Il rifugio dello scrittore

Non ho ancora in mente il titolo per la mia storia

Capitolo 3

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    Beh. questo è l'ultimo capitolo che non ho scritto proprio io


    Capitolo 3



    Quella notte Arianna aveva dormito pochissimo. La gatta che aveva adottato, rispondendo a una richiesta d’aiuto del canile di Latina, le aveva dato il tormento. Era ancora cucciola e aveva tanta voglia di giocare, incurante del suo bisogno di dormire e del fatto che fosse notte inoltrata.
    Era una bellissima pallina di pelo nero, nata nel canile di Latina da una cucciolata di tre gattini. I fratellini erano stati subito adottati mentre Morgana, questo era il nome che le aveva dato, fu l’ultima ad essere presa.
    Quando la ragazza la vide per la prima volta se ne innamorò subito; nonostante la gattina fosse scontrosa, timida e impaurita, Presto si addolcì. Cominciò a fidarsi della ragazza e ad amare la sua nuova casa.
    Iniziò ad amare pure la sua padrona e, quando tornava dal lavoro, l’accoglieva sempre strofinandosi su di lei e facendole le fusa. L’aspettava per poter mangiare insieme a lei e, dopo circa una settimana, nonostante le sue proteste, la convinse che un gatto era indispensabile nella sua camera da letto, per proteggerla da un’eventuale intrusione di topi. La casa era circondata da un vasto giardino.
    Arianna dopo vane proteste aveva finito per capitolare. Morgana soddisfatta le si accucciava ogni notte sui piedi, vigile per proteggere la sua padrona nel caso qualche topo potesse spaventarla.
    Verso le cinque del mattino, quella notte, Morgana, stanca delle sue scorribande rumorose per tutta la casa, alla fine si era addormentata e lo stesso aveva fatto la sua proprietaria, stremata, staccando il telefono per non essere disturbata. L’indomani era libera e voleva dormire almeno fino a mezzogiorno.
    Verso le 9 un suono squillante e fastidioso la svegliò di colpo, facendola sobbalzare nel sonno. Per fortuna si riaddormentò subito.
    Di nuovo quel suono terribile si insinuò nel suo sonno. Si girò verso la sveglia, frantumandola con un pugno, ma si accorse subito che non era la responsabile di quel baccano e si ricordò che non dovendo andare al lavoro quel giorno non l’aveva nemmeno caricata. Non era neanche la suoneria del cellulare che giaceva immobile e silenzioso sul comodino. Alla fine si accorse che era il citofono, e quindi capì che era meglio rispondere e vedere chi era. Aprì la finestra e, spalancando le imposte, diede un’occhiata al cancelletto d’ingresso. Era il postino, aveva in mano un pacco e sembrava impaziente di consegnarglielo, nemmeno contenesse un ordigno.

    «Buon giorno, dottoressa, l’ho disturbata?»

    «No, stavo solo dormendo!» Rispose Arianna sarcastica

    «Mi scusi, l’ho svegliata. Sono mortificato!»

    «Non fa niente, cosa c’è?»

    «Ho un pacco per lei». Disse tirandolo fuori.

    «Bene, le apro subito il cancello, lo lasci pure nel giardino!»

    «No, dottoressa, non posso! È un pacco di posta celere, assicurato, deve firmare lei per ritirarlo».

    «Ok, mi arrendo! Mi dia due minuti per ritrovare i miei pezzi sparsi per la casa, mi ricompongo e scendo giù».

    Dopo poco più di due minuti Arianna era già al cancello. Non ancora aggiustata del tutto ma perfettamente sveglia. Firmò la ricevuta che il postino le porse con aria colpevole e ritirò il pacco dalle sue mani impacciate.
    Esso veniva dall'Ufficio postale di Nemi, era ben confezionato e il suo indirizzo era stato scritto nientedimeno che in caratteri gotici e con inchiostro di china. Lo agitò un pochino portandolo vicino all'orecchio, per cercare di capire cosa contenesse. Non si sentiva nessun ticchettio o rumore sospetto, non era una bomba questo era sicuro. Ci aveva pensato sul serio, doveva essere la sonnolenza.
    Lesse il nome del mittente: Greta. Questo la confuse un po’. Lei non conosceva nessuno che si chiamasse Greta.

