Il rifugio dello scrittore

OMNI

Capitolo 1, La Chiamata (con introduzione)

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    Il Fulmine Verde

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    Si comincia a scrivere :D ecco a voi una prima e piccola parte di Omni! Qualsiasi suggerimento è ben accetto. Sappiate che le altre parti verranno aggiunte successivamente ;)

    INTRODUZIONE

    In un futuro imprecisato la razza umana si è divisa in due parti: l'umano comune ed il “poterico”; dopo differenti discordanze durate diverse centinaia di anni finalmente il mondo sembra aver accettato la razza poterica.
    Si definisce “poterico” un qualsiasi umano aventi capacità che lo distinguono dall'umano comune, tali “capacità” vengono definite “poteri” e possono assumere una qualsiasi forma.
    In questo mondo nuovo, il cui aspetto sembra legato sia al futuro che al passato, i poterici comprendono quasi il 30% della popolazione, ma tra loro vive un “essere” i cui capacità superano di gran lunga quelle di tutti gli altri: Omni.
    Omni è un mercenario anticonvenzionale, possiede poche, ma precise regole che lo catalogano come il mercenario, se non anche il poterico, più bizzarro di tutti i tempi in quanto non vuole assolutamente interferire tra la volontà di una nazione ed un'altra.
    Si mostra come un ragazzo di appena diciotto anni, ma è naturale comprendere che, sia il suo aspetto che la sua età, non sono altro che parte integrale dell'utilizzo dei suoi poteri.
    Aiuta incondizionatamente, il suo compenso è la libera circolazione nel territorio del paese aiutato, ma di recente si domanda su se stesso e sul suo passato...
    Nessuno conosce quest'ultimo, in quanto nessuno conosce Omni, nessuno sa il suo vero aspetto, nessuno sa dove vive, nessuno sa da dove provenga e soprattutto nessuno, nemmeno lui, sa il suo nome.
    Il suo passato è un mistero, i suoi poteri lo sono ancora di più, lui è la più grande leggenda, mito, verità ed interrogativo di tutti i tempi, tutti lo chiamano “Omni”, ma è giunta l'ora che Omni metta da parte gli altri per pensare a se stesso e domandarsi quale sia la sua origine.
    Questa storia non è solo un semplice racconto dell'esperienza di vita del più grande poterico di tutti i tempi, ma è un “enciclopedia”, un portale per un futuro bizzarro e straordinario, un modo per rendere fantasia realtà e come tale viverla!
    Tra persone, ambientazioni, storie e creature straordinarie ogni cosa verrà mostrata, fino al più piccolo dettaglio, per rendere il quotidiano qualcosa di eccezionale.
    Conoscerete Omni, vivrete quello che lui vive, comprenderete quale fardello sia essere “Onnipotente” e comprenderete quale fardello sia essere “OMNI”.

