Il rifugio dello scrittore

OMNI

Capitolo 1, parte 3

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Il Fulmine Verde

    Group
    Pionieri
    Posts
    382
    Location
    The Thinger Factory

    Status

    Cap I


    vai a parte 2


    Il capitano della squadra, correndo in direzione di un vicolo per coprirsi dai colpi del vespatore, il quale si difendeva come meglio poteva dai soldati che lo accerchiavano, rispose alla domanda tenendo in mano la ricetrasmittente
    -No, unità aerea. I miei uomini stanno limitando l'utilizzo dei poteri per non attrarre il vespatore. Dove si trova al momento l'entità?-
    Il segnale venne nuovamente disturbato dalla tempesta, un suono fastidioso e continuato interrompeva qualsiasi tentativo di comunicazione tra unità aerea e terrestre, mentre su tutte le visiere dei soldati appariva una scritta che ben conoscevo...
    Tutti videro plasmarsi a caratteri verdi e maiuscoli una frase in alto a sinistra del loro campo visivo: “Attività poterica rilevata... calcolo della classe e del livello in corso... ”.
    Il silenzio calò, mentre il vespatore smetteva di fare il suo verso dominante, a quanto pare non era l'unico a percepire quell'enorme quantitativo poterico.
    La vista di quella scritta rimase immutata ancora per poco, tutti udirono una vibrazione all'interno della propria mente, come se qualcosa li chiamasse senza aver proferito alcuna parola, così come ero stato chiamato io ore prima.
    Il vespatore fece un breve verso nel voltarsi, poggiando pesantemente le proprie zampe sull'asfalto per grattarlo con i suoi artigli (cinque per arto).
    -Ragazzino?! Vattene da lì! VAI VIA SUBITO!!-
    Il loro capitano mi richiamò, io, fermo sotto la pioggia dirompente, guardavo quell'enorme creatura che lentamente si avvicinava, lasciando tutti stupiti da tanta silenziosità e da tanta calma da parte mia.
    Il soldato al comando si fermò, restò distante, guardando il muso del mostro avvicinarsi pericolosamente a me, le sue ali aprirsi lentamente e la coda venire in avanti, parallelamente al muso.
    L'estremità si aprì gradualmente come un fiore durante la primavera, l'apertura era tanto grande da inghiottirmi ed una luce innaturale cominciò ad illuminarne l'interno illuminando, di conseguenza, il suo bersaglio: me.
    Attesi qualche attimo, guardando il vespatore e le sue file di denti che grondavano acqua da quelle mascelle estremamente lunghe e cave, mentre il capitano della UAC-56 disse con incredulità ciò che era scritto da quel momento sulle loro visiere
    -Inclassificabile...?-
    Tutti restavano inibiti, le persone agli angoli più bui del quartiere guardavano con ammirazione, forse con terrore, ma effettivamente non comprendevo affatto quelle emozioni che provavano, l'unica cosa che su cui potevo sapere era l'obbiettivo.
    Un rumore profondo e cavernoso, simile al ruggito di una belva selvaggia in una caverna, fuoriuscì dalla coda, aperta, mostruosa, che sempre più si illuminava stando fissa ad appena un metro dal mio volto
    -Quello che ti farò lo farò solo perché qualcuno mi ha chiesto aiuto, non posso permettermi di fallire in quanto chi mi ha invocato non vorrebbe vedermi farlo...-
    Con fare superiore, come se quell'essere mi sfidasse, il vespatore aprì leggermente le fauci, mentre l'acqua cadeva dal suo lungo muso accumulandosi sempre più sulla strada, così, guardando con occhi sgranati la coda ormai dall'interno accecante e fumante dalle aperture frastagliate, agii!
    Scattai all'indietro muovendo appena le braccia, spingendomi con l'aria stessa davanti a me avendo mosso gli arti a poco più della velocità del suono.
