Il rifugio dello scrittore

Vendetta per Colle Bianco

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    Salve a tutti, questo è un piccolo esperimento di scrittura, un racconto incentrato solo e soltanto su una battaglia, vorrei chiedervi cosa ne pensate, grazie mille in anticipo per le risposte

    Il sole era un pollice sopra l'orizzonte, la mattinata si presentava meravigliosa. Non una nuvola, il sole caldo e luminoso sopra le loro teste.
    Gli dei guardavano, pronti a godersi lo spettacolo.
    Attorno a Roik, i mille e cinquecento orchi della Guardia. Mille e cinquecento soldati armati e vestiti del miglior acciaio nanico disponibile.
    Roik soppesò la sua ascia, stringendo per l'ennesima volta le cinghie dello scudo alle sue spalle, accanto a lui altri orchi facevano lo stesso.
    I più vecchi digrignavano i denti, pestavano i piedi e si torcevano le mani. Volevano sangue, e non sangue qualsiasi.
    Lo stendardo dello jarl Wuillag sventolava fiero proprio davanti a loro, un inconfondibile puntino rosso nel mare di vessilli color oro.
    La Guardia era in posizione avanzata, un muro di asce, scudi e lance piazzato su una collinetta proprio davanti al centro nemico. Sui suoi lati si schieravano le lunghe lance dei battaglioni del Popolo Barbuto, mentre subito dietro di lei c'era lo stendardo personale dell'Autarca.
    Il sommo signore di tutte le roccaforti naniche stava finendo il suo giro per incoraggiare i suoi fanti, la sua posizione sottolineata dai dieci alfieri attorno a lui.
    Nessun clan nanico si era sottratto alla chiamata, tutti avevano contribuito con almeno un battaglione.
    Le città stato dell'ovest con più truppe delle altre, lancieri, balestrieri, cavalieri. Tutto per difendersi dai Sersiani decisi a sottrarre loro la costa.
    Almeno, questo era quanto Roik e gli altri orchi della Guardia avevano saputo. Tutta la parte su vecchi trattati, vecchie leggi e antichi contratti non l'avevano ascoltata quando l'Autarca era venuto a ripetere il suo discorso davanti a loro.
    Lo stendardo rosso di Wuillag era l'unica cosa che importava.
    I più vecchi quasi avevano travolto l'Autarca, quando era parso che un piccolo drappello di cavalleria nemica stesse avanzando. C'erano volute molte urla ed un buon numero di calci per riportare l'ordine nelle file.
    La Guardia doveva difendere il centro dello schieramento, nient'altro. Non doveva avanzare, non doveva muoversi.
    Solo rimanere fermi e uccidere.
    Roik sentiva le gambe come muoversi da sole. Le parole di suo nonno gli rimbombavano nelle orecchie
    "Wuillag il codardo, che si fa chiamare jarl dopo aver preso il titolo con l'inganno" diceva il vecchio orco, steso su un letto di stracci mentre le gambe gli andavano in cancrena "dall'alba al tramonto, dall'alba al tramonto sono morti davanti a noi. Ha mandato avanti un bastardo con le sue armi, l'ha fatto ammazzare e poi ci ha travolto, quando siamo scesi a rompere la schiena al nemico"
    Roik aveva capito col tempo che non era tutto vero, ma quando a cinque anni aveva visto il nonno morirgli davanti con quelle parole, quando aveva visto suo padre bestemmiare e piangere nel campo di sopravvissuti, lì aveva giurato di vedere Wuillag morto.
    E con lui tutti i quattromila orchi, giovani e vecchi, bambini troppo piccoli per capire davvero le parole e vecchi canuti che le conoscevano anche troppo bene.
    E adesso erano a pochissimo dal compiere quel giuramento. Gli ultimi millecinquecento sopravvissuti alla battaglia del Colle Bianco.
    Un suono di trombe dall'altra parte della piana lo richiamò al presente, costringendolo a concentrarsi sulla battaglia.