    Capitolo I

    LA CHIAMATA

    -Jason Irlyone, lei è stato accusato dell'uccisione volontaria di più di tre miliardi di poterici, più di quattrocentomila non-poterici, più di settecentonovanta creature uniche nel loro genere derivanti dall'evoluzione. Pertanto, lei è stato accusato di genocidio della razza poterica; la giuria, dopo aver preso in considerazione i fatti incontestabili ha condannato lei alla pena capitale!-
    Fu così che tutto cominciò, o meglio, fu così che per molti tutto finì...
    Jason Irlyone non era un genio, era stato molto di più; da solo era riuscito in qualcosa di tanto grande da coinvolgere nazioni, stati, etnie, miliardi e miliardi di menti, tutto per l'estinzione della razza poterica.
    Il suo scopo non era stato quello di eliminare i poterici nocivi alla società, lui voleva annientarli tutti, uno per uno, solo successivamente il mondo si era reso conto a quale persone aveva dato carta bianca...
    -Come si dichiara l'imputato?-
    Per una simile persona ci si aspetterebbe un processo lungo, una difesa imponente, un attacco schiacciante, ma non fu così, l'intero mondo guardava dal proprio televisore, in diretta e trattenendo il respiro si aspettava tutt'altro che quella parola da un simile “grande uomo”
    -Colpevole...-
    L'umanità fece un sobbalzo, tutti sgranarono gli occhi, Irlyone si era appena condannato da solo, senza nemmeno un avvocato che lo difendesse, senza nemmeno una possibilità per salvarsi, sorridendo nell'oscurità in cui si era avvolto con le sue stesse mani.
    Il volto di Jason Irlyone nemmeno era visibile, restava fermo facendo un ghigno con la bocca, mentre il resto del suo volto si nascondeva dietro una folta capigliatura nera, intanto il mondo esultava nel vedere colui a cui avevano creduto per ben trent'anni
    -Jason Irlyone, con tali prove, con tali testimonianze, con tali parole e con un tale giudizio, lei è condannato alla pena di morte!-
    Il verdetto era inevitabile, il martelletto batté, ma altre parole fecero gioire la gente...
    -Questo giorno non verrà ricordato solo per il giudizio definitivo di un uomo che rimarrà nella storia per i suoi atti, ma verrà ricordato come il giorno in cui la razza poterica può definirsi come tale! Da questo giorno, tutti coloro che sono stati definiti “Ignoti” potranno mostrarsi al mondo con il nome originale di “poterici”!-
    La polizia decise di ribellarsi ai soldati ancora fedeli ad Irlyone, il mondo mutò in un istante, tanto che i poterici finalmente uscirono dall'oscurità per mostrarsi ai comuni umani che li avevano disprezzati a causa delle bugie dello scienziato Irlyone!
    Irlyone venne ucciso il giorno successivo da un'iniezione letale, la guerra tra poterici e non finì, ogni nazione dichiarò la completa libertà della razza poterica, ma soprattutto l'incubo terminò...
    Con il succedersi degli anni, ben presto l'intera umanità di ripopolò, dopo trenta i poterici erano tornati in completa armonia con il resto del mondo, dopo cinquanta circa quattro umani su dieci erano poterici e dopo cento, il mondo si ritrovò dieci miliardi di persone che lo popolavano.
    La morte di Irlyone non aveva portato solo la fine della guerra, le nazione firmarono un contratto sacro, inscindibile, che non avrebbe più portato ad un conflitto simile!
    Umani e poterici si ritrovarono nelle stesse case, senza alcuna discriminazione, tutti si consideravano uguali tra loro e dopo duecento anni dalla morte di Irlyone, l'utopia continuò fino a raggiungere un linguaggio comune in tutto il mondo.
    L'evento che aveva scatenato la morte di una simile quantità di persone, nonché la detonazione di una testata all'idrogeno nel Triangolo delle Bermuda, nonché unico luogo al mondo che limitasse il “quantitativo poterico”, divenne un evento commemorativo per non commettere lo stesso errore.
    Creature straordinarie presero posto nell'ordinario, l'evoluzione sembrava aver portato non solo una grande tragedia, ma una grande pace avvenuta subito dopo.
    Dopo quasi trecento anni dalla catastrofe storica, finalmente il mondo si trovò in pace con se stesso, Irlyone divenne solo un brutto ricordo, i poterici vennero studiati ancor più a fondo e lo straordinario divenne ordinario!
    Si definisce “poterico” un qualsiasi umano aventi “capacità” che lo distinguono dall'umano comune, tali capacità vengono definite “poteri” e possono assumere una qualsiasi forma.
    Ma in questo mondo, appartenente ad un tempo relativamente lontano che mischia il passato con il futuro, vi è qualcosa che fa porre molti interrogativi e che supera di gran lunga qualsiasi altra cosa.
    Non possiede un'identità, non possiede una dimora, ma soprattutto non possiede un passato, ma tutto il mondo lo conosce come “OMNI”.

