Il rifugio dello scrittore

Allen

La mia prima storia su "Commissione"

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    Madadayo!

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    Qualche tempo fa avevo scritto un racconto su uno dei miei gatti per sfizio e l'avevo inviato a una mia amica che è volontaria presso il gattile della mia città. Con mia sorpresa ha avuto un notevole successo tra le "gattare" che mi hanno così chiesto di scrivere una breve storiella per la "Festa del Gatto". Ed ecco il risultato. Inizio a pensare che queste storie feline potrebbero costituire un filone più leggero della mia produzione da affiancare alle mie storie umane più "serie".



    Un rumore. Drizzo le orecchie. Qualcosa si avvicina: passi come frutti troppo maturi che cadono a terra. E il respiro un po’ in affanno di un passero col gozzo troppo pieno per levarsi in volo.

    Non c’è dubbio. E’ proprio lei: la grande gatta.

    Entra dalla corteccia squadrata che delimita la mia porzione di tana nella grande colonia. Si volta verso di me, mostrando i denti.
    Spalanco le fauci in uno sbadiglio. Grossi gatti senza coda che camminano sulle zampe posteriori. A volte fatico ancora a crederci. Ma accettare la realtà è come sputare una palla di pelo. Da’ fastidio, ma poi ci si sente meglio.

    “Ehi Allen, amore. Come stai? Ancora in gabbia?”

    Si avvicina al nido di rametti lucenti in cui sono rinchiuso. Tra le zampe stringe una di quelle coperte che fanno quel delizioso rumore di foglie secche quando ti ci butti sopra. Si tengono tutte le cose più divertenti per loro, questi gattoni.

    La grande micia si scrolla di dosso la pelliccia, rivelandone un’altra del colore del latte. Potersi mimetizzare a piacimento, come quelle lucertole strabiche che ho visto una volta dentro al grande acquario luminoso. E’ affascinante.

    La gatta scocca una occhiata alla mia ciotola. “Ma non hai mangiato niente? C’era anche la medicina dentro!”

    Vuole quella roba? Si accomodi. Conosco quell’odore di cimice umida. L’ultima volta che l’ho sentito era nella tanta di un grande gatto bianco che me l’ha cacciata in bocca. Sono crollato addormentato come un micetto dopo la poppata, e al mio risveglio mi sono sentito più leggero sotto la coda. Da allora i richiami delle gatte in primavera mi lasciano più indifferente del tubare di un piccione.

    “Su, da bravo Allen. Fuori dalla gabbia!”

    Il nido si apre e mi stiracchio a dovere. E’ ormai da trenta ciotole che sono stato catturato e iniziavo a sentirmi come un ratto in una tana di marmotte. E a dire il vero ho pure il pelo di una marmotta. Che disastro!

    “Bravo, fatti bello che oggi vengono a vederti per l’adozione. Magari vorranno davvero un bel micione morbido come te”

    Smettila di accarezzarmi! Sai quanta fatica ci vuole per…. proprio lì! Un po’ più forte. Ora a destra… Ehi dove vai? E i grattini sotto il mento?
    “Buongiorno! Prego, entrate!”

    Altri due gatti senza coda? Da dove sono sbucati? Come ho fatto a non accorgermene? Ah, già, le coccole. Non ha artigli, questa specie di mici, ma sa come metterti fuori combattimento.

    I due nuovi arrivati sono una grossa gatta col pelo bianco sulla testa e un gattino. Gattino per modo di dire, visto che sarà il doppio di me. Come riescono a diventare così grossi, è un mistero. Forse è il latte. O forse si strafogano come un cane che ha saltato un pasto. I cani: gente senza senso della misura. Non c’è poi da stupirsi se poi ululano tutto il tempo per il mal di pancia!

    “Questo è Allen. L’abbiamo trovato due settimane fa. E’ sterilizzato e microchippato. E’ buono, coccolone…”

    “Veramente noi pensavamo a un gatto un po’ più giovane.”

    Qualcosa non va? Perché mi stanno guardando come l’ultima crocchetta rimasta nella ciotola?

    “Ma mamma! Io voglio un gattino!”

    “Non fare i capricci, Michele. E staccati un po’ da quel telefonino!”

    “Anche mia figlia è sempre a giocare con lo smartphone.”

    “Ormai ne sono dipendenti!”

    Il gattino sembra l’unica a non essere interessata a me. Ha gli occhi piantati su un sasso nero che stringe tra le zampe. Lo sfioro: troppo liscio per potersi rifare gli artigli.

    “Ehi… micio. Dai, lasciami stare!”

