Il rifugio dello scrittore

Tutorial - Come scrivere un racconto dell'orrore.

Due consigli pratici.

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  1. Obliter
     
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    In questo piccolo tutorial esamineremo due aspetti di fondamentale importanza nella stesura di un racconto horror.

    La letteratura dell'orrore comprende quei testi che puntano alla destabilizzazione del lettore mediante elementi paranormali, surreali e/o grotteschi. Prima di tutto vediamo un po' di storia:

    CITAZIONE
    Sebbene si trovino episodi di carattere precipuamente orrorifico in opere antichissime (tanto nei poemi epici, quanto negli scritti sacri), la letteratura a carattere orrorifico ha mosso i suoi primi passi significativi come genere autonomo solo con l'avvento del romanticismo e si è alimentata del crescente gusto per il mistero, per il fantastico ed il soprannaturale, radicato soprattutto nei salotti degli intellettuali post-illuministici, quasi come speculazione sorta per reazione all'eccesso di sicurezza derivanti dalle sempre più diffuse scoperte scientifiche. Nell’alveo della cultura preromantica, a partire dagli anni ’70 del Settecento, si sviluppò in Inghilterra un particolare genere di narrazione, il romanzo gotico, caratterizzato da atmosfere e trame particolarmente oscure, misteriose e inquietanti, ambientate in castelli diroccati, abbazie isolate e luoghi solitari. I protagonisti erano quasi sempre giovani nobili e fanciulle vergini vessate da aguzzini diabolici, spesso appartenenti al clero, aiutati da banditi senza scrupoli.
    Il capostipite del romanzo gotico è Il Castello di Otranto (1764) di Horace Walpole (1717-1797), che può essere considerato la prima vera ghost story (lett. storia di fantasmi) della letteratura moderna. Il romanzo è ambientato a Otranto, in Puglia, all’epoca delle crociate, e narra una storia di dinastie e delitti miscelando realtà e sovrannaturale.

    Dagli anni ’90 del Settecento in poi la letteratura gotica godette di molto successo in tutta Europa. Una breve ripresa del genere (ma in realtà si tratta già di manifestazioni tardo-gotiche e romantiche) si ebbe nel triennio 1818-1820.
    Nel 1818 venne pubblicato, infatti, il più celebre di tutti i romanzi gotici, Frankenstein di Mary Shelley (1797-1851). Il romanzo, in realtà, andrebbe considerato un erede del gotico e un precursore della fantascienza.

    La figura di Edgar Allan Poe (Boston, 19 gennaio 1809 – Baltimora, 7 ottobre 1849) rappresenta l'anello di congiunzione tra il genere gotico e l'horror moderno. Lo scrittore americano, infatti, può essere considerato senza ombra di dubbio il vero padre della letteratura dell'orrore: è soltanto nei suoi racconti che il terrore e l'orrore assumono autonomia, liberandosi dai tipici cliché del gotico. Non sono più il fantasma, il castello diroccato e il malefico persecutore a caratterizzare il genere, ma l'orrore puro, che viene declinato nelle sue varie espressioni.

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    Edgar Allan Poe, uno dei più celebri maestri dell'incubo (fonte: Wikimedia commons).

    L'Ottocento è la prima epoca di vero sviluppo dell’horror, ormai codificato dalla narrativa di Poe. Di particolare rilievo è la figura dello scozzese Robert Louis Stevenson (1850-1884), che porta verso nuove direzioni la narrativa dell'orrore. In particolare riprende il tema del doppio nel suo celeberrimo romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886).

    È tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento che viene alla ribalta un nuovo gruppo di scrittori, estremamente eterogeneo, che ha contribuito in maniera sostanziale alla rivoluzione di temi e forme della narrativa horror.
    Certamente più rilevante è l'irlandese Bram Stoker (1847-1912), che con il suo Dracula (1897) portò in auge definitivamente la figura del vampiro. Ancora oggi il romanzo, intriso sia di atmosfere gotiche che di nuovi elementi psicologici, rimane insuperato nella sua tematica. Si può dire che è con Stoker che nasce il moderno romanzo horror: sino ad allora infatti la forma prediletta per l’horror era stata il racconto o al massimo il romanzo breve.