    Il vespatore ruggì sentendo quell'enorme spostamento d'aria investirlo, sparò il colpo verso l'alto avendo perso così improvvisamente la mira! Essendo poco più distante distanziai le braccia per un semplice battito di mani...
    L'urto tra le mani, l'una con l'altra creò un'onda d'urto sufficiente per far indietreggiare la creatura, mentre quella apriva d'improvviso le ali per ergersi in volo
    -EHI, RAGAZZINO?!-
    Ignorai il richiamo del loro capitano, il vespatore, facendo un repentino battito per scrollarsi di dosso l'acqua, cominciò a muovere le ali sempre più veloce fino a raggiungere una velocità molto simile allo sbattere di quelle di una mosca.
    Ruggì, infuriato, alzando la coda sopra di sé dopo essersi alzato di appena qualche metro nonostante i colpi ripetuti della squadra anti-creaturale che continuava a tempestarlo.
    La coda questa volta si accese in fretta, non avevo tempo a perdere e non volevo perderne altro, così spiccai un balzo all'arrivare del loro capitano che tentava di portarmi in salvo!
    Raggiunsi in un istante un'altezza maggiore di quella del vespatore, quello alzò il muso aprendo le fauci per chiuderle e tentare di divorarmi in solo colpo, ma mi mancò.
    Utilizzando una minima parte dei miei poteri mi spostai a mezz'aria, utilizzai le braccia per spingermi in direzione della coda dal “pungiglione” ormai bianco da tanta energia vi era al suo interno e, sempre a mezz'aria, colpii la coda con una tallonata dall'alto verso il basso...
    Il vespatore rilasciò l'energia proprio in quell'istante, colpì se stesso violentemente sul dorso ed aprendo la bocca dentata tuonò dal dolore smettendo di battere le ali.
    Atterrai dopo un breve volo, fermandomi a qualche metro dal mio obbiettivo, caduto, flettendo lievemente le gambe con il viso rivolto verso il target.
    Un verso acuto e soffocato mi diede conferma del fatto che il vespatore si era stordito da solo, qualche soldato si avvicinò immediatamente alla bestia caduta, la quale tentava di rialzarsi con metà delle sue zampe per ricadere con un tonfo sotto il suo peso.
    I soldati si mossero velocemente, guardandosi attorno, attoniti e confusi, ma io ero già dietro un angolo, a guardarli, bagnato dalla pioggia ed invisibile avendo inibito i miei poteri...
    -Capitano...?! Noi mandiamo il segnale all'unità aerea-
    -Va bene-
    I soldati, gli unici vicini al corpo della bestia stordita, contattarono immediatamente l'unità aerea con le ricetrasmittenti, decisi volutamente di ignorare la conversazione per non disturbare il segnale, il solo mio ascolto ed il maltempo avrebbero interferito nuovamente ed eccessivamente.
    L'unico che restò distante, per guardarsi attorno, per continuare a cliccare il pulsante laterale del casco, la cui funzione era rilevare le entità poteriche emergenti nella zona, fu il loro caposquadra.
    Restai nell'ombra con gli occhi semi-chiusi, guardandolo scrutare tra i vicoli, ancor più confuso di prima, ma in fondo era così che doveva essere...
    Per loro era accaduto tutto troppo velocemente, evidentemente c'era da aspettarsi che nessuno di loro mi avrebbe identificato essendo una specie di segreto mondiale.
    Una grossa aeronave cargo si avvicinò ai palazzi con estrema lentezza, i suoi sei propulsori si muovevano indipendentemente per mettere la nave esattamente sopra l'enorme creatura.
    Quel mezzo era quasi dieci volte più grande delle misere aeronavi da trasporto utilizzate per portare la UAC in città, restò il più lontano possibile dagli edifici con bravura, mentre i cannoni che possedeva scrutavano come occhi la zona in caso qualcuno volesse attaccare l'unità.
    Ero leggermente deluso da come quelle persone avevano utilizzato così poco i loro poteri, avrei voluto vedere come qualcuno diverso da me ne usufruisse, ma avevano solo seguito gli ordini...
