Il rifugio dello scrittore

La ruota.

Cronaca di un contrappasso.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    39

    Status
    Nomi e personaggi sono di fantasia. Ogni eventuale riferimento alla realtà si deve intendere del tutto fortuito.

    Il ragionier Maltempi quel venerdì arrivò in azienda alle sette e cinquanta di mattina.
    Come sua abitudine attraversò i magazzini, diretto al proprio ufficio.
    Gli operai, al suo passaggio, mormorarono. Se non fosse stato severamente vietato dai regolamenti, qualcuno avrebbe anche sputato per terra.
    -Eccolo l'angelo della morte. Con la lettera di fuoco.
    -Ne ha rovinate di famiglie quello!
    Lavorava da quasi sei lustri presso la L. & Figli SA ed era al culmine della carriera: direttore dell'importante reparto approvvigionamenti, quadro direttivo di quarta, il grado impiegatizio massimo.
    La società aveva sbattuto con violenza contro la durezza della crisi economica, e reagito avviando una profonda ristrutturazione. Il ragioniere si era rapidamente convertito alle nuove politiche di contenimento dei costi, perseguendo col massimo rigore i mutati indirizzi aziendali, senza lo scrupolo di tentare, salvaguardando il proprio posto, di salvare anche l'altrui dai corposi tagli alla voce di bilancio dedicata alle retribuzioni.
    Pervenuta il martedì avanti la convocazione dal dirigente del personale per quella mattina alle ore dieci, aveva pensato al benservito per qualcuno dei suoi, pur non avendo ricevuto la consueta richiesta di segnalare candidati. D'altronde, sebbene in via di miglioramento, le condizioni finanziarie restavano difficili.
    Di licenziamenti, in qualità di direttore, ne aveva proposti parecchi al servizio del personale, e poi, una volta definiti, comunicati ai prescelti. La motivazione era sempre la stessa: la precaria situazione economica.
    Aveva liquidato frettolosamente i meno graditi, coi quali magari saldava anche qualche conto privato, mettendoli alla porta con la lettera arancione tra le mani, e un augurio di circostanza. Con gli altri si era trincerato dietro una poco plausibile innocenza: una decisione piovuta dall'alto, a sua insaputa.
    Cinque minuti prima delle dieci era davanti all'ufficio del dirigente. Salutò la segretaria, che ricambiò sorridendo, pregandolo di attendere mentre avvisava il dottor Baroffio.
    -Grazie Cristina. Lo faccia entrare. Non mi passi telefonate. Cinque minuti. D'accordo?
    Il dottore si alzò, in segno di riguardo.
    Si percepiva un tenue odore di caffè.
    I due si strinsero la mano amichevolmente.
    -Buongiorno mio caro Maltempi. Venga. Prego, si accomodi.
    Disse cordiale il dottore indicando le poltroncine davanti a sé.
    -Buongiorno a lei. Grazie.
    Maltempi notò una busta arancione sul tavolo. Voltata sul retro nascondeva il nome del destinatario.
    -Come va il nostro reparto approvvigionamenti? Bene, che domande! Con un direttore come lei! Se non sbaglio ha ricevuto… due, giusto? due encomi in consiglio.
    -Tre. In totale tre.
    -Sì. Tre. Come dice lei.
    -Sono stati anni difficili, hanno richiesto grande impegno.
    -Nei momenti più duri gli azionisti hanno potuto contare su di lei mio caro. Per fortuna dico io!
    Fece una pausa. Poi riprese.
    -Giustappunto, parlando di azionisti, la signora L., la conosce?
    -Sì, certamente. Donna di ferro.
    -Già. Proprio così.
    -Non la vedo in azienda da un po'. Si diceva fosse malata.
    -Ma no! Si esagera. Sta benone. Qualche acciacco è inevitabile, sono ottantacinque quest'anno. Portati alla grande, beninteso.
    -Oh, bene. Se ne ha l'occasione, le porti i miei saluti allora.
    -Non mancherò, tanto più che mi ha parlato di lei.
    -Di me? Davvero? Sono onorato.
    -Sicuro. Conosce tutti sa? Uno a uno. Mi diceva proprio quanto sia stato importante in questi anni il suo lavoro. Quanti fornitori lei abbia messo in riga, facendogli passare la fregola dei pignoramenti. Senza di lei la L. & Figli avrebbe chiuso. O magari al mio posto ci sarebbe un cinese.
    Rise rumorosamente.
    -Dovere. Soltanto dovere.
    -Non sia modesto. Lei ha rappresentato la salvezza. Per l'azienda, per gli azionisti.
    -Troppo buono, dottore.
    -No no mio caro, è la verità. Ma mi sto perdendo in chiacchiere. Ecco, io l'ho fatta venire per comunicarle una dolorosa decisione.
    -Altri licenziamenti?
    -Sì. Al singolare però: uno. Vede qui?
    Il dottor Baroffio sollevò la busta arancione.
    -Una lettera soltanto. L'ultima.
