Il rifugio dello scrittore

Il sindaco e il bosco

Questa è una versione completa del testo, con la trama leggermente modificata. Spero vi possa piacere

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    abilitati in shoutbox
    Posts
    140

    Status
    Il sindaco e il bosco

    Era tardo pomeriggio ormai, le ombre si stavano facendo più lunghe ed era quasi ora di andare a casa dopo un altra giornata di duro lavoro, amministrare un paese, necessitava di una gran quantità di energia, anche se nessuno sarebbe stato d'accordo con lui.
    Un grido lacerò l'aria . - SINDACO, SINDACO VENGA PRESTO! -
    L'uomo alzò gli occhi al cielo, cosa poteva mai essere successo da doverlo chiamare in quel modo?
    Si alzò dalla scrivania, andò alla finestra e si accorse che davanti al municipio si stava radunando una piccola folla, nulla di buono quindi.
    Uscito dal suo ufficio, finalmente arrivo sull'uscio dell'edificio, sembrava che tutto il paese so fosse radunato in pochi minuti li davanti.
    - Allora, cosa succede, cosa c'è di tanto urgente?-
    Dalla folla, si fecero avanti un uomo e un ragazzo, li conosceva entrambi, erano Erok e Rooden Gatebrook.
    - Sindaco, il mio ragazzo le deve dire una cosa.-
    Il ragazzo era visibilmente scosso, graffi gli rigavano braccia e viso.
    - Allora, forza dimmi tutto giovane.-
    Rooden, prese coraggio e parlò.
    - Oggi io e mio fratello Giove, siamo andati a giocare al limitare del bosco, ci allenavamo con fionda e arco, ci eravamo portati da casa dei bersagli, ma poi,... Giove voleva entrare nel bosco, io ho cercato...gli ho detto di no, gli ho detto che era pericoloso signore, ma non mi ha dato retta ed è entrato...-
    - Va avanti, poi cosa è successo?-
    - Eravamo impressionati dalle piante, enormi, vedere i fiori. tutto ci sembrava bello, ci è sempre stato descritto come un posto terribile e mostruoso, ma non sembrava così, ma poi... -
    Il ragazzo era scosso da un tremore incontrollabile.
    - Poi Giove, deve aver visto uno scoiattolo sopra un ramo, io ero distratto da quello che mi circondava , e non sono riuscito a impedirgli di farlo....-
    - Fare cosa, svelto, dimmi!-
    - Lui ha mirato con la fionda, e ha centrato in pieno l'animale, lo ha ucciso, era tutto eccitato da quello che aveva fatto, diceva che aveva una mira eccezionale, ma io sapevo che dovevamo squagliarcela subito. -
    L'uomo aveva gli occhi chiusi, quello che era accaduto era gravissimo, la sua giornata di lavoro si era appena allungata e fatta molto pericolosa, poi il ragazzo proseguì.
    - lo stavo strattonando per portarlo via da li, quando tutto ha cominciato a muoversi, delle creature sono sbucate dagli alberi e ci hanno circondato, una di loro mi ha detto che avrebbero trattenuto Giove, una vita per una vita hanno detto- le lacrime rigavano il volto del giovane e parlava ormai fra i singhiozzi – mi hanno lasciato andare, io sono scappato, sono corso subito a casa.-
    La folla rumoreggiava, allora parlò Erok – Sindaco dobbiamo fare qualcosa, organizzare la milizia cittadina e andare a recuperare il mio bambino, non possiamo lasciare che quelle cose uccidano mio figlio.-
    Dalla folla arrivarono grida di approvazione e la tensione stava velocemente aumentando.
    La voce del sindaco squillò forte e chiara, - Voi per ora non farete nulla, l'unica cosa che farete è eseguire i miei ordini.- Nonostante l'uomo avesse ormai una cinquantina d'anni, e il suo corpo sicuramente non si poteva definire possente, se alzava la voce, tutti in paese si fermavano ad ascoltare.
    - Andro io, e io solo a recuperare il bambino, nessuno deve seguirmi, preparatemi un carro con un barile d'acqua, quella che teniamo nelle cantine del municipio e aspettatemi qui, devo tornare a prendere una cosa all'interno del municipio.