    Howard Phillips Lovecraft (Providence, 20 agosto 1890 – Providence, 15 marzo 1937) è certamente la figura chiave della letteratura dell’orrore moderna. Senza considerare la sua opera, non si potrebbe comprendere la seconda fortunatissima fase dell’horror, che va dai primi decenni del Novecento ad oggi.
    Il più grande contributo di Lovecraft alla narrativa dell’orrore è rappresentato dalla ventina di romanzi e racconti brevi, scritti tra la seconda metà degli anni ’20 e la morte, ai quali successivamente è stato dato il titolo collettivo di Ciclo di Cthulhu. Queste storie sono quasi sempre caratterizzate dall’incontro casuale di sventurati uomini con terribili realtà aliene, che li porteranno alla follia o alla morte, e mostrano un’evidente vena pessimistica. Il ciclo prende il nome da Cthulhu, una delle divinità mostruose che abitano il pantheon lovecraftiano, ed è caratterizzato principalmente da un’originalissima fusione di horror, fantasy e fantascienza, che raggiunge il suo apice in opere quali Il richiamo di Cthulhu (1928), Il caso di Charles Dexter Ward (scritto nel 1927, pubblicato postumo nel 1943), Il colore venuto dallo spazio (1927), L'orrore di Dunwich (1929), Colui che sussurrava nelle tenebre (1931), L'ombra su Innsmouth (1936), Alle montagne della follia (1936), L'ombra venuta dal tempo (1936), L'abitatore del buio (1936).

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    H. P. Lovecraft, il più grande ispiratore dell'horror moderno (fonte: Wikimedia commons).

    I racconti di Lovecraft vennero pubblicati principalmente sulle cosiddette riviste pulp e restano il meglio di ciò che venne pubblicato su quelle pagine. Dopo Lovecraft, i più grandi scrittori apparsi sulle riviste pulp sono certamente Clark Ashton Smith (1893-1961) e Robert Ervin Howard(1906-1936). I
    Gli anni ’40-‘60 furono fondamentali nella codificazione del nuovo horror. Una parte fondamentale fu ricoperta, come abbiamo detto, dalla narrativa lovecraftiana e dalla sua pubblicizzazione ad opera della Arkham House. Ma questi furono anche gli anni della sperimentazione ad opera di un gruppo di scrittori non particolarmente vasto, che pur avendo ben presenti sia la narrativa classica dell’orrore sia le storie di Lovecraft (tranne in alcuni casi), approdarono a produzioni originali. Perlopiù si tratta di autori attivi non solo nel campo dell’horror, ma anche in quelli della fantascienza e del fantasy.

    Robert Bloch (1917-1994) è stato uno dei pilastri dell’horror psicologico contemporaneo. Dopo aver iniziato la sua carriera con la pubblicazione di un’antologia di racconti lovecraftiani precedentemente pubblicati su Weird Tales, Colui che apre la via (1945, Arkham House), si dedicò alla narrativa dell’orrore e in particolare all’horror-thriller incentrato su serial killer psicopatici. Il suo primo romanzo, La sciarpa (1947), è già un autentico capolavoro del genere, ma il suo più gran successo è sicuramente Psycho (1959), dal quale Alfred Hitchcock trasse l’omonima trasposizione cinematografica.

    Ray Bradbury (1920-2012) è certamente il più noto, dopo Asimov, degli autori di fantascienza degli anni ’50 (celebri i suoi Cronache marziane e Fahrenheit 451), ma è stato anche un valentissimo scrittore dell’orrore.

