Il rifugio dello scrittore

Arboribus

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    Salve gente :). So che è da molto che non pubblico qualcosa ma questo non vuol dire che non stavo scrivendo nulla, a dire il vero in questi mesi ho scritto molto e cancellato altrettanto, non riuscivo ad essere soddisfatto di quello che scrivevo e quindi rimandavo sempre una pubblicazione sul sito. Ieri mi sono deciso, quindi oggi pubblicherò quello che mi pare il meno peggio (solo la prima parte, la seconda la pubblicherò prossimamente).
    Rispetto ai racconti passati salta un capitolo (Per ora.), lo scritto giusto per mettervi al corrente, buona lettura :).

    Prima parte: Preludio
    Seconda parte: Notte movimentata 1°
    Terza parte: Notte movimentata 2°


    «Altolà! Chi sei straniero? Quali affari ti portano ad Arboribus
    «Interrogate così chiunque voglia entrare nella vostra città?»
    «Solo i tipi sospetti come te, ora sbrigati e parla, questo non è un bivacco.»
    «Va bene, va bene. Il mio nome è Gregor Kaladar… i miei affari sono privati e di molta importanza, non posso certo parlarne con un semplice soldatucolo come lei.» La guardia del cancello guardò in cagnesco Gregor, si grattò vistosamente le parti intime, sguainò la spada corta dal fodero e picchiettò più volte la lama sul palmo della mano. «Dimmi... Gregor. Sai dove te la ficco questa se mi fai perdere altro tempo?»
    «Su su non faccia quella faccia era solo uno scherzo, comunque ho qui dei documenti ufficiali, dovrebbero dissipare ogni vostro dubbio...» Gregor sfoderò una pila di carte e le picchiettò più volte sul palmo della mano in modo provocatorio. «Ammesso che sappiate leggere.» La guardia paonazza dalla rabbia strappò la pila di fogli dalle mani di Gregor ma rimase ammutolito quando ne vide il contenuto, sulla carta come su un palcoscenico, le lettere ondeggiavano, piroettavano e danzavano senza mai fermarsi.
    «Quindi? Non leggi? Aspetta ti do una mano io.»
    Gregor picchiettò due dita sulla pila di fogli come per richiamare l’attenzione delle lettere distratte dal ballo, poco dopo alcune di esse iniziarono a riunirsi in fondo al foglio capeggiate da una di quelle più grosse, una A; "A" fece mettere in fila le compagne e assegnò ad ognuna il proprio posto dopodiché diede inizio a una marcia. "A" dava il tempo e le altre la seguivano, impavide attraversarono fiumi di lettere danzanti senza perdersi o disorganizzarsi. Arrivarono in cima al foglio ed "A" con autorità fece fermare la marcia, ispezionò le compagne una ad una partendo dalla sua seconda una "c" fino ad arrivare alla chiudi fila una "o" gli mise di fianco un "." e poi ritornò al suo posto a capeggiare le compagne.
    «Su coraggio, non vedi come si sono date da fare per farti leggere?»
    La guardia non sapeva se essere terrorizzata o divertita, dopo aver riguardato la fila di lettere sull'attenti con un filo di voce si mise a leggerle. «Accademia del controllo.» Gregor riprese i fogli dalle mani sudice della guardia, li rimise a posto ed iniziò a battere lentamente le mani. «Bravo. Bravo. Bravo. Non mi sarei mai aspettato che un bifolco come te fosse in grado di leggere.» La guardia impallidì. «Brutto bastardo. Quindi sei un altro di quei pazzoidi. Per quale diavolo di motivo vi lasciano liberi di scorrazzare qua e là solo gli dei lo sanno.»
    «Bene, abbiamo concluso? Su sbrigati fai il tuo lavoro e apri il cancello.» La guardia ancora scossa diede il segnale e fece spalancare le porte.

    Il percorso oltre le mura attraversava campi coltivati e brughiera, strisciando tra il verde come un serpente fatto di pietre bianche, si inoltrava poi in una fitta foresta di costruzioni grigie dalle chiome rosse e terminava inghiottito dalle radici di Tuntelas il famoso albero di Arboribus.

