Il rifugio dello scrittore

Il Boia di Druien, capitolo V, parte 2

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    Ecco la seconda ed ultima parte del quinto capitolo, spero che possa interessare


    L'orco era stato relegato in un lato distante della prigione. Distante da qualsiasi altro prigioniero.
    La Torre era la zona dove la città rinchiudeva i condannati peggiori per lunghi periodi, una torre di tre piani a base quadrata attaccata alle prigioni, e se aveva tre occupanti si poteva dire affollata.
    In quel momento c'era solo l'orco.
    Il soldato di guardia scortò Kraol alla sua cella, Freinzev era rimasto col sacerdote. Aveva avuto abbastanza emozioni per un giorno.
    La cella dell'orco, come tutte quelle della Torre, era un buco di dieci piedi di lato, con una robusta porta di ferro rinforzata a chiuderla. Un soldato montava la guardia davanti alla porta, altri due giocavano a dadi al tavolo nel centro della sala
    -Devo vedere il prigioniero- fece Kraol ai tre uomini
    -Aspetta un po', finisco di spennare la recluta ed apro- rispose il sergente Dakner, contando le monete di rame con le poche dita della sinistra
    -Avrei un po' di fretta, riprendi dopo-
    Dakner lo fissò un secondo, una smorfia appena visibile tra la barba bionda
    -E va bene! Tu tocca qualcosa e ti ficco nel Pozzo fino alla fine del turno!- la recluta scattò all'indietro quando si vide il dito del sergente a mezzo pollice dall'occhio.
    Dakner andò alla porta e prese ad armeggiare con le chiavi, solo dodici, ma tra il dover usare solo sei dita, e l'usare le chiavi meno di una volta al secolo, la ricerca portava via molto tempo
    -Allora, come vanno le cose là fuori?- Dakner approfittò del tempo per scambiare due chiacchiere col boia
    -Mah, tutto bene- commentò Kraol con un'alzata di spalle -si decapita un tizio e se ne tortura un altro-
    -Meglio di noi- ridendo, Dakner tentò un'altra chiave -qua si guardano sempre le stesse facce e le stesse pietre-
    alla fine, il sergente trovò la chiave giusta. Prima d'aprire, Dakner fece disporre ai lati i due soldati, mazze leggere in mano.
    I due eseguirono con esperienza, quando Dakner aprì la porta balzarono dentro, il più vecchio si gettò sull'orco per bloccarlo in un angolo, il più giovane rimase davanti alla porta
    -Era necessario?- chiese Kraol sottovoce al sergente
    -No, ma fare un po' di movimento fa bene- ridacchiò quello. Alzando gli occhi al cielo, Kraol entrò nella cella.
    Un rozzo cubo di pietra, macchiato d'umidità in più punti, con la luce che veniva da un buco nel soffitto poco più grande d'una feritoia. Il pavimento era coperto di paglia non più veccia di tre giorni, e l'unico mobile era l'inseme di quattro assi che doveva essere il letto.
    L'orco stava nell'angolo opposto alla porta, rannicchiato a terra con le mani protese verso il soldato fermo davanti a lui
    -Sei tu Gjodon Eokugh?- fece Kraol entrando nella cella. Nessun odore di feci o urina, Dakner faceva cambiare i pitali ogni giorno
    -Si, che cazzo vuoi?- fece l'orco scoprendo le zanne.
    Ma gli occhi e le spalle ne tradirono la paura, e quando il soldato mosse un mezzo passo avanti, si rannicchiò di nuovo
    -In quanto residente non cittadino di Druien, non puoi essere sottoposto a tortura, sebbene tu sia accusato di omicidio-
    -Io...- l'orco strabuzzò un attimo gli occhi, da come balbettava e dal forte accento, forse non parlava troppo bene l'orieniano
    -Non sei cittadino, quindi non ti possiamo torturare- Kraol provò a parlare in modo più semplice, non aveva né il tempo né la voglia di trovare un interprete
    -E allora lasciatemi!- urlò l'orco, muovendo un passo verso il soldato. Quello alzò appena la mazza, e Gjodon ricadde a terra con le mani alzate
    -No tortura non vuol dire liberato- si intromise Dakner -significa che possiamo pestarti a sangue fin quando non dici quello che vogliamo, vero boia?- la parola dovette far centro, perché Gjodon strabuzzò ancora di più gli occhi.
    Se gli avesse aperti un altro poco, Kraol era sicuro sarebbero caduti
    -Certo- con finta noncuranza, Kraol fece scrocchiare le ossa delle mani -cominciamo subito?-
    -Parlo! Parlo! Che vuoi? Che ti devo dire?- urlò l'orco, cercando di farsi più piccolo all'angolo.
    Kraol si mosse di lato, per poterlo vedere meglio.
    Era basso per la sua razza, sei piedi appena, e le zanne della bocca erano molto sottili. La faccia aveva la solita mascella robusta, ma meno squadrata del solito. E la tunica lercia non nascondeva una pancia abbastanza rotonda.
    Gjodon non era l'orco predone della favole. Era solo un orco
    -Perché ieri mattina eri nella via del Pane?-
    Gjodon dovette pensarci su, alla ricerca delle parole esatte. Kraol si ripromise di imparare un minimo di orchesco
    -Dovevo portare dei cesti- borbottò un attimo, cercando di farsi capire a gesti -i cosi dove il... il tenve mette il pane!-
    -Il tenve è il fornaio- fece il sergente -poi ti spiego- aggiunse sotto lo sguardo sorpreso di Kraol
    -Sei un cestaio? Uno che fa i cesti?- chiese Kraol all'orco
    -Si, il fornaio voleva i cesti, e io glieli stavo portando- Gjodon guardava il soldato davanti a lui, sempre con la mazza pronta, il sergente, forse nella speranza parlasse davvero la sua lingua, ed infine Kraol, con gli occhi terrorizzati
    -E cos'è successo?- chiese ancora Kraol
    -Ho dato i cesti a un ragazzo, e parlavo con Vruk, quando sono venuti due tizi, hanno tirato fuori i coltelli e ci sono saltati addosso-
    -Chi è Vruk?-
    -Il figlio di Eanar, il tarto, no... quello che fa i vestiti- farfugliò l'orco
    -Sarto- lo corresse Kraol -perché era con te?-
    -Mi dava una mano a fare le consegne-
    Kraol lo fissò, non pareva stesse mentendo, e comunque adesso aveva giù alcuni nomi da dare al mastro di guardia. In teoria il suo lavoro era finito.
    Ma a lui piaceva andare a fondo, anche per quello era tanto apprezzato come boia
    -E poi cos'è successo- chiese avanzando verso l'orco
    -Abbiamo preso i coltelli pure noi- rispose Gjodon -Vruk si è buttato addosso ad uno, quello che gli ho dato i cesti, e sono finiti a terra. Io ho tirato una coltellata a quello davanti a me, l'ho preso al braccio e lui se l'è svignata-
    altro elemento utile al mastro di guardia, ma si poteva scavare ancora un poco
    -Poi?- il tono era abbastanza spazientito da non ammettere inutili divagazioni
    -Poi ho visto Vruk che sfondava la testa di quello con un sasso, allora gli ho urlato di finirla, lui mi ha guardato e ha urlato- Gjodon ormai parlava a ruota libera -è cominciata a venire gente, allora Vruk è corso via, io pure lo volevo fare, ma la gente era troppa, allora ho visto l'altro ragazzo del tenve e l'ho preso, poi sono arrivati i soldati e...-
    -Si si, ho capito, so cosa è successo dopo- lo fermò Kraol -dove trovo questo Vruk?-
    -Non lo so- rispose Gjodon -sarà tornato a casa-
    Kraol annuì, senza più guardare l'orco. Fece cenno al sergente e si ritirò
    -Ehi! Aspetta! Voglio andare a casa! Fammi uscire!- urlò Gjodon, alzandosi di scatto
    -Domani mattina!- la voce gelida di Dakner lo inchiodò al muro, mentre i due soldati uscivano dalla cella.
    Kraol stette in silenzio mentre il sergente richiudeva la cella e tornava al tavolo borbottando
    -Spero che ti sia servito a qualcosa, perché se adesso perdo è colpa tua- disse Dakner indicando il boia
    -Tranquillo, è stata utile- rispose Kraol allontanandosi.
    Alla fine era successo, un orco era stato aggredito, aveva reagito ed un umano ci aveva rimesso la vita.
    Il Consiglio avrebbe avuto una bella gatta da pelare, ne era certo.
    Lui, in ogni caso, non aveva altro da fare fino al prossimo interrogatorio.
     
