Il rifugio dello scrittore

Non ho ancora in mente il titolo per la mia storia

Capitolo 1

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    So che da quello che succede può sembrare che questo Capitolo 1 non sia collegato a quanto accade qui. https://forumaspirantiscrittori.forumcommu...net/?t=61411092 Ma vi assicuro che è tutto collegato.

    Ovviamente neanche questo l'ho scritto completamente io. è stato il mio primo beta reader in assoluto a scrivermelo (non lo stesso che mi ha corretto il prologo), ed infatti pensavo all'inizio che lo avremmo scritto insieme questo libro. Ma poi lui mi ha abbandonato perché non gli piaceva la mia idea. Ma ho tenuto quello che ha fatto perché non mi aveva dato alcun divieto di usarlo. Ovviamente ci sono state modifiche ma non sento di averlo personalizzato. Anticipo ovviamente che le cose stanno così fino al capitolo 3. Ma dal 4 in poi ho scritto tutto da solo.


    Capitolo 1



    Ogni mattina era la stessa storia, la sveglia continuava a suonare imperterrita per minuti prima che David si decidesse ad allungare la mano e interrompere la suoneria. A quel punto era già sveglio e non gli restava che scendere giù dal letto, alzarsi e cominciare la solita routine quotidiana. Era estate e non indossava niente quando andava a dormire, gli piaceva sentire il contatto morbido e carezzevole delle lenzuola pulite sulla pelle.
    Ancora assonnato, fece un salto in cucina prima di andare in bagno e mise sul fuoco la macchinetta per il caffè, accompagnandolo, dopo che fu pronto, da pane e nutella. Prima di infilarsi sotto il getto tonificante della doccia si diede una guardata allo specchio e si spaventò per quello che vide, aveva delle occhiaie profonde, frutto di una serata da dimenticare e di una notte insonne, i bei capelli neri erano tutti spettinati e arruffati e la barba rada aveva bisogno di una buona rasata per rimettere in sesto il suo viso.
    Aveva 26 anni, era un bel giovane, con occhi scuri e un sorriso irresistibile e contagioso, altezza sul metro e novanta, corpo villoso, non palestrato ma ben fatto. Era un aspetto che molti trovavano attraente. Forse questo era stato il motivo per cui Rosalba, la ragazza che da qualche settimana frequentava e che a poco a poco stava facendo breccia nel suo cuore, si era infuriata al ristorante per un terribile e mostruoso equivoco.
    Era andata un attimo in bagno e una bella ragazza seduta a un tavolo vicino che non gli aveva staccato gli occhi di dosso da quando era entrato, provocando la gelosia di Rosalba, gli aveva chiesto se gentilmente l’aiutava a rimettersi nell'occhio destro la lente a contatto. Lui si era avvicinato e nel fare questo si era dovuto chinare. Visto di spalle, sembrava quasi che la stesse baciando.
    A lui non era proprio passato per la testa di farlo ma a lei sì, perché David le piaceva e poiché il campo in quel momento era libero, audace e sfrontata più che mai, lo aveva attirato a sé passandogli una mano dietro la nuca per baciarlo. In quel preciso momento era tornata Rosalba, che credette a quello che le mostrarono le apparenze e venne completamente consumata dall'odio.
    Prima che David potesse anche solo provare a spiegarle come erano andate veramente le cose, lei gli aveva versato un calice di vino sul viso e, senza sentire la sua versione dei fatti, era uscita come una furia, gridandogli:

    «Maledetto! Voi uomini siete tutti uguali! E io, stupida che sono, ancora una volta mi sono fidata! Non farti più vedere né sentire!»

    Aveva cercato di insistere e spiegarle cosa era successo davvero ma lei, arrabbiata com'era non aveva voluto sentire ragioni

    «Almeno, taci!» Gli aveva gridato «Ammettilo che sei un infame, ti ho visto coi miei occhi e ancora insisti cercando di scusare il tuo comportamento!»

