Il rifugio dello scrittore

Soldato

Cyberpunk in stile kafkiano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Damjen
     
    .

    User deleted


    Devo essere morto, pensa l’uomo. Eppure è in piedi, posizione da cui è difficile rimanerne a lungo persuasi, sarà per il minor afflusso di sangue al cervello che rende certe convinzioni un po’ più ardue da argomentare. Il motivo per cui è chiuso in bagno, gli occhi serrati, a ripetersi di essere morto, è che se non è morto allora è vivo in un modo che non conosce.
    L’uomo ascolta il sussurro di una manina che tasta l’altro lato della porta. Qualcosa di quella disperazione addocilita gli sbroglia le vene nel petto. Con gran mestiere, l’uomo coglie il suono e lo svelle, se lo estirpa di dosso. Le sue vene si riannodano nei soliti percorsi già sminati. D’altronde è un asso nel coltivare il proprio cuore a maggese, che tanto è sempre tempo di guerra. Ora ascolta l’altra manina, un percorso diverso sulla porta, un nuovo solco sul petto, un’altra trincea che non porta in nessun luogo.
    «Silvia, lascia stare papà che è già in ritardo». La voce della moglie, resa ancor più stanca, se possibile, dalla fatica di dover valicare la porta. Silvietta tirata su in braccio, e poi, più forte, «così perderai anche il prossimo treno».
    L’uomo smette di ascoltare, di trattenere il fiato. «Sì sì, ho fatto!» Apre l’acqua, si finge intento.
    «Ma sei sicuro di star bene?», diluito nei passi che ripartono senza attendere risposta.
    L’uomo riapre gli occhi. Controlla di nuovo l’incavo del gomito nel punto in cui ieri c’era un brutto livido, e ora più nulla. Non sono morto, pensa; sono persino più sano di ieri. La parola “Dio” comincia ad ammassarglisi in testa. L’uomo non riesce però a capire se sia l’eco di una bestemmia o, piuttosto, di una domanda. Ad averne il coraggio, sarebbe il momento di chiedersi di quale Dio si senta a immagine e somiglianza. E invece tutto quel che sa racimolare suona pressappoco: come voglio raccontarmi questa storia? Giusto per intenderci, non è mai stato un gran cantastorie. La recensione della sua vita direbbe che ha prodotto dialoghi poco credibili, un protagonista profondo una pozzanghera, e manco una similitudine di consolazione. D’altronde per raccontar storie bisogna esser bravi con la vanga, e invece il petto dell’uomo non ha mai frusciato di dorate spighe gravide a ogni suo respiro, né gli s’è mai avviticchiato al costato in succosi filari. Tra i radi steli crespi, ingrigiti, e i solchi di vecchie battaglie, un unico soldato si aggira sperduto nelle retrovie del petto. Il soldato ha una pistola, la punta nel vuoto, e a volte era solo uno sbuffo di nebbia, altre un gracidar di pancia. Tuttavia il soldato non arretra, resiste, continua a sparare, un colpo per ogni nemico, un nemico per ogni battito. Perciò l’uomo non sa raccontare questa storia, né saprebbe riconoscerne il suono nell’ascoltarla, perché per esser bravi ad ascoltare bisogna prima maturare la resilienza alle folate d’alito. Però conosce il coraggio, dunque lo sguaina dal petto brullo e mira. Punta gli occhi in faccia all’altro uomo che, ne è sicuro, nel frattempo non avrà smesso di fissarlo un attimo. Ora si guardano come due estranei, l’uomo e l’uomo nello specchio.
    Di nuovo la manina di Silvietta sulla porta, e un rumore di plastica dura che ticchetta contro il legno. Deve aver portato Peppo, lo stringe mentre si poggia alla porta. L’uomo resiste. Se guardasse in giù adesso, vedrebbe il soldato puntare la pistola alla tempia di Peppo. E vedrebbe Peppo cadere a terra, sparire nel fango che gli permea il petto. E invece l’uomo non lo vede, non vede mai. E se anche vede, dimentica. Persino il sogno che ha fatto stanotte, istruito da anni di consuetudine, è docilmente andato a sedersi in cima alla catasta di pensieri e parole che ogni giorno gli s’incastrano sulla punta della lingua.