    Dopo l’apparire di autori quali Robert Bloch e Richard Matheson, l’horror si sviluppò in maniera straordinaria, ritornando però, dopo i fantascientifici anni ‘50 e ‘60, a situazioni più tradizionali.
    Il primo di questi autori è Ira Levin (1929-2007), che nel 1967 pubblicò un celebre romanzo, Rosemary's Baby, che portò alla ribalta il tema della possessione demoniaca e degli influssi satanici.

    Negli anni ’70, dopo l’“accensione della miccia” da parte di romanzi come Rosemary’s Baby, L’esorcista e L’altro, uno sterminato numero di autori iniziò a pubblicare romanzi dell’orrore. Il racconto breve, al contrario, subì una sorta di deflazione, che lo ha portato quasi a scomparire ai nostri giorni.

    Di tutti gli autori lanciati in quegli anni, il più conosciuto è certamente Stephen King (Portland, 21 settembre 1947 – vivente), che ha superato i confini dell’horror ed è in breve diventato uno degli autori americani più popolari al mondo. Dalla pubblicazione di Carrie nel 1974, i suoi bestseller sono stati sempre tra i romanzi più letti dal pubblico. Certamente King è uno dei più straordinari narratori dell’ultimo cinquantennio: la sua prosa priva di fronzoli si inserisce nel solco della grande narrativa americana realistica. Così non è per le tematiche da lui trattate, che sono quasi sempre fantastiche.
    Egli raggiunge il suo massimo letterario sostanzialmente in tre romanzi: Shining (1977), che è uno dei più bei libri sul tema della casa maledetta, L'ombra dello scorpione (1978, poi ripubblicato nel 1990 nell’edizione completa), un dark fantasy post-apocalittico di dimensioni epiche, e soprattutto IT (1986), la storia di un gruppo di ragazzini (e poi adulti) e del loro scontro contro l’omonima creatura. Quest’ultimo romanzo in particolare, rappresenta la summa dei temi della letteratura kinghiana.

    Fonte: Wikipedia.

    Passiamo alla parte pratica:

    1. Il legame forzato col mondo del cinema
    Molti avranno notato che il cinema horror è nuovamente in ascesa. Ogni anno siamo bombardati da pellicole basate su eventi paranormali che seguono, pressoché tutte, lo stesso stratagemma: il jump scare, il famoso spavento che genera il salto sulla sedia.
    Mentre questo meccanismo risulta molto efficace nello spaventare i poveri malcapitati nelle sale cinematografiche, non funziona per nulla (per ovvi motivi, direste) in un racconto dell'orrore.
    Questo ci porta a una conclusione molto importante: in un racconto dell'orrore non bisogna mostrare, bensì accennare.

    CITAZIONE
    La più antica e potente emozione umana è la paura, e la paura più antica e potente è la paura dell'ignoto.
    Howard Phillips Lovecraft

    Non dilunghiamoci in descrizioni inutili, lasciamo al lettore il compito di immaginare il tutto. Ricordiamo sempre che stiamo scrivendo un racconto, non girando un film. :P

    2. Gli archetipi dell'horror
    Alzi la mano chi non ha mai letto/visto un racconto/film dell'orrore con fantasmi, vampiri, lupi mannari, zombie, eccetera. Non mi sorprenderei se nessuno di voi l'alzasse, quella mano.
    È un dato di fatto che le creature sopra citate siano a dir poco obsolete, ammettiamolo, siamo stanchi, non funzionano più (se non alle feste di Halloween).
    Se volete scrivere un buon racconto, ispiratevi a esse ma non ricopiatele. Create qualcosa di nuovo, sfumato, inconcepibile.