    Chissà, se non fosse uscita da poco da una situazione analoga che l’aveva distrutta nel corpo e nello spirito, se avrebbe potuto credergli?
    Delusa e amareggiata, non aveva né la forza né la voglia di ascoltarlo.
    Usciva da una storia in cui lei aveva ciecamente creduto, sperando di coronare il suo sogno d’amore con la persona che amava, mentre era stata abilmente presa in giro e per questo era diventata diffidente nei confronti degli uomini. Il suo ultimo ragazzo le era davvero stato infedele, ed aveva davvero tradito la sua fiducia, e così David aveva pagato per le colpe di quell’uomo.

    *



    David, ancora turbato da quell’evento, si mise sotto la doccia e vi restò un bel po’, cercando di riordinare i suoi pensieri, prima di prepararsi per uscire. Non voleva fare tardi, aveva un appuntamento con Arianna e non voleva assolutamente farla aspettare, lei era sempre puntuale Anzi arrivava quasi sempre con qualche minuto d’anticipo

    «Non si sa mai cosa si può trovare per strada». Diceva sempre: «È meglio andare per tempo quando si va agli appuntamenti».

    Lui, invece, irrimediabile ritardatario, arrivava sempre trafelato e con parecchi minuti di ritardo agli appuntamenti.
    La sera prima Arianna era stata categorica al telefono

    «Mi raccomando la massima puntualità, domani mattina, non fare ritardo come tuo solito, ti devo parlare subito. È una cosa importantissima».

    «Dammi almeno un indizio!» Aveva replicato lui «Di cosa si tratta?»

    «Di qualcosa di speciale, è meglio non parlarne al telefono, ci vediamo domattina alle otto. Al Magic coffee… sii puntuale!» Aveva tagliato corto lei, interrompendo la conversazione, senza dargli la possibilità di ulteriori domande e spiegazioni.

    Di cosa poteva mai trattarsi? Conoscendola bene, aveva notato una grande eccitazione nella sua voce, condita da una buona dose di mistero. Era sempre così quando aveva tra le mani qualcosa di nuovo e interessante che riguardava il suo lavoro.
    Arianna si era laureata qualche anno prima in biologia, con una tesi dal titolo “Rapporto degli animali con l’ambiente”. Ormai si conoscevano da due anni. Era stato Massimo, un loro comune amico, a presentarli.

    «Sai, David». Gli aveva detto un giorno «Ti voglio presentare una mia amica, una ragazza che ho conosciuto all'università quando ho fatto l’esame di Etruscologia. Ricordo ancora quel giorno, avevo preparato l’esame in sole due settimane, avevo in testa una confusione enorme e una paura fottuta di sostenerlo, mi sentivo terribilmente insicuro e, se non fosse stato per lei, per le sue parole di incoraggiamento e per il suo appoggio morale me ne sarei tornato a casa di corsa, senza pensarci due volte. Con un mattone nello stomaco da digerire, e un esame in meno sul libretto».

    E gli raccontò i dettagli del suo incontro casuale con lei in biblioteca, mentre stava studiando, e di come, grazie a lei, aveva evitato un brutto voto mentre quest’ultima, aveva preso il massimo dei voti in chimica organica.

    «Mah». Borbottò David alla fine del racconto «Da come ne parli sembra una di quelle nevrotiche che pensano troppo allo studio. Non sembra proprio il mio tipo. Perché vuoi che ci incontriamo?»

    «Perché Arianna mi ha detto che sta effettuando delle ricerche ambientalistiche in una foresta ai tropici e mi ha chiesto se conoscessi qualcuno, fidato e particolarmente esperto, che potesse fotografare la fauna e la flora locale e io ho subito pensato a te. Tutto qui. Per rompere il ghiaccio ho fissato un incontro tra di noi, domani sera alle 21 alla pizzeria “Il gatto rosso”. Vieni e potrai conoscerla». Aveva concluso Massimo con un sorriso enigmatico sotto i baffi.

