Il rifugio dello scrittore

Idolo di pietra

prologo per un racconto fantasy

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    Idolo di pietra

    Esiste un'antica profezia, tramandata oralmente attraverso i millenni, che parla di una sciagura terribile che sancirà la scomparsa del popolo ?.
    Questa profezia dice che millenni fa gli antenati del popolo ? vennero avvisati dagli Dei Antichi di una entità invisibile che chiamarono semplicemente “Il nemico degli Dei”, che avrebbe sterminato i figli degli ?, corrompendo gli sciamani e la stessa terra ai suoi blasfemi voleri.
    Nel timore di questo terribile nemico mandato contro di loro dal destino, il Re Hotu-Mota, circa 600 anni fa, preparò la sua gente ad una migrazione collettiva verso altre isole lontane ed isolate, nella speranza di poter sfuggire alla propria estinzione. Fu così che gli ? intrapresero un lungo ed estenuante viaggio, a bordo di lunghe canoe di legno, attraverso l’oceano, e così giunsero a ?. L’isola sembrava ideale: aveva vegetazione rigogliosa, cacciagione in abbondanza e mare pescoso; inoltre, era talmente distante da qualsiasi altro posto del mondo conosciuto dai ? da essere chiamata ?, ossia “Il Centro del Mondo”.
    La vita poteva riprendere felicemente per gli ?, quando il vulcano dell’isola si risvegliò e seminò morte tra i ? . La gente era in preda al terrore, temendo fosse opera del “Nemico degli Dei”; apparve allora un uomo, di nome ?, che si disse portatore di un nuovo Dio, “?”, più potente di tutti gli altri antichi Dei, che non temeva neanche il “Nemico degli Dei”. Dapprima furono in pochi a prestar fede al nuovo sciamano, ma il vero sciamano volle rassicurare il proprio popolo della forza degli antichi Dei, e fece scolpire la prima statua protettrice dell’Isola. Questa era una statua raffigurante un volto dalle fattezze vagamente umane, dalle dimensioni enormi (circa 10 m di altezza), che veniva piantata profondamente nel terreno lungo la costa, in modo da essere rivolta verso il mare, e coperta da una grande pietra rossa raffigurante un cappello. Dopo la costruzione della prima statua, lo sciamano del nuovo Dio scomparve, improvvisamente e misteriosamente. Da allora la gente non dovette più temere le ire del vulcano, e tanto fu l’entusiasmo per le ciclopiche statue, chiamate Tikki, che la loro creazione divenne presto l’attività principale di tutti gli ?. Alla morte di un uomo importante del villaggio, il rituale funebre voleva che a lui venisse dedicata una statua, e che lo spirito dei morti riempisse la pietra per proteggere i vivi. I resti di queste persone venivano sepolti sottoterra, ai piedi della statua stessa. Alla morte dello sciamano, a lui fu dedicata la prima e più imponente statua.
    Passarono i secoli, e la gente di ?, lentamente, perse di vista tanto lo scopo della realizzazione delle statue, quanto gli incantesimi protettivi che venivano lanciati sulle stesse dagli antichi sciamani. Si formarono due distinte classi sociali, quella dei “Lunghi-orecchi”, i nobili, e quella dei “Corti-orecchi”, i popolani. I Lunghi-orecchi non partecipavano alla costruzione delle statue né alle attività atte a procacciare il cibo per il villaggio, e nonostante fossero molti meno dei Corti-orecchi, tenevano per sé più della metà del cibo e di quanto di prezioso esistesse. Quando i Corti-orecchi si ribellarono, i Lunghi-orecchi, che avevano i guerrieri ai loro ordini, ricacciarono la ribellione nel sangue e resero i Corti-orecchi loro schiavi. Gli animi non furono però sedati, e l’odio dei Corti-orecchi non fece che aumentare. Inoltre, i frutti della natura divennero velenosi e anche gli animali della jungla che dagli alberi traevano nutrimento perirono. La fame si diffuse tra la popolazione, ma i Lunghi-orecchi non si curarono delle richieste dei Corti-orecchi di distribuire il cibo ed interrompere la fabbricazione di statue, non rendendosi conto del grande pericolo cui tutti andavano incontro.
    La situazione sfociò in una sanguinosa guerra civile, che vide il massacro di centinaia di uomini, ed il rapido diffondersi del cannibalismo.
    Il capo dei Corti-orecchi incitava la gente alla lotta al grido: “Se non c’è più carne di cui nutrirci sull’isola, loro (i Lunghi-orecchi) saranno la nostra carne!”
    Questa è la storia del popolo dell'isola, e la situazione nel momento in cui gli avventurieri vi giungono.

    Nel caso in cui qualcuno voglia sviluppare un racconto basandosi su questo prologo abbozzato. L'idea era di farne un'avventura per D&D in un'ambientazione horror-gotica, ma anche esotica, per cui l'ambientazione si colloca su un'isola misteriosa popolata da selvaggi, che da vari elementi si capisce sia l'Isola di Pasqua. Gli elementi horror sono rappresentati, ad esempio, dal cannibalismo, e i cannibali potrebbero essere diventati ghoul o altri mostruosi umani degenerati come da tradizione dei rpg fantasy, oppure potrebbe esserci dei cultisti degli antichi dei e del "Nemico degli Dei", che potrebbe riallacciarsi al ciclo di Chtulhu, e quindi con invocazioni a qualche Grande Antico, o cose del genere, ecc.
    Per chi avesse idee più originali di queste, o volesse comunque cimentarsi con l'intreccio, la creazione degli ambienti e dei personaggi e quant'altro, non esiti a fare proposte, nonché a trasformare questa trama, anzi questo prologo, in un racconto vero e proprio.
     
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