    Le bandiere del nemico si stavano avvicinando, punti colorati nella polvere sollevata dalle loro formazioni.
    Al centro del polverone si intravedevano delle figure più alte, e che avanzavano più velocemente delle altre, dritte verso di loro.
    I Sersiani mandavano subito in avanti la cavalleria, decisi a sfondare il centro e chiudere subito la battaglia
    -Lance davanti, tenete la posizione!- urlò il capitano vicino a Roik, mentre il comandante della Guardia urlava un piccolo e veloce discorso d'incoraggiamento.
    Roik non si preoccupò di cosa diceva, non gli importava. Tutta la sua attenzione era sulle quattro file di lancieri davanti a lui, stretti spalla a spalla con gli scudi sovrapposti e le armi abbassate.
    L'orco strinse più forte l'ascia, sentendosi digrignare i denti. La solita ansia di quando si trovava in battaglia non c'era.
    L'unica cosa che sentiva era una furia che non sapeva nemmeno di possedere, un bisogno di uccidere che non aveva mai provato.
    Nemmeno quando aveva raccolto i cadaveri di amici e parenti, nemmeno quando aveva potuto vendicare le loro morti a colpi d'ascia, aveva sentito così forte l'impulso omicida
    -Harrald!- urlò un orco alla sua destra, un vecchio rugoso con un'imponente barba bianca.
    Il vecchio alzò l'ascia in alto, facendo tintinnare la cotta di maglia e girandosi per quanto possibile per guardare tutti attorno a lui
    -Harrald! Harrald!- prima i più vecchi, poi mano a mano tutta la Guardia prese a scandire il nome del vecchio jarl caduto sedici anni prima al Colle Bianco.
    Gli orchi stavano ancora urlando, quando i cavalieri nemici spronarono i cavalli alla carica, le lance abbassate contro il loro muro di scudi.
    Giunti a pochi piedi dalla Guardia, alcuni cavalli esitarono, infastiditi dalle armi puntate contro di loro e dalle urla degli orchi.
    Quei cavalieri che riuscirono a spronare gli animali se li videro trafitti dalle punte acuminate. Un orco in prima linea, davanti a Roik, venne buttato a terra dalla massa di un cavallo lanciato al galoppo, l'arma del cavaliere riuscì a puntare il soldato dietro, ma quello fu abbastanza lesto da scansarsi per tempo.
    Roik vide il cavallo che si girava e rigirava nel piccolo spazio, impacciato dall'armatura, dalle lance degli orchi e dagli animali che sopraggiungevano.
    Un altro cavaliere sfruttò il piccolo varco, spingendo a forza la cavalcatura addosso ai lancieri, mulinando all'impazzata una mazza ferrata per farsi largo.
    E alla fine fu abbastanza vicino. Roik ed un altro orco sporsero le lunghe asce, agganciando gli uncini alla maglia di ferro ed alla carne del cavaliere.
    L'uomo non riuscì ad opporre resistenza, mentre l'animale si girava impazzito dal dolore e i due orchi lo trascinavano a terra.
    Crollò in modo scomposto, e Roik non si curò di chi lo eliminò, o se semplicemente rimase lì a morire per la calca.
    Poco dopo, un altro cavaliere arrivò a portata, fermo nella mischia e abbastanza abile da tenere a distanza un paio di lancieri con la sua arma.
    Roik fece un paio di passi in avanti, urlando per farsi coraggio. Mentre il cavaliere affondava la lancia contro lo scudo di un orco, lui gli calò la pensate ascia sulla gamba.
    Il suono di ossa rotte lo ricompensò, ammirò il cavaliere urlare per il dolore e crollare a terra, alcuni lancieri già pronti a finirlo.
    Nessuno degli orchi avrebbe saputo dire quanto durò, ma alla fine i cavalieri sersiani si ritirarono. Gli orchi della Guardia ripresero a scandire il nome del loro jarl morto, accompagnato da urla e dal rumore di armi battute contro gli scudi.
    E Tuyr, Padre della Schiera, ascoltò le loro preghiere. Il vessillo dello jarl Wuillag si mosse in avanti, seguito dagli orchi ai suoi ordini.
