Il rifugio dello scrittore

Le streghe

Racconto dell'orrore.

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    « A quel tempo frequentavo ancora la Miskatonic University. Ero un semplice studente, anche piuttosto grassoccio e impedito se dobbiamo ammetterlo, ma che nutriva una forte passione per le scienze occulte. In questo momento mi tornano alla mente i momenti passati davanti ai libri - il collo ricurvo sulla scrivania - nel tentativo di comprendere e sviscerare i più grandi misteri del mondo esoterico.
    Una sera, ricordo, mi ero deciso a entrare di soppiatto nella biblioteca dell'istituto per consultare in tutta tranquillità i libri della sezione proibita. Non avevo mai avuto l'occasione di prenderne anche solo uno in prestito e, pur rendendomi conto che l'impresa sarebbe stata ardua, capii che era necessario per i miei studi consultare dei tomi non accessibili a tutti, tomi per l'appunto proibiti e intrisi di un sapere superiore.
    Era una notte particolarmente accesa: dopo essere uscito cautamente dalla palazzina in cui si trovava la mia camera da letto - condivisa con altri studenti dormiglioni -, potei osservare nel cielo una luna piena e strana, tinteggiata di rosso vermiglio; un po' macabra direte voi, e forse era meglio che non m'inoltrassi nell'università a quell'ora tarda, fatto sta che presi coraggio e avanzai verso la biblioteca.
    La luce dei lampioni illuminava il percorso che collegava il campus all'istituto, e ricordo che, per l'intera durata del tragitto, mi soffermai sulla strana ombra che si allungava alla mia destra: era la mia ombra, quella di un individuo grassoccio e impedito, eppure questa si mostrava... longilinea, e mi fece pensare di aver mutato improvvisamente forma in quella di un uomo snello e, probabilmente, agile.
    Non so bene il perché, non so bene cosa accadde nella mia mente, ma l'idea che il mio corpo potesse essere mutato mi rese ancora più fiducioso nelle mie capacità: cominciai a zompettare per arrivare in fretta all'università, ma quando giunsi a destinazione mi sentii molto stanco, ed ero sudato e avevo il fiatone. Sono sempre la stessa persona di prima, pensai, ma posso ancora farcela.
    Rimasi per qualche istante con le palme delle mani appoggiate alle ginocchia, la schiena ricurva; poi, una volta che la respirazione riprese diciamo il suo moto regolare, alzai lo sguardo e vidi che il portone dell'istituto era spalancato. Sembrava quasi volermi invitare a entrare.
    Accettai l'invito, non mi feci spaventare dagli evidentissimi segni di malaugurio. Insomma, mancava soltanto un corvo che spiccasse il volo e c'erano tutti, e io non dovevo avere paura. La biblioteca era quasi un edificio a sé stante, attaccato però alla grande struttura dell'università: cresceva come un gibbone alla sua sinistra, un gibbone ricoperto di molteplici vetrate che però non lasciavano intravedere nulla del suo interno.
    Feci il mio ingresso nel grande salone e, per prima cosa, accesi una delle lampade che si trovavano sopra le scrivanie: la luce verdognola si espanse in maniera circolare, proiettandosi contro parte delle pareti, delle vetrate e degli scaffali ricolmi di libri per ogni genere. Poi accesi una seconda luce, poiché una sola lampada non ne produceva abbastanza, e mi mossi in direzione della sezione proibita.
    La sezione proibita era situata in una stanza di vetro, con annessa porta di vetro, e il primo tentativo fu quello di ruotare la maniglia prima di passare a soluzioni più drastiche: la porta si aprì subito, senza rogne, e potei anche questa volta entrare indisturbato. Passai in rassegna molti libri antichi, tomi e volumi; non ci vedevo molto e, siccome i dorsi dei libri erano quasi tutti scuri, scelsi di prenderne uno che già si trovava sul tavolino all'ingresso della sezione proibita. Il suo titolo era LE STREGHE, un titolo interessante, pensai.
    Tornai alla scrivania con il libro sottobraccio, lo poggiai sul piano di legno e lo aprii: si alzò un polverone che m'intossicò le narici. Dovetti agitare le braccia per diradare la nuvole di polvere che si era formata, dopodiché m'inoltrai nella lettura.
    Le cose scritte dovevano essere davvero interessanti, ma purtroppo oggi non ricordo una sola riga di quel libro. Dopo pochi minuti dall'inizio della consultazione, mi addormentai all'improvviso, affogando la faccia tra le pagine aperte e sprofondando in un incubo... »

