Il rifugio dello scrittore

Esercizi di stile

Gioco su testi creativi

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    Carissimi,

    tempo fa, l'immenso Umberto Eco fece una cernita su un esperimento altrui e, tra tutti i testi letti in quell'esperimento, scelse soltanto cento modi per scrivere lo stesso testo, però in stili diversi.

    Il gioco consiste in questo:
    il testo che segue, è un miniracconto (inventato sul momento), una storiella scritta in stile meramente narrativo, ma già in seguito vedrete la stessa storia in stile allegorico.

    Gli stili noti sono pressoché innumerevoli, e la possibile bellezza di questo gioco, che mi è venuto in mente solo un'ora fa (merito di Eco), sta nel fatto che ogni giocatore potrà inventarsene uno; potrà dichiarare che la propria versione del testo - comune per tutti - è in versione "giocosa", oppure in versione "strampalata" e comunque in qualsiasi versione stilistica gli venga in mente di voler appioppare al testo comune per tutti (fantasia fatti capanna!).
    Detto ciò, va da sé un fatto importante: lo stile, inventato oppure già noto (che non è "il genere letterario") dovrà risultare attinente (issimo) alla scelta di stile dichiarata in testa alla propria versione.

    Testo comune (da diversificare con altro stile, mantenendo tuttavia - rigorosamente - ogni dettaglio, nome, luogo, fatto e sequenze degli avvenimenti).
    Stile narrativo basico (storiella a cui attenersi).
    Il tenero Giacomo si apprestò ad uscire di casa, e quel giorno sarebbe stato il più strano della sua esistenza.
    Immersosi nel traffico cittadino, decise di assumere un passo spedito, e raggiunse la fermata dell'autobus. Lo prese dopo soli cinque minuti di attesa. Salito su quella sorta di barca per l'asfalto, attraverso i sedili alti puntò gli occhi porcini sull'acconciatura liscia di una ragazza bionda, due file avanti a sé. Prese ad immaginare come potesse essere il volto, come la bocca, il naso e come gli occhi. Fantasioso di nascita, si concentrò su un'immagine che gli parve di vedere con la mente. Bella, bellissima! pensò il tenero Giacomo. Chissà se sa cucinare il fegato alla veneziana, con tanta cipolla bianca e due foglie di alloro, come piace a me.
    Di tanto in tanto, tornando sulla terra a causa degli scossoni e gli sballottamenti del pullman sconquassato, gettava gli occhi su quella chioma dorata, ma la ragazza non si voltò, nemmeno una volta. Meglio così! si rincuorò il tenero Giacomo, e tornò alle fantasie.
    Come in una virata brusca, degna di una barca a vela in preda al maestrale, il tenero Giacomo si ritrovò catapultato tutto a dritta perché non ebbe nemmeno il tempo di aggrapparsi. Dal basso, guardò verso la ragazza, che era un uomo d'affari, con valigetta di prestigio e computer acceso; forse svedese, alto-nordico di sicuro, magari il pronipote di un vichingo biondo!

    In stile allegorico
    Tenero, il Giacomo, lesto uscì dalla dimora per immergersi nella giornata stramba e unica che lo attendeva.
    Quando fu nel trambusto, spedito raggiunse scarpinando la panca dell'attesa. Dopo cinque minuti soli, si introdusse in quella cosa che barca su copertoni e assai vetusta gli pareva. Gli occhi suoi, assai ravvicinati, tondi e piccolini, nei filari - due - dei sedili alti davanti a sé, su una chioma femmina, liscia e bionda si impuntarono. Tuffandosi tra le nuvole, si abbandonò alle domande che s'accavallavano: Qual bocca, naso e occhi avrà la mia ragazza bionda? Nato colmo di fantasticherie, si fece un quadro di convinta certezza sull'aspetto: Bella sarà! Bella superlativa! Poi una domanda, per lui assai importante: Saprà preparare il manicaretto mio preferito? Il fegato bruno che con cipolla candida e alloro si sposa? A piacer mio, due foglie sole bastano e pure abbondano. Tra mille balzi del claudicante cassone a motore, che scorreva su copertoni, Giacomo l'ingenuo tornava tra noi e rimirava, un po' ora e un po' poi, quei capelli fatti d'oro, ma lei non si appalesava. È assai meglio immaginare; sta bene così! si convinse l'insulso.
    Poi, una sbandata per maestrale che spinge forte e fa virare di colpo il vascello fragile, non diede all'insulso il tempo debito per ancorarsi, e si scoprì rovesciato tutto a dritta. Poté dunque mirare il volto di lei, che lei non era, bensì lui, mercante di certo, con valigia preziosa e macchina infernale accesa, che la nordica sembianza maschia rivelò. Vichingo probabile era la di lui... lei!