    -Capitano, ha chiamato lei il rinforzo?-
    Un omone alto quasi il doppio di me si avvicinò al caposquadra, brandendo la propria arma e guardandosi attorno in caso ci fosse stata qualche altra creatura, così, con curiosità, piegai la testa udendo cosa si sarebbero detti
    -No, non era dei nostri... un “inclassificabile” è la prima volta che mi capita, infatti non riuscivo nemmeno a percepirlo bene e voglio proprio chiedere qualche spiegazione una volta in base-
    Il vespatore lentamente venne sollevato da terra, dopo l'utilizzo dei fissaggi da parte dei soldati.
    La bestia era stata presa da terra, letteralmente, con grossi ganci d'acciaio, fili d'una lega quasi indistruttibili per tenerla ancorata alla nave, siccome in volo sarebbe stata letteralmente appesa ad essa.
    Le navette più piccole per il prelievo scesero, anch'esse dolcemente, il cargo abbandonò la zona ed il capitano, assieme all'amico, si diressero verso la navetta di prelievo più vicina mettendo la propria arma d'assalto sulla schiena tramite una tracolla
    -Mi sembra strano che la base invii un ragazzino per occuparsi di un vespatore, so bene che esistono poterici impressionanti, ma quello...!-
    -Torniamo a casa e non pensiamoci più... mi avevano detto che passare al ruolo di capitano sarebbe stato difficile, ma ora non so proprio cosa scrivere quando dovrò fare rapporto. Piuttosto spero che la base risarcisca i danni, fortunatamente non sono poi così tanti...-
    -Ah ah ah, immagina cosa dovremmo scrivere noi nello spiegare che qualcuno ci ha fregato il lavoro-
    Salirono sulla propria navetta passando per il portellone, camminando con una risata ed un'arma appresso e dopo qualche minuto finalmente se ne andarono.
    Feci un lungo respiro per poi espirare, buttare fuori tutta l'aria che avevo in corpo, guardare il cielo per essere colpito dalla pioggia e riflettere su quello che avevo fatto.
    Chissà quale dolore aveva patito quella creatura nel colpirsi da sola, chissà quale paura avevano sentito quei soldati nel vedere una simile belva davanti ai loro occhi, chissà cosa avevano pensato su di me...
    Avevo agito non ufficialmente a quanto sembrava, nessuno di quei soldati sapeva a mala pena della mia esistenza e quindi ero stato chiamato da qualcuno differente da loro, inutile chiedersi chi poteva essere...
    Alzai appena una mano per aprila e farci cadere qualche goccia sul palmo, solitamente non avrei nemmeno toccato una singola goccia d'acqua, ma ormai ero bagnato fradicio e non potevo farci nulla.
    Un vero e proprio manico cominciò a formarsi su quella stessa mano, strinsi con leggerezza quell'impugnatura liquida, mentre un ombrello d'acqua si plasmava sopra di me, per coprirmi, come se un velo invisibile intrappolasse il liquido per farne un oggetto.
    Alzai lo sguardo notando che ciò che avevo creato funzionava, ora nemmeno una goccia mi colpiva in viso, anzi, più la pioggia cadeva e più quell'ombrello diventava azzurro ed alla fine reale.
    L'impugnatura divenne di legno, la tela azzurra e le aste sotto di essa ferree e nere, feci surriscaldare il mio corpo chiudendo gli occhi ed una nuvola di vapore si alzò fino a scomparire dopo aver superato il confine impostogli dall'oggetto.
    Riaprii gli occhi, modificai le mie vesti trasformando i calzoncini, chi si allungarono, diventando jeans neri e sopra la maglietta bianca, partendo dalle maniche, si plasmò una felpa grigia dalla cerniera aperta...
    -Spero di non aver fatto male a quel vespatore...-
    Mi allontanai a passo lento, camminando come se non fosse successo niente, prendendo il vicolo più stretto, riparato ed oscurato che mi capitò restando con lo sguardo basso.