    Urla di esultanza si alzarono dalla Guardia, mentre i nemici si avvicinavano.
    Qualche sergente e capitano provò a tenere a freno la truppa, urlando l'ordine di rimanere fermi, ma quando le asce lunghe furono fatte avanzare in seconda linea, per meglio usarle contro i fanti, ed il grosso dei veterani si trovò così vicino al fronte, ci fu poco da fare.
    Rimasero fermi mentre gli orchi di Wuillag percorrevano la pianura, rimasero fermi quando si avvicinarono alla collina, rimasero fermi perfino quando iniziarono a risalirla.
    Roik, come molti altri, come forse tutti attorno a lui, sentiva il cuore prendere a pompare sempre più forte. Non sentiva stanchezza, non sentiva la fatica dello scontro appena terminato.
    Accanto a lui un altro orco aveva un taglio sulla fronte da cui colava sangue, un altro aveva una spalla squarciata, un terzo quasi non piegava il braccio sinistro.
    Roik stesso si accorse di avere un taglio alla guancia solo quando sentì il sapore del sangue in bocca. Non gli importava.
    Si sentiva più vivo adesso di quando non lo era mai stato
    -Harrald!- urlò di nuovo il vecchio orco, con l'ascia rossa di sangue alzata al cielo.
    Poi caricò, senza attendere oltre, diretto verso la vendetta, la morte, o entrambe.
    Come mosse il primo passo, il resto della Guardia lo seguì. Forse il comandante urlò qualcosa, forse i sergenti provarono a fermarli.
    Roik sapeva solo che tutti stavano correndo in avanti, dritti verso lo stendardo rosso.
    Gli orchi che sopraggiungevano, stretti nel muro di scudi, prima rallentarono, poi si fermarono mentre la massa della Guardia piombava su di loro.
    Lo stendardo rosso, tenuto da un cavaliere orco, segnava dov'era lo jarl, accompagnato dalla sua guardia di cavalleria.
    Roik mirò a lui, disinteressandosi quasi degli orchi nel mezzo. Le prime file della Guardia cozzarono contro le prime dello jarl, gli scudi usati come arieti.
    Il rumore di legno contro legno, di ferro contro legno, ferro contro carne, e poi urla, bestemmie e suppliche riempirono l'aria.
    Roik fu abbastanza vicino per colpire con l'ascia. Vide un nemico parare il colpo di un lanciere, e calò la lama sulla sua testa.
    Il cranio dell'orco si spezzò all'impatto, una fontana di sangue che saliva in alto. Quando liberò l'arma, notò subito un altro bersaglio.
    La lama stavolta colpì alla spalla, tagliando l'armatura di cuoio, sempre seguita da una fontana di sangue.
    Roik prese ad urlare, cercando e colpendo altri orchi nemici. Vedeva appena i cavalieri dello jarl, e il non poterli raggiungere per la calca lo faceva infuriare.
    Wuillag, nelle sue armi lucenti, pareva agitato, mentre cercava di dirigere le sue truppe. Un cavaliere orco cadde, trafitto da una lancia.
    Lo jarla sussultò sul suo cavallo
    -Codardo!- urlò Roik, spingendo il lanciere davanti a sé -codardo! Combatti! Combatti da orco!-
    di colpo l'orco accanto a lui prese a urlare "codardo", poi altri vicino.
    Alla fine l'intera Guardia scandiva l'insulto, mentre un secondo cavaliere cadeva a terra, e di colpo il muro di scudi iniziava a cedere.
    Wuillag prese a girare il cavallo, l'ascia stretta in pungo, mentre le sue guardie del corpo provavano a trattenere la furia degli orchi esiliati.
    E all'improvviso, Roik si trovò vicinissimo allo jarl. Solo un fante nemico ed un lanciere tra lui e la vendetta.
    Un singolo scatto per compiere il suo giuramento, un solo fendente per ripagare la promessa vecchia di sedici anni che gli premeva nel petto.
    Roik strinse più forte l'arma, e corse in avanti, seguito da un paio di compagni. L'orco calò la lama con tutta la sua forza, mirando in maniera confusa alla gamba dello jarl.