    *



    La sera seguente, con un po’ di ritardo, si era recato in pizzeria di mala voglia, decisamente curioso di incontrare la possibile nuova amica “Arianna”.
    Massimo aveva prenotato un tavolo all'aperto, al fresco, sotto un grande arancio, quando David fece il suo ingresso nel giardino della pizzeria trovò solo lui al tavolo.

    «E Arianna dov'è?» Gli domandò subito.

    «Ma certo che è arrivata». Gli rispose Massimo «Anzi era già qui quando sono arrivato io, è andata un attimo in bagno. Sai come sono le donne, ha detto che tornava subito».

    David allora si sedette ad aspettare e non staccò un momento gli occhi dall'ingresso della toilette. Ogni volta che ne usciva una, bella o brutta che fosse, domandava al suo amico se quella fosse Arianna, ed ogni volta lui gli diceva di no.
    Quando tra le tante ragazze ne uscì una meravigliosa, bella e affascinante che cominciò ad avanzare verso di loro, il ragazzo intuì che forse era lei che doveva conoscere. Massimo faceva finta di nulla e continuava a fumare la sua sigaretta. Quella meraviglia si avvicinava sempre più al loro tavolo e, alla fine, si sedette sull'unica sedia che era rimasta libera.

    «David ti presento la mia amica Arianna. Arianna ti presento il mio amico David». Disse subito lui.

    Il fotografo era frastornato, non credeva ai suoi occhi. Arianna era una vera sirena e lo accolse con un sorriso ampio e sincero che le illuminò lo sguardo come una stella. Era alta, capelli color rame, occhi verdi, labbra carnose e un fisico mozzafiato con addosso una maglietta grigia abbinata a dei jeans, un filo di trucco sul viso, un portamento semplice e al tempo stesso sensuale e affascinante. Anche gli occhiali che indossava le davano un aspetto interessante.

    *



    Dopo quella prima sera David ed Arianna continuarono a vedersi per conoscersi meglio, ogni giorno più a fondo. Dopo il loro primo lavoro insieme, durante il quale lui fece tutto in modo impeccabile, cominciò ad aiutarla in modo fisso, prestandole il suo talento di esperto ogni volta che aveva bisogno di fotografie che immortalassero alla perfezione la pianta o l’animale di cui faceva la ricerca. Arianna, grazie alle varie vicende che lei e David vissero insieme, e dopo aver imparato a conoscerlo meglio, cominciò ad innamorarsi di lui e, se nel periodo in cui si conobbero non avesse ancora il cuore spezzato da una recente delusione d’amore, forse sarebbe nata tra loro qualcosa più forte di una semplice e pura amicizia.
    David, confidando nella sua nuova amica, le raccontò, incoraggiato da lei, le sue pene amorose. Tutto aveva avuto inizio quando lui si era iscritto al corso di fotografia presso l’accademia fotografica di Roma, aveva solo 19 anni, si era da poco diplomato al liceo scientifico, aveva una gran voglia di realizzarsi nella vita e, poiché aveva ereditato dal padre una grande passione per la fotografia, aveva deciso di studiare e di perfezionarsi nel campo per diventare un vero fotografo, un fotografo con la “F” maiuscola per realizzare così il suo sogno e indirettamente quello di suo padre. Lui per motivi economici non aveva potuto raggiungere il suo obbiettivo, pertanto il tutto era sfociato in una grande e passione.
    Durante il corso aveva conosciuto Delia, una ragazza italo-tedesca, di madre tedesca e di padre italiano; aveva tre anni più di lui, si era laureata in filosofia col massimo dei voti e aveva anche collaborato con uno dei suoi professori universitari per la pubblicazione di un volume sull'etica spinoziana.
    Delia si era trasferita da poco a Roma ed essendo anche lei un’appassionata di fotografia, in attesa di poter trovare un posto come insegnante o di potersi arricchire con i proventi della vendita del libro che aveva scritto col suo professore, si era iscritta al corso triennale di fotografia presso l’accademia fotografica di Roma. Del suo “mattone”, fra parenti e amici intimissimi, si vendettero circa 15 copie, anche David ne acquistò una per farle piacere e condividere il suo entusiasmo per quella pubblicazione. Man mano che i giorni passavano, tra una lezione di fotografia un’altra il legame tra i due diventava sempre più stretto e intenso, sostenuto da una fitta rete di interessi, passioni e sogni comuni. Si parlava anche del futuro, coronato da un’indimenticabile cerimonia di matrimonio, dei bambini che sarebbero venuti dalla loro unione, di viaggi, di progetti e di sogni da realizzare insieme. Sembrava che il loro rapporto fosse solare, tenace, unico, a prova di bomba e che all'orizzonte non vi fosse nessuna nube che avrebbe mai potuto offuscarlo. Dopo un anno che stavano insieme David si decise a portarla a casa dei suoi, durante le feste di Natale, per fargliela conoscere e condividere con loro la sua gioia di innamorato perso. Carmelina, sua madre, una solida e ruspante donna ciociara, sincera e schietta, senza peli sulla lingua e madre premurosa, la accolse con semplicità e grande affetto, preparando per lei i piatti più gustosi e irresistibili della cucina regionale.
    A tavola Delia mangiò poco o niente Le fettuccine fatte in casa erano troppo condite, l’abbacchio al forno con le patate non lo degnò nemmeno di uno sguardo perché lei era vegetariana e la splendida torta di mele che fu servita alla fine del pranzo fu accuratamente rifiutata perché troppo calorica. La delusione e il dispiacere di Carmelina che aveva preparato ogni cosa con amore e dedizione per fare piacere a David e alla sua fidanzata furono immensi, ma lei non lo diede a vedere fino a quando il figlio, prima di andare via, le chiese se Delia le piacesse.

