esagerando… Ma ti giuro, sono stata rispettosa e garbata come si conviene! E lui…”
    Tacque, e non ebbe bisogno di aggiungere altro.
    Ma certo, pensò amaramente la maggiore tra sé, anche Porzia è una donna adesso; e anche Porzia starà rinchiusa qui, al riparo dal mondo insano e crudele… Ma sì Porzia, nessuno ti farà del male qui dentro, è fuori che sei in pericolo, come no…
    Quelle parole le scivolarono via a poco a poco, dense e amare, come l’olio di ricino quando si era costretti a prenderlo e un cucchiaio sembrava non avere mai fine.
    Ma quel giorno, per Isabella c’era un ottimo zuccherino a cacciare quel sapore tremendo: la carrozza era già pronta nel cortile del castello, e già attendeva lei e Marcantonio, pronta a portarli per un giorno fuori di là.
    “Andate in pace.” declamò finalmente il cappellano, e tutti, mugugnato un ‘nel nome di Cristo’, si accinsero a lasciare la cappella per cominciare le mansioni quotidiane.


    Appena uscito dalla piccola chiesetta di famiglia, Marcantonio si sentì infilare un braccio sotto il proprio; guardò in basso, e incontrò il sorriso radioso di Isabella.
    “Allora, andiamo?” gli chiese, soffocando a stento l’eccitazione.
    Il maggiore sorrise, interdetto.
    “Non vuoi nemmeno fare colazione?”
    “Sono certa che don Sandoval de Castro e madonna Antonia ci offriranno un lauto ristoro al nostro arrivo… Lo impone la tradizione, no?”
    Marcantonio scosse la testa e alzò le mani in segno di resa.
    “Spero sia come dici…”
    Proprio in quel momento, Cesare si affiancò a Isabella e le afferrò un braccio, costringendo entrambi a fermarsi.
    “Buon giorno, Cesare.” lo salutò Marcantonio con distacco, mentre lei gli accennava la consueta riverenza.
    “Non mi avevi detto che veniva con te…” disse subito il minore al fratello maggiore, accennando con un’occhiata alla sorella senza degnarla di un saluto.
    Marcantonio guardò Isabella e annuì.
    “Non l’ho fatto? Mi duole, ma non ero tenuto a farlo. Sì, lei viene a Bollita con me.”
    Cesare gli si avvicinò con un che di minaccioso nel freddo turchese degli occhi.
    “La stai portando da uno spagnolo! Da un nemico! Cosa ti ha detto per convincerti? Avrà fatto la lagna, come al suo solito…” inveì il ragazzo stringendo la morsa sul braccio della sorella, che gli regalò un’altra generosa occhiata sprezzante.
    “Isabella starà con me.” asserì categorico Marcantonio, fissando con durezza il fratello minore. “Non la toccherà nessuno, se io non lo permetto. Adesso vai, devi prenderti cura di Camillo e Porzia.”
    Cesare strinse le labbra e rifilò un’occhiata densa d’ira a Isabella giurandole castighi dolorosi, prima di lasciarle andare il braccio e andarsene.
    “Se ti alza le mani, dimmelo.” le disse Marcantonio quando furono nel cortile. “Oggi non ha ragione di farlo.”
    Sai che non lo farò, pensò la ragazza con rassegnazione salendo sulla carrozza, come sai anche che non posso farlo. Scosse la testa mentre anche il fratello maggiore saliva con lei e il cocchiere frustava i cavalli portandoli fuori dal grande portone, giù lungo la strada sterrata che serpeggiava attorno alla rupe scendendo verso il borgo e verso valle.
    Per un giorno, Cesare, Decio, Fabio e tutta la loro corte di ansie e preoccupazioni sarebbero stati lontani, lontani da lei.
    Si liberò del velo nero e sporse la testa fuori, riempiendosi il cuore delle leghe che gli zoccoli dei cavalli mettevano tra loro e Favale e la testa dei primi versi e delle prime rime di un nuovo sonetto.
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    Grazie del benvenuto elide, felice di conoscerti!

    E ciao a te Tramontana!

