Il rifugio dello scrittore

Penna contro penna III

Sfida al racconto più bello

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    AxumTelepatico :blink:
    Mi faccio paura da solo... :lol:
     
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  2. Damjen
     
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    CITAZIONE (Axum @ 16/12/2017, 11:48) 
    Ciao Damjen,
    sotto la mia scrivania c'era una bustina traboccante di virgole, sono tue? Se sì, le ho messe tutte nel racconto.
    Anche tu: perdonalo, se puoi! ;) È una battuta che faccio sempre, in confidenza, in quella confidenza che spero tu senta con me.

    Fidandomi ciecamente di te, accetterò di buon grado ogni modifica. So che non abbiamo gli stessi gusti in fatto di ritmo di scrittura/lettura ma va bene ugualmente :)

    Ps: posterò il mio racconto appena avrò tempo di completarne l’idea originaria, cioè di portarlo a conclusione secondo il “disegno” con cui era nato nella mia mente.
    Un bacio a tutti :)
     
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    Incredibile ma vero: ti posto la copia esatta di una parte di messaggio che sto per inviare a un altro utente:

    Per le virgole: giorni fa, proprio perché non sei l'unico ad avere quello che è soltanto un pregiudizio, ho scritto questo tutorial, in cui spiego che non si tratta di "gusti o di scelte arbitrarie", bensì dell'uso ragionato che favorisce la scansione logica dei fatti e anche il ritmo concreto con cui si svolgono. Tutto sta nel comprenderne la vera funzione, e dunque la concreta utilità a favore di chi ti legge.
    I casi in cui ci vanno, o non ci vanno.. non sono quelli delle virgole a ridosso delle congiunzioni, bensì quelli rarissimi, in cui quelle virgole non ci sono ma ci vorrebbero, altrimenti il lettore non capisce quel che legge, e lo vede piatto, trrrroppo interpretabile e dunque lontano dagli intenti dell'autore.

    :woot:

    Non è che, per caso, avete messo delle telecamere nel mio studio? :D
     
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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Tu ormai conosci noi, ma anche noi ormai un po' ti conosciamo. :)
     
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  5. Damjen
     
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    Axum, ho letto e cercato di far tesoro dei tuoi preziosi tutorial :) Essendo per me proprio la virgola un “oggetto” di grande interesse e, a volte, fastidio, ho letto tutto quello che ho trovato al riguardo. Posso quindi dire che, al netto del sintatticamente corretto, il mio gusto personale è più alla Jaques Drillon (“l’oeil ne respire pas”).
    Ed è in proprio questo senso che mi riferivo al gusto :)
     
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    Non riesco a spiegare, quasi mai, una questione che esula dal sintatticamente corretto, che in questo caso specifico non ha regole incise sul marmo; si tratta di usare le virgole, non per ispirazione, né per emulazione di Tizio o di Caio, bensì per esprimersi in modo chiaro, senza possibilità di fraintendimenti tra chi scrive immaginando che tutti capiranno e chi, invece, legge e non può afferrare il senso, l'intenzione autentica dello scrittore.
    Tra noi c'era un autore che sapeva farlo in un modo spaventoso, ovvero: usava pochissime virgole, ma compensava con una serie formidabile di subordinate scritte "col pennello", coi verbi che fioccavano come fossero stati germogli. Peccato che quel bravo autore si è dimostrato, per altri motivi, una sorta di troll, ed è stato bannato, due volte.
    Voglio dire: a chiunque tu vada ad ispirarti, per emulare chi sa usare pochissime virgole occorre anche la comprensione assoluta, mirata, del come farlo, altrimenti ci si illude, e il lettore queste cose le afferra al volo (la fiducia che tu possa riporre in me vale quanto una cicca spenta, al confronto di quel che c'è nella testa attenta del lettore esperto). Tu sai che c'è una differenza enorme tra immaginare ed esternare affinché chiunque afferri il nostro pensiero durante la lettura. Per accorciare quelle distanze, si fa uso dei ritmi precisi, e i ritmi precisi si possono ottenere soltanto tramite un'interpunzione assolutamente adeguata allo stile usato nella formulazione dei periodi, altrimenti è solo illusione, per non dire "chiusura-occhi" oppure elusione - voluta - di un problema concreto.
    Se, speriamo di no, pensi che le virgole siano solo "inciampi da perfettini", allora non sono riuscito a spiegare nulla, perché ogni testo ben vergato è come un'orchestra, non come una tiritera (parallelismo generico). Ecco a cosa servono le virgole "al posto giusto", e la quantità delle medesime non conta nulla, né in eccesso né in difetto; tutto dipende dal "come scriviamo", che è diverso per ognuno, ma il lettore capisce tutti, belli e brutti: chi ci è, chi ci prova, e chi ci fa.
    Se il testo necessita di tremila virgole, non è più una scelta, né una "roulette": diventa un obbligo, che si traduce in rispetto verso il lettore. Questo vale per chi scrive allo scopo di farsi leggere. Tutto il resto è... ;)
     
