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1942 - Auschwitz
Erano luci leggere
i nostri pensieri
e come brezze del mattino
erano dolcezze.
Erano parole inviate
sull'ala di un amore,
che giocava a perdonare.
Oggi sono ricordi,
reliquie di un amore
mai goduto.
Talvolta dentro me
qualcosa lievitava ribollendo
e come in un piccolo giardino
custodito in fondo al cuore
lasciavo scorrere
la terra fra le dita
mentre lo sguardo abbracciava
quei vetusti alberi spogli.
Poi socchiudevo gli occhi
per lasciar volare i desideri
che mi cullavano
assieme al vento
e al tuo ricordo.
Una brezza leggera
ci scompigliava i capelli
mentre sognavamo le nostre mani
che ci accarezzavano dolcemente
in sfumature del colore
della sera.
Sorridevo e godevo di quell'attimo,
socchiudevo gli occhi
e sussurravo il tuo nome,
ma rischiavo di toccare l'immenso.
Oh mio Dio…
avrei potuto amarti
per gioco
come un vento passeggero
senza guardare i tuoi occhi.
Avrei potuto amarti
per puro piacere,
senza lasciarmi trasportare
dall'amore.
Avrei potuto amarti come
un'immagine scolpita,
ma eri ormai padrona
del mio cuore
e scelsi di prenderti per mano,
respirare la tua aria,
in attesa che quel vento
che non ama…
ci portasse via!
"Lettera, che un militare germanico scrisse a una ragazza ebrea...
detenuta nel campo e che fu ritrovata dopo guerra fra le carte del personale di servizio".