    BitFrau il cioccolato modicano è un dono degli dei... Maya magari, tipo Quetzalcoatl (mi pare che la parola "cioccolato" derivi da lui, ma sono quasi certo di sbagliarmi)!

    Felice di ritornare quando possibile Artemis... Quest'anno è un casino, un sacco di articoli da leggere e ondate di ispirazione che premono per uscire nei momenti più sbagliati, fortunatamente qui si respira un po'! Con calma cercherò di leggere qui e là e distribuire qualche recensione, su quel lato sono piuttosto carente mi pare di notare :D

    E al44to davvero, la vecchiaia vera sta bene dove sta... Ho sempre pensato che bisognasse stare al passo con la propria età, senza affannarsi a inseguire l'anzianità (tanto prima o poi arriva, che senso ha?) o a rimpiangere la giovinezza (tanto è andata, chi la recupera più?). Penso si viva meglio con se stessi, almeno in linea teorica :unsure:
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    CITAZIONE (Axum @ 1/4/2018, 20:36) 
    Buon compleanno Jost Van Kortag! Quel 21 ora è ventidue, quindi stai andando per la vecchiaia! :D

    Che la Svizzera sia con te! :D

    E con il tuo spir... AEHM dicevo, grazie mille per gli auguri! Sto appropinquandomi alla vecchiaia sì... Sperando porti giudizio e saggezza, cose che non si possiedono mai abbastanza a mio avviso! ^_^
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    Nome: Enrico d'Arcata

    Età: 21 anni

    Aspetto fisico: Folti capelli rossi, spesso in studiato disordine, un accenno di barbetta dello stesso colore e intensi occhi azzurri tendenti a una bizzarra sfumatura violetta. 
Di fisico possente, grazie agli allenamenti per il tiro con l’arco che gli hanno permesso di sviluppare braccia robuste e spalle ampie, mostra un portamento impettito e altezzoso che lo fa sembrare ancora più alto e grosso… Come se il suo metro e ottantacinque di altezza non fosse già sufficiente.
L’abbigliamento è sempre ricercato: camicia o maglia semplice e senza fronzoli, pantaloni lunghi a coprire sovente stivali o stivaletti, in assoluto le sue calzature preferite.

    Personalità: Proveniente da una ricca famiglia patrizia di Prospera, Enrico mostra un carattere a prima vista estremamente orgoglioso, superbo e competitivo; primeggiare in qualsiasi attività è per lui una missione vera e propria, derivatagli per diritto di nascita. Abituato dai suoi risultati e dalla sua famiglia a ritenersi superiore a chiunque, difficilmente riesce a stringere amicizie e legami affettivi particolarmente saldi proprio in virtù della sua estrema selettività nello scegliere di chi circondarsi: spesso predilige persone con talenti e doti particolari, ritenendole le uniche degne di avere a che fare con lui.
Nonostante la sua arroganza e i suoi modi raffinati, Enrico è comunque in grado di mostrare un’incredibile generosità e nobiltà d’animo, qualità legate tanto alla sua incrollabile fede cattolica quanto alla sua percezione dell’aristocrazia come classe sociale predisposta alla guida assennata delle classi inferiori, e non alla dominazione e al sopruso nei loro riguardi.
Le passioni di Enrico sono principalmente tre: il tiro con l’arco, il disegno e la musica, quest’ultima esercitata per mezzo del pianoforte (impostogli dalla madre insegnante di pianoforte) e del canto in un gruppo metal che forma con i suoi due fratelli gemelli Filippo e Corrado.