    «E mica deve piacere a me sei tu che, un giorno te la devi sposare». Rispose lei.

    «Allora non ti piace!» Incalzò David.

    «Sono tradizionale e, come dice il proverbio, penso che mogli e buoi devono essere dei paesi tuoi».

    David se ne andò amareggiato da quella risposta ma, successivamente, quando Delia rivelò la sua vera natura, si rese conto di quanto la madre avesse avuto ragione, citando quel saggio proverbio popolare.
    Accadde tutto la primavera del quarto anno dalla loro unione. In quel periodo lei faceva la spola tra Roma e Firenze, stava collaborando ancora una volta, per una nuova pubblicazione col professore con cui aveva scritto il suo primo libro e che abitava appunto a Firenze. Una mattina David cominciò a sentirsi male, aveva un fortissimo mal di testa, accompagnato da brividi violenti e da febbre alta. Poiché era solo in casa, telefonò ad una vicina che accorse subito, le aprì la porta e fu colto da un improvviso capogiro e cadde a terra. Spaventata la vicina chiamò subito l’autoambulanza che sopraggiunse in pochi minuti e trasportò David all'ospedale più vicino. Al pronto soccorso, per fortuna, c’era una dottoressa in gamba che capì tempestivamente di cosa si trattava. Per esserne sicura prelevò del liquor dal midollo spinale e lo fece analizzare. I risultati dell’esame confermarono la sua diagnosi: meningite da meningococco. Fu subito trasportato nel reparto malattie infettive e vi rimase per circa tre settimane, bombardato da una massiccia dose di antibiotici, prima di uscirne definitivamente guarito. Durante la sua permanenza in ospedale Delia non andò mai a trovarlo, si scusò dicendo che l’impegno che aveva preso per scrivere il nuovo libro era considerevole e decisivo per il suo futuro professionale. Doveva capirla e pazientare, in quel periodo lei non poteva assolutamente allontanarsi da Firenze poi, un giorno, al telefono gli disse che sarebbe rimasta a Firenze perché il professore l’aveva richiesta come sua assistente, dandole l’opportunità di realizzarsi nell'ambito universitario. Era meglio, per loro due, prendersi una pausa di riflessione prima di vedersi di nuovo
    David rimase senza parole, non riusciva a spiegarsi il suo comportamento, sentiva che era accaduto qualcosa di cui lei non gli aveva parlato e il suo cuore innamorato cominciò a sanguinare per la disperazione. Il colpo di grazia lo ebbe quando una loro comune amica gli disse che Delia era andata a vivere a casa del professore e che si era messa insieme a lui. Non aveva avuto nemmeno il coraggio di dirglielo in faccia; tra l’amore e la carriera, con freddezza e determinazione, aveva scelto senza ripensamenti la seconda.