    Era stato facile risolvere il problema dopotutto, in fondo non era un vespatore poi così grande...
    Era strano che non fosse stata la UAC a chiamarmi, o perlomeno uno dei suoi uomini, magari era stata una persona qualsiasi che per sbaglio aveva attivato i propri poteri nel vedere un pericolo come una creatura simile.
    Uscii dal vicolo entrando in una strada principale, la mia attenzione fu subito attirata da un suono ripetitivo ed echeggiante: la sirena di una ambulanza.
    Passò velocemente muovendo tutta l'acqua depositatasi sulla strada, restai con lo sguardo fisso ad osservarla mentre si allontanava speditamente con le sue luci luminose che vorticavano illuminando di rosso e blu tutto il quartiere.
    Il veicolo scomparve all'improvviso entrando in strade secondarie, così, finché quel suo suono non smise di rimbombarmi in testa, attesi lì sul marciapiede fradicio...
    Un'altra macchina passò ed attraversai la strada, dall'altra parte della carreggiata mi si parava davanti un enorme parco pubblico i cui confini erano delimitati da alte sbarre di ferro dalle estremità aguzze, unite da loro da un intreccio di due filature spesse d'acciaio.
    Gli alberi rendevano ancora più tetro quel luogo e per di più udivo qualche presenza, magari qualche creaturina o qualche titano silvestre nei dintorni.
    Alzai lo sguardo guardando quanto fossero alte quelle che, dall'interno, sarebbero potute sembrare sbarre di una prigione, ma mi limitai a rimuginare su questa pioggia insistente e fastidiosa.
    Non potevo certo volare con un tempo simile, non che non ne fossi capace, semplicemente odiavo anche solo sfiorare tutto ciò che fosse liquido se non in “servizio”.
    Avrei potuto salire un poco di più nel cielo per attraversare le nubi e ritrovarmi sopra la pioggia stessa, ma in fondo potevo benissimo aspettare che il diluvio finisse.
    Guardai alla mia destra vedendo la fermata di un autobus, quel classico cartello piccolo e blu con l'immagine del corrispondente mezzo e la piccola tettoia con la tipica volta a botte di plastica davano tutta l'aria di essere il luogo dove mi sarei riparato, così mi avvicinai.
    Una lunga panchina di legno, fortunatamente asciutta, stava perfettamente sotto quella tettoia, mi sedetti chiudendo l'ombrello con uno scatto e restai fisso, curvo, a guardare il marciapiede e la strada...
    -Mm...?-
    Il chiaro suono di qualche passo sulla strada attirò la mia attenzione, guardai alla sinistra della fermata al coperto, voltandomi appena, giusto per vedere il volto di chi arrivasse.
    Un'ombra si avvicinò a lenti passi, camminando sotto la pioggia senza nemmeno un ombrello, ma non riuscivo a vedere chi fosse a causa del completo impermeabile e nero che portava.
    Era chiaramente un poterico, ma dalla movenza e dalla linea potevo affermare che fosse una poterica, così, si avvicinò fino a superarmi...
    Nemmeno mi diede un leggero sguardo, io mi rimisi composto guardando dritto davanti a me e quella si sedette alla mia destra senza fiatare.
    Eravamo immobili, così per qualche ventina di secondi, ma io sentivo chiaramente che voleva dirmi qualcosa essendo colei che mi aveva chiamato
    -Non sei stato bravo come oggi a Chicago, cinque anni fa, per una creatura simile eri riuscito a creare un terremoto di magnitudo otto... per non parlare della trasformazione... è da un po' che non ti si vede in giro e mi chiedevo quando ti avrei rivisto...-
    Dalla voce sembrava una ragazza poco più che ventenne, aveva un tono molto tranquillo, molto dolce, sembrava quasi che mi parlasse da anni, ma in verità non l'avevo mai vista in vita mia.
    Rimasi in silenzio, ignorando completamente quello che diceva, nonostante volessi dire qualcosa riguardo l'incidente avvenuto cinque anni fa, ancora ricordo quella fatidica trasformazione di me in un mostro confuso nella mia memoria...