    Storia: Enrico è il terzogenito dei sette figli del banchiere Federico d’Arcata e di sua moglie Bianca, discendenti entrambi (sono cugini di primo grado) da una delle più antiche famiglie di Prospera ovvero gli Arcata, una nobile famiglia pugliese avente tra i propri antenati nientemeno che il celebre imperatore Federico II di Svevia. Tale illustre lignaggio ha sempre esercitato una forte influenza sul giovane Enrico, ritrovatosi fin da bambino a dover dimostrare implicitamente di essere degno del suo sangue eccellendo in ogni cosa, o per lo meno a impegnarvisi a fondo. Questa perenne condizione di pressione è solo in parte attenuata dal lusso e dagli agi con cui la famiglia lo vizia, ricoprendolo di premi ed elogi e rafforzando sempre più la sua convinzione di essere superiore a chiunque e di conseguenza di dover lavorare alacremente per mantenersi degno di tale superiorità.
A 18 anni tuttavia, il peso della corona come il padre di Enrico ama definirlo si fa immensamente più forte: il suo ingresso nella maggiore età è accompagnato dalla repentina fuga da casa del fratello maggiore Vincenzo, animo ribelle da sempre insofferente alle rigide regole dell’etichetta nobiliare. Ritrovatosi primo erede maschio del titolo di principe d’Arcata, Enrico non può quindi che moltiplicare i suoi sforzi, mentre l’ansia di non essere all’altezza delle aspettative inasprisce ancora di più il suo carattere.

    Animale: Il totem di Enrico è un magnifico girifalco bianco, di circa 60 cm di altezza con un’apertura alare di 130 cm. Trattandosi di un uccello piuttosto raro e tipico di territori freddi come l’Alaska o la Groenlandia, sovente era riservato alla falconeria regale; tuttavia, la sua presenza in Argentina non passerà facilmente inosservata…

    Abilità: L’abilità principale di Enrico è quella di saper rappresentare mentalmente e con dovizia di dettagli la sua posizione in un determinato luogo attraverso mappe che potenzialmente potrebbe riportare fedelmente su carta. Ha quindi un senso dell’orientamento estremamente sviluppato.

    NOTA:
    Questo personaggio è legato alla role dedicata ai Totem, infatti la sua caratterizzazione rispecchia i canoni scelti per quella determinata partita.
    Al termine di essa, il personaggio potrebbe subire alcune modifiche al fine di renderlo idoneo anche ad altri contesti.
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    CITAZIONE (Xarthin @ 12/11/2017, 12:34) 
    Storia simpatica e decisamente profonda, specie nella sua riflessione finale.

    Se mi è permessa una piccola osservazione su un passaggio

    - Le lezioni di storia degli anni passati gli avevano accennato di antichi edifici religiosi dove la gente si riuniva per pregare un fantomatico “Dio”, edifici che l’Eterno Imperatore aveva abbattuto assieme alle religioni stesse per salvare il mondo dalle terribili guerre che lo dividevano in nome di questo “Dio”. -

    Io suggerirei di riscriverla come: "Durante le lezioni di storia degli anni passati i suoi docenti gli avevano accennato di come, un tempo, fossero esistiti antichi edifici religiosi dove le persone si riunivano per pregare una fantomatica entità conosciuta col nome di "Dio" Questo accadeva prima che l'Eterno Imperatore decidesse di abbatterli, abolendo le stesse credenze in quella divinità nel cui nome erano stati combattuti innumerevoli conflitti che avevano diviso e devastato il mondo"

    Ovviamente è solo un suggerimento amichevole che non sei tenuto a seguire XD


    Concordo sul "grigiore" Noi contemporanei ci gloriamo sempre delle nostre "conquiste", ma
    a ben pensarci ormai noi non costruiamo davvero più nulla destinato a "durare" L'unica cosa
    che ci sopravviverebbe sarebbe la plastica...

    Riguardo all'eterno imperatore (della serie... eliminamo dio così tutti potete adorare me eh eh)
    temo che quella che eliminare le religioni porti alla pace sia una visione un pò ingenua. Gli umani
    troverebbero giustificazione ai propri genocidi pure in un libro di cucina... specie nei capitoli dedicati
    alla cottura al sangue.