    L'uomo risalì le scale fino ad arrivare alla sala del consiglio, li, dietro la sua sedia assieme allo stemma cittadino c'era la : Lancia del Bosco” , la cosa più preziosa di tutto.
    Ricordava ancora il duro addestramento, quando da giovane faceva parte della milizia, e per usare quella lancia serviva un rigoroso addestramento.
    La Lancia del Bosco, era un dono che secoli prima le creature del bosco avevano dato al sindaco della cittadina come pegno di amicizia eterna fra le razze, ed era anche un arma molto efficace contro ogni minaccia che il bosco poteva scagliare contro la città, la sua forma ricordava un “ roncone*” un attrezzo che i boscaioli o i contadini utilizzavano per tagliare i rami secchi dalle piante, nonostante la sua lunghezza era estremamente utile perché poteva colpire sia di punta che di taglio, in più era intrisa della magia del popolo del bosco, che la rendeva più leggera e resistente di una lancia normale.
    Una volta presa e tornato dalla sua gente, salì sul carro che avevano appena preparato, poi parlò a Gustaf , il capitano della milizia.
    - Gustaf, raduna gli uomini, e assicurati che nessuno mi segua, la situazione è già abbastanza tesa e non ho bisogno di gente che agisca di testa sua intesi? -
    - Sissignore, provvedo subito.- poi aggiunse, - Uomini avete sentito ? Scorteremo il sindaco fino al limitare della città e poi non faremo passare nessun altro. -

    La voce dell'uomo si fece ancora una volta squillante.
    - Cittadini, mantenete la calma, andrò a recuperare il bambino, domattina al ritorno tutto sarà tornato alla normalità. -
    Così dicendo schioccò le redini, e partì seguito solo dalla milizia.


    Una volta fuori dall'abitato, si diresse verso il limitare del bosco, ormai era giunta la notte, una lanterna assieme alla luna, illuminava il suo cammino.
    Finalmente, arrestò il carro, posizionandolo col retro davanti al bosco.
    Si trovava ad una decina di metri dalla prima fila di alberi, con un'accetta spaccò il coperchio del barile d'acqua, poi prese la lancia e la lanterna, si mise a sedere sul prato ad aspettò.

    Dopo qualche minuto, le fronde degli alberi cominciarono a muoversi, sembrava che centinaia di rami si stessero spezzando uno dopo l'altro, d'improvviso una imponente figura usci allo scoperto.

    Era difficile da descrivere, gli uomini li chiamavano “matre”, la corporatura era umanoide, ma il corpo era un insieme di “cose”, fiori, alberi, insetti e bestie erano tutti uniti un quell'essere, in pochi passi fu davanti all'uomo, protese un braccio in avanti dal quale partirono quelle che potevano essere delle liane.
    Le liane passarono sopra al sindaco e si tuffarono nel barile d'acqua aperto
    - Buona quest'acqua, da dove viene?- La voce della creatura era molto profonda, ma non si capiva da dove potesse venire, dato che in quello che sarebbe dovuto essere il viso, non vi era traccia di bocca.
    - Proviene dai monti del Volturen, la conservavo per una occasione speciale.-
    La creatura fini di assimilare l'acqua poi si sedette.
    - Hai portato con te la lancia, hai fatto bene, la situazione è molto seria. -
    - Lo so Jugurmons, un nostro cucciolo ha sbagliato, sono venuto a trattare per la sua liberazione.-
    - La nostra legge la conosci, lo sai qual'è la punizione per chi uccide per divertimento.-
    - Lo so bene, ti assicuro che il cucciolo verrà severamente punito una volta tornato a casa. Per la vita che è stata tolta , sono disposto a rivedere al ribasso le quote della caccia di questo mese. -