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  7. Damjen
     
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    Incoraggiata dal fatto che forse non sono l’unica “gnucca” a cui sia necessario ripetere (prova ne è il fatto che stavi già rispondendo a dubbi simili), non mi tiro indietro. E così potrà darsi che questo scambio torni utile anche ad altri, oltre che a me :)
    Premetto che non avevo capito che il mio racconto mancasse (tra le altre cose) proprio delle virgole che lo rendano comprensibile (non fraintendibile), per questo ho, evidentemente sbagliando, tirato in ballo il gusto. E non volevo giustificare il mio gusto, che pure esiste, ammantandolo di emulazione. A giudicare dalla bustina di virgole che mi manca :shifty: non avrei avuto scusanti nemmeno se mi fossi ispirata agli “Indifferenti” di Moravia :lol: Ho citato Drillon non in quanto scrittore, che pure è, bensì in quanto linguista. Lui parla di “ponctuation respiratoire”, concetto ripreso sul Mortara Gavanelli per spiegare una (a parer loro e di altri) erronea funzione della virgola. Poiché sono giusto in grado di essere “portatrice sana” di un gusto ovviamente soggettivo, e di leggere e, in caso, riportare ciò che ho letto e, spero, capito, non mi faccio latrice di polemiche personali. Per la precisione, non ne sarei in grado nemmeno volendo. Per cui ribadisco che non mi riferivo alla punteggiatura che trasforma “Mario mangia. Sua moglie, sul divano, ride” in “Mario mangia sua moglie sul divano. Ride.” Bensì alla virgola in una frase come “Mario si pulisce la bocca dal sangue, e esce al fresco della sera” che, ma forse sbaglio, definirei “a discrezione”, cioè a gusto, non fondamentale da un punto di vista logico-sintattico. Ma ripeto, non avevo capito che le virgole cui ti riferivi riguardo al mio racconto fossero le altre, quelle basilari. Al riguardo, alla necessità di aggiungerne ad esempio, ti confermo la mia piena fiducia!
    Vorrei specificare che non è perché io le consideri “inciampi da perfettini” se le virgole mi appassionano; non per niente, ogni tanto, mi ritrovo a parlarne anche con te. Ma probabilmente il mio per la punteggiatura è un amore non corrisposto <_< :lol:
    Detto questo, non voglio nascondermi anche se, ribadisco, non ho un intento polemico, men che meno personale. La differenziazione tra diversi tipi di funzione della virgola che ho incontrato nei testi che ho citato sopra, non considera il ritmo di lettura a voce come necessario alla oggettiva correttezza di un testo scritto. L’unica funzione oggettiva e quindi “minima” riconosciuta alla punteggiatura è quella logico-sintattica. Cito: “La confusione tra punteggiatura scritta e punteggiatura orale ha preoccupato gli studiosi della materia più avveduti. ...Drillon (1991) riporta tale confusione a un errore antico: l’associare ai principali segni di interpunzione la nozione di pausa...” (Mortara Garavelli, pag. 50). Se leggo su un prontuario di punteggiatura che la virgola non deve dare il ritmo alla lettura a voce (in questo senso citavo “l’occhio non respira”, ma potrei citare anche la Serafini, “si scrive per essere capiti, non per essere letti ad alta voce”), non posso che condividerlo qui e chiedere a chi ha molta più esperienza e nozioni di me.
    Forse la mia passerà per pedanteria. Spero di no, spero che si riconosca come passione... E poiché voglio solo imparare e non ho impensabili convinzioni mie al riguardo da difendere, prometto che mi fermerò qui, alla segnalazione.
     
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    Mettiamolo in grande, così facciamo meno uso di collirio. :lol:

    Nella materia specifica non ci sono errori antichi, semmai errori d'ogni tempo.
    Checché se ne voglia dire, non abbiamo ancora i chip installati nel cervello, e dunque leggiamo come se stessimo ascoltando la voce narrante, in tutte le sue sfumature, siano ritmiche e siano tonali, perché è così che nasce la narrativa. Altro che: l'occhio non ha respiro... Forse non ce l'ha, perché è soltanto uno strumento, ma ce l'hanno i neuroni, con le loro pause di varia intensità e lunghezza, gli stop, e le riprese repentine di cui possiamo godere in lettura, o le ripartenze "a razzo" oppure quelle lente, tipiche dell'ammiccare a seguito di un'allusione.
    Finché non avremo gli impianti cibernetici installati nella testa, che potranno suggerirgi (sì) l'intonazione, le pause e i ritmi, il calcare tonale di alcuni tratti, o di semplici frasi, nonché parole singole, la lettura si avvale di quella vocina che sentiamo nella testa durante lo scorrerre oculare; vale soprattutto per la narrativa, ma svolge un ruolo importantissimo anche nei testi didattici, o semplicemente i saggi che ci fanno crescere, ad ogni età, in fatto di cultura. Senza quella voce, non potremmo mai afferrare il senso di quel che leggiamo, a meno che non si voglia affidare la comprensione al caso. Non senti la voce? Bene, allora non sei pazza. :lol:
    Ma di chi è, quella vocina? A volte pensiamo che sia la nostra, però - stranamente - non la riconosciamo del tutto, e ci sembra una sorta di ibrido, talvolta squillante, o stridula, talaltra chiarissima, accattivante, calda e piacevole. Muta, ma assordante, quando non capiamo.
    È la voce dei prof che ascoltiamo fin da piccoli, proseguendo, allo stesso modo-metodo, fino a quando non ci danno il papiro.