    Gregor camminava sul serpente bianco prestando attenzione a quello che capitava attorno, le donne trotterellavano per le stradine cinguettando e addobbando la città con fiori e lanterne colorate facendola sembrare un paese delle fiabe; gli uomini invece trasportavano tavoli, bevande, pietanze e utensili vari creando una fiumana di persone; come tante piccole formichine scalavano Tuntelas passando per magnifiche scale concentriche scolpite a spirale nella corteccia. La fiumana raggiungeva i rami più alti e scompariva inghiottita da un grande palazzo fatto di legno e pietra.
    Gregor sbalordito dall'evento si fermò a chiedere informazioni ad una graziosa fanciulla alle prese con gli addobbi.
    «Scusi ma che sta succedendo? Come mai la gente è così indaffarata?»
    «Ma come, non lo sa? Tra dieci giorni ci sarà la festa di compleanno del nostro amato duca!»
    «Non lo sapevo, sono qui da poco. A proposito, per caso lei sa dove si trova la biblioteca?» La donna con un po’ di timore indicò Tuntelas «Cerca tra le radici.» poi sgattaiolò via senza tanti saluti.

    Gregor arrivò nei pressi di Tuntelas, un intricato labirinto di radici lo separava dall'albero; poco distante il serpente bianco calpestato dalla fiumana si inoltrava nelle profondità della terra biforcandosi in una serie di gallerie e riappariva alla base del tronco facendosi strada nel legno con la forza.
    Senza pensarci due volte Gregor si tuffò nel labirinto, l'aria era fetida, dal sapore di muschio e fango, le radici si accavallavano una sopra l'altra creando una cappa lugubre che non faceva passare nulla se non poche flebili strisce luminose. Gregor ci mise poco a perdersi, non sapeva più da dove fosse arrivato o quale fosse la destinazione, il buio lo aveva inghiottito nelle sue fauci impedendogli la vista di qualsivoglia punto di riferimento, ma non si scoraggiò affatto, aprì la sua borsa di cuoio e tiró fuori un barattolo pieno di polvere argentata dai riflessi cremisi, ne prese una manciata e iniziò a strofinarsela sulle mani, poco a poco iniziarono a risplendere di luce rossa illuminando in modo spettrale ovunque venissero puntate. Gregor proseguì il cammino; in alcune occasione dovette ritornare su i suoi passi dopo essere finito in un vicolo cieco, altre volte invece dovette fermarsi per riapplicare la polvere sulle mani, il tempo all'interno del labirinto pareva congelato in una eterna notte dall'odore d'autunno.
    Il cammino fu duro è monotono fino a quando un tenue bagliore bluastro attirò l’attenzione di Gregor, si trattava di un fuoco fatuo, una piccola fiammella svolazzante, illuminava una stradina stretta e tortuosa che proseguiva nell'oscurità, quando Gregor provò a percorrerla altri fuochi fatui presero vita dal nulla mostrandogli la direzione da prendere, il percorso terminò poco più avanti di fronte ad un imponente portone nero conficcato nel tronco di Tuntelas, a quanto pare Gregor era riuscito ad attraversato tutto il labirinto, neanche lui comprendeva come ci fosse riuscito o quanto ci avesse impiegato. Con un forte spintone riuscì a spalancare le porte di quella che doveva essere la biblioteca ma davanti agli occhi si ritrovò solo una parete di pietra. Era un vicolo cieco, Gregor si accasciò al suolo con le mani tra i capelli maledicendo la donna che gli aveva dato le indicazioni e bestemmiando qualsiasi divinità gli venisse in mente, era furioso, pensò a tutto il tempo speso per arrivare inutilmente in quel luogo e a tutto il tempo che avrebbe dovuto spendere per il ritorno, ma nel frattempo accadde qualcosa, i piccoli fuochi fatui che poco prima illuminavano docili il tortuoso percorso si infiammarono risplendendo di luce blu, poi con uno scatto fulmineo si riunirono in un singola ed enorme fiammata. Gregor guardava incredulo l'avvenimento, si rimise in piedi e lentamente provò ad avvicinarsi, la fiammata blu diventava sempre più grande e sempre più luminosa fino a quando, smise. Per alcuni secondi ritornò la quiete tra le radici, ma il fuoco blu aveva altri progetti, come un toro partì alla carica proprio in direzione di Gregor che si gettò a terra giusto all'ultimo secondo, ma la fiammata non terminò li la sua carica, con gran fracasso si schiantò contro la parete di pietra aprendo un portale di fuoco.
     
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