    Non ci posso credere. Quel sasso ha una specie di coda che oscilla a destra e a sinistra. A sinistra e a destra. A destra e a sinistra.

    “Lascia stare il mio cellulare!”

    Guarda come si arrabbia. Deve essere davvero prezioso. Forse è pieno di erba gatta. Dai fammi vedere, fammi vedere.

    “Mamma!”

    Un tonfo mi attraversa le orecchie e scatto indietro, col cuore che corre come topolino messo all’angolo.

    “Cosa c’è Michele, insomma?”

    “Mi ha fatto cadere il cellulare!”

    “Il cellulare, sempre il cellulare! Guarda come hai spaventato quel povero micio!”

    La gatta bianca allunga una zampa verso di me. Che cosa vuole? Oooh, sì. I grattini sotto il mento! E non dimentichiamo dietro le orecchie!

    “E’ cattivo! Io voglio un gattino!”

    “E invece penso proprio che questo micione faccia al caso nostro. Lo adottiamo.”
     
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    La parte del gatto fa per te :)
    Racconto bello e scorrevole con delle punte di classe, come quando racconti della castrazione e il paragone fra il cellulare e un sasso.
    Trovo solo " stonato" il paragone fra umani e gatti senza coda.
     
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    Molto bello, complimenti, vedo che il filone "gattaro" va alla grande! Semplice, lineare e comunque ben strutturato, si capisce benissimo che "parla" un gatto quando descrive oggetti e persone
    Piccolissimo refuso che ti segnalo: ad un certo punto usi il genere femminile per il "gattino", ovvero il ragazzo
    CITAZIONE
    Il gattino sembra l’unica a non essere interessata a me

    a rileggerci, ancora complimenti!
     
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    Madadayo!

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    Grazie Ulgo e Allen.

    Penso proprio che il filone felino diventerà uno che svilupperò.

    Adesso il difficile sarà ottenere un simile feedback anche nella
    produzione sugli umani (che sanno assai più complicarsi la vita).

    Stay tuned for Phase 2.

    Ulgo: Come ti ho detto a voce mi sono basato su una teoria che
    ritiene che i gatti ci vedano come "grandi gatti" laddove i cani
    riescano invece a percepire la differenza di specie.

    Ovviamente nessuno è ancora mai entrato nella testa di un gatto,
    tantomeno io. Quindi va preso con un pugno di erba gatta.
     
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    Ho apprezzato molto questa storia, davvero!
    Amo molto i racconti con protagonisti gli animali, trovo che diano uno sguardo sul mondo innovativo, un cambio di prospettiva che può aiutarci a togliere, anche solo per un momento, gli occhiali che indossiamo per vedere la realtà, sempre filtrata.
    Mi piace molto come il gatto, per riferirsi a oggetti mai visti, si riferisca ad essi con parole che effettivamente può conoscere. Mi piace anche molto l'idea che veda tutti come dei grossi gatti senza artigli e coda, non ero a conoscenza di questa teoria, ma nella tua storia mi ha fatto sorridere.
    Si vede che ami questi animali, e si nota anche con quanto impegno hai scritto la storia. Bravo! Stai migliorando molto
     
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    Qual è il sogno di una nave? Navigare o arrivare in porto?

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    Mi è piaciuto davvero molto questo breve racconto, sotto tutti gli aspetti.
    È lineare, scorrevole e invoglia il lettore a proseguire, tanto che, una volta arrivata alla fine, speravo ci fosse già un seguito.
     
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    alcune piccole imprecisioni che ho notato.



    Un rumore. Drizzo le orecchie. Qualcosa si avvicina: passi come frutti troppo maturi che cadono a terra. E il respiro un po’ in affanno di un passero col gozzo troppo pieno per levarsi in volo.

    Non c’è dubbio. E’ ( la è masciuscola è questa:È) proprio lei: la grande gatta.

    Entra dalla corteccia squadrata che delimita la mia porzione di tana nella grande colonia. Si volta verso di me, mostrando i denti.
    Spalanco le fauci in uno sbadiglio. Grossi gatti senza coda che camminano sulle zampe posteriori. A volte fatico ancora a crederci. Ma accettare la realtà è come sputare una palla di pelo. Da’ fastidio, ma poi ci si sente meglio.

    “Ehi Allen, amore. Come stai? Ancora in gabbia?”

    Si avvicina al nido di rametti lucenti in cui sono rinchiuso. Tra le zampe stringe una di quelle coperte che fanno quel delizioso rumore di foglie secche quando ti ci butti sopra. Si tengono tutte le cose più divertenti per loro, questi gattoni.