    L’uomo serra gli occhi, una mano gli sale al petto. Il rumore del citofono sovrasta ogni altro tumulto.
    «Sì? Ah ok… sesto piano».
    La moglie torna a passi svelti, si tira di nuovo in braccio Silvietta, bussa forte. «Amore! Dai esci! C’è uno della ditta, sta salendo. Dice che deve parlarci. Non è che hai combinato qualcosa al lavoro? Se hai combinato qualcosa, io…», e il resto della frase, indissolubile dal rumore di fondo. Poi il campanello, la porta d’ingresso schiavata, il garbuglio di voci. L’uomo si fa prendere dall'ansia, vuol fuggire dalla finestra. È con un piede a mezz’aria quando una voce maschile comincia a lisciarselo ben bene.
    «Buongiorno! Mi scuso per l’improvvisata. Avrei atteso che arrivasse in ufficio ma il suo ritardo ci ha fatto temere che qualcosa fosse andato storto. Non so se si ricorda di me, l’ho visitata la settimana scorsa, al lavoro».
    «Oh… Cosa…»
    «Può uscire dal bagno, per favore?»
    Il tavolo è ancora ingombro della cena di ieri sera. Un piatto, in particolare, brulica di mosche poiché l’uomo non ha toccato cibo nonostante la fame. La moglie si scusa con l’ospite per il disordine, e non guarda il marito per non trovare altro di cui scusarsi. Silvietta non c’è, forse gioca nella cameretta.
    «Allora, come si sente oggi?»
    Anche la moglie si gira a guardarlo. La sua usuale ostilità conforta l’uomo: allora, pensa, non sono diverso dal solito.
    «Be’…»
    «Mi fa vedere il braccio, per favore? Le ha dato problemi dalla puntura?»
    «Non avevi un lividaccio lì?» chiede la moglie, perplessa.
    «In eff…»
    «E il cursore? Lo vede il cursore?»
    «Il…?»
    «Ah, non si preoccupi. Comparirà entro stasera. E che mi dice del cuore?»
    «Perché, cos’ha al cuore?», s'allarma la moglie. «Se mi hai nascosto che hai problemi di cuore, io…»
    «No no, nessun problema. Anzi! Suo marito è stato scelto proprio perché ha un cuore che non fa il minimo capriccio. Sa cosa facciamo? Giusto per farvi star sereni, inserisco nel campo visivo di suo marito il countdown dei battiti cardiaci, così la transizione sarà meno brusca. Eh? Contento?»
    «Grazie dottore», cinguetta la moglie. «Quanti ne rimangono ancora?»
    Il dottore estrae dalla valigetta un piccolo tablet e indica alla moglie un punto sullo schermo. «Vede? Ecco, se clicca qui… poi seleziona questo…» e, rivolgendosi all’uomo, «lo vede adesso?»
    L’uomo sobbalza. Un numero di un molesto verdino acido è comparso in alto a destra. «Cosa diavolo…» L’uomo cerca di guardarlo per dritto ma il numero sfugge, rimanendosene in alto a destra ovunque lui guardi.
    «Quanto segna? Riesce a leggerlo?»
    «Amore! Lo vedi?» E turbata, al dottore, «non è che con lui non funziona?»
    «Duemilatrecentosettantasette, no… settantadue.»
    La moglie sorride, rincuorata.
    «Molto bene. Vedrà che man mano che il numero si abbassa, anche il ritmo diminuirà fino ad arrivare a uno, massimo due battiti di cuore all’ora in prossimità dello zero. Dunque, a occhio e croce, direi che le rimangono circa sei, otto ore.»
    «Così tanto? Non si può fare qualcosa per accelerare?»
    «Duemilacentoventinove!» L’uomo l’ha quasi strillato, tuttavia né sua moglie né il dottore paiono darsi pena né per lui né per il pianto di Silvietta che ora proviene dalla cameretta.
    «Capisco. In effetti questa fase potrebbe, volendo, essere sveltita. Basterebbe un’attività che aumenti la frequenza cardiaca, tipo la ginnastica o… il sesso. E, a proposito, ho una piccola sorpresa.» Il dottore richiama l’attenzione della moglie sul tablet. «Guardi. Se clicca qui, accede alle funzionalità corporee. E guardi qui… prego, scelga una fragranza.»
