Il rifugio dello scrittore

Chi vuole scrivere con me? - Titolo: Alla fermata -

scrittura collaborativa

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  1. Esterella
     
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    Una sorta di esperimento: un racconto collaborativo.
    A partire dalla mia storia, chi vuole può continuare il racconto secondo il suo estro. Se chi continua non vuole chiudere la storia finisce il suo pezzo con continua... e la continuerà un altro, oppure io stessa fino a che il racconto non avrà un finale.


    Alla fermata

    Stretta nel suo cappotto turchino, la biondina aspettava l’autobus ogni mattina.
    Gianni, dalla finestra di fronte, al primo piano, la osservava mentre sorseggiava il suo caffè.
    Un giorno la ragazza guardò verso la finestra; sembrava sorridere. Sì, sicuramente il sorriso era per lui; non c’era nessun altro nei paraggi.
    Cominciò così, puntuale alla stessa ora, un incontro di sguardi. Il giorno dopo lui le fece un cenno di saluto, sollevando un poco la tazzina del caffè; lei sorrise e annuì.
    “Domani”, pensò Gianni, “scendo e chiedo il suo nome.”
    Ma l’autobus passò in anticipo e Gianni dovette rimandare al giorno dopo. Stavolta si preparò per tempo, bevve il suo caffè e appena la vide fece di corsa le scale. Era quasi arrivato al portone, quando il gatto della portinaia si intromise e lo fece cadere.
    Dovette rimanere un mese ingessato.
    Dalla finestra salutava la sua bella, alla fermata, sollevando la tazzina e mostrando la stampella. Lei gli sorrideva come sempre.
    Gianni faceva congetture di ogni tipo e contava i giorni che lo separavano dall’incontro con lei.
    Una mattina la vide in compagnia di un’anziana signora.
    Era una badante, quindi, ma questo lo aveva capito da tempo.
    Due giorni ancora, due giorni e poi sarebbe sceso. Quella mattina lei era triste, non guardò verso la finestra neanche un attimo. Una grossa auto scura arrivò prima dell’autobus e lei vi salì.
    La mattina dopo lei guardò verso la finestra, ma non sorrise e aspettò mogia il suo autobus, stringendosi nel cappotto turchino.
    Gianni finalmente tolse il gesso e si preparò per l’incontro con lei; aveva tante cose da dire alla sua “Celestina”, come la chiamava lui.
    Il giorno dopo la vide arrivare; stava per salutarla, ma notò che lei stava scrivendo qualcosa nella cabina della pensilina.
    Si chiese che cosa stesse facendo.
    Lesto abbandonò la tazzina di caffè, che ruzzolò sul pavimento, e si affrettò per le scale. Quando raggiunse la fermata, lei non c’era più. Sulla parete di plastica, un messaggio per lui.
    “Addio, Olha”.


    Leggi lo spoiler, perché è importante...
    Ragazzi, sono Axum. Vi prego di scrivere in questa discussione soltanto le parti creative del racconto. Per i commenti, o per eventuali domande, usate quest'altra discussione.
    Grazie un milione!


    Edited by Axum - 18/5/2018, 15:49
     
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    Il ragazzo si strinse la gamba appena guarita, e poi sentì gli occhi bruciargli.
    – La mia celestina si chiama Olha! – disse al bambino col gelato, che si era fermato ad osservarlo.

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  3. Liborio
     
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    Incuriosito il bambino girò la testa e lo guardò, aveva un'espressione di chi non capisce. Alzò le spalle; poi si concentrò sul suo gelato e si allontanò.
    Gianni si ritrovò solo. Prese una decisone, si diresse a grandi passi, zoppicando, verso uno stabile. Lì il centro "Polacchi in città".


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  4. BitFrau
     
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    Gianni guardò rapito l'insegna del centro e, proprio in quel momento, avvertì la necessità vitale, come aria per i polmoni, di conoscere qualche frammento di Olha.
    Si avviò, pertanto, verso la porta.
    Mentre stava per entrare, sentì una fitta allo stomaco...

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    Dovrò smetterla col caffè senza biscotti... –
    Entrò e si guardò attorno. Una gigantografia di papa Wojtyla imperava sulla parete frontale; sulla destra un banco, a sinistra la cassa. Sembrava la hall di un albergo, ma era un commisto tra tavolini tondi, metallici al centro della sala e divani consumati, tutti diversi, sparsi su tre lati, salvo quello della porta da cui era entrato. Dietro la tenda pesante e scostata, vicino la cassa, si scorgevano i primi gradini di una scala in legno.
    Mentre si chiedeva se ci fosse qualcuno, si appalesò una signora di mezza età, vestita alla buona; per collana un rosario.
    – Buongiorno, signore. Posso aiutare? –

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  6. BitFrau
     
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    Fece un respiro ampio prima di rispondere – Sì... forse – osservò ancora la foto gigante del papa e continuò in modo disordinato.
    – Eh... quella ragazza col cappotto turchino... così bella... biondina... alla fermata dell'autobus tutte le mattine... la vedevo dalla mia finestra... non più ora... Olha era scritto sulla parete della pensilina. Dov'è? Chi è? –
    Si fermò lì pensando che le informazioni potessero bastare.
    – Chi è chi? Dov'è chi? Mi scusa, signore, ma non ho capito. Puoi essere più chiaro? – rispose un po' infastidita la signora.

    Continua...

    Edited by Axum - 20/5/2018, 21:48
     
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    Gianni si rese conto che l'emozione lo aveva trasformato in un pasticcione, più di quanto lo fosse di solito. Un'altra scorta d'aria, e ritentò.