    -C'era da aspettarsi che non avresti detto nulla! In fondo tu non mi conosci, nemmeno io ti conosco molto bene, ma è da quasi trent'anni... per quanto so... che in molti ti tengono sott'occhio. Io seguo che fai solo da qualche annetto, ma sono certa che prima di me ce ne fossero altri e...!-
    -Cosa cercate da me?-
    Feci solo una domanda, una domanda che lasciò paralizzata la ragazza; quella si bloccò all'improvviso mostrando poco del suo volto alla luce d'un lampione, mentre il resto della testa restava avvolto da un cappuccio nero e profondo.
    I suoi occhi erano neri, il suo volto molto lineare, di una ragazza qualsiasi, una ragazza semplice e giovane e, quindi, continuavano a sorgermi domande riguardo dove provenisse e chi l'aveva mandata
    -Allora parli?! Pensavo che non avrei mai sentito la tua voce... beh, comunque, per rispondere alla tua unica domanda vorrei dirti che sono solo una messaggera nei tuoi confronti. Vorrei farti molte domande, tra cui :”cosa hai fatto in questi mesi?”... lo sai, trovare il giusto flusso poterico per richiamare la tua attenzione è difficile: corrisponde esattamente al flusso di un poterico che necessita aiuto, quindi molto forte, ma indebolito dalla paura. Sono certa che hai ricevuto numerose chiamate, bhe... la maggior parte di quelle ero io, ma solo questa notte ti sei presentato, vorrei chiederti :”perché?”-
    Io, come lei, rimasi a guardare dritto, anche lei non voleva incrociare il mio sguardo e non capivo se per paura o per rispetto, magari per entrambi; non risposi solamente perché lei non aveva risposto correttamente alla mia domanda...
    -Tu non mi conosci, quindi per ottenere risposte da me vorrei sentire la tua voce...-
    Feci un lungo respiro prendendo tempo, riflessi qualche secondo per sentire gli odori, i suoni e la temperatura circostante e, dopo una lunga pausa, parlai fino a farla irrigidire
    -Sei una poterica classe 7 livello 6, odi il tuo nome siccome non lo hai ancora pronunciato e non vuoi pronunciarlo siccome non corrisponde a quello che ti rappresenta, i tuoi poteri sono pochi e pensi di controllarli molto male, nonostante il tuo flusso sia chiaramente quello di un livello 6... sento il chiaro odore del metallo caldo sotto il tuo impermeabile, la temperatura è distribuita in modo strano, quasi lineare, oserei pensare che sono quattro spade la cui lama è rovente, ma solo il nucleo. I tuoi poteri riguardano il riscaldamento dei conduttori, quindi anche il loro facile utilizzo, la loro manipolazione a temperature estreme, ma solo quando li tocchi e la temperatura provenire dai tuoi poteri. Non ho sentito il tintinnio del metallo a causa di quattro fodere fisse sul tuo busto, quindi le stai nascondendo per non farmi paura... da come mi parli sai perfettamente chi sono e quello che posso fare, ma vuoi a tutti i costi sentirmi parlare e questo perché vuoi sapere a memoria quale sia il mio modo di parlare in caso mutassi aspetto. Sento anche una leggera variazione di temperatura sul tuo braccio, è chiaramente una fasciatura che ti riscalda l'articolazione... deve essere stato difficile convincere un vespatore a separarsi dallo sciame durante una tempesta, quindi sai anche volare, ma non molto bene, né utilizzi il tuo flusso, ma un tuo potere... dall'odore sembrerebbe che puoi trasformare parti del tuo corpo in fumo ed aiutarti con esso per volare, deve essere stato difficile anche sforzare un tuo arto per farlo distaccare molto dal tuo corpo originario e provocare il vespatore con una lama... non ho motivo di conoscerti, ma se proprio vuoi che io ne abbia uno...-