    La moglie è quasi emozionata mentre scorre col dito e poi digita. Il braccio sinistro dell’uomo si solleva all’istante.
    «Coraggio», sprona sorridente il dottore, «annusi l’ascella di suo marito.»
    «Straordinario! È proprio pino silvestre!»
    «E guardi qui. Può scegliere la modalità “rasato”… può eliminare il russamento… qui sposta la linea di stempiatura e qui può aumentare le prestazioni sessuali. Vede? Dimensioni… tipi di vibrazione…»
    «Millecinquecento!!» L’uomo è terrorizzato. Eppure, nonostante tutto, è rimasto seduto, il braccio ancora sollevato, l’ascella che emana un odore che non è il suo, le pupille dilatate da animale predato, che vorticano appresso al numerino verde. E, contro i timpani, gli spintoni del pianto di Silvietta.
    «Vede signora? Basta tenerlo in uno stato d’ansia e tutto si risolverà in men che non si dica. Ma mi raccomando: gli ultimi cento battiti devono essere lenti o il corpo non avrà il tempo di capacitarsi che funziona anche senza il contributo del cuore.»
    «Certo, certo. E per quanto riguarda la porzione che spetta alla ditta?»
    «Come da accordi, l’infanzia di suo marito verrà criptata e trasferita, in formato file, nei nostri database allo scopo di non costituire mai più intralcio al suo rendimento lavorativo. E poi anche il suo aspetto subirà un piccolo tracollo, in parte per la necessità di sfavorire i flirt sul posto di lavoro, che complicano i rapporti tra colleghi e abbassano la produttività…»
    «Qui ci guadagniamo entrambi», si compiace la moglie.
    Intanto il numero è quasi sceso a mille. L’uomo trattiene l’istinto di gridarlo, tanto non interessa a nessun altro. Con un enorme sforzo di volontà, riesce ad abbassare il braccio fino a poggiarlo sul tavolo, di fianco all’altro.
    «E poi c’è la questione dello spazio per l’hardware, ricorda? Le nuove funzionalità di suo marito potrebbero richiedere più spazio di quello disponibile. E certi upgrade potrebbero risultare poco… estetici.»
    Ottocento. L’uomo non ha capito cosa stia succedendo, ma ha capito che non ha abbastanza tempo per capire. Deve calmarsi, così si aggrappa all’idea che sua moglie smetta finalmente di ignorarlo. Quattrocentotrenta. Ora immagina che lei capisca che lui ha bisogno del suo aiuto. Trecento. Immagina un suo sguardo intenerito, una parola che consola.
    Duecentoventi. Ci sta riuscendo, i battiti rallentano.
    Ora immagina di abbracciarla.
    Centocinquanta.
    Allora immagina di sentirle dire che lo ama così com’è, adesso.
    «Nessun problema, dottore. Amerò mio marito così come sarà!»
    Centodiciotto.
    Sua moglie non si è accorta di nulla. Con gran fatica, l’uomo issa la mano al petto. Ha quasi ripreso il controllo del corpo. Persino il suo cuore è tornato il soldato che conosce. Lei non si è nemmeno girata a guardarlo. E Silvietta, come il suo cuore, ha smesso di chiamare.
    «Il telecomando di suo marito lo lascio a lei, allora. Giusto qualche firmetta per la presa in carico dell’attrezzatura…»
    Centonove.
    Lentamente, l’uomo si alza in piedi.
    A piccoli passi, riesce a uscire dalla stanza.
    Percorre piano il corridoio, fino alla cameretta.
    Centotre.
    La porta è chiusa, ecco perché Silvietta piangeva.
    Centouno.
    L’uomo poggia la mano alla porta, ne ascolta il suono.
    Sul suo petto comincia a piovere.
    Cento.
    Il soldato abbassa la pistola, alza il viso nella pioggia. Sarebbe bello avere almeno il tempo di seminare.
    Ma già l’uomo apre la porta, novantacinque, prende in braccio la figlia, settantotto, la stringe, trentuno, «sono qua», nove, «non vado più via», due.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    283
    Location
    Varese