    -Sono cinque euro e settantacinque centesimi...! Oh, arrivederci signore ed a presto...! Invece, ecco a lei il resto, arrivederci anche a lei...!-
    Il classico suono del campanello all'uscio della porta mi fece voltare verso l'ingresso, un signore ben vestito con tanto di giacca di pelle uscì portandosi appresso due borse colme di prodotti della panetteria, mentre la porta fu fermata da una signora anziana che uscì dal medesimo negozio.
    Io ero fuori dalla bottega, socchiusi gli occhi facendo un lungo respiro, guardai quel luogo meraviglioso e poi alzai lo sguardo verso il cielo perfettamente immacolato da una qualsiasi traccia di nuvole.
    Nonostante fosse una cittadina marittima non sentivo affatto l'odore dell'aria ricca di sale, ma vedevo solo quella perfetta scogliera a mezzaluna che la città circondava con le sue case di mattoni e legno tutt'altro che moderne come le grandi città americane...
    La strada, composta da mattoncini rossastri, era libera da un qualsiasi veicolo, le persone camminavano sorridendo a differenza mia che guardavo con passività ogni cosa.
    Il campanello suonò nuovamente, mi voltai di scatto notando che un bambino era uscito portandosi dietro una grossa ciambella rosea, così vidi svolazzare la tenda parasole a righe rosse e bianche di quel negozio.
    Guardai all'interno della vetrina, scrutando tra i pasticcini, torte di compleanno, merletti e pizzi bianchi, mentre tutta quella gente ordinava sorridendo.
    Notai il mio riflesso restandone sorpreso: un ragazzo, semplice, dai capelli corti e neri perennemente mossi dalla brezza, due occhi quasi neri, un'altezza mediocre, un fisico magro ed allenato, un ragazzo, da poco adulto, come tanti...
    Vestito con giusto una maglietta bianca e svolazzante, dei pantaloncini corti blu e delle scarpe nerissime, io non sembravo altro che una persona diciottenne qualsiasi, ma era proprio quello che dovevo sembrare.
    Mi avvicinai alla porta dopo quel minuto di riflessione, ormai vi era un solo cliente, l'aprii facendo suonare quella campanella bronzea in cima alla porta ed entrai.
    Una ragazza stava servendo, ma entrambe, appena entrai, parlarono all'unisono rivolgendomi un dolce ed amichevole sorriso
    -Salve e benvenuto da “Lili & Lulu”! Che cosa le possiamo servire?-
    Mi avvicinai timidamente al bancone, gestito da quelle due giovani ragazze, gemelle, biondissime, vestite con una giacca rossa coperta da un grembiule bianco e rudimentale sporcato dalla farina.
    L'una, dai capelli ricci lunghi fino alle spalle, stava servendo ad un uomo anziano, mentre l'altra attese la mia risposta guardandomi, io mi limitai a poggiare le mani sul bancone
    -Devi aver usato molto i tuoi poteri per avere una mano così...-
    Guardandomi la mano destra feci un sussulto per la sorpresa, quella era tutt'altro che normale, era più che altro un miscuglio di strani tentacoli viscidi, arancioni, che si dimenavano sul bancone e d'impulso nascosi la mano sotto il banco di legno
    -Ah?! Mi scusi!-
    La mano, intanto che era nascosta, lentamente tornò alla normalità con l'unione di ogni tentacolo per formare delle dita ed un palmo, il cliente con me uscì con un cenno e la ragazza che lo aveva servito alzò una mano per salutarlo essendo un acquirente abituale
    -Siccome hai usato i tuoi poteri devi essere stanco. Cosa desideri?-
    Guardai dietro di loro per vedere cosa servissero, mentre la mia mente rifletteva sulla loro abilità nel parlare all'unisono, dimostrata precedentemente, naturalmente loro stesse avevano utilizzato i loro poteri poco prima per farlo
    -Vorrei quindici biscotti con gocce di cioccolato, per cortesia le metta in un sacchetto, li mangio subito...-
    La ragazza dai capelli biondi, lisci e lunghi fino alla schiena annuì sorridendo, subito prese quei dolciumi circolari dal diametro di circa sei centimetri e li mise in un sacchetto.
    L'altra si limitò ad attendere la gemella, io con una mano, di nascosto, plasmavo delle vere banconote da venti euro sul palmo per pagare
    -Tutti tuoi, sono tredici euro e cinquanta!-
    -Ecco a lei, tenga pure il resto...-
    Presi il sacchetto e diedi i soldi, subito, annuendo e ringraziando con la testa, uscii dal negozio aprendo per mangiare i dolci comprati, intanto ancora una volta usarono i loro poteri per sincronizzarsi
    -Grazie e torni a trovarci!-
    Attraversai la strada senza nemmeno guardare, entrai in un vicolo buio appena avanti ed aprii il sacchetto bianco con l'insegna del negozio: “L&L”.
    Misi una mano all'interno del contenitore, camminavo notando tra i grossi cassonetti squadrati ai lati delle case di cemento che pian piano, più mi addentravo nel vicolo, si mostravano inumiditi dall'acqua uscente da grossi tubi di rame ai bordi delle pareti.
    Estrassi un biscotto, erano molto grandi, tondi e piatti, così, senza pensarci, ne mangiai uno in un sol boccone inghiottendolo il secondo dopo...
    Mi risultava difficile comprendere per quale motivo “ogni altro” mangiasse ogni giorno, così come bere ogni giorno, per quale motivo? In fondo quel gusto momentaneo non mi avrebbe saziato, per questo motivo mangiavo una sola volta alla settimana sempre lo stesso dolciume, senza mai bere...
    Mentre mi gustavo il mio pranzo settimanale, nonostante non avessi bisogno di nutrirmi dati i miei poteri, chiusi gli occhi per godermi il momento.
    Aprii lentamente l'occhio di sinistra, sentendo un odore bizzarro, molto diverso da quello proveniente precedentemente dalla pasticceria “L&L” e lì, seduto goffamente, vidi un uomo barbuto tendermi una mano...
    Non sentivo alcun potere in quel povero vagabondo, vedevo solo un uomo vestito con vesti verdognole e marroni, unte, sporche e distrutte.
    Mi stava chiedendo semplicemente con il solo sguardo di dargli qualcosa, del denaro probabilmente, tendendomi una mano avvolta da bende grigiastre e restando con gli occhi oscurati dal berretto verde macchiato d'olio nero
    -Vuoi qualcosa...?-
    Poco dopo la mia domanda, uno strano impulso mi fece rabbrividire! Sentivo chiaramente che qualcuno aveva bisogno di me, non sapevo dove di preciso, ma sapevo come raggiungere chiunque mi chiamasse.
    Guardai avanti, mettendomi di profilo davanti a quella goffa figura, indagando con serietà il cielo, posto tra quei due spigoli di case, da percepire solo una misera parte dei miei poteri
    -Proprio durante il mio giorno libero, speriamo sia una cosa breve...-
    Diedi l'intero sacchetto all'uomo che lo prese tenendolo timidamente tra le mani e sgranò gli occhi data la mia reazione improvvisa.
    -Mi scusi per averglielo dato così sbadatamente! Ecco, tenga anche questi!-
    Puntai frettolosamente una mano verso di lui plasmando con la sola mente qualche banconota da cento, guardai il cielo e cominciai a fare una breve corsa per uscire dal vicolo.
    L'uomo stava prendendo al volo i soldi che si erano formati a mezz'aria e guardandomi ebbe la reazione di ogni altro che nel passato mi aveva visto partire...
    Si alzò in piedi seguendomi con lo sguardo, intanto, mentre ancora correvo per fare quella decina di metri, i miei capelli cominciarono a fluttuare ignorando la gravità e piegai leggermente le gambe per un lungo e (relativo) lieve balzo...
    -Grazie, ragazzo...!-