    Smisi di parlare, lasciandola impietrita, forse l'avevo spaventata e quasi volevo scusarmi, ma in fondo era stata lei a farmi dire quelle cose.
    Rimase in silenzio per qualche minuto, io guardai una mia mano ed ebbi l'impressione che lei stesse sorridendo da sotto quel cappuccio
    -Sei... eccezionale! Ciò che vedi e senti non lo percepirebbe nemmeno un poterico con un potere apposito; sappi che ho accettato questo lavoro proprio per conoscerti, altrimenti avrei scaricato questo difficile compito a qualcun altro e me ne sarei lavata le mani... quindi, dato che mi conosci così tanto, posso darti l'informazione che vuoi. Ecco a te...-
    Qualche lampo illuminò la città e noi compresi, intanto, la ragazza tirò fuori da una tasca un cartoncino piccolo e rettangolare che mi porse subito dopo essersi alzata
    -Io lavoro per la C.I.S.P.: la confederazione internazionale sullo studio dei poterici, noi vogliamo aiutarti a fare tutto quello in cui non stai riuscendo! Per qualsiasi cosa tu abbia smesso di aiutare questo mondo, beh... noi possiamo aiutarti a raggiungere questo tuo obbiettivo...-
    Presi il cartoncino guardandolo per bene, era leggermente bagnato e con un angolo smussato, ma si leggeva ancora molto bene il logo.
    Da un lato vi era la sigla della confederazione a caratteri maiuscoli, più in basso l'intera frase che rappresentava, girai velocemente notando un numero telefonico e la collocazione del loro centro
    -Scommetto che ora vorresti chiedermi perché lo stiamo facendo, vero? Consideralo un favore, tu in passato ne hai fatto uno ad una persona molto importante, abbiamo aspettato per anni... attendendo l'occasione, ora possiamo farne uno a te, Omni...-
    Abbassai lo sguardo verso il cartoncino, lo rialzai verso la ragazza della quale si poteva vedere solo la bocca, incurvata per un sorriso a mala pena accennato.
    Si voltò lentamente uscendo dalla volta che ci proteggeva, nuovamente la pioggia cominciò a battere su di lei e quell'impermeabile tornò lucido e bagnato, ma prima di andarsene gli dissi solo qualche parola che la rese ancora più soddisfatta dell'incontro che aveva tanto atteso
    -Voglio solo sapere chi sono per rispondere ad alcune domande...-
    Sussurrai appena, ma bastò per fargli sentire quello che avevo detto, cominciò ad incamminarsi avendo comunque l'ultima parola
    -Ti consiglio di fare “un giro” da noi, non sono in molti a sapere dove si trova il nostro centro... ancora meno possono raggiungerlo...-
    Senza dire altro se ne andò a passo lento, scomparendo camuffandosi nell'ombra e nella pioggia lasciandomi ancora più incuriosito.
    Quale favore doveva essere ripagato? Chi doveva ripagarlo? Da quanto qualcuno stava seguendo i miei movimenti? Chi sapeva qualcosa sul “me” che non riuscivo a ricordare?
    Era ovvio che molti mi ritenessero “onnipotente”, vedevo tutto e sentivo tutto, ma a differenza delle persone comuni che tanto proteggevo io non sapevo tutto.
    Restai seduto, guardai il biglietto notando che si stava bagnando per qualche goccia di pioggia, così lo misi nella tasca della felpa per non perderlo.
    Ripensando a quello che avrei potuto fare per scoprire qualcosa sul mio passato, chiedere aiuto, per una volta, magari sarebbe risultata la risposta alla mia domanda...
    Guardai il cielo chiudendo un poco gli occhi per non essere accecato da un lampo, forse qualcuno poteva davvero aiutarmi, ma prima di fare azioni affrettate dovevo rifletterci per bene.
    Senza rendermene conto mi ero lamentato per aver sprecato il mio unico giorno libero con un solo vespatore, ma dopotutto realizzai che non avevo affatto rinunciato alla mia ricerca interiore...

    vai al capitolo 2

    Edited by Thinger - 28/10/2017, 14:45
     
    Top
    .
0 replies since 19/10/2017, 15:43   43 views
  Share  
.