Il rifugio dello scrittore

I Giorni del Gigante: Il caso della Signora P.

Parte 1

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  1. GiorgioFochettini
     
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    Tutto chiaro, ok, nessun problema.
     
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    in grigio: commenti (tra sei tonde) e parti che si possono omettere - o sostituire - senza dolore fisico
    in giallo: tratto, frase o parola segnalata e seguita da spiegazione
    in arancio: parti aggiunte per necessità o per possibile variazione, compresi i segni d'interpunzione


    Quella mattina, quella scellerata mattina uggiosa, il signor L. uscì di casa seguendo i suoi pensieri.
    Comprò il giornale, salì sulla metro e ne lesse qualche pagina. (((Logica: Così com'è, il ne dell'ultima coordinata assegna le pagine al soggetto: metro. Ti proporrei una riformulazione, semplicemente senza il ne.)))

    Gli occhi scorrevano da una riga ad un'altra, da un titolo ad un altro. (((1. Scorrevolezza: in una sola riga gli indeteminativi abbondano in un modo non propriamente "stilistico", bensì ridondante ["acerbo"]. Il consiglio:
    Gli occhi scorrevano da una riga all'altra, da un un titolo a un altro. 2. La D eufonica: oggi dovremmo usarla soltanto in caso di vocali omografe (E con E, A con A. Es.: Da Ada ad Alfredo | Da Milano ad Ancona | Era bella ed elegante...)))

    In poche fermate e altrettante poche centinaia di passi, si trovò di fronte al cancello della maestosa villa della signora P.
    Gli fu aperto il cancello e un signore di mezza età gli venne incontro, fu molto gentile e lo accolse in casa. (((Sintassi: è una forma passiva e dunque sposta il punto di vista della voce narrante, che però non può osservare uno a cui il tizio gli venne... In sostanza, ci andrebbe: gli andò, poiché la tua narrante è in terza persona, dunque osserva dall'esterno.)))
    Varcato l'imponente portone e accomodatosi nel salotto biedermeir della signora P., attese cortesemente il ritorno di qualcuno che gli indicasse la strada. (((Semplice consiglio di tipo grafico: se vuoi evitare lo scontro tra il punto dell'abbreviazione e l'eventuale virgola necessaria che tuttavia va a creare l'antico modo con cui nacque il PuntoVirgola [.,], puoi usare il corsivo, così: La signora P e il signor L)))
    I primi minuti di attesa lì passò rigido, su quel rigido divano. Poi però iniziò a guardarsi intorno, finché non si alzò, dimenticando ogni inibizione dettata dalla timidezza imposta da quello spazio di semioscurità. (((Eccellente, poiché l'immagine [nitida] è costruita interamente sull'aspetto psicologico interiore del protagonista.)))
    Percorrendo la stanza, disegnò, passo dopo passo, le più curiose forme geometriche, tracciando il suo personale Mondriàn. (((Ottima trasmissione del pensiero e dell'immagine, fatti con stile. Tuttavia, Mondrian non necessità dell'accento, altrimenti sembra che tu voglia forzare il lettore alla giusta pronuncia. L'autore deve rimanere sempre invisibile, nascosto in un bunker, e non deve suggerire mai nulla al lettore, nemmeno tramite la narrante. Non è il tuo caso, ma: men che meno con le parentesi, fatti salvi i veri monologhi)))