    Ti ringrazio molto per la recensione Xarthin!
    Il tuo passaggio è piuttosto scorrevole, potrei anche lasciarmi convincere... :shifty:
    Una delle ragioni che mi hanno spinto a condannare questo grigiore sta nella continua bollatura delle arti come "inutili", non meritevoli di considerazione in quanto superflue; il mondo distopico che ho immaginato si è disfatto di ogni forma d'arte sacrificandola all'utile puro e all'apatia, nell'assurda convinzione che l'arte fosse uno spreco di energie e dunque un ostacolo al progresso, se non come nel caso dell'arte religiosa addirittura un ostacolo alla convivenza umana. Una visione che non ho mai sopportato.
    Riguardo ai tuoi dubbi sull'eliminare la religione per portare alla pace... In teoria questo racconto doveva proseguire, non limitarsi a questa scena: avevo programmato di approfondire anche tutte le altre arti, anche esse eliminate assieme a ciò che celebravano per favorire la coesione. L'arte suscita emozioni perché richiama a cose che ce ne provocano... Ma se l'Imperatore elimina sia il mezzo sia il messaggio, non possono più esistere emozioni, di conseguenza non vi sono quasi più ragioni per scontrarsi. Ma tutto ciò doveva essere approfondito in seguito, ergo i tuoi dubbi sono più che legittimi.
    Ancora grazie e alla prossima... E perdona il ritardo!
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    CITAZIONE (Tramontana @ 14/11/2017, 17:43) 
    Come dice Show: macabro e leggero allo stesso tempo.
    Inquietante all'inizio, quasi divertente nel proseguimento.
    La scrittura è notevole, precisa e ricercata.
    Bella lettura, complimenti :)

    Grazie mille Tramontana, e perdona il ritardo abnorme di questo ringraziamento!
    Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato questo mio racconto!


    CITAZIONE (Andrea Emiliani1 @ 15/11/2017, 18:00) 
    Buonasera!
    Mi presento: sono Andy, amante di Narrativa ed io stesso (im)modestamente autore. O, come diciamo da noi, Fantasma d’Autore; ergo chi meglio di me potrebbe raccontare di un simile racconto? Ahah!

    Scherzo, ovviamente…

    Vediamo: io amo leggere e, fatalità, essendo solo oggi capitato qui per la prima volta, mi sono imbattuto in questo racconto… Se esiste il caso, sarà un caso, sennò… Piacere di averti letto!:-)

    Secondo me è un gran bel racconto.. Potremmo discutere un poco sulla punteggiatura, ma quella, ormai me ne vado convincendo, è un argomento del quale è meglio evitare di dire, perché alcuni si risentono, altri mi dicono che non siamo a scuola e altri che è una punteggiatura sperimentale, per cui… Uniquique suum e bon, alla via così!:-)

    Dunque veniamo al resto, che è tutto meritevole di complimenti, il che mi fa molto piacere, perché anche se in genere scrivo in lidi ove il massacro è libero, se costruttivo, mi dispiace massacrare, e qui non ne ho alcun motivo, anzi, il contrario!

    Mi ha ricordato (e non è complimento da poco, ovviamente!) “Antologia di Spoon River”, di E.Lee Master.
    Ovvio che quelle sono poesie che raccontano gli epitaffi e quindi le vite dei cimiteriali abitanti, mentre qui siamo nella Narrativa più pura e, sia pur vagamente, gotica, anche se venata da un bello spruzzo di allegria e ironia icastica che non guasta e mi piace assai.

    Ben tratteggiati i personaggi, caratterizzati con cura, come io amo sia fatto e scritto!:-)

    Il linguaggio ben si attaglia, forse con qualche leggera lacuna qui e là (ma se leggo un ottima pagina poi faccio “Grooming” e se lo faccio per me è un complimento, credimi! Accendere la mia sega Stryker per le autopsie letterarie è esercizio che faccio solo e soltanto se ritengo di essere di fronte ad una gran bella storia, ben scritta e narrata, altrimenti soprassiedo!:-), dicevo che ben si attaglia ai vari personaggi, in specie al prete e all’ufficiale.

    Ci ho sentito, per discettar dei miei amati archetipi (sostengo da sempre che non si pole scrivere nulla se prima… non si sia imparato a leggere! A buon intenditor… Ahah!), una vena alla Poe, molto ottocentesca con qualche retrogusto maupassantiano.
    Ora, il classicismo in poesia lo amo poco, salvo casi eccezionali e non sto qui a dirne, ma in Narrativa, se ben usato, lo trovo un preziosismo davvero elegante, ergo complimenti!