    Il sindaco, era abbastanza tranquillo, Jugurmons non sembrava eccessivamente alterato per l'accaduto, ma ovviamente sapeva che anche lui aveva un popolo a cui doveva dare delle risposte, quindi mise subito sul piatto il massimo dell'offerta che aveva elaborato durante il viaggio.
    - In cambio della vita del cucciolo, vi offro la rinuncia a un cinghiale sui due cacciati di solito, ovviamente nessuno scoiattolo verrà cacciato da oggi a trenta giorni. -
    Il “viso” di Jugurmons, sembrò rilassarsi, sembrava che la proposta fosse di suo gradimento.
    - Quello che proponi è un ottimo scambio, ma temo che dovrai fare di più - disse l'antico - Fra le mie fila c'è chi vuole usare questo incidente per creare i presupposti per uno scontro.-
    Il sindaco cominciò a fissare la creatura, non si aspettava una risposta del genere.
    - Vorrei vedere il cucciolo, vorrei vedere come sta.-
    Con un cenno del capo Jogurmons fece uscire un altra creatura dal bosco, un altro imponente matre, fra le sue braccia c'era il piccolo Giove che non si muoveva.
    Era molto raro che qualcun altro si unisse agli incontri fra i due capi fazione, in tutta la documentazione letta dal sindaco era capitato solo altre due volte.
    - Lo abbiamo fatto addormentare con il profumo di certi nostri fiori, non temere per lui.-
    Il nuovo matre arrivato, si mise accanto a Jogurmons.
    Il bambino venne posato accanto ai due capi, a parte qualche graffio sembrava non avesse nulla di grave.
    - Anche ad un cervo, per lui il villaggio rinuncerà anche ad un cervo.-
    Il matre che aveva portato il bambino intervenne bruscamente.
    - NO, non baratteremo la sua vita con quella di altre creature del bosco, vogliamo la sua, lui ha infranto la legge e lui deve pagare. –
    Il sindaco rimase a bocca aperta, era incredibile che l'autorità di Jugurmons venisse messa in discussione in una occasione come quella.
    - Voi umani cercate sempre di violare le leggi, siete sempre pronti a infrangerle, siete una piaga per il bosco! -
    Il matre sconosciuto cominciò ad allungare ed avvolgere con le sue “dita liane” il bambino, portandolo in alto verso di se, voleva stritolarlo.

    Il sindaco, con uno scatto felino nonostante i suoi anni, prese la lancia da terra e con un fendente tranciò di netto una delle mani dell'aggressore, questo con un grido di dolore lasciò la presa sul bambino
    Jogurmons fu lesto a prenderlo al volo e a rimetterlo a terra, accanto all'umano, che ancora in piedi puntava la lancia verso l'aggressore.

    - Cosa...COSA MI HAI FATTO!- il matre dolorante si teneva l'arto troncato che perdeva un fluido di colore arancione.

    - Masoar sei uno sciocco, quell'uomo ti ha ferito con la Lancia delle Ere, la tua mano non potrà più ricrescere, ora vattene hai portato abbastanza disonore al tuo popolo, ne risponderai agli spiriti. -

    Il sindaco, seguì con lo sguardo il matre ferito fino al suo ritorno nel bosco, senza mai smettere di puntare la lancia nella sua direzione, poi una volta sparito fra gli alberi si rimise a sedere, controllò il bambino e solo allora posò la lancia.