    Poi la ripose sul tavolo, senza mostrare il nome del destinatario.
    -Uno solo?
    Sarà per questo non mi hanno domandato la solita lista, pensò Maltempi.
    -Sì, uno solo. Già dal prossimo esercizio avremo un utile. Che poi è il nostro compito, giusto? generare dividendi da distribuire.
    -Per gli azionisti, loro innanzitutto.
    -Quanto ha ragione! Perciò dobbiamo approfittare di quest'ultimo anno dello stato di crisi per snellire la struttura, il massimo possibile, entro il quadro degli accordi stipulati con gli uffici cantonali. Tutela dell'occupazione, loro ci tengono. Non nascondo che qualche contributo a fondo perso ce lo hanno erogato. Hanno fatto comodo nei tempi più difficili. Lei sa come vanno certe cose.
    -Sì, naturalmente.
    -Bene, ero certo che avrebbe compreso. Ora, tornando a noi, mi scusi se glielo domando così, a bruciapelo, ma la sua opinione per noi è importante. Cosa pensa lei del giovane Medda?
    -Medda? È arrivato appena prima della crisi.
    -Precisamente.
    -Sembra in gamba. Ha imparato in fretta. Conosce tutta la catena. E i documenti. È scrupoloso. Ha legato bene coi colleghi.
    -E con i fornitori?
    -Bravino, forse … è troppo amichevole, ecco.
    -Un mastino come lei li nota subito certi difettucci.
    -Saltano all'occhio. Peccato, sembra un elemento valido. Però conta il bene dell'azienda, degli azionisti. Gli consegnerò la lettera. È sgradevole, lo so. Ma se va fatto, lo farò.
    -Come? La lettera?
    Il dottore parve sorpreso.
    -Quella. Lì, sul tavolo.
    La indicò col dito.
    -La lettera di fuoco.
    Proseguì Maltempi sorridendo.
    -Sa della lettera di fuoco. E dell'angelo della morte?
    Il ragioniere annuì, quasi compiaciuto.
    -Anche quello. Lei mi stupisce, davvero. Ma no, no, la lettera non è destinata a Medda.
    -Oh, e a chi allora?
    Chiese incuriosito.
    -Ma a lei mio caro.
    Il dottore lo indicò tendendo un braccio e lasciandolo ricadere subito dopo.
    -A lei.
    Maltempi drizzò la schiena, puntandosi l'indice al petto, incredulo.
    -A me?
    -Sì, a lei.
    Il dottore lo guardava calmo, gli occhi grigi fissi nei suoi, placidi.
    Dopo un istante di smarrimento, il ragioniere comprese che non era uno scherzo. S'irrigidì, impallidendo. Le frasi gli uscirono rotte.
    -Ma la signora L. ha detto… lei, di me … tre encomi in consiglio! Non ho lavorato egregiamente? Perché? Ho dato tutto! Trent'anni! Tra quattro mesi. Perché?
    -Ma è semplice. Si ricorda le sue ultime vacanze? Medda come suo vicario ha fatto un ottimo lavoro. Una specie di esperimento. Non è nemmeno quadro: impiegato di terza. Lei quadro di quarta, con trent'anni di anzianità. Medda ha uno stipendio che è il quaranta percento del suo.
    Maltempi tremava.
    -La signora L., io … un ottimo lavoro.
    Tentò di controllarsi e di organizzare le parole.
    -Senza di me la L. sarebbe fallita. Io ho fatto in modo che non accadesse.
    -Sicuro. Esatto. Lei ha fatto, passato. Ora si deve voltare pagina. Guardare al futuro. La signora L. guarda avanti. Capisce Maltempi?
    No. Non capiva.
    -Il futuro esiste grazie a me. Lo ha detto anche lei.
    Il tono feroce era quello di una delusione rabbiosa.
    -E ha la gratitudine degli azionisti, mi creda. Anche la mia, per quel che conta. Ma ora è tempo di cambiare. Facce nuove mio caro. E pagate la metà. Anche meno. Per i nostri azionisti, come lei m'insegna. E poi, si deve fare squadra. Unità d'intenti! Collaborazione. Lei non è adatto. Spiace, ma è così. È dura essere sodali dell'angelo della morte. Non lo pensa forse anche lei? Nuovo clima Maltempi. Ci vuole un clima positivo.
    Il dottore si levò dalla poltrona, dirigendosi verso la porta. Stringeva tra le dita la lettera. Maltempi ora ci vedeva il suo nome scritto sopra.
    -Ancora grazie, a nome della L. & Figli. Un uomo del suo valore non resterà a lungo inoperoso. Glielo auguro.
    Maltempi si alzò. Il dottore lo stava congedando, e gli porgeva la busta.
    -Ah, quasi dimenticavo, che sbadato! Gentilmente firmi la ricevuta alla mia segretaria uscendo. Buone cose Maltempi, buone cose. Può pensarci lei Cristina? Grazie.
    Il ragioniere prese la lettera ed attraversò la soglia. Poi si fermò, voltandosi di scatto.
    -È una ruota che gira dottor Baroffio. Prima o poi anche per lei.
    Quante volte se l'era sentito dire.
    -Verrà il tuo turno Maltempi. È una ruota che gira.
    Si era sempre limitato a un'alzata di spalle.
     
    Top
    .
0 replies since 10/2/2021, 20:03   26 views
  Share  
.