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L'uomo risalì le scale fino ad arrivare alla sala del consiglio, li ,dietro la sua sedia assieme allo stemma cittadino, c'era la : Lancia del Bosco”, la cosa più preziosa di tutto. Una volta presa e tornato dalla sua gente, salì sul carro che avevano appena preparato, poi parlò a Gustaf, il capitano della milizia. - Gustaf, raduna la milizia, e assicurati che nessuno mi segua, la situazione è già abbastanza tesa e non ho bisogno di gente che agisca di testa sua intesi? - - Sissignore, provvedo subito.- poi aggiunse - Uomini avete sentito ? Scorteremo il sindaco fino al limitare della città e poi non faremo passare nessun altro. -
La voce dell'uomo si fece ancora una volta imponente. - Cittadini, mantenete la calma, andrò a recuperare il bambino, domattina al ritorno tutto sarà tornato alla normalità. - Così dicendo schioccò le redini, partì seguito solo dalla milizia. Una volta fuori dall'abitato, si diresse verso il limitare del bosco, ormai era giunta la notte, una lanterna assieme alla luna, illuminava il suo cammino. Finalmente, arrestò il carro, posizionandolo col retro davanti al bosco. Si trovava ad una decina di metri dalla prima fila di alberi, con un'accetta spacco il coperchio del barile d'acqua, poi prese la lancia e la lanterna e si mise a sedere sul prato ad aspettare.
Dopo qualche minuto, le fronde degli alberi cominciarono a muoversi, sembrava che centinaia di rami si stessero spezzando uno dopo l'altro, quando una imponente figura usci allo scoperto. Era difficile da descrivere, gli uomini li chiamavano “matre”, la corporatura era umanoide, ma il corpo era un insieme di “cose”, fiori, alberi come insetti e bestie erano tutti uniti un quell'essere, in pochi passi fu davanti all'uomo, protese un braccio in avanti dal quale partirono quelli che potevano essere delle liane. Le liane passarono sopra al sindaco e si tuffarono nel barile d'acqua aperto. - Buona quest'acqua, da dove viene?- La voce della creatura era molto profonda, ma non si capiva da dove potesse venire, dato che in quello che sarebbe dovuto essere il viso, non vi era traccia di bocca. - Proviene dai monti del Volturen, la conservavo per una occasione speciale.- La creatura fini di assimilare l'acqua poi si sedette. - Hai portato con te la lancia, hai fatto bene, la situazione è molto seria. - - Lo so Jugurmons, un nostro cucciolo ha sbagliato, sono venuto a trattare per la sua liberazione.- - La nostra legge la conosci, lo sai qual'è la punizione per chi uccide per divertimento.- - Lo so bene, ti assicuro che il cucciolo verrà severamente punito una volta tornato a casa, per la vita che è stata tolta , sono disposto a rivedere al ribasso le quote della caccia di questo mese. - Il sindaco, era abbastanza tranquillo, Jugurmons non sembrava eccessivamente alterato per l'accaduto, ma ovviamente sapeva che anche lui aveva un popolo a cui doveva dare delle risposte, quindi mise subito sul piatto il massimo dell'offerta che aveva elaborato durante il viaggio. - In cambio della vita del cucciolo, ti offro la rinuncia a un cinghiale sui due cacciati di solito, e ovviamente nessun scoiattolo verrà cacciato da oggi a trenta giorni. - Il “viso” di Jugurmons, sembrò rilassarsi, sembrava che la proposta fosse di suo gradimento. - Quello che proponi è un buon scambio, ma temo che dovrai fare di più.- - Fra le mie fila c'è chi vuole usare questo incidente per creare i presupposti per uno scontro.- Il sindaco cominciò a fissare la creatura, non si aspettava una risposta del genere. - Vorrei vedere il cucciolo, vorrei vedere come sta.- Con un cenno del capo, Jogurmons fece uscire un altra creatura dal bosco, un altro imponente matre, fra le sue braccia c'era il piccolo Giove, non si muoveva.
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