    « Nel sogno vagavo con grosso spavento in corpo all’interno di un’enorme distesa di medievali pini.
    Correvo e correvo, alla ricerca di una via d’uscita, uno sbocco tra i macabri rampicanti che mi avrebbe di certo condotto alla libertà, ma che per qualche assurda ragione non riuscivo a trovare.
    Ero imprigionato, e non appena mi accorsi di una sottile fiammella che rischiarava i contorni di una radura, mi abbassai dietro a un cespuglio di more fresche a scrutare la situazione.
    Iddio possa perdonarmi per la poca indulgenza mostrata in quella circostanza, per la poca conformità nello scegliere se seguire o meno una luce che si stagliava nel bel mezzo dell’oscurità assoluta; perché presto vidi cosa mostruose, oggetti la cui esistenza non è ancora stata del tutto riconosciuta, orribili creature a cui occhio umano non si sarebbe mai dovuto rivolgere.
    Streghe, due figure snelle circondate da un alone verde e vaporoso, che trafficavano con strane sostanze immesse in un pentolone di ferro. Mescolavano lentamente con un lungo cucchiaio di legno, e ridevano, come sogliono fare i cattivi delle storie, i mostri orripilanti che tanto spaventano i bambini e che adesso spaventavano me.
    Dentro al recipiente, liquidi arcani si tingevano di rosso vermiglio: una testa, il capo di un povero malcapitato, galleggiava nel composto puzzolente, e le sfere degli occhi stava a parte, le cavità orbitali cucite rozzamente con lo spago. Le streghe preparavano la cena di mezzanotte per chissà quale demone, quando un fruscio tra le foglie destò la loro attenzione. Ero io, sbadatamente incappato in un ramo sporgente. Aiuto, aiuto!
    »

    Edited by M for Mikelo - 25/11/2017, 13:14
     
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  2. Obliter
     
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    Lo stile cerca di ricalcare palesemente quello di Lovecraft, tuttavia, credo ci sia ancora molta strada da fare.
    Tralasciando alcuni verbi come zompettare, di cui non ho trovato la voce nemmeno nella Treccani, lo stile generale è piuttosto immaturo.
    Vi sono evidenti mancanze nella punteggiatura, ma nulla su cui non si possa lavorare! :)

    La trama è un po' confusa. Credo che avresti potuto sviluppare diversamente la parte dell'ombra alterata.
    A mio modesto parere, la strega col calderone è un elemento che faceva paura nel 1800. Oggi abbiamo bisogno di nuovi espedienti. Vuoi usare una strega? Benissimo, non chiamarla strega e inventa qualcosa di alternativo.
    Non ho gradito particolarmente il racconto, mi dispiace.
    Spero però che le mie opinioni possano aiutarti a migliorare, siamo qui per questo, no? :)

    Non vorrei farmi pubblicità (se è contro il regolamento chiedo umilmente perdono), ma ho realizzato un piccolo tutorial sui racconti dell'orrore. Potresti trovare qualche utile consiglio.
    A rileggerci! :D

    - Obliter.
     
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    Ciao Obliter!
    Mi dispiace che questo mio racconto non ti sia piaciuto, perché ho impiegato più di qualche giorno per scriverlo e mi sembrava che fosse uscito decentemente... ma a quanto pare non è così. Ho letto il tuo racconto "Caduta" (che mi è piaciuto molto) e ho fin da subito pensato che fossi un esperto del genere horror, perciò ho deciso di prendere seriamente in considerazione questa tua recensione e reputare di conseguenza il mio racconto un piccolo fallimento. Non so se mi sono spiegato bene... Oltre a fare fatica nei racconti, ho delle difficoltà anche a espormi nelle conversazioni più semplici. Forse cerco di essere troppo aulico nel linguaggio, oppure ho perso tutta quelle verve che mi è stato detto possedere prima di questa mia "caduta" (cit.). Mi riprenderò, spero.
    Comunque, voglio fare delle considerazioni riguardo alla tua recensione, così da rispondere a essa in maniera più corretta ed esaustiva:

