Il rifugio dello scrittore

Attimi cadenti

Atto I

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    ATTO I



    "L'amore inizia come un sentimento, ma continua per scelta.

    E io mi trovo a sceglierti, sempre di più ogni giorno."

    Justin Wetch



    2 luglio

    Ogni tanto mi ritrovo a soffermarmi su alcune cose, su di te. A soffermarmi sui dettagli del tuo viso, la pelle tirata dal sole sbocciato in piena estate. I tuoi capelli paiono spighe di grano dei campi di campagna, accarezzati dal vento e baciati dalla luce mattutina. Sembri miele, goccioli sulle mie labbra e mi fissi con i pozzi negli occhi.

    «Ho qualcosa di strano?»

    «Tu sei strana.» borbotto continuando a camminare sulle strade roventi in luglio. Le cicale mi martellano la testa e la sigaretta mi stuzzica il naso.

    Possiamo dire di non essere una coppia, o almeno, non qualcosa di stabile. Siamo delle libellule in volo, andiamo a zig-zag nella vita e magari capita di scontrarsi, per sbaglio. Con lei è stato così.

    Ci conoscevamo da tempo, forse da quando l'unico metodo di rimorchio era quello della casellina da barrare sotto la fatidica domanda "Ti vuoi fidanzare con me?". Forse sì, ci conoscevamo da allora. Dico conoscevamo perché ora sembra di non conoscerci più. Le nostre strade si sono divise e rincontrate molte volte, finché nel triennio delle scuole superiori ho cominciato a sentire un subbuglio nell'anima quando si palesava a me. Poi si sa, la maturità spezza i cuori e le relazioni di molta gente. Anche il mio, un po' ammaccato da questa sensazione nuova e dal tepore dei suoi occhi caldi.

    «Che cos'hai fatto per tutto 'sto tempo?» chiede dopo aver calpestato il mozzicone di sigaretta, con i flebili bagliori del tramonto alle spalle.

    «In quest'ultimo anno intendi? A dir la verità non quello che mi aspettavo.»

    «In che senso?»

    «Nel senso che ho passato l'ultimo anno cercando un qualcosa da fare, per completarmi, finendo per non fare niente. Siamo tutti così occupati a programmarci la vita, a pianificare cose grandiose, che ci dimentichiamo del tempo che passa. Non si è pronti all'istinto nel fare le cose. Ecco, direi che sia più una questione di pancia.»

    «Forse intendevi carpe diem—» mi fa lei, per canzonare.

    «No, sto parlando di pancia, di sentimento; ci avvisa, quando qualcosa non va: i morsi dettati dall'ansia, il malessere, il dolore, il calore di una gioia appena ricevuta; il buco del terrore. La confusione causata da quelle maledette farfalle. Tutti sentimenti e sensazioni.»
    Mi fermo un attimo, pensandoci su. «Forse... un po' come l'amore.» concludo in un soffio, quasi a non farmi sentire.

    La luce è svanita e l'ultima sigaretta si è completamente spenta, lasciando un pacchetto ormai vuoto nelle nostre mani e la testa piena di domande.


    Questa breve storia fu scritta come passatempo per un concorso di San Valentino sulla piattaforma Wattpad, non vincendo purtroppo. Un anno è quasi passato dalla pubblicazione ma sento ancora la sensazione che ciò che ho scritto non sia stato pienamente "apprezzato", o almeno, non abbia ricevuto delle critiche costruttive con lo scopo di farmi crescere come scrittrice. So che non è molto, che lo stile non è ricco e complesso come quello di tante altre opere più meritevoli, ma è un inizio. Spero di poter trasmettere qualcosa tramite queste vagonate di parole che ho riversato al tempo in più capitoli, non lunghi ma giusti per me.
    Aspetto con ansia un vostro parere sul poco che ora ho mostrato, ringraziandovi in anticipo! ^_^