    Farete tutto da soli: vi complimenterete con l'altro giocatore, vi schiererete a favor di Tizio o di Caia, appludirete Sempronio/a o aiuterete Petronio. Voi stessi deciderete se lo stile è - o non è - attinente a quello dichiarato. Lui (l'Axum) rappresenta soltanto il fornitore del gioco, che comunque, se vorrà, dirà la sua (Forse, ma forse... [cit. Epifanio, di A. Albanese]). :D

    AxumInTerzaNobisPluralis :lol:

    Edited by Axum - 19/5/2018, 13:19
     
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    Il cavaliere tenace

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    Una cameretta perennemente disordinata.

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    Io ci ho provato, mi sembrava interessante!
    Non so se esistono nomi standard per gli stili... Io ho provato a dare un taglio spocchioso e cinico. Chissà se ho fatto centro :D spero di riuscire a strapparvi un sorriso!

    Giacomo, ragazzo di indole non esattamente tremenda, si decise a uscire dal tugurio in cui viveva, ma, povero ingenuo, avrebbe dovuto aspettarsi che non sarebbe stata una giornata priva di strambi imprevisti.
    Si unì all’asfissiante calca che incedeva, e cercò di raggiungere velocemente la fermata dell’autobus. Fu una noia mortale attendere quei cinque minuti prima che arrivasse. Salì su quel rottame che si trascinava in qualche modo sull’asfalto e prese posto.
    I sedili erano fastidiosamente alti e ostruivano la vista, ma nonostante questo, i suoi occhi neri come la morte, piccoli e malevoli, notarono qualcosa di vagamente meno noioso del solito. Due file più avanti, infatti, sedeva una ragazza che aveva avuto la decenza di lavarsi i capelli biondi e renderli lisci.
    Dunque iniziò a far lavorare il cervello, una volta tanto, e a immaginare come potesse essere fatto il suo volto, la bocca e gli occhi.
    Sin da quando era disgraziatamente venuto al mondo, aveva il vizio di farsi dei film mentali. Così si figurò una donna bella, così bella che poteva distrarlo da quanto brutto lui fosse.
    “E chissà che non sia così ignorante da saper preparare un fegato alla veneziana che non mi faccia vomitare al primo boccone.” Pensò. “Con tanta cipolla puzzolente e due foglie di alloro, altrimenti mi farebbe schifo.”
    Ogni tanto quell’ammasso di macerie su strada faceva movimenti più che molesti, che però almeno permettevano a Giacomo di distrarsi dalle paranoie. Ogni tanto scrutava con circospezione la massa di pelo giallognolo, ma quella non si voltò mai, nemmeno una santa volta.
    “Meglio così.” Cercò di consolarsi da bravo sfigato quale era, tornando ai suoi pensieri ossessionanti.
    A un certo punto il pullman effettuò una manovra azzardata, alla stregua di uno di quei catorci navali che si facevano sballottare dal vento tramite le tovaglie stracce che si ritrovavano, così Giacomo fece la sua solita figura barbina finendo a terra, come un idiota incapace di prendere tra le mani un appiglio.
    Dalla bassezza in cui si trovava, guardò in direzione della sciacquetta, che però si rivelò essere un uomo, un bauscia con tanto di valigetta da riccone e computer acceso; forse uno svedese, sicuramente proveniente da quei posti dove fa un freddo becco, ci mancava solo che alla lontana fosse il rampollo di un sudicio vichingo con i capelli biondi. E unti.
     
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    Bene: qualcuno ha scoperto l'esistenza di questo gioco. :aff:

    Edited by Axum - 19/5/2018, 13:19
     
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    Ci provo: avrei voluto fare una cosa ironica ma forse è patetica :D Perdonatemi ;)

    Riuscì, con mezzo tubetto di gel, a rendere mansueto il ciuffo ribelle che continuava a scivolare sulla fronte. Sembrava volesse avvertirlo di non uscire quel mattino, come una premonizione, che quello sarebbe stato uno dei giorni più strani della sua vita. Forse Giacomo avrebbe dovuto dar retta ai messaggi del corpo e rimanere in casa. Ma non lo fece. Uscì e raggiunse con grandi falcate la fermata dell’autobus, come al solito colmo di gente e senza posti a sedere.
    L’unico modo che aveva trovato per sopravvivere ai quei tragitti che lo portavano al lavoro, era viaggiare con la fantasia. Anche tra ascelle puzzolenti, capelli unti che gli si strofinavano addosso, rumori di giochi elettronici e sospiri di adolescenti innamorati, riusciva ad evadere immaginando che, magari, la bella donna seduta davanti a lui gli avrebbe rivolto la parola invece di continuare a leggere il libro e da lì la serata al cinema, quindi a cena, fino all’altare. Ogni mattina Giacomo si lasciava andare a qualche sogno e lo fece anche quella volta.
    Mentre con una mano si teneva al corrimano, cercando di non soccombere alle accelerate e frenate dell’autista, notò una splendida chioma bionda seduta poco più avanti e la sua fantasia iniziò a galoppare. Sicuramente era una cuoca sopraffina e la sua specialità era il fegato alla veneziana, che, per l’appunto, era anche il suo piatto preferito. Fantastico! Sentiva in bocca il sapore della cipolla bianca soffritta leggermente e aromatizzata con l’alloro. Era ormai arrivato a scegliere l’anello di fidanzamento, cosa che, si sa, richiede concentrazione assoluta. Per questo non si fece trovare preparato all’ennesima brusca frenata dell’autobus, e finì lungo disteso ai piedi della sua futura sposa.
    Alzò gli occhi sull’uomo, alto, biondo, atletico, probabilmente svedese, che lo osservò incuriosito, prima di prendere la valigetta portadocumenti e alzarsi per scendere alla fermata, distruggendo così tutti i sogni di Giacomo che, di certo, non avrebbe smesso di sognare, anche se non più sulla bella bionda.
     