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    Se soltanto avessi pensato di farle una foto... Pensò Gianni, ... adesso potrei mostrarla a questa signora. Ma ho la memoria! E il suo bellissimo aspetto è stampato nella mia mente in ogni piccolo particolare.
    Chiuse gli occhi, per concentrarsi e non trascurare nessun dettaglio, e descrisse alla donna che gli stava di fronte incuriosita, l'aspetto e il modo di fare di quella giovane, aggiungendo che, probabilmente, si chiamava Olha.
    – Voglio... devo ritrovarla! Mi aiuti, la prego! –
    L'espressione dell'anziana signora passò dalla curiosità, alla sorpresa, al sospetto. Puntandogli l'indice contro il petto e guardandolo fisso negli occhi pronunciò: – Cosa vuoi tu, dalla piccola Olha?! –

    Continua...

    Edited by Axum - 20/5/2018, 14:56
     
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  9. Liborio
     
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    – Allora, signora, - consapevole di averla insospettita - le racconto una breve storia. Per favore, mi ascolti fino alla fine. –
    Le raccontò della fermata, della ragazza dal cappottino turchino, come i suoi occhi, di lui immobilizzato, degli sguardi scambiati, del messaggio sulla pensilina; tutto.

    Continua...

    Edited by Axum - 24/5/2018, 21:55
     
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    – Mmm... E chi dice me che tu non ha inventato storia? –
    – Signora, la prego... –
    La donna si toccò il collo e abbassò gli occhi. Ripartì con l'espressione ridimensionata.
    – Olha no è di Polonia... è di... Russia. – E sembrò non volersi sbottonare oltre.

    Continua...

    Edited by Axum - 20/5/2018, 15:03
     
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  11. Esterella
     
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    Nella sala, fredda, la donna non sembrava soffrire affatto per la temperatura gelida; doveva essere abituata a ben altro. Accanto alla foto di Wojtyla una stampa, raffigurante un paesaggio montano innevato, abbelliva la parete.
    – Ma non avete riscaldamento qui? – disse Gianni e rabbrividendo strinse addosso il suo giubbotto.
    – No, amico, qui c'è stufa, ma accendo solo sera... consuma troppo – rispose la donna guardandolo negli occhi.
    Con quella sua semplice domanda, il giovane aveva conquistato la sua fiducia.
    continua...

    Edited by Axum - 24/5/2018, 22:34
     
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  12. Liborio
     
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    – Signora, mi chiamo Gianni. Mi chiami per nome. Ora vado via... la mia asma... sa. –
    – Signor Gianni, tu fa quel che vuoi. Torna, vai... io devo lavorare. –
    – Sì, devo andare in ospedale. Ma penso di poterla aiutare con il suo centro, se me lo permette. - Gianni ora cercava di conquistarla - Gratuitamente s'intende. Arrivederci. –
    – Ciao, signore. –

    Edited by Axum - 24/5/2018, 20:14
     
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  13. BitFrau
     
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    Il fiato corto, accorciato ancora di più dall'emozione, aveva fatto cambiare programmi a Gianni. Doveva rimediare assolutamente l'inalatore per l'asma. Siccome l'ospedale era troppo lontano, decise di recarsi dalla guardia medica, che doveva essere nei paraggi. Non essendone sicuro, chiese conferma alla signora. Non era ancora uscito dal centro.
    - No, non vado in ospedale, è troppo distante. La guardia medica è da queste parti, vero?
    - Jeden, trovi subito uscito di qua, in angolo di strada... - la donna fece una breve pausa e poi aggiunse di scatto - o mój Boże, mia testa come sculabrodo! Ricordato a ora che io deve fare ricetta! Andiamo tutti due.

    continua...

    Edited by BitFrau - 24/5/2018, 20:25
     
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    Rozalia chiamò Józef, il primogenito, che comparve sulla scala di legno; confabulò qualcosa e, afferrata la borsetta, ne estrasse uno scialle leggero. Se lo accomodò davanti allo specchietto del banco. I due uscirono in strada.
    La straniera col mento alto e il passo lesto; lui che non sapeva se mantenersi al fianco, o se starle un tanto indietro. Trenta centimetri più alto della signora, si muoveva come se avesse un filo corto e invisibile che lo legava a lei.

    Continua...

    Edited by Axum - 26/5/2018, 02:07
     
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    Seguì la signora fino all'ambulatorio. La piccola sala d'aspetto era abbastanza affollata. Seduta in un angolo, una mamma consolava il suo bambino che non voleva saperne di farsi visitare. Una coppia di anziani aspettava per la dose di vaccino antinfluenzale. Una bella signora ingioiellata attendeva il suo turno controllando dal cellulare il profilo facebook mentre un giovanotto muoveva la testa a ritmo di una musica rap malcelata dagli auricolari. Gianni non riuscì a trattenere un sospiro: ci sarebbero volute ore, prima di entrare dal medico e farsi fare la ricetta che gli serviva.
    – Forse è meglio se torno più tardi. – Disse sconsolato, rivolgendosi alla sua nuova amica.
    – Tu no preoccupato! Dimmi nome di tua medicina e io farò ricetta per te, va bene? –
    – Lei è molto gentile. Ma perché fa tutto questo per me? Fino a pochi minuti fa neppure mi conosceva. E neanche adesso... a dire il vero... –
    – Non mi hai ancora detto cosa vuoi da Olha... – Alzò gli occhi su di lui con malizia, curiosità e sospetto.
    – ... E appena il tuo respiro sarà tornato regolare, voglio sapere di più, della cosa che mi hai detto a mio centro. –
    Si girò verso il bancone dove si trovava la segretaria del medico.



    Sistemato trattini lunghi. Modificato lieve incongruenza sul racconto di Gianni, già avvenuto (in questo tratto, di Liborio). [Axum]

    Edited by Axum - 27/5/2018, 23:54
     
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