    Edited by Dexys - 5/11/2019, 16:47
     
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    Ciao Dex,
    è un brano lirico, breve ma intenso, scritto in modo corretto e coerente, in un presente storico degno di un vero prologo. Le immagini sono nitidissime. La forma di esposizione è eccellente, sia in sintassi, sia in perfetta ortografia e nelle figure retoriche (anafora e metafora). Forse quel concorso aveva parametri precisi da rispettare e, quand'è così, accade che si vince o si perde anche per semplici dettagli parametrici, appunto.
    Magari ce ne fossero molte di persone come te, che conoscono bene l'idioma e le sue regole; difatti, questo è il punto di partenza - ineludibile - per qualsiasi testo o genere si voglia affrontare.
    Passo ai consigli:
    1. le maiuscole per "Luglio" e "Lei" non rappresentano un obbligo, e dunque non le userei, perché sono solo distrazioni per l'occhio. Talvolta si pensa che le maiuscole servano per evidenziare, e invece stridono, creando l'effetto opposto, ovvero un falso segnale.

    2. mi fa per canzonare Lei. In questa frase modificherei la sintassi per non far incorrere il lettore in fraintendimenti; sembra che lui voglia canzonare lei anziché il vero, cioè: è lei che canzona lui, giusto? Se sì, scriverei: mi fa lei, per canzonare. (nemmeno "per canzonarmi"... altrimenti si genererebbe un pleonasmo di pronomi).

    3. Nella stessa frase (semplice dettaglio grafico, che puoi correggere scovando il segno giusto nella mappa caratteri): il trattino di interruzione dialogo che hai usato in coda a carpe diem è quello molto lungo, più lungo di quello che sulla tastiera si ottiene col tasto Maiusc, che comunque non è centrato.

    4. Troverei un'altra forma nella frase che nomina la pancia con l'uso di lei: Lei ci avvisa quando qualcosa non va, ... Soltanto perché si genera una sorta di malinteso tra lei persona e lei pancia. Ergo, ti suggerisco semplicemente di omettere il pronome, lasciando sottinteso il soggetto, così: ci avvisa, quando qualcosa non va. Riepilogando, e usando un altro tipo di interpunzione che permetta di esprimere il cosiddetto "tratto tutto d'un fiato", che rafforza il pathos, scriverei:
    «No, sto parlando di pancia, di sentimento; ci avvisa, quando qualcosa non va: i morsi dettati dall'ansia, il malessere, il dolore, il calore di una gioia appena ricevuta; il buco del terrore, la confusione causata da quelle maledette farfalle. Tutti sentimenti e sensazioni.»
    Mi fermo un attimo, pensandoci su. «Forse... un po' come l'amore.» concludo in un soffio, quasi a non farmi sentire
    .
    Quasi a non farmi sentire è bellissima, perché è un'immagine forte, chiarissima, molto efficace.

    5. Il pozzo è l'immagine degli occhi coi lucciconi? Se sì, userei il plurale, così: ... goccioli sulle mie labbra e mi fissi con i pozzi negli occhi. (Mai scivolare in: con due occhi, perché gli occhi sono - scontatamente - sempre due, come le mani, gli orecchi ecc). ;)

    Lascio il passo a qualcun altro e mi complimento con te.
     
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    Ti ringrazio infinitamente Axum! Mi scuso di non averti risposto prima ma ero a lezione ^_^
    Le correzioni datemi sono assolutamente azzeccate, cose a cui una me quindicenne (l'età che avevo al momento della stesura) non avrebbe dato peso, con il solo obbiettivo di scrivere subito e di getto, senza una degna rilettura e correzione.
    Mi permetto di modificare il testo secondo i tuoi consigli e a cercare di revisionare le parti seguenti, in modo da migliorarne lo fluidità.
    Ripeto, è veramente un piacere ricevere i tuoi aiuti e ti ringrazio anche per i "complimenti" (per me valgono moltissimo) a inizio messaggio!
    Conto di risentirti quando pubblicherò il testo successivo a questo :D
     
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2 replies since 4/11/2019, 19:47   43 views
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