    «Possiamo sempre rimanere amici». Aveva detto al telefono a David e, poi, con voce flautata aveva aggiunto «Lo sai che mi piaci, a letto sei un amante formidabile, capace di far perdere la testa anche alla donna più assennata».

    Lui non le aveva neanche risposto, aveva chiuso la comunicazione e, da allora, aveva cominciato ad escluderla per sempre con grande sofferenza dalla sua vita, dai suoi ricordi e, a fatica, dal suo cuore. Più volte, lei era tornata alla carica con le sue proposte di sesso ma lui, come Ulisse, era riuscito a resistere al suo canto ammaliatore, precludendole ogni possibilità di incontro. Non perché avesse paura di ricadere nella sua rete ma perché non si fidava più di lei e, pensandola tra le braccia di un uomo più vecchio di suo padre mentre mugolava un finto piacere per tenerselo buono, le faceva soltanto schifo.

    *



    Scrollando la testa per togliersi dalla mente tutti quei pensieri, David finì di fare la doccia, si pettinò ed asciugò i capelli, si rasò la barba e poi si sedette al tavolo, cominciando a mangiare la colazione. Annegare i suoi dispiaceri nel cibo era inutile. Ed i suoi pensieri non erano di certo allegri. Senza volerlo aveva pensato a ben due delle sue delusioni amorose. Purtroppo la società e le relazioni al giorno d'oggi erano piene di tradimenti, infedeltà, sfiducia e meschinità. E lui ne era sempre stato vittima, nonostante non fosse un donnaiolo, un pervertito o un infedele.
    Ma a causa dei maschi che invece lo erano, certe ragazze non si fidavano di lui.
    D'altra parte anche il genere femminile aveva le sue colpe. A volte erano proprio le ragazze a non essere quello che sembravano e ad avere qualcosa che non andava. Gli facevano le corna o non volevano un impegno serio, c'era anche chi cercava un rapporto pepato che lui purtroppo non era in grado di sostenere.
    C'era stato persino qualcuno che l'aveva accusato di essere omosessuale a causa del suo animo dolce e sensibile. Ne aveva sofferto molto e col tempo stava cominciando a perdere le speranze. Forse non sarebbe mai riuscito a trovare il vero amore e sarebbe morto vecchio e solo.
    Mentre consumava la sua colazione, il fotografo rifletté sul da farsi.
    Avrebbe voluto starsene chiuso in casa a piangersi addosso, ma la chiamata di Arianna sembrava qualcosa di molto importante, ed anche se in quel momento si sentiva veramente depresso, non voleva deluderla. In fondo non gli costava nulla incontrarla per un caffè. Oltretutto forse un po' d'aria fresca gli avrebbe fatto bene.
    Lavò il piatto e la tazza, poi uscì di casa pronto per affrontare la giornata. Mentre camminava verso la macchina, si chiese che cosa potesse volere Arianna da lui. Trattandosi di lei, doveva essere qualcosa di importante.
    Per cui entrò nella sua auto e si diresse a Nemi. Mentre viaggiava si godette il verde paesaggio di Castel Gandolfo, era bello vedere che nonostante l’inquinamento ci fosse ancora della natura incontaminata.
    Si, quella prometteva di essere decisamente una bella giornata nonostante quello che gli era successo la rendesse più che grigia.

    Edited by l.pallad - 8/10/2019, 14:10
     
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