    Parlando di francesi, e per smentire chi pensa che le virgole siano eludibili, che non abbiano nulla a che fare con la respirazione, oppure materia di scelte stilistic-occasionali, ho fotografato la pagina di un racconto di Guy de Maupassant, tradotto al massimo della fedeltà linguistica ed espositiva.
    La lingua cambia nei termini e nelle forme, non nell'interpunzione, esattamente come avviene in musica, nell'arte oratoria e in ogni altra forma espressiva atta alla comunicazione. Uno scrittore è un oratore che si può ascoltare in silenzio, ma parla, respira, sbuffa, si affanna e si acquieta, e se parla usa toni, pause e ritmo (altrimenti, come diceva Orwell, è "belante").

    Laddove ci sono le virgole prima della E e del ma, si verifica un marcare netto dell'intonazione, ossia: il tono della narrante si alza, e la voce-scritta riparte rapida, per sottolineare lo stato di frustrazione - altalenante - del tizio in barca. Se quelle virgole non ci fossero, allora il testo suonerebbe come una cantilena, come una solfa (da: Sol e Fa, ripetute in loop) o come fosse un robot, oppure un umano col vocoder.

    Qual è il killer delle nostre righe (su cui forse abbiamo lavorato per anni)?
    Lo sbadiglio di chi, leggendo autentiche tiritere, senza ritmo, o dal ritmo mancante, che rende il testo incomprensibile, chiude il libro e va a fare qualcos'altro.

    Sai chi era uno sciupavirgole messe dopo le E? Un certo sconosciuto, di nome Umberto Eco (l'uomo che piango ancora, per le cose strabilianti che ha insegnato a "mezzo mondo").
     
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    Sai invece cosa mi aveva colpito una volta, letto non ricordo dove ma in in testo autorevole... ? che la punteggiatura non ha affatto la funzione di riprodurre le pause del parlato. Mi aveva colpito perché avevo sempre pensato il contrario.. .
    A parte questo, per quel che ne capisco, concordo col ragionamento in generale. Bye!
    P.s.: il pssso di Maupassant davvero impeccabile.

    Edited by Amalasunta - 20/12/2017, 23:41
     
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    Lo sfogliabile è pronto!!!

     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Grande Axumforzadellanatura! Ma come si fa a scaricarlo o non è scaricabile? Poi lo terrei sul mio Desktop, o lo posso mettere anche sulla mia pagina Facebook?
     
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    Mi è successa una cosa stranissima: ho inviato un messaggio a Kishu ma non lo trovo nell'elenco dei mess inviati. :o: * sta pensando ad alta voce *

    In quel messaggio che non trovo, avevo appena scritto le dritte per la stessa cosa che mi hai chiesto tu, Alberto, e anche quelle per mettere il link in firma, e quindi ero andato lì per copiare il testo "già pronto".

    Il messaggio, però, è sparito, quindi scrivo di nuovo i passaggi:

    - per scaricarlo, si va in ultima pagina di copertina, lì c'è un link che ti fa scaricare un archivio zip contenente tutti i file (6 file) e anche le istruzioni per vederlo col PC, anche senza essere connessi a internet oppure per distribuirne copie "a mano", tramite chiavette USB o altro supporto consegnabile a mano.

    - Non è una pagina come tutte le altre e quindi puoi metterla nei preferiti ma non puoi salvarla come pagina normale (contiene 6 file, non solo quello che vedi: quella che vedi è, a tutti gli effetti, un'applicazione, non una normale pagina web).

    - Per postare il link da FB, copia l'indirizzo del post in cui il libro sta nel forum, cioè quello che vedi nella casella sotto
    CODICE
    http://forumaspirantiscrittori.forumcommunity.net/?t=60424505#entry429244031

    e incollalo nel post che lanci da FB. Quel link porterà qui, nel forum, esattamente nel post in cui c'è lo sfogliabile.

    Se per "scaricare" intendevi: "ottenere il link e conservarlo", allora il link che punta dritto dritto allo sfogliabile, senza passare dal forum, è:
    CODICE
    http://flashtown.eu/public/rifugio_penna_III/sfogliabili/sfoglCumulativoPcP-III.html
    Quando sei lì, copialo dalla barra e incollalo in un file Word, o in un file .txt oppure fai semplicemente Aggiungi ai preferiti.

    Anche quella che segue è una frase che avevo scritto nel messaggio che ho perso:
    se ci fossero cose che non ti risultano chiare, allora ti risponderò domani, appena potrò (sto andando a nanna presto). ;)

    Ciaaaao! :gioia:
     
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371 replies since 18/10/2017, 00:13   6510 views
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