    Un saluto con la speranza di rileggerti…
    Care cose,
    Andy

    Accidenti che gran bella recensione...
    Ti ringrazio molto per il tuo entusiastico parere Andy, sono molto contento che tu abbia apprezzato questo mio racconto.
    Fai bene a notare spolverate di Poe e Maupassant tra le righe: sono entrambi due autori che apprezzo molto, in particolare Poe al punto che mi piace considerare questo racconto come un tributo spassionato a lui.
    Purtroppo non ho ancora avuto il piacere di leggere opere degli altri autori che hai menzionato, ma non appena il tempo me lo permetterà (a tal proposito, lo adduco come scusa per il mio mostruoso ritardo nel rispondere) darò senz'altro un'occhiata!
    Ti ringrazio ancora una seconda volta, e mi congedo anche io con la speranza di rileggere qualcosa di tuo,
    Jost
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    CITAZIONE (.Batou @ 15/11/2017, 20:56) 
    In mia opinione il testo è, tutto sommato, ben scritto. Ha un buon ritmo di lettura e non ci sono particolari errori grammaticali e/o di punteggiatura (perlomeno io non ne ho notati). Apprezzo lo sforzo profuso nelle descrizioni degli ambienti e degli stati d'animo, spesso suggestivi ed affascinanti.
    Peccato che la trama sia un pò banale e, sopratutto, poco originale.
    La caratterizzazione dei personaggi è un pò inflazionata, ma si regge in piedi più che decentemente.

    La battuta della sedia elettrica, però, è decisamente fuffosa.
    Per quale motivo la ragazza si chiama "Pony"? :nonso:

    :ci si vede:

    Grazie mille, questo è un esperimento risalente agli ultimi anni di liceo... Se penso che volevo partecipare al Campiello Giovani con questo mi viene la pelle d'oca, tuttavia in futuro gli darò una possibilità e cercherò di finirlo.
    La trama purtroppo qui non è che agli inizi, in teoria doveva svilupparsi in molte altre pagine successive; va detto però che non era essa il fulcro del racconto, ma i dialoghi finali che qui mancano (non siamo neanche lontanamente vicini al climax) e che dovevano affrontare il tema dell'ossessiva ricerca di perfezione.
    La ragazza si chiama "Pony" perché per vezzo i ragazzi avevo scelto di chiamarli facendo riferimento alle magliette che indossavano: "Nero" indossa una maglia nera, "London" una maglia con quella scritta e "Pony" una maglia con un pony. Se ci fai caso infatti il professore li chiama per nome :P
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    CITAZIONE (Showmaster @ 4/11/2017, 19:44) 
    Caspita Jost, davvero l'hai scritta alle medie?
    Non ci capisco molto di poesia, però a me è piaciuta, sarà che adoro gli alberi, ma questo sonetto che riassume la sua vita l'ho trovato comunque simpatico.
    Il linguaggio è molto aulico, da esteta direi. :) Fa un bell'effetto, anche se forse è un po' troppo altisonante e a volte di difficile comprensione.
    Bel titolo, anche. Latinorum semper docet! (non sono bravo come te).

    Grazie mille Show!
    Tra l'altro, ho di recente trovato i primi tre capitoli dell'antesignano adolescenziale delle Corone d'Arcadia, per il quale avevo scritto questa poesia... E niente, questi versi erano l'unica cosa che si salvava di tanto orrore. :sick:
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    Show, ti ringrazio moltissimo per la tua recensione!
    Questo è forse il lavoro cui finora tengo di più, forse perché è l'unico che sento di aver finito; leggere un commento qui quindi, specie se positivo come il tuo, mi fa molto piacere!

    La ricerca delle parole giuste è fondamentale per me, perché ogni parola evoca un'immagine specifica; di conseguenza, quando si tratta di dipingere una scena in particolare è necessario per me usare determinate parole: una sola che stona già rovina tutto. Ecco perché ho cercato di dipingere un'atmosfera ottocentesca anche attraverso il modo di esprimersi dell'epoca...
    Riguardo al tuo dubbio, lo fugo subito: il prete è morto all'incirca cento anni prima rispetto al protagonista, tuttavia rimangono ancora dei suoi resti nella bara, ragion per cui egli non ha ancora raggiunto l'eterno riposo... Ma è comunque prossimo a raggiungerlo.