    Vai a parte 2

    Edited by Axum - 19/10/2017, 18:11
     
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    Ciao Thinger, ho deciso di leggere il tuo esordio. :)
    Se non ho capito male, leggendo qua e là, sei già molto più avanti con questo romanzo, dunque deduco che questo primo capitolo risalga a tempo fa, dico bene?

    Ho alcune osservazioni da farti, spero tu possa prenderle nel migliore dei modi, lungi da me l'offendere. ;)
    Innanzitutto, l'introduzione l'hai messa per noi lettori di questo posto, a mo' di descrizione che di solito sta dietro a un libro? Oppure intendi renderla parte integrante della storia come fosse un prologo? Questo perché, a mio modesto parere, non è poi strettamente necessaria, credo che la trama si capisca comunque leggendo la storia in sé.
    Nel caso si trattasse della prima ipotesi, ben fatto, è accattivante al punto giusto.

    Passiamo al vero capitolo.
    La prima parte mi è risultata un po' pesante a esser sincero, in alcuni punti poco chiara, per esempio qui.
    CITAZIONE
    L'evento che aveva scatenato la morte di una simile quantità di persone, nonché la detonazione di una testata all'idrogeno nel Triangolo delle Bermuda, nonché unico luogo al mondo che limitasse il “quantitativo poterico”, divenne un evento commemorativo per non commettere lo stesso errore.

    Ci sono alcuni refusi per cui consiglio una rilettura rapida, prima o poi, mentre eviterei l'uso dei punti esclamativi se non per il discorso diretto, fanno molto titolo di giornale.