    Si fermò alla vista di un curioso ritratto, un ritratto di bambino.
    La cosa che attirò immediatamente la sua attenzione fu la straordinaria luminosità del volto del bambino. Tutto il resto era opaco, in confronto, ma il suo quel viso aveva dei colori vivi, e i suoi gli occhi brillavano e si muovevano in quelli del signor L. (((1. Ecco il caso in cui i due bambino non sono anaforici, e dunque il secondo risulta stridente, sicuramente ridondante. 2. L'uso dei partitivi [dei colori] è tipico del parlato, ma nemmeno in tutto lo stivale. Potremmo astenerci, per non togliere al tutto il bel vergare. 3. Due possessivi, messi a raffica [tranquillo: c'è chi davvero ne abusa, andando oltre], generano troppo facilmente la perdita del soggetto a cui le frasi stanno facendo riferimento. Il lettore non è nella nostra testa: sta a noi entrarvi con riferimenti chiari, senza troppi sottintesi aggettivali o pronominali. Se lui [il lettore] perde la concentrazione, perché è costretto a rileggere più volte la stessa frase in cerca del vero soggetto, allora noi [autori] siamo fritti. Da buon lettore, conosci alla perfezione la sensazione a cui mi riferisco.))) ;)
    Passarono pochi minuti, poche ore in quegli attimi. (((Puoi spiegare? Credo di capire che ti riferisci alla relatività del tempo, ma se è così, allora la frase potrebbe risultare più chiara: Passarono pochi minuti; molte ore, in quegli attimi. Se così non fosse, mi spieghi il vero intento?))) :)
    Perso tra i confini della cornice in mogano, trasalì quando alle sue spalle il signore di mezza età giunse a comunicargli il da farsi. (((99 su 100 si tratta del maggiordomo; che ne dici di mettergli un abito-divisa o qualcos'altro di distintivo, fin dall'inizio? Se sì, allora potresti non dover dire due volte: il signore di mezza età.)))
    Lo seguì per un lungo corridoio e poi per le scale.
    Il signor L portava con sé la sua macchina fotografica e la valigetta nera contenente ogni sorta di oggetto utile al lavoro e alla routine, insieme a mille pensieri sulla signora P. e al bambino del ritratto. (((1. Ripescaggio del soggetto perché su quelle scale sono in due, e nessuno può impedire a un maggiordomo di fare - anche - il fotografo, e pensare continuamente alla signora P, di cui, magari, è innamorato tacito. ;) 2. con sua fa come: a me mi... Comprendi l'importanza di quei piccoli dettagli che possono fuorviare il lettore?))) :aff:
    Aveva varcato molte porte, conosciuto molte persone, per una chiacchierata, per altro.
    La sensazione di fronte ad una porta era sempre terrificante, lo avvolgeva e scaldava. (((sapiente la NON riptizione di lo con: scaldava))). :clap2:
    Aprì quella porta, la signora P. era lì, nella sua stanza, di spalle, seduta di fronte ad una grandissima vetrata che dava su un lago.
    (((Ultimissima minuzia: la signora è con lo sguardo sul lago che vede tutti i giorni, ergo la narrante potrebbe individuarlo e mostrarlo con: sul lago. Se la narrante dice "un lago", allora il lettore può pensare che ce ne siano altri, e che la signora ne sta osservando uno a caso, uno dei tanti.))) ;)