    *



    Intanto, nel cortile dell’università dove Arianna faceva la ricercatrice, Greta ed Ingrid stavano aspettando che quest’ultima arrivasse.

    «Speriamo che basti, a scatenare la sua curiosità».

    «Vedrai che andrà bene. Cerca di essere ottimista. Ed aspettiamo».

    *



    Non dovettero aspettare troppo prima che Arianna finalmente si facesse viva. Quest’ultima era rimasta sorpresa dal contenuto del pacco e, dopo aver fatto qualche ricerca, si era recata subito nel luogo dell’appuntamento per ricevere delle risposte.
    Una volta avvicinatasi a loro, la ricercatrice tirò fuori da dentro la giacca quello che aveva trovato nel pacco, ovvero un oggetto lungo e ricurvo, appuntito, piuttosto grande, fossilizzato da molto tempo. Si trattava di una zanna. Una zanna appartenente ad un misterioso animale piuttosto grande, di cui però non riusciva a comprendere l’origine.

    «Siete state quindi voi a mandarmi questa zanna?» Chiese mostrandola a loro.

    «Si. Lei è Greta ed io sono Ingrid».

    «Bene. Piacere di conoscervi».

    Attese una qualche altra spiegazione.

    «Beh, mia cara, in realtà neanche noi sappiamo di cosa si tratta a dire il vero». Rispose Greta. «Pensavamo potesse aiutarci, non è lei un’ottima biologa? Semplicemente stavamo facendo una passeggiata al lago Turano, quando all’improvviso abbiamo trovato una enorme Sinkhole nel bosco vicino al lago. Ci siamo avvicinate, ed abbiamo trovato il dente dentro la buca».

    «Davvero? C’è una nuova Sinkhole? Come mai allora non ne hanno ancora parlato al telegiornale?» Chiese Arianna confusa.

    «È semplice. Non lo abbiamo ancora detto a nessuno». Rispose Greta.

    «Che cosa? Ma perché non l’avete fatto? Lo capite che una cosa del genere non andrebbe nascosta?»

    Il suo entusiasmo con certe cose si mischiò allo stupore.

    «Vedi,» Disse Greta «Noi abbiamo molti soldi, anche se viviamo in modo semplice, ma non abbiamo mai fatto nulla nella vita per cui la gente si ricordi di noi. E quando abbiamo trovato questa zanna nella Sinkhole abbiamo pensato che forse poteva essere la nostra occasione per fare qualcosa che ci portasse notorietà. Volevamo avere un merito in questa storia. Senza possibilità di essere eclissate. Per cui abbiamo pensato di spendere il nostro denaro per mandare una squadra ad investigare all’interno della Sinkhole prima che lo facesse qualcun altro».

    «Ah, capisco». Disse Arianna «Pensate che forse il resto dello scheletro a cui appartiene il dente possa trovarsi all’interno. Forse potrebbero essercene più di uno».

    «Certo. Hai visto Ingrid? La bambina è davvero molto intelligente. Infatti abbiamo guardato dentro ed abbiamo trovato una vera caverna sotterranea. Potrebbe esserci qualcosa di davvero grosso laggiù. Quindi abbiamo già preparato una squadra per una spedizione. Ci manca solo lei e siamo apposto. L’abbiamo scelta con una selezione accurata e pensiamo che lei possa essere la persona giusta per questa cosa. Una volta accettato possiamo partire anche subito se vuole». Spiegò Greta.

    «Allora che ne dice?» Chiese allegramente Ingrid «Ci sta?»

    Le due rimasero ad attendere la risposta di Arianna, convinte che avrebbe detto di sì. Conoscevano benissimo la sua passione per l’ignoto ed i misteri. Era impossibile che si tirasse indietro. Quando la ricercatrice diede finalmente la sua risposta, non fu quella che si aspettavano.

    «Avete già scelto tutti per questa spedizione?»

    Le due vecchiette rimasero sorprese da quella domanda.

    «Si. Perché?»

    «Beh, perché c’è qualcosa di cui dovremmo parlare prima. Io parteciperei volentieri. Ma vorrei mettere in chiaro che lo farò ad una condizione».

    «Del tipo?» Chiesero le due vecchiette contemporaneamente.

    E così cominciò la trattativa di Arianna per avere quello che voleva.

    Edited by l.pallad - 8/10/2019, 14:09
     
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