    Interessante la scelta di narrare in prima persona, sicuramente aiuta a comprendere a fondo il personaggio, ma per contro porta delle difficoltà.
    Per esempio, hai mai considerato che essendo tutto narrato dal punto di vista di Omni, egli non possa essere a conoscenza di certe cose? Al limite può fare supposizioni riguardo ciò che succede attorno a lui, ma non sarà mai onnisciente, a meno che sia una caratteristica del personaggio.

    Riguardo lo stile in generale, ho avuto l'impressione che sia un po' acerbo, forse perché l'hai scritto tempo fa.
    CITAZIONE
    nessuno sa il suo vero aspetto

    Ho preso come modello questa frase dell'introduzione. Avrei scelto il verbo "conoscere" in questo caso, è più corretto, o in alternativa avrei aggiunto un "quale sia" dopo "sa".
    Ci sono altre situazioni simili, in cui alcune espressioni potrebbero essere riviste e migliorate.

    Sulla trama non posso dire un granché, essendo il primo capitolo, però l'ho trovato un buon inizio per presentare il personaggio e introdurre il mondo in cui la tua storia è ambientata.

    In una frase riassuntiva: "Rimuovi dalla strada i massi franati." :lol:

    A rileggerci!
     
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    Esattamente, questo è il primo capitolo (prima parte) di 18 che ne ho scritti...e me ne mancano ancora un miliardo... :D

    Stai tranquillo, sono strafelice che qualcuno mi recensisca :D
    L'introduzione non è ufficiale, è un pezzettino per voi in quanto non mi piaceva buttarvi il capitolo lì a caso senza annunciare nulla ahah
    Per il resto...

    Ok, darò una lettura veloce a quella prima parte, così mi tolgo subito il pensiero.
    Poi...
    OMNI è narrato in prima persona per la stragrande maggioranza del libro, ma Omni (il personaggio) diciamo che è un narratore particolare.
    Lui è onniscente entro certi limiti, quindi un bel po' di cose lui le sa.
    Spero di essere stato chiaro.

    Per lo stile, pian piano sto migliorando, lo giuro, mi impegno.
    Te lo può dire Ank: successivamente cambieranno anche i miei dialoghi stando al loro posto e non sempre a capo ad ogni frase cose così...

    Il "quale sia" lo correggerò, ti do ragione.

    Stasera (o tra qualche oretta) pubblico una swconda parte, sperando di non farne pure una terza ahah
    A rileggerci :D
     
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    Grande, mi piace il tuo entusiasmo ;)

    E soprattutto mi rispecchio nella tua situazione, circa lo stesso numero di capitoli e un miliardo ancora da farne. :D

    Tornare a rileggere quelli vecchi fa sempre saltare all'occhio certi errori, perché nel frattempo si diventa più bravi, dunque non metto in dubbio che ora tu sia migliorato molto.

    Dunque leggerò la seconda parte, ci rivediamo!
     
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    Me lo sono riletto TUTTO, stando attento e dannandomi per i "puntini puntini" e ripetizioni varie.
    Ecco la versione corretta :)