    Nel corso dei decenni, la narrativa horror è venuta a caratterizzarsi mediante figure archetipiche e ricorrenti:

    - il fantasma, strumento attraverso cui vengono alimentate la paura per l'oltretomba, il dolore per la perdita dei propri cari, il desiderio di ritrovarli e di entrare in contatto con loro, sia pure in un contesto assolutamente impalpabile e dalle conseguenze non prevedibili. Presente in molti racconti della classicità, la figura del fantasma, o spirito inquieto, o poltergeist trova alcune delle sue prime espressioni letterarie significative nell'Amleto di William Shakespeare, nel racconto satirico Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde. Nel Novecento su questo tema vengono scritte, tra le altre, opere particolarmente significative, come Il giro di vite (1898) di Henry James, L'incubo di Hill House (1959) di Shirley Jackson, L'altro (1972) di Thomas Tryon o Shining (1977) di Stephen King;
    - il vampiro, che incarna la figura del "predatore", di chi esercita sulle proprie vittime una forma di predominio violento, che sottopone a schiavitù morale e fisica il debole e il pavido, ma che è anche un simbolo perverso dell'aggressività sessuale e della seduzione più morbosa. I capostipiti letterari di questo archetipo horror sono Il Vampiro (1819) di John Polidori e Dracula (1897) di Bram Stoker. In tutta la prima metà del Novecento, il vampiro ha trovato grande fortuna nel cinema, per poi essere riscoperto anche a livello letterario in opere significative come Io sono leggenda (1954) di Richard Matheson, Le notti di Salem (1975) di Stephen King, Intervista con il vampiro (1976) di Anne Rice, capostipite quest'ultimo di una lunga saga letteraria. Nel primo decennio del 2000 la figura del vampiro torna al centro dell'attenzione letteraria e mediatica, con particolare popolarità tra i giovani, grazie alla saga iniziata con il romanzo Twilight (appartenente al genere fantasy) di Stephenie Meyer e ad un'opera di inconsueta verosimiglianza come Lasciami entrare dello svedese John Ajvide Lindqvist: in entrambe queste opere, tuttavia, il vampiro diventa un personaggio positivo, capace di instaurare radicate relazioni sentimentali con normali esseri umani. Sono in qualche modo riconducibili all'archetipo del vampiro anche altre due tipologie ricorrenti di personaggi orrorifici:
    - il demone, che anche in questo caso simboleggia una forma di predominio aggressivo, ingiusto, vorace e distruttivo, spesso perpetrato a danno di persone deboli ed innocenti (molte volte si tratta di donne, o di bambini e comunque di persone molto giovani, e pertanto più vulnerabili). Presente in tutte le principali tradizioni religiose, tanto pagane quanto monoteiste, il demone letterario trova un importante antesignano nel Lucifero dell'opera teatrale La tragica storia del Dottor Faust di Christopher Marlowe (e nelle numerose varianti del tema della tentazione demoniaca che sono state prodotte nei secoli a seguire). A questo archetipo si rifanno anche le vicende relative ai fenomeni di possessione diabolica, che traggono spunto da episodi biblici ed hanno avuto particolare successo nella seconda metà del Novecento, con la pubblicazione di romanzi divenuti celebri come Rosemary's Baby (1967) di Ira Levin, L'esorcista (1971) di William Peter Blatty, Il presagio (1975) di David Seltzer, tutte opere che rispecchiano una sorta di reazione ai tentativi di affrancamento della società moderna dalla pressione degli imperativi etici legati alla fede religiosa;
    - lo stregone e lo scienziato pazzo. Pur essendo raramente causa principale ed immediata di orrore, l'archetipo dello stregone o dello scienziato è l'artefice delle situazioni paurose in cui si sviluppano molte trame dei romanzi di questo genere. Esso simboleggia la tracotanza della conoscenza, il fallimento del presunto dominio del sapere e delle arti. L'associazione tra stregone e paura alimenta la diffidenza dell'uomo comune per chi è ritenuto detentore di segreti ineffabili ed inarrivabili. Discendente diretto delle temute streghe che venivano arse sui roghi dalla Santa Inquisizione medievale per annullare gli effetti dei loro malefici, ma anche del leggendario Merlino del ciclo arturiano, come si è detto lo stregone della letteratura horror riveste ruoli analoghi a quelli del vampiro (nelle lingue mitteleuropee il termine strigoi individua entrambi). Lo scienziato pazzo trova l'esempio letterario più celebre nel medesimo dottor Frankenstein del capolavoro di Mary Shelley.