    - Il verbo zompettare l'ho trovato qui, e pensavo che esistesse nella lingua italiana. Pensavo significasse "avanzare saltellando", ma se tu dici che nella Treccani non è citato, allora ti do assolutamente ragione;
    - Quando dici che ci sono mancanze nella punteggiatura, però, mi trovi in disaccordo. Penso di aver fatto un buon lavoro in quello, ma può sempre darsi che stia sbagliando eh. Io sono uno che ci tiene alla punteggiatura, e a volte qualche errore lo faccio anche, però penso che - in generale - in questo racconto sia usata bene. Se hai voglia, ti chiedo gentilmente di farmi degli esempi dove ho sbagliato a inserire la punteggiatura o dove proprio non l'ho messa. Ti ringrazio anticipatamente! ;)
    - Per quanto riguarda la trama, ahimè, non ho saputo svilupparla come volevo. Ho aggiunto dei dettagli (come l'ombra) che non ho saputo valorizzare o riprendere all'interno del racconto. Forse dovrei farmi una scaletta, di tanto in tanto, prima di cominciare a scrivere. Purtroppo sono fatto così: scrivo di getto e non faccio alcuna suddivisione gerarchica di ciò che voglio dire...

    Darò sicuramente un'occhiata al tuo tutorial, anche se l'ho già fatto in piccola parte. Scusami per questo incredibile flusso di coscienza... spero di essere stato abbastanza chiaro e di non aver scritto troppe supercazzole.

    Grazie ancora e...

    A rileggerci! :)
     
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  4. Obliter
     
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    Riciao. :)
    CITAZIONE
    ... ho impiegato più di qualche giorno per scriverlo e mi sembrava che fosse uscito decentemente... ma a quanto pare non è così.

    Ma non per questo devi smettere di provare, per ottenere dei risultati bisogna battersi, lavorare duramente. I riscontri positivi arriveranno, basta non smettere mai di credere in ciò che si fa.

    CITAZIONE
    Ho letto il tuo racconto "Caduta" (che mi è piaciuto molto) e ho fin da subito pensato che fossi un esperto del genere horror, perciò ho deciso di prendere seriamente in considerazione questa tua recensione e reputare di conseguenza il mio racconto un piccolo fallimento.

    Innanzitutto, grazie per il complimento, graditissimo! :D
    Definirmi un esperto è un po' troppo. Mi cimento spesso in questo genere, ma i miei cassetti sono pieni di fallimenti. Si cresce anche così, ma l'importante è capire dagli errori, non rinchiuderli semplicemente nel cassetto della vergogna.

    CITAZIONE
    - Il verbo zompettare l'ho trovato qui, e pensavo che esistesse nella lingua italiana. Pensavo significasse "avanzare saltellando", ma se tu dici che nella Treccani non è citato, allora ti do assolutamente ragione;

    E potrebbe tranquillamente esistere. Io, per abitudine, cerco sempre sul volume della Treccani quando non conosco una parola, ma nulla toglie che possa essere un neologismo o, addirittura, una parola esistente.
    Personalmente non sono esperto in materia, spero che qualcuno più preparato di me possa chiarire il tutto. :)

    Ti riporto in citazione un paio elementi della punteggiatura che non condivido. Userò il blu per evidenziare le zone, l'arancione per le mie aggiunte.
    CITAZIONE
    - Una sera, ricordo, mi ero deciso a entrare di soppiatto nella biblioteca dell'istituto per consultare, in tutta tranquillità, i libri della sezione proibita.

    - ... eppure questa si mostrava... longilinea

    In generale mi riferivo perlopiù al ritmo del racconto. Esempio molto semplice: leggilo ad alta voce e nota come alcuni periodi siano un po' pesanti. Una buona punteggiatura dovrebbe dare una cadenza omogenea.

    CITAZIONE
    - Per quanto riguarda la trama, ahimè, non ho saputo svilupparla come volevo.

    È normale se sei alle prime armi, ma non scoraggiarti.
    Mi dispiace che il mio giudizio sia stato così duro, spero che ciò non ti abbia demoralizzato più del dovuto.
    La mia analisi è volta al miglioramento di entrambi, ti ringrazio per aver instaurato questo confronto nell'analisi del brano.

    Ovviamente leggerò le tue prossime produzioni, nella sezione horror sorveglio tutto. :P
    A risentirci! :D
     
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3 replies since 24/11/2017, 12:39   68 views
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