    Status
    1: 8.1
    2: 8
    3: 2
    4: 8
    5: 8
    6: 5
    7: 2
    8: 7
    9: 5.5
    10: 5.5

    Totale Daverio: 59.1
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Madadayo!

    Group
    Pionieri
    Posts
    637

    Status
    1: 8
    2: 8
    3: 7.5
    4: 7
    5: 8
    6: 7.5
    7: 6
    8: 8.5
    9: 9
    10: 8

    Tot. Giurato Xarthin: 77,5
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Editor

    Group
    Amministratore
    Posts
    5,138
    Location
    Verona

    Status
    1: 8,5
    2: 8
    3: 2
    4: 5
    5: 6
    6: 5
    7: 2
    8: 4
    9: 7,5
    10: 6

    Totale giurato Axum 54
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Fondatore
    Posts
    512

    Status
    1: 7
    2: 9
    3: 6,5
    4: 5
    5: 5
    6: 7
    7: 3
    8: 3
    9: 8
    10: 6



    Totale giurato Artemis: 59,5
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Editor

    Group
    Amministratore
    Posts
    5,138
    Location
    Verona

    Status

    Totale autore Damjen
    250.1

     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    283
    Location
    Varese

    Status
    Ok eccomi :).
    Allora salto a piè pari grammatica che è andata piuttosto bene e parto dall'attinenza con il genere letterario, ho messo 8 e non 10 perché se leggi le premesse
    Una persona (non importa se infante, adolescente, matura o anziana) si sveglia e scopre di essere diventata un pinocchio: è un androide raffinatissimo, altamente umanosimile, ma nessuno ci fa caso; non si ammala, però può essere hackerata, oppure rompersi...
    Tutti, conoscenti e no, ritengono che la metamorfosi sia una cosa normalissima; l'unica a farsene un problema è la persona in questione. I primi disagi veri, li prova al momento del primo pasto completo: desidera ben altre cose anziché i soliti cibi a cui la persona era abituata.
    Non è un mondo del futuro, è una storia ambientata nel presente: questa persona era normalmente umana fino alla sera prima del fatidico risveglio mattutino.
    dice che i primi disagi li ha avuto al momento del primo pasto completo; è si vero che hai scritto del pasto non consumato nonostante la fame (Tra l'altro ho trovato poco logico che il piatto brulicasse di mosche, e che nessuno avesse sparecchiato) però c'è da tenere conto anche di un'altra frase della premessa "questa persona era normalmente umana fino alla sera prima del fatidico risveglio mattutino." Tu dici che il pasto è avanzato la sera prima, però la sera prima doveva essere ancora umano.


    Comunque passiamo subito al sodo, quello che secondo me ha "rovinato" un racconto davvero promettente: L'ampollosità e la scorrevolezza in lettura. Esempio "D’altronde è un asso nel coltivare il proprio cuore a maggese, che tanto è sempre tempo di guerra." è una frase troppo poetica, con termini troppo aulici, e sinceramente non ho manco capito che volesse dire, spezza completamente il ritmo del racconto rovinando così il tutto. Ci sono molte frasi del genere, e rendono il testo troppo pesante e di conseguenza difficile da leggere.

    Mi sono dispiaciuto molto perché il testo era davvero interessante, infatti con il finale commovente ti sei guadagnata qualche punto in più, davvero bello complimenti :).

    P.S. Spero che la mia sincerità non ti offenda :)
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    800
    Location
    Orbetello

    Status
    A me il racconto è piaciuto molto.
    Ho trovato poco scorrevole la prima parte, cosa che non mi aspettavo da Damjen per quello che fino ad ora ho letto di lei, l'ho ritrovata nella seconda parte, che scorre bene e rende piacevole la lettura.
    A mio parere è un testo originale e ben costruito. Mi ha lasciato con il sorriso sulle labbra (quale donna non vorrebbe un marito telecomandato? ;) )
    Per me una buona lettura: con una rivisitazione nella parte iniziale e qualche carattere in più dei 9000 potrebbe diventare qualcosa in più.
    Grazie Damjen per la lettura :)
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    283
    Location
    Varese

    Status
    Sì in effetti la seconda parte è quella scritta meglio, con parti davvero divertenti.
    Solo che il punteggio va a sottrazione.
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Il cavaliere tenace

    Group
    Pionieri
    Posts
    642
    Location
    Una cameretta perennemente disordinata.

    Status
    Ho riscontrato sostanzialmente lo stesso problema già evidenziato da altri: mi si sono "ingarbugliati gli occhi" nella prima parte, c'era una tale concentrazione di frasi colte, evocative, quasi poetiche, argute, che però mi hanno distratto completamente dalla situazione, non sono riuscito a immergermi nella storia e a farmi catturare l'attenzione dalle tue parole.
    Innegabile che la tua capacità di scrivere è lampante, anche in quelle stesse frasi della prima parte che, in un certo senso, ti hanno fregata.
    Mi ricordo la seconda edizione, dove sfornasti un testo magistrale, e ricordo che era anch'esso ricco di uscite di alto livello proprio come in questo caso. La differenza, secondo me, è che in quel caso gestisti meglio spazi e tempi, ebbi modo di apprezzare le tue abilità da scrittrice e, al tempo stesso, lo svilupparsi della storia.
    Insomma, questa volta hai preparato un sugo eccellente per tre soli spaghetti.

    La seconda parte, invece, è più dinamica, l'ho trovata più emozionante, non tanto per le parole (o meglio, non solo), ma per la situazione in sè che hai creato.

    Bel testo, ad ogni modo.
    Geniale la scelta del contatore alla rovescia, crea una suspense invidiabile.
    Alla prossima!
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    301

    Status
    Mi accodo a ciò che hanno detto gli altri: davvero un testo molto poetico e con frasi ed espressioni di alto livello, ma che in alcuni casi non risultano proprio chiarissime, quella evidenziata da Daverio, come un poco tutte quelle sullo stesso tono, ho dovuto rileggerla più volte per capirne bene il significato
    La seconda parte, il dialogo tra la moglie e il dottore, è molto più diretto e scorrevole, soprattutto perché fa trasparire molto bene come per i due tutta la situazione descritta sembri normale, mentre il protagonista, ed il lettore con lui, rimangono sempre col dubbio di cosa stia accadendo
     
    Top
    .
10 replies since 30/11/2018, 17:52   379 views
  Share  
.