    Il fante nemico che era tra lui e Wuillag, in uno slancio di fedeltà, provò ad intercettare l'arma. L'ascia spaccò lo scudo, affondando fino al braccio sottostante in un'esplosione di legno e sangue. Roik si trovò con l'arma incastrata, e mentre l'altro cadeva a terra, gli mise un piede addosso per liberarla.
    Wuillag intanto aveva abbattuto l'orco alla sua sinistra, ma il vecchio alla destra di Roik gli era arrivato addosso.
    Il vecchio orco rugoso quasi non notò il fendente d'ascia dello jarl, lo afferrò per la tunica e prese a tirare. Roik lasciò stare l'ascia e andò ad aiutarlo.
    Wuillag non riuscì a tenere l'equilibrio, cadde da cavallo perdendo l'ascia, ed il vecchio orco gli fu addosso, stringendogli le mani attorno al collo.
    Un cavaliere orco, sfruttando la massa del cavallo, venne in soccorso del suo signore. Roik fu più veloce, raccolse l'ascia del vecchio orco, abbandonata nella foga, e menò un colpo a due mani verso il cavaliere.
    Colpito al petto, quello cadde all'indietro come una bambola di pezza, mentre il cavallo crollava trafitto dalle lance
    -Harrald! Harrald Zannablu! Colle bianco!- le urla del vecchio orco fecero girare Roik.
    Il vecchio aveva tolto l'elmo allo jarl, rivelandone i lineamenti affilati, la barba ben curata ora sfatta e gli occhi che si facevano bianchi.
    Era lui, il vero Wuillag, non un soldato mandato al macello. Il vecchio sorrideva, digrignando le zanne mentre ripeteva la sua litania
    -Harrald! Harrald Zannablu! Colle bianco!- ad ogni urlo l'orco sbatteva sul terreno la testa dello jarl -Harrald! Harrald! Harrald Zannablu!-
    alla fine Wuillag rantolò qualcosa, mentre gli occhi diventavano bianchi e l'osso del collo si rompeva con un sonoro schiocco
    Roik, nel mezzo della battaglia, sentì un peso sollevarsi dal petto. Là, nella polvere dei regni nanici, a mille miglia da casa, per un istante sentì l'urlo di gioia di suo nonno, l'esultanza di suo padre, il grido di tutti gli orchi fuggiti da Colle Bianco e morti prima di quel giorno
    -L'ascia!- il vecchio orco indicò Roik -tagliagli la testa! La testa!-
    Roik quasi non pensò. Fece un passo, e calò la lama con tutta la sua forza. Il collo si mozzò di netto, e nelle orecchio l'orco sentì ancora più forte l'esultanza dei morti.
    Il vecchio sollevò la testa, mostrandola a tutta la Guardia.
    Incuranti delle ferite, della fatica, dei nemici, gli orchi si misero a ridere. L'ultima resistenza dei soldati dello jarl si infranse, e corsero via, seguiti dagli insulti della Guardia.
    La testa di Wuillag venne passata di mano in mano, fino a quando non venne sollevata sullo stendardo.

    Poco dopo, mentre il comandante cercava di capire come stesse andando la battaglia, arrivò di corsa un corriere nano.
    Dovevano ritirarsi, le ali avevano ceduto sotto l'assalto sersiano, la battaglia era persa.
    Il comandante guardò appena il nano, gli occhi fissi sulla testa in cima allo stendardo
    -Voi avete perso, i nani hanno perso oggi- il nano lo guardò come se fosse impazzito -oggi gli orchi hanno vinto! Oggi abbiamo vinto a Colle Bianco!-
    la Guardia urlò, sollevando asce e lance. Roik non ricordò mai come si fossero tirati via dal campo di battaglia, stretti l'uno all'altro, scudo contro scudo e spalla a spalla.
    Tutti a proteggere l'asta col loro bottino di guerra.
     
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    Bella battaglia, riesci a rendere bene la tensione prima della lotta, le fasi d'azione hanno un buon ritmo. Bravo.
     
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    Bella scena di battaglia.
     
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