    Ti ringrazio dunque nuovamente... E a rileggerci!
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    CITAZIONE (CuoreDiLuce @ 17/10/2017, 20:46) 
    Bellissima storia Jost, scorrevole, chiara e piacevole da leggere.
    Hai immaginato un mondo che purtroppo non è tanto più dalla realtà che vediamo adesso... Però in un qualche modo l'immaginazione di questo Rick da speranza; ha ragione lui: troppo grigio :)

    Ero convinto di aver risposto... Rimedio subito.
    Ti ringrazio per i complimenti Cuore, fanno molto piacere!
    Troppo grigio, su questo conveniamo entrambi; immagina che gelo, vivere in una Modena senza la sua splendida cattedrale e il suo Palazzo Ducale, o in una Ginevra senza la Vieille-Ville e i Bastions...
    Ti capita mai di alzare gli occhi e di lasciarti sorprendere da un edificio, una statua, una chiesa, della musica proveniente da chissà dove...? :wub:
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    Mi piace l'aria arida e polverosa che trasuda da queste righe.
    Trovo l'idea davvero intrigante; avevo letto questa storia diverse volte da bambino, ma mai mi aveva sfiorato l'idea di una continuazione, di uno sviluppo. Non è poi così scontato oggi leggere qualcosa che tragga ispirazione da episodi biblici. Quindi complimenti per l'originalità dell'idea! ^_^

    Dal punto di vista stilistico, le immagini sono vivide, anche se forse non immediate in alcuni punti. Nel complesso, pare molto simile all'inizio di un film: quasi immaginavo le scene alternate alle schermate nere con i titoli di coda, con la voce fuori campo della madre che racconta la storia e in sottofondo il suono di un ney persiano...

    Per riassumere, un buon lavoro!
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    Grazie mille a tutti per i complimenti! E dire che non avevo grande fiducia in questo racconto... Un motivo in più per continuarlo allora!
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    CITAZIONE (Xarthin @ 10/11/2017, 13:04) 
    Scherzi a parte hai per caso qualche progetto effettivo di romanzo in
    lavorazione e/o in pubblicazione o pubblicato?

    Il primo capitolo del mio romanzo in lavorazione per eccellenza puoi trovarlo nella sezione fantasy... In fondo, perché è stato uno dei primi lavori che ho trasferito qui.
    Romanzi storici ne ho concepiti soprattutto attorno alla figura di Federico II di Svevia, sulla cui vita ho camionate di biografie e saggi vari ma verso il quale nutro una tale venerazione da non volermi mai decidere ad azzardarmi a scrivere qualcosa che lo veda protagonista...
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    Grazie per il tuo commento entusiasta Xarthyn!
    Hai ragione, ci sono diverse espressioni un po' complesse con le quali ho cercato di dipingere assieme emozioni e immagini... Spesso ce ne sono di ben precise da mostrare, e le parole che utilizzo mi sembrano le più corrette in assoluto per mostrare esattamente ciò che ho in mente.
    L'ambientazione non è la mia abituale, ma è comunque quella delle mie origini; va detto che i luoghi e i personaggi che ho descritto sono realmente esistenti ed esistiti in passato, solo i particolari sono frutto della mia fantasia (dovuti ad esigenze di trama e all'assenza di materiale a riguardo).
    Questo racconto sarebbe in teoria un regalo per la mia migliore amica, che condivide il nome e una curiosa coincidenza con la protagonista; spero dunque di finirlo presto, cosicché possa finalmente leggerlo anche lei!
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    Ti ringrazio moltissimo per i tuoi complimenti Xarthyn!
    L'ambientazione è proprio la Francia del XIX secolo; questo scritto apre in teoria un racconto, che il sottoscritto, proprio come il protagonista, probabilmente non porterà mai a termine... Anche se mi piacerebbe presentare a tutti anche altri personaggi, da Jacques e la sua "tonaca da beccamorto" a Madame Soléne col suo carretto e i suoi tarocchi fino a quei personaggi non ancora citati...
    Ancora grazie per il tuo commento!
29 replies since 24/7/2014
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