    Ti rinnovo i complimenti, Giorgio, perché sei uno "che la sa lunga".

    Edited by Axum - 3/6/2018, 01:21
     
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  3. GiorgioFochettini
     
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    Hai lavorato un bel po', a tal proposito ti dico subito che scrivo per puro passatempo, quindi non mi sembra giusto togliere del tempo a chi scrive con velleità particolari.
    Dici che l'editor serve alle case editrici, quindi dal momento che non ho intenzione di pubblicare nulla - né tantomeno di fare lo scrittore - non devi preoccuparti.
    Detto ciò, se vorrai continuare, non posso che essere contento. Buona parte delle tue osservazioni non fanno una piega e sono colpito dalle tue capacità di osservazione.
    In particolare condivido le osservazioni che mi fanno notare gli "errori", intesi come risultati di non-scelta. Ripetere "bambino" è un errore, perché scrivendo ho dimenticato la frase precedente e non perché sia in qualche modo funzionale ripeterlo. Dunque grazie.


    Finita la premessa, andiamo alle osservazioni.

    "ne lesse qualche pagina": non pensavo di dover essere tanto preciso, perché la metro non si legge, tutto qui.
    "da una riga ad un'altra": penso che terrò gli articoli indeterminativi. Il primo motivo è togliere importanza al "rigo", il secondo è togliere peso allo spazio tra un rigo e un altro. Spezzare la linea dell'occhio che scorre tra un rigo o un titolo e un altro è la priorità qui, anche se non c'è soluzione di continuità e tempo che mettere da uno all'altro possa creare un'interpolazione pericolosa. La ripetizione come singhiozzo, è una scelta. Se fosse l'unico ostacolo alla pubblicazione, potrebbe andare via, ma fino ad allora la tengo ihihihi.
    "gli venne": su questo hai ragione. Tuttavia il verbo "venire" mi suggerisce avvicinamento, mentre "andare allontanamento". Visto che io vedo per prima il protagonista e siamo vicini al cancello, mi sembrava più opportuno "venire". Potrei mettere "lo raggiunse" e la risolvo lì ahahaha.
    "poche ore": il tempo trascorso è poco, in ore o in minuti. Non è una relazione compresa tra pochi minuti o e molte ore, anche qui si rischierebbe di mettere sostanza in un vuoto. All'interno dell'attimo, prima ragioniamo in termini di minuti, poi di ore. L'idea è offrire al lettore un climax crescente di ordini di grandezza, far aumentare il senso del calcolo dai minuti alle ore, mostrandogli infine la verità racchiuda in dei semplici attimi.
    "su un lago": se avessi messo "sul lago" magari il lettore si sarebbe chiesto: quale lago? avevamo gia parlato di un lago? Mi sembrava più probabile, rispetto a pensare che una signora vivesse circondata dai laghi a poche centinaia di metri dalla fermata della metro, che ci fosse lì un lago di cui non si sa il nome.


    Ad ogni modo ti ringrazio molto per il tuo interesse.

    Piccola domanda da neofita. Non ho capito il discorso degli spoiler nella modifica: cambio le robe e metto l'originale come spoiler? oppure visto che il nuovo e smarrito lettore può vedere tutto già nella tua risposta, cambio le cose e l'originale se lo ritrova nel tuo messaggio.

    Saluti da un posto molto caldo.
     
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    Visto? Nessuno si fa male dopo un editing professionale. :D

    Vado con la spiegazione del metodo:
    Qualora tu volessi modificare, anche in piccole parti, il primo testo che hai scritto, ti chiediamo (la fondatrice e io) di copiare il testo originale e metterlo all'interno di uno spoiler, sempre nel primo post, a cui puoi accedere col tasto Modifica.
    Dopodiché, (sempre nel primo post) copia dal tuo PC la nuova versione e incollala fuori dallo spoiler.
    Serve a mantenere la logica dei commenti, ma soprattutto alla lettura di chi verrà qui, domani o fra tre anni, nel tuo brano, a leggere il tutto come fosse avvenuto quel giorno stesso.
    Se il prossimo utente leggesse il tuo testo originale attraverso il post dell'editing, potrebbe trovarlo troppo macchinoso.
     
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    Madadayo!

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    Concordo con Axum a riguardo della tua padronanza della lingua.

    Una padronanza di cui io faccio decisamente difetto, forse complici
    anche gli anni passati ad apprendere altre lingue che mi hanno tolto
    rotondità nella mia lingua madre.

    Riguardo al tuo modo di scrivere, mi ricorda quello che gli intellettuali
    dell'800 in Giappone avrebbero definito "Jun Bungaku", ovvero "Letteratura
    Pura"; quella per intenderci non destinata al "grande pubblico" (Taishuu Bungaku)
    ma ad una più ristretta cerchia di pubblico di maggior livello intellettuale.

    A ricambiare la tua sincerità nell'esprimerti sul mio testo, faccio altrettanto.

    Da un punto di vista "oggettivo" non ho nulla da dire: le tue capacità scrittorie
    sono evidenti e io sono l'ultimo su questo misero pianeta a poterle porre in dubbio.

    Da un punto di vista "personale", mi sento di dire che non è propriamente il mio
    genere di scrittura. E' molto ricca, molto "intellettuale", molto per l'appunto "Jun"

    E' come un raffinato piatto di nouvelle cuisine, servito su un piatto di fine porcellana
    Ming e portato su un carrello in argento cesellato in oro bianco e madreperla.

    Qualcosa per palati fini... ma io sono ancora ai panini del Mc Donald's, purtroppo.
     
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  6. GiorgioFochettini
     
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    Grazie. Sono convinto che anche tu abbia delle ottime qualità e - da quello che ho visto fino ad ora - una cultura spaventosa.
    Le lingue potrebbero essere anche una risorsa da non sottovalutare, a volte.
    Saluti.
     
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20 replies since 1/6/2018, 02:00   207 views
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