Il rifugio dello scrittore

Chi vuole scrivere con me? - Titolo: Alla fermata -

scrittura collaborativa

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    – Sì, questo posso, perché lei fatto giochetti di sorrisi con te, e lei sa conoscere sguardi di persone buone o cattive, anche di lontano. Tu dì a lei solo: Io sono Gianni della finestra. Dopo, io voglio subito il telefono. Capito? – la raccomandazione suonò come una sentenza, e Gianni capì. In sovrapposizione simultanea, Józef sollevò il mento, compiaciuto dalla determinazione di mamma Rozalia.
    L'avvocato inabilitato ingoiava il boccone, e dentro sé avvertì un'eruzione vulcanica; l'euforia, con quella potenza, non lo aveva mai visitato.
    Riuscì ad acquietarsi, e prese a immaginare la conversazione con la ragazza che, dal nulla, gli aveva rapito l'anima. Poi, una domanda concreta scavalcò ogni altro pensiero: In quale lingua parleranno Rozalia e Ohla? Nella testa di Gianni comparve un'aula di esame oxfordiano, ma era sicuro di potersela cavare, almeno con le frasi rituali, senza farfugliare. Conosceva l'inglese, ciò che temeva era l'emozione, con gli annessi tiri mancini.
     
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  2. BitFrau
     
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    La cena proseguì con il silenzio assoluto di Aniela, dovuto sia al turbamento per la faccenda dello slavo e dei suoi scagnozzi e sia perché con l'italiano... avrebbe fatto a cazzotti; con l'inquietudine di Gianni, perché era preoccupato anche lui per la situazione e perché avrebbe finalmente parlato con Ohla; con il pappare anche di tutti gli avanzi da parte di Jósef; con l'ardire e la tenuta salda della calma di Rozalia in relazione alla gestione degli eventi prossimi futuri. Molto prossimi.
    Tra il pasto e l'annesso rigoverno si erano fatte le 22,00. Rozalia decise che era l'orario opportuno per telefonare a Ohla.

    Continua...

    Edited by BitFrau - 7/7/2018, 18:37
     
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  3. Esterella
     
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    Come previsto da Gianni, Rozalia parlò al telefono in inglese, anche se con un accento un po’ strano. L’avvocato osservava la donna, cercava di decifrare dai gesti e dall’espressione tutta la conversazione che riusciva a capire solo a sprazzi. Rozalia aveva riferito dell’arresto dello slavo, e stava mettendo in guardia la ragazza del pericolo che ancora correva; poi d’un tratto aveva cambiato espressione… sorrideva, stava parlando di lui.
    – Saluta, Olha. Lei ricorda di te alla finestra – disse porgendogli la cornetta.
    Gianni prese il telefono emozionato.
    – Ciao, io sono Gianni.
    Dall’altro capo del telefono le rispose lei.
    – Ciao, Gianni. Mi ricordo di te. Mi facevi compagnia ogni giorno, mentre aspettavo l’autobus. Avevi un’espressione così buffa mentre mi guardavi…
    – Complimenti! Parli un italiano perfetto, non l’ avrei mai immaginato.
    – Grazie! Io sono insegnante di lingue. Purtroppo ho dovuto lasciare la mia città e adattarmi a qualsiasi lavoro disponibile in Italia.
    – Tu ora basta, Gianni! Bolletta telefono, costa! – disse Rozalia interrompendo quel momento magico.
    Gianni mormorò un breve saluto e chiuse la conversazione.
    Bisognava pensare come proteggere le ragazze e avvisare la polizia poteva non bastare; gli scagnozzi dello slavo era furbi come volpi. Rozalia pensava a tutto questo lei che era la responsabile del centro si sentiva come una madre per le giovani che capitavano sotto il suo tetto.
    continua...
     
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47 replies since 17/5/2018, 22:13   1160 views
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