Il rifugio dello scrittore

Haisan74

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  2. BitFrau
     
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    Carino! :)
    Il primo verso mi sa che sfora nelle sillabe.
    Se non ricordo male il massimo di sillabe per un verso, nell'haisan, dovrebbe essere di 7, nel tuo ce ne sono 9...
     
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    In altri tre posti (non da noi) dicono che non c'è limite alle sillabe per verso, ma che l'haisan deve attenersi a tutte le altre regole e predicozzi dell'haiku. Chi avrà ragione? Di certo, in una di Ungaretti, spacciata per haisan, c'è un un ottonario nel secondo verso (l'ho visto sul librone di Ungaretti che ho qui sulla scrivania). Non potrebbe essere un haisan, perché quella poesia ha un titolo.

    Immagine (la poesia a destra)


    Come sempre, dolce e positiva, cara Lady! :gioia:
     
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  4. BitFrau
     
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    CITAZIONE (Axum @ 17/5/2018, 21:14) 
    In altri tre posti (non da noi) dicono che [...]

    Mah? Le scuole di pensiero sono molteplici...
    CITAZIONE
    Immagine (la poesia a destra)

    Per me, quella dell'immagine, è solo una poesia di tre versi... :)




    Ridotto citazione integrale. [Axum]

    Edited by Axum - 17/5/2018, 21:47
     
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    Grazie Axum, sei sempre molto gentile! gif
    Frau, io gli haisan gli ho sempre scritti così, se poi c'è una metrica da rispettare francamente non la conosco... png
     
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    @BitFrau: Anche per me, è solo una poe di tre versi, ma c'è chi l'ha spacciata per un haisan. Come sai, di poesie orientali ne so pochissimo, ma so che un haiku, sebbene in versione haisan, non deve avere un titolo; quella di Ungaretti ce l'ha.

    Lady: La mia gentilezza è l'eco della tua dolcezza (ora faremo venire il diabete a tutti quelli che leggono...). :lol:
    Dicono che con la metrica degli haisan si può sforare ma, alcuni dicono che puoi fare come vuoi; altri mettono paletti, ma di quei paletti non si capisce la natura poiché occorrerebbero argomentazioni serie, universalmente valide (che finora non ho trovato).

    Edited by Axum - 17/5/2018, 21:50
     
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    Ti ringrazio Axum per l'informazione preziosa! :clap2:
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Dicono che con la metrica degli haisan si può sforare ma, alcuni dicono che puoi fare come vuoi; altri mettono paletti, ma di quei paletti non si capisce la natura poiché occorrerebbero argomentazioni serie, universalmente valide (che finora non ho trovato).

    Questo mio intervento ha il solo obbiettivo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento Haisan.
    Mi sono sentito in dovere di fare un tutorial sugli Haisan, perché in Italia ha preso piede proprio con questa dicitura “Haisan“ un tipo di poesia che a tutti gli effetti non è mai esistita nella poetica Giapponese, e nel solo tentativo di dare dignità ad un Haiku scritto senza il rispetto metrico che lo contraddistingue e soprattutto senza il Kigo o il piccolo Kigo, essenziali sempre nella scrittura di un Haiku.
    Pare che questa particolare denominazione (Haisan) sia riconosciuta solo in Italia, ma non in tutto l’occidente e quantomeno in Giappone e che sia nata da una interpretazione di Pietro Tartamella, relatore del documento Manifesto di Cascina Macondo “La Poesia Haiku in Lingua Italiana” per una via italiana alla poetica Haiku, di cui ho fatto cenno nel tutorial.
    Tanto è vero che anche la derivazione del nome stesso “Haisan“dove ho riportato quella data da Tartamella, pare che sia concettualmente errata perché si sostiene che significhi letteralmente "tre versi", ma non è così: "hai" è la contrazione di "Haiku o Haikai", mentre "San" è tre, quindi a rigore significherebbe "tre haiku o tre haikai", il che non ha senso. Sarebbe più corretto dire "Sanku", laddove "San" è 3 e "Ku" rigo, linea o anche strofa. (Fonte Luca Cenisi)
    Stiamo parlando quindi DELL'ISOLA CHE NON C'È, dove anche il mio tentativo di dare delle regole a questa forma di poesia, Haisan o Sanku che siano, è stato un esercizio un po’ folle, di certo impervio, ma che ho fatto con l’intento che tale forma non sfociasse in una semplice poesia in tre versi e di darle un cordone ombelicale con gli Haiku.
    Ecco il perché del mio richiamo alle regole estetiche dell’haiku e alla loro imprescindibilità e il tentativo di non fare discostare troppo per eccesso i versi dallo schema 5-7-5 – come pure la scelta di non darle un titolo, puro convincimento e consiglio personale, al pari di qualsiasi altra cosa si dica, o altri dicano, su questa evanescente forma di poesia, sulla quale peraltro non esiste nessun tipo di bibliografia. perchè da molti è percepita solo come un modo di evadere dai canoni dell'haiku, nell'incapacità, o nella non volontà di adattarsi alle sue rigide regole.
    Tutto ciò che ho evidenziato, non è un problema nato ieri, sono decine di anni che questo tema sugli Haisan ( continuiamo a chiamarli così) è stato affrontato e discusso, ma tale tipo di poesia pur continuando ad essere praticata, non ha ancora trovato, nel continuo confronto con gli haiku, una sua collocazione.
    Fra gli esempi riportati in calce ho inserito una poesia di Ungaretti, senza nessuna intenzione di spacciarla per un Haisan, ma solo come mero esempio metrico, e perché in quei tre versi sono presenti i principi di estetica degli Haiku. Del resto su Ungaretti e sulla influenza che la poesia Giapponese ha avuto sulla sua poetica o no, sono stati scritti interi trattati, vedi ad esempio, per chi lo vorrà leggere, questo che mi pare uno dei più esaurienti trovati sull'Web
    Ma forse avrei fatto meglio a riportare questa poesia

    Notte di Maggio

    Il cielo pone in capo
    ai minareti
    ghirlande di lumini

    Forse quest’ultimo componimento è quello che maggiormente permette di comprendere perché il dibattito sulle influenze della poesia giapponese sul primo Ungaretti non sia sterile, e, anzi, deve essere affrontato con attenzione e senza preconcetti. In questo caso, se si togliesse il titolo, si faticherebbe a distinguere Notte di maggio, da un Haiku. “Ci si potrebbe domandare”, per usare le Parole di Zanzotto, “se per quella via il taglio inconfondibile del primo Ungaretti non abbia risentito, in modi più o meno sotterranei, delle suggestioni dello Haiku, tanto è impressionante qualche volta l’analogia delle figure formali”.

    Inserisco questa precisazione, ad esclusione della parte riguardante Ungaretti, in calce al tutorial, in maniera che chi si appresta a scrivere un Haisan,( tenendo per buona questa definizione) sappia con più certezza cosa si appresta a scrivere.
    Tolgo altresì dal tutorial la poesia di Ungaretti, così non sarà più fonte di fraintendimenti.
    Ringrazio Axum e Lady Joan Marie per avermi offerto l'opportunità di fare tale precisazione.

    Edited by al44to - 21/5/2018, 08:25
     
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8 replies since 17/5/2018, 06:58   193 views
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