    -Jason Irlyone, lei è stato accusato dell'uccisione volontaria di più di tre miliardi di poterici, più di quattrocentomila non-poterici, più di settecentonovanta creature uniche nel loro genere derivanti dall'evoluzione. Pertanto, lei è stato accusato di genocidio della razza poterica; la giuria, a decisione unanime, l’ha condannata alla pena capitale!-
    Fu così che tutto cominciò, o meglio, fu così che per molti tutto finì.
    Jason Irlyone non era un genio, era stato molto di più; da solo era riuscito in qualcosa di tanto grande da coinvolgere nazioni, stati, etnie, miliardi e miliardi di menti, tutto per l'estinzione della razza poterica.
    Il suo scopo non era stato quello di sbarazzarsi degli elementi nocivi alla società, lui voleva annientarli tutti, uno per uno, solo successivamente il mondo si era reso conto a quale persone aveva dato carta bianca...
    -Come si dichiara l'imputato?-
    Per una simile persona ci si aspetterebbe un processo lungo, una difesa imponente, un attacco schiacciante, ma non fu così. L'intero mondo guardava dal proprio televisore, in diretta, trattenendo il respiro ci si aspettava tutt'altro che quella parola da un simile “grande uomo”
    -Colpevole...-
    L'umanità fece un sobbalzo, tutti sgranarono gli occhi: Irlyone si era appena condannato da solo, senza nemmeno un avvocato che lo difendesse, senza nemmeno una possibilità per salvarsi, sorridendo nell'oscurità in cui si era avvolto con le sue stesse mani.
    Il volto di Jason Irlyone nemmeno era visibile, restava fermo facendo un ghigno con la bocca, mentre il resto della sua faccia si nascondeva dietro una folta capigliatura nera, intanto il mondo esultava nel vedere colui a cui avevano creduto per ben trent'anni
    -Jason Irlyone, con tali prove, con tali testimonianze, con tali parole e con un tale giudizio, lei è condannato alla pena di morte!-
    Il verdetto era inevitabile, il martelletto batté, ma altre parole fecero gioire la gente...
    -Questo giorno non verrà ricordato solo per il giudizio definitivo di un uomo che rimarrà nella storia per i suoi atti, ma verrà ricordato come il giorno in cui la razza poterica può definirsi come tale! Da questo giorno, tutti coloro che sono stati definiti “Ignoti” potranno mostrarsi al mondo con il nome originale di “poterici”-
    La polizia decise di ribellarsi ai soldati ancora fedeli ad Irlyone, il mondo mutò in un istante, tanto che i poterici finalmente uscirono dall'oscurità per mostrarsi ai comuni umani che li avevano disprezzati a causa delle bugie dello scienziato Irlyone.
    L’imputato venne ucciso il giorno successivo da un'iniezione letale, la guerra poterica finì, ogni nazione dichiarò la completa libertà della razza poterica, ma soprattutto l'incubo terminò.
    Con il succedersi degli anni, ben presto l'intera umanità si ripopolò, dopo trenta i poterici erano tornati in completa armonia con il resto del mondo. Dopo cinquanta anni quattro umani su dieci erano poterici e dopo cento, il mondo si ritrovò dieci miliardi di persone che lo popolavano.
    La morte di Irlyone non aveva portato solo la fine della guerra, le nazioni firmarono un contratto sacro, inscindibile, che non avrebbe più portato ad un conflitto simile.
    Umani e poterici si ritrovarono nelle stesse case, senza alcuna discriminazione, tutti si consideravano uguali tra loro e dopo duecento anni dalla morte di Irlyone, l'utopia continuò fino a raggiungere un linguaggio comune in tutto il mondo.
    La morte di una simile quantità di persone, ovvero la detonazione di una testata all'idrogeno nel Triangolo delle Bermuda ordinata da Irlyone, nonché unico luogo al mondo che limitasse la quantità di poteri nelle persone, divenne un evento commemorativo per non ripetere lo stesso errore.
    Creature straordinarie presero posto nell'ordinario, l'evoluzione sembrava aver portato non solo una grande tragedia, ma una grande pace: conseguenza di un delitto.
    Dopo quasi trecento anni dalla catastrofe storica, Irlyone divenne solo un brutto ricordo, i poterici vennero studiati ancor più a fondo e lo straordinario divenne ordinario.
    Si definisce “poterico” un qualsiasi umano aventi “capacità” che lo distinguono dall'umano comune, tali capacità vengono definite “poteri” e possono assumere una qualsiasi forma.
    Ma in questo mondo, appartenente ad un tempo relativamente lontano che mischia il passato con il futuro, vi è qualcosa che fa porre molti interrogativi e che supera di gran lunga qualsiasi altra entità.
    Non possiede un'identità, non possiede una dimora, ma soprattutto non possiede un passato, tutto il mondo lo conosce come “OMNI”.

