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E' la terza volta che ricomincio a scrivere questo resoconto. Dapprima mi sono buttato in un brain storming di considerazioni sul viaggio, poi ho pensato di riportare l'ultima pagina del diario, ma niente di tutto ciò mi ha convinto.
Spero che questo discorso spontaneo non venga poi divorato dall'impietoso backspace.
Mi ricordo che lungo il Cammino, parlando con altri pellegrini, ci chiedevamo: "cosa racconteremo quando saremo a casa?" e l'unica risposta che ci siamo potuti dare è stata: "non racconteremo niente".
E fondamentalmente è stato così, non sono riuscito a raccontare questo viaggio nemmeno alle persone che più mi sono vicine. Ho accettato il fatto che è impossibile farlo, perché tralasciare anche solo un dettaglio equivarrebbe a sminuire l'immensità di questa esperienza.
Tutto quello che posso fare è manifestare il mio entusiasmo perché altri possano in futuro provare sulla loro pelle la magia del Cammino.
Quello che posso dire per certo è che la "magia del Cammino" esiste, non è soltanto una leggenda. Dico sul serio, lì succedono cose incredibili.
Si dice che è il Cammino che ti chiama, e che se si è destinati a completarlo, lui lo renderà possibile a prescindere dagli ostacoli che si incontreranno. Probabilmente la maggior parte delle persone sono scettiche a riguardo, ma per quanto riguarda me, è stato esattamente così. Niente accade per caso.
Mi sono sentito vivo come non mai durante quei trentanove giorni, ho provato le emozioni più forti di sempre.
Basti pensare che non sono mai stato un tipo dalla lacrima facile, nemmeno ai funerali. Eppure per il Cammino ho pianto veramente tanto e per diversi motivi.
Il Cammino mi ha cambiato la vita, mi ha trasformato dall'interno, mi ha dato il tempo di restare solo coi miei pensieri ed elaborarli.
Ero partito con un tacito giuramento di cui non ho fatto parola a nessuno. Mi ero ripromesso che affrontando il Cammino avrei sconfitto la mia paura più grande, eppure non è stato così. Ma la cosa bella è che nel frattempo ho trovato una miriade di altre cose che non stavo cercando, e che sono infinitamente più belle.
Non ci provo neanche a descrivere i paesaggi, le emozioni o le splendide relazioni che si sono create, è qualcosa di davvero intoccabile per la mia misera abilità di scrittore.
Tornato alla vita di tutti i giorni provo un grande senso di inadeguatezza. La frenesia della routine mi sta facendo perdere di vista quello spirito che avevo durante il viaggio. E' un po' come se il Cammino fosse un mondo parallelo, qualcosa di veramente unico al mondo, dove chiunque ci abita viene pervaso da qualcosa che non ho davvero mai visto in nessun altro finora.
Le persone scelgono di intraprendere il Cammino per i motivi più disparati, e una cosa che ho imparato è che tutti i motivi sono validi. Alla fine, tutti vengono sintonizzati perfettamente, e non c'è barriera tra chi è partito per dimagrire e chi è partito per esplorare la propria fede. Questa è una cosa fantastica.
Mi trovo nella condizione frustrante in cui ho un mondo dentro da condividere, ma sono senza le parole giuste per farlo. Tutto quello che ho è un diario pieno zeppo di pagine scritte a caldo e tre memorie di macchina fotografica piene di video che mi aiuteranno a non dimenticare, in futuro.
Il mio augurio è che qualcuno, leggendo o ascoltandomi, abbia sentito una scintilla dentro di sé, la quale al momento giusto crescerà fino a diventare una fiamma, o il magnete tramite il quale il Cammino lo chiamerà a sé.
E se sentite questo dentro di voi, ricordate che niente accade per caso, e se siete incappati qui, forse é perché il Cammino ha voluto che io scrivessi e che voi leggeste.
Buen Camino! Por la vida.
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Liborio.
User deleted
[E' un po' come se il Cammino fosse un mondo parallelo]
È la frase che, a mio avviso, maggiormente racchiude questa esperienza.
Raccontarla?
Lo può fare un P. Coelho, credo basti.
A parte le battute facili, hai ragione quando dici che è un'esperienza così varia che non si riesce a sintetizzare. Si corre il rischio di omettere qualcosa.
Ma i cammini son come le ciliegie, una tira l'altra.
La Francigena?. -
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Già, c'è la frase di una canzone che mi piace, dal titolo "Nessun posto è casa mia", che a un certo punto recita "si torna sempre dove si è stati bene".
Ed è proprio così, l'anno scorso ho assaggiato un pezzo di Francigena, e quest'anno un bel buffet a base di Cammino di Santiago. Ma la cosa particolare è che sul Cammino è assolutamente impossibile rivivere le stesse sensazioni. Incontriamo persone diverse, abbiamo più esperienze alle spalle, la nostra mente cambia… Se poi cambiamo Cammino, vedremo anche luoghi diversi.
E dunque chiunque si mette su una di quelle strade inizia a riempire un personalissimo forziere di tesori inestimabili e unici al mondo, in tutti i suoi miliardi di anni di storia. L'incontro tra due pellegrini è ogni volta qualcosa di incredibile, sono come due forzieri che riversano il loro contenuto uno nell'altro, e questo arricchisce come non mai.. -
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Il solo fatto di riconoscere di non essere in grado di raccontare una esperienza che senti più grande di te è la prova di quanta saggezza ti abbia donato questa esperienza; la prova che ti ha fatto maturare.
E questa credo sia la cosa più importante. Perchè se alla fine di un viaggio ci si ritrova esattamente come si era alla partenza, il viaggio è stato inutile..
Buen Camino!Quel che ti lascia il Cammino di Santiago |