    Jogurmons era impassibile, poi dopo qualche secondo parlò - Io...sono molto addolorato per quello che è successo, le nuove generazioni stanno crescendo con un rancore sempre maggiore verso gli umani.-

    Il sindaco disse solo - Non ti devi scusare Jogurmons, capisco bene quello che vuoi dire, sempre più giovani umani purtroppo, fanno sempre più fatica a rispettare le regole della nostra convivenza.-

    Il grande matre, cominciò a fissare il sindaco, come se volesse leggergli dentro, poi disse.
    - Dato che Masoar ha infranto una delle nostre leggi, per scusarmi, dichiaro che la tua prima proposta d'accordo per la restituzione del ragazzo, è accettata, rinuncerete a un cinghiale e agli scoiattoli per trenta giorni da oggi, ma potrete cacciare i cervi come al solito, rispettando le quote. -

    Con un inchino, l'uomo disse – Io ti ringrazio immensamente. ti prometto che il cucciolo sarà severamente punito per il suo gesto.-

    I due capi si fissarono un attimo, il silenzio fu rotto dal sindaco – Hai usato il tuo potere di premonizione vero? -
    - Quando ci siamo incontrati, hai detto che avevo fatto bene a portare la lancia, l'ho sempre portata ai nostri incontri ma non ti eri mai
    espresso così .-
    - Hai un grande intuito amico mio. Sì è vero, ho usato il mio potere di premonizione per dare una lezione a Masoar.
    Lui è uno di quelli che vorrebbe scatenare una guerra fra noi e voi, è importante che capisca che la guerra porta solo dolore e tu oggi glielo hai fatto capire bene.-

    L'umo era stupito, non credeva che Jogurmons potesse agire in modo così subdolo – Ecco perché non sei intervenuto quando ha stretto le liane attorno al cucciolo, tu volevi che io intervenissi, che io lo ferissi. -

    - Esatto, Masoar si reputa invincibile, pensa che le vostre armi non possano nulla contro di noi, oggi gli hai ricordato che non è così, le ferite inflitte dalla lancia sono insanabili persino per noi, ora tutti lo vedranno, tutti si ricorderanno che non siete indifesi. -
    - Spero che questo inganno, non rovini la nostra pace. - concluse poi l'imponente matre.

    - No, non rovinerà la nostra pace anzi, forse è servito a mantenerla per più tempo. Ora è il momento che torni in paese .-

    Uomo e matre si guardarono ancora un momento poi Jogurmons si voltò e tornò nel bosco, una volta caricato il bambino sul carro, il sindaco tornò in paese.
    Ormai davanti al municipio non c'era più la folla rabbiosa, il sonno aveva vinto la maggior parte dei cittadini, rimanevano solo pochi curiosi, il capitano Gustaf e il padre del bambino.

    Vedendolo arrivare, il papà gli corse in contro e quando vide suo figlio steso sul carro per poco non svenne.
    - Stai tranquillo, sta solo dormendo, ora portalo a casa nel suo letto, domani verrò personalmente a parlare con lui .-
    - Si signor sindaco, la aspetteremo.-

    La lancia fu messa al proprio posto, la milizia fu fatta tornare in caserma, e il sindaco tornò finalmente a casa.
    - Bojak, sei tu ?-
    La voce di sua moglie aveva sempre un suono soave, anche quando gli parlava nel dormiveglia.
    - Si amore mio, scusa il ritardo.-
    Finalmente la raggiunse in camera da letto.
    - Ho saputo del problema col bambino, sei riuscito a risolvere tutto? -
    - Si amore, tranquilla.-
    La moglie accenno un sorriso, poi bofonchio - Sei proprio un bravo uomo. -
    Il sindaco si infilo sotto le coperte, guardò gli occhi semichiusi della moglie e rispose.
    - Sono un brav'uomo con degli ottimi " amici", ma ora dormiamo domani avrò un altra giornata piena in municipio.-
    Baciò la moglie e si addormentò.

    *Roncone: Il roncone o ronco era un'arma inastata tipica delle milizie urbane italiane del XIV secolo ma citato nei documenti già del XIII secolo. Forgiato da un singolo pezzo, era un adattamento dalla roncola, attrezzo agricolo usato per tagliare i rami degli alberi. Lo scopo del roncone in battaglia era sia quello di trafiggere, sia quello di agganciare e disarcionare i cavalieri.
     
    Top
    .
0 replies since 29/12/2019, 22:57   37 views
  Share  
.