    La grande micia si scrolla di dosso la pelliccia, rivelandone un’altra del colore del latte. Potersi mimetizzare a piacimento, come quelle lucertole strabiche che ho visto una volta dentro al grande acquario luminoso. E’ affascinante.

    La gatta scocca una occhiata alla mia ciotola. “Ma non hai mangiato niente? C’era anche la medicina dentro!”

    Vuole quella roba? Si accomodi. Conosco quell’odore di cimice umida. L’ultima volta che l’ho sentito era nella tanta di un grande gatto bianco che me l’ha cacciata in bocca. Sono crollato addormentato come un micetto dopo la poppata, e al mio risveglio mi sono sentito più leggero sotto la coda. Da allora i richiami delle gatte in primavera mi lasciano più indifferente del tubare di un piccione.

    “Su, da bravo Allen. Fuori dalla gabbia!”

    Il nido si apre e mi stiracchio a dovere. E’ (È) ormai da trenta ciotole che sono stato catturato e iniziavo a sentirmi come un ratto in una tana di marmotte. E a dire il vero ho pure il pelo di una marmotta. Che disastro!

    “Bravo, fatti bello che oggi vengono a vederti per l’adozione. Magari vorranno davvero un bel micione morbido come te”

    Smettila di accarezzarmi! Sai quanta fatica ci vuole per…. proprio lì! Un po’ più forte. Ora a destra… Ehi dove vai? E i grattini sotto il mento?
    “Buongiorno! Prego, entrate!”

    Altri due gatti senza coda? Da dove sono sbucati? Come ho fatto a non accorgermene? Ah, già, le coccole. Non ha artigli, questa specie di mici( manca la a) ma sa come metterti fuori combattimento.

    I due nuovi arrivati sono una grossa gatta col pelo bianco sulla testa e un gattino. Gattino per modo di dire, visto che sarà il doppio di me. Come riescono a diventare così grossi, è un mistero. Forse è il latte. O forse si strafogano come un cane che ha saltato un pasto. I cani: gente( toglierei gente può trarre in inganno lascerei sono senza il senso della misura) senza senso della misura. Non c’è poi da stupirsi se poi ululano tutto il tempo per il mal di pancia!

    “Questo è Allen. L’abbiamo trovato due settimane fa. E’ sterilizzato e microchippato. E’ buono, coccolone…”

    “Veramente noi pensavamo a un gatto un po’ più giovane.”

    Qualcosa non va? Perché mi stanno guardando come l’ultima crocchetta rimasta nella ciotola?

    “Ma mamma! Io voglio un gattino!”

    “Non fare i capricci, Michele. E staccati un po’ da quel telefonino!”

    “Anche mia figlia è sempre a giocare con lo smartphone.”

    “Ormai ne sono dipendenti!”

    Il gattino sembra l’unica (l'unico) a non essere interessata a me. Ha gli occhi piantati su un sasso nero che stringe tra le zampe. Lo sfioro: troppo liscio per potersi rifare gli artigli.

    “Ehi… micio. Dai, lasciami stare!”

    Non ci posso credere. Quel sasso ha una specie di coda che oscilla a destra e a sinistra. A sinistra e a destra. A destra e a sinistra.

    “Lascia stare il mio cellulare!”

    Guarda come si arrabbia. Deve essere davvero prezioso. Forse è pieno di erba gatta. Dai fammi vedere, fammi vedere.

    “Mamma!”

    Un tonfo mi attraversa le orecchie e scatto indietro, col cuore che corre come topolino messo all’angolo.

    “Cosa c’è Michele, insomma?”

    “Mi ha fatto cadere il cellulare!”

    “Il cellulare, sempre il cellulare! Guarda come hai spaventato quel povero micio!”

    La gatta bianca allunga una zampa verso di me. Che cosa vuole? Oooh, sì. I grattini sotto il mento! E non dimentichiamo dietro le orecchie!

    “E’ cattivo! Io voglio un gattino!”

    “E invece penso proprio che questo micione faccia al caso nostro. Lo adottiamo.”
    [/QUOTE]

    il racconto è carino e credo che possa piacere, arriva semplice,immediato. ti ho segnalato le imprecisioni sperando di esserti stata utile, per la punteggiatura sono una schiappa. A rileggerti. :wub:

    Edited by Artemis. - 7/3/2020, 22:02
     
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    Madadayo!

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    Mille grazie a tutti per il tempo e attenzione e in particolare a Gemma per il
    breve editing.
     
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7 replies since 15/2/2020, 09:12   95 views
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