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    Ciao BardoBlu,

    il bello dei tuoi frammenti sta nel fatto che, pur non seguendo l'intera storia, le pagine si reggono in modo autonomo, l'ambientazione e le caratterizzazioni si capiscono lo stesso, esattamente come avviene con i bravi autori: apri una pagina a caso e puf... puoi immergerti nella storia, nelle immagini, e dunque il contesto diventa subito reale. Bravissimo, perché mi hai donato cinque minuti di goduria.

    Ora, prendendoti come esempio positivo, metterò qui sotto l'ineccepibilità dell'interpunzione che hai usato in questa frase:
    Prima d'aprire, Dakner fece disporre ai lati i due soldati, mazze leggere in mano.

    Immagina se nella medesima frase non ci fossero le due virgole:
    Prima d'aprire Dakner fece disporre ai lati i due soldati mazze leggere in mano.
    La frase, se esposta senza quelle due virgole, avrebbe significato:
    il sergente, prima di aprire Dakner (forse in due, come una cozza, ma forse Dakner è una borsa, una cassa, un...) fece disporre ai lati i due soldati mazze leggere in mano.
    Il sergente (sempre lui, perché - senza virgola - diventa il soggetto sottinteso della reggente di prima) che aveva aperto Dakner in qualche modo) poi ordinò ai soldati di disporsi ai lati...
    Al termine dello sganasciamento, mancando pure la seconda virgola, il lettore si sarebbe chiesto: ma... i soldati appartengono forse a una squadra denominata: "mazze leggere in mano"? :schianto:

    Con la seconda virgola - giustissimamente - hai puntato dritto al lettore e gli hai mostrato una vera immagine senza dire quasi nulla: i soldati sono - indiscutibilmente e visivamente - pronti all'uso eventuale delle mazze leggere che reggono tra le mani. Esposto così bene, allora il lettore può immaginare la forma delle mazze, le confronta con quelle che stanno nel suo vissuto visivo, se le agitano leggermente, come per prepararsi, se giocherellano in quanto sadici, se... :gioia:

    Appena avrò qualche minuto in più da dedicarti, ti mostrerò alcune parti che concernono le preposizioni semplici assieme alle articolate e dunque come potresti utilizzarle dando ancor maggiore pregio al testo. Soltanto possibili abbellimenti, niente di che.

    Grazie per la bella lettura che mi hai regalato!
     
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    Grazie a te Axum per i complimenti, mi fa piacere che ti sia piaciuto il testo
    Ammetto che, leggendo direttamente la parte in giallo, sono corso a rileggere la frase pensando d’aver scritto male XD
    Ogni consiglio è ben accetto, sia sulla forma che sulla storia
     
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2 replies since 11/1/2019, 16:50   57 views
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