    -Sono cinque euro e settantacinque centesimi. Arrivederci signore ed a presto-
    Si rivolse ad un altro cliente -Ecco a lei il resto, grazie ed arrivederci-
    Il classico suono del campanello all'uscio della porta mi fece voltare verso l'ingresso, un signore ben vestito con tanto di giacca di pelle, uscì, portandosi appresso due borse colme di prodotti della panetteria. Prima che la porta si chiudesse, la porta venne fermata da una signora anziana che uscì dal medesimo negozio.
    Io ero fuori dalla bottega, socchiusi gli occhi facendo un lungo respiro, guardai quel luogo meraviglioso e poi alzai lo sguardo verso il cielo perfettamente immacolato.
    Nonostante fosse una cittadina marittima, non sentivo affatto l'odore dell'aria ricca di sale, ma vedevo solo quella perfetta scogliera a mezzaluna che circondava la città con le sue case di mattoni e legno: tutt'altro che moderne come le grandi città americane.
    La strada, composta da mattoncini rossastri, era libera da veicoli, le persone camminavano sorridendo, a differenza mia che guardavo con passività ogni cosa.
    Il campanello suonò nuovamente, mi voltai di scatto notando che un bambino era uscito, portandosi dietro una grossa ciambella rosea, così vidi svolazzare la tenda parasole a righe rosse e bianche del negozio.
    Guardai all'interno della vetrina, scrutando tra i pasticcini, torte di compleanno, merletti e pizzi bianchi, mentre la gente ordinava.
    Notai il mio riflesso restandone sorpreso: un ragazzo, semplice, dai capelli corti e neri perennemente mossi dalla brezza, due occhi quasi neri, un'altezza mediocre, un fisico magro ed allenato e da poco adulto.
    Vestito con giusto una maglietta bianca e svolazzante, dei pantaloncini corti blu e delle scarpe nerissime, io non sembravo altro che una persona diciottenne qualsiasi, ma era proprio quello che dovevo sembrare.
    Mi avvicinai alla porta dopo quel minuto di riflessione, ormai vi era un solo cliente, l'aprii facendo suonare quella campanella bronzea in cima alla porta ed entrai.
    Una ragazza stava servendo. Entrambe parlarono all'unisono rivolgendomi un dolce ed amichevole sorriso -Salve e benvenuto da “Lili & Lulu”! Che cosa le possiamo servire?-
    Mi avvicinai timidamente al bancone, gestito da quelle due giovani ragazze: gemelle, biondissime, vestite con una giacca rossa coperta da un grembiule bianco e rudimentale, sporcato dalla farina.
    Una, dai capelli ricci lunghi fino alle spalle, stava servendo un uomo anziano, mentre l'altra attese la mia risposta, guardandomi.
    Mi limitai a poggiare le mani sul bancone
    -Devi aver usato molto i tuoi poteri per avere una mano così...-
    Guardandomi la mano destra feci un sussulto per la sorpresa, quella era tutt'altro che normale. Era più che altro un miscuglio di strani tentacoli viscidi, arancioni, che si dimenavano sul bancone e d'impulso nascosi la mano sotto il banco di legno -Ah?! Mi scusi!-
    La mano, lentamente tornò alla normalità con l'unione di ogni tentacolo per formare delle dita ed un palmo. Il cliente uscì con un cenno e la ragazza che lo aveva servito alzò una mano per salutarlo essendo un acquirente abituale
    -Desideri?-
    Guardai dietro di loro per vedere cosa servissero, mentre la mia mente rifletteva sulla loro abilità nel parlare all'unisono, dimostrata precedentemente. Naturalmente loro stesse avevano utilizzato i loro poteri poco prima per farlo
    -Vorrei quindici biscotti con gocce di cioccolato, per cortesia le metta in un sacchetto, li mangio subito...-
    La ragazza dai capelli biondi, lisci e lunghi fino alla schiena annuì sorridendo. Prese quei dolciumi circolari dal diametro di circa sei centimetri e li mise in un sacchetto.
    L'altra si limitò ad attendere la gemella, io con una mano, di nascosto, plasmavo delle vere banconote da venti euro sul palmo per pagare
    -Tutti tuoi, sono diciannove euro e cinquanta!-
    -Ecco a lei, tenga pure il resto...-
    Presi il sacchetto e diedi i soldi, subito, annuendo e ringraziando con la testa, uscii dal negozio aprendo per mangiare i dolci comprati.
    Ancora una volta usarono i loro poteri per sincronizzarsi -Grazie e torni a trovarci!-
    Attraversai la strada senza nemmeno guardare, entrai in un vicolo buio appena avanti ed aprii il sacchetto bianco con l'insegna del negozio: “L&L”.
    Misi una mano all'interno della busta e, mentre stavo camminando, notavo tra i grossi cassonetti squadrati ai lati delle case di cemento che pian piano. Più mi addentravo nel vicolo, più si mostravano inumiditi dall'acqua uscente da grossi tubi di rame ai bordi delle pareti.
    Estrassi un biscotto, erano molto grandi, tondi e piatti, così, senza pensarci, ne mangiai uno in un sol boccone inghiottendolo il secondo dopo...
    Mi risultava difficile comprendere per quale motivo “ogni altro” mangiasse ogni giorno, così come bere, perchè? In fondo quel gusto momentaneo non avrebbe saziato qualcosa di già pieno, per questo motivo mangiavo una sola volta alla settimana sempre lo stesso dolciume, senza mai bere...
    Mentre mi gustavo il mio pranzo settimanale, nonostante non avessi bisogno di nutrirmi dati i miei poteri, chiusi gli occhi per godermi il momento.
    Aprii lentamente l'occhio di sinistra, sentendo un odore bizzarro, molto diverso da quello proveniente precedentemente dalla pasticceria “L&L” e lì, seduto goffamente, vidi un uomo barbuto tendermi una mano...
    Non sentivo alcun potere in quel povero vagabondo, vedevo solo un uomo vestito con vesti verdognole e marroni, unte, sporche e distrutte.
    Mi stava chiedendo semplicemente con il solo sguardo di dargli qualcosa, del denaro probabilmente, tendendomi una mano avvolta da bende grigiastre e restando con gli occhi oscurati dal berretto verde macchiato d'olio nero
    -Vorresti qualcosa?-
    Poco dopo la mia domanda, uno strano impulso mi fece rabbrividire. Sentivo chiaramente che qualcuno aveva bisogno di me, non sapevo dove di preciso, ma sapevo come raggiungere chiunque mi chiamasse.
    Guardai avanti, mettendomi di profilo davanti a quella goffa figura, indagando con serietà il cielo, posto tra quei due spigoli di case, da percepire solo una misera parte dei miei poteri
    -Proprio durante il mio giorno libero, speriamo sia una cosa breve...-
    Diedi l'intero sacchetto all'uomo che lo prese tenendolo timidamente tra le mani e sgranò gli occhi data la mia reazione improvvisa.
    -Mi scusi per averglielo dato così sbadatamente! Ecco, tenga anche questi!-
    Puntai frettolosamente una mano verso di lui plasmando con la sola mente qualche banconota da cento, guardai il cielo e cominciai a fare una breve corsa per uscire dal vicolo.
    L'uomo stava prendendo al volo i soldi che si erano formati a mezz'aria e, guardandomi, ebbe la reazione di chiunque altro mi aveva visto partire.
    Si alzò in piedi seguendomi con lo sguardo, intanto, mentre ancora correvo per fare quella decina di metri, i miei capelli cominciarono a fluttuare ignorando la gravità e piegai leggermente le gambe per un (relativo) lieve balzo...
    -Grazie, ragazzo...!-
     