    - il licantropo o lupo mannaro, simbolo sia di instabilità psicologica (non a caso soggetto, come molti malati di mente, all'influsso delle fasi lunari), sia dell'incontrollabile dominio delle pulsioni e degli istinti ferini, mai del tutto sopiti nell'uomo, che in molti casi prendono quindi il sopravvento sulla mente razionale. È figura leggendaria presente, come il vampiro, in tutte le culture umane, anche le più primitive. Sebbene sia presente nella letteratura (essendo, tra l'altro, una delle possibili incarnazioni fisiche del vampiro) il lupo mannaro è una figura dell'horror che ha finora avuto miglior fortuna soprattutto al cinema. Tra i più noti romanzi dedicati al tema della licantropia si ricordano La Maledizione Eterna (1922) di Jessie Douglas Kerruish, Il figlio della notte (1948) di Jack Williamson, Wolfen (1978) di Whitley Strieber e Unico indizio la luna piena (1983) di Stephen King. Una variante letteraria del lupo mannaro è il mutevole e duplice personaggio al centro del romanzo Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde (1886) di Robert Louis Stevenson.
    - il mostro o creatura informe, dalla morfologia animalesca oppure "mutaforma", può essere il prodotto di esperimenti scientifici, della ribellione della natura o di influssi extraterrestri, oppure è l'abitatore di recessi ancora non conosciuti del mondo reale. In questa tipologia di archetipo ricorrente dell'horror, il cui capostipite sono senza dubbio il Golem della tradizione ebraica mitteleuropea (che compare nell’omonimo romanzo di Gustav Meyrink) ed il "mostro" di Frankenstein di Mary Shelley possono rientrare anche la mummia (Il gioiello delle sette stelle di Bram Stoker, La mummia di Arthur Conan Doyle, La mummia di Anne Rice), Mr. Hyde, lo yeti (Everest. Alba di sangue di Dan Simmons), l’alieno (i racconti di H. P. Lovecraft, It e L'acchiappasogni di Stephen King, L’invasione di Robert McCammon), il mostro della palude, l’animale preistorico, e così via. Una variante moderna di questo archetipo è:
    - lo zombie, ovvero il morto vivente; anche questo personaggio si ricollega alla leggenda del vampiro, ma in epoca più recente lo zombie ha assunto un'identità propria ed è diventato più specificamente un corpo umano privo di mente, mosso da incontenibili istinti cannibaleschi, capace di suscitare particolari reazioni di ripulsa proprio perché, come simulacro vivente di un uomo privo dell'anima e della ragione, esso rappresenta una morbosa e grottesca dissacrazione del culto per i defunti, presente in modo trasversale in tutte le tradizioni e religioni umane. Proprio per questo è ricorrente nelle storie che riguardano gli zombie l'attacco da parte di persone care, tornate alla vita in questa versione inebetita e dissennata, parodia grottesca dell'essere vivente. Lo zombie viene introdotto, nell'era moderna, dal romanziere statunitense Richard Matheson: l'umanità mutante descritta nella sua opera seminale Io sono leggenda (1954) prende le mosse dal vampiro, ma con varianti tali da ispirare, alcuni anni dopo la sua pubblicazione, la realizzazione del film La notte dei morti viventi (1968) di George A. Romero, dove l'archetipo dello zombie trova la sua configurazione definitiva e ancora attuale.

    Fonte: Wikipedia


    A disposizione per chiarimenti.

    Edited by Axum - 22/11/2017, 19:41
     
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    Madadayo!

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    Davvero niente male come post e assai utile.

    Spero di vederne presto altri dedicati anche agli altri generi.
     
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