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  6. Gonran
     
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    Ciao Thinger,
    era da molto che volevo iniziare a leggere la tua opera e finalmente sono riuscito a trovare un po' di tempo per farlo!
    Come già detto da Showmaster, ho trovato un po' incerto lo stile utilizzato in questa prima parte, sebbene sia riuscito a leggerlo tutto senza particolari difficoltà. In ogni caso, niente che non si possa sistemare in sede di rilettura.

    Interessante il personaggio di Omni, sebbene ne sappia ancora troppo poco per esprimere un giudizio, è intrigante l'idea di dargli l'onnipotenza, nonostante sia una scelta oserei dire un po' azzardata, poiché in futuro potrebbe rivelarsi difficile da gestire. Un'idea che se sviluppata bene può rivelarsi una trovata geniale :) .
    Provvederò a leggere anche gli altri capitoli.

    A presto! :ci si vede:
     
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    Il Fulmine Verde

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    Per caso hai letto la versione iniziale o quella rivisitata?

    Comunque sia ho riflettuto molto sul "ruolo" da dare al personaggio :)
    Spero che andando avanti l'onnipotenza di Omni venga intesa come "relativa" non assoluta, così come le sue possibilitá.
    Apprezzo molto che qualcuno legga il mio scritto, se leggerai altri capitoli fammelo sapere perfavore, così saprò se continuare a postarli :)
     
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6 replies since 18/10/2017, 14:34   127 views
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