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    Stile ironico-sarcastico, Trammy, senza dubbi.
     
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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Showmaster, il tuo mi è piaciuto molto :)

    Io vado in stile poetico. :D

    Giacomo il ragazzo, uscendo dal palazzo,
    quella mattinata non l’avrebbe più scordata.
    Marciando di gran carriera, si diresse alla corriera
    e l’attesa alla fermata fu molto limitata.
    Salito in quella baraonda, notò una chioma bionda.
    Non vedeva molto e men che meno il volto,
    iniziò così a pensare, o meglio a fantasticare
    su occhi, bocca e naso, non lasciando nulla al caso.
    La immaginò assai carina e si chiese se in cucina,
    con cipolla, pepe e sale, avrebbe saputo preparare
    da bravissima italiana, il fegato alla veneziana.
    La corriera sobbalzava e lei non si voltava,
    ma una virata stretta, non annunciata, né tantomeno detta,
    lo fece scivolare e per terra carambolare.
    Seduto a mezza altezza, guardò verso la bellezza,
    ma da quella posizione, vide un uomo, dannazione!
    Alto, grosso e un po’ bruttino, era forse un parente di Odino?
     
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    Bravi tutti ma...
    Kishu mi ha fatto morire! Bravissimo!
     
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    Verooo! Non resisto, e dunque favello: non soltanto in perfetto stile poetico (ritmo danzante), pure divertente e incalzante, e rimata coi fiocchi!
    Bravo Kishuuuuu!!! :clap:
     
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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Grazie Axum :) L'ispirazione è come il Natale: quando arriva arriva :D
     
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  11. Liborio
     
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    Axum, non so se questa versione risponde ai dettami del tuo giochino. Ma l’ho fatta e… tant’è. Dai, prendi la mira!

    SCETTICO


        La maggior parte delle persone, valutava Giacomo un trentenne, singolo e affabile: Tenero come un peluche, dicevano parlando di lui. "Tutte balle! Quelle persone non sapevano di sbagliare. Oddio sono in buonafede loro, ma non conoscono il vero Giacomo. Giacomo in realtà è il solito scansafatiche vittima della sua accidia. Ma deve fare attenzione Giacomino: chi è causa del suo mal pianga se stesso, si dice. Se è vero che, col tempo, tutti i nodi vengono al pettine, arrivò quel momento anche per lui”.
        Un giorno a causa della sua indolenza a qualunque attività, sia pure la più semplice, la sorte gli giocò un brutto tiro, “E certo che il giovane sfaccendato imparò la lezione... Forse. Contrariamente a quel che poteva sembrare, non si trattò di una coincidenza di eventi paradossali, ma tutto avvenne a causa della sua cronica pigrizia”.
        Una mattina, come ogni giorno da una decina d’anni a questa parte, si mise alla guida della sua vecchia auto e, immersosi nel traffico delle ore di punta, raggiunse il capolinea degli autobus, con cui sarebbe arrivato al posto di lavoro. A prima vista sembrò una giornata come tante altre. In testa gli riecheggiava la solita polemica contro il suo responsabile colpevole, solo a suo avviso, di non considerarlo nelle attività più importanti, “Che si guardava bene dall’esternare, il codardo!”. Parcheggiò la vecchia Simca, senza dimenticare di agganciare la catena al volante, “E chi se la sarebbe presa. Sarebbe necessaria la vaccinazione per il tetano! Cambiarla con un modello meno datato e più sicuro? Dover prendere decisioni, esser costretto a far scelte da fare: troppa fatica! Guardate quanto è insopportabile”.
        Arrivò all’autobus, salì a bordo facendosi largo per sedersi. Una rapida occhiata e, con il solito piglio da inquisitore, Che confusione. E ‘sta gente doveva prendere proprio questo bus! Qui sembra davvero un barcone di migranti. “Sempre più inaccettabile vero?”. Sarà lungo il viaggio prima di arrivare, e ora che farà il nostro Giacomo. “Leggere? Studiare? Ma scherziamo. Invece si trastullò a non far niente in pratica. Si soffermò a curiosare le persone che lo circondano, specie se sono donne. No, non cerca di attaccar bottone. Timidezza penserete: no, vigliaccheria.”
        Non perse tempo, e con quei piccoli occhietti porcini puntò una figura dalla lunga e fluente capigliatura bionda. Iniziò a spiarla. Lei non lo poteva guardare dato che era avanti a lui. “Del resto, è ciò che gli riusciva meglio quando le circostanze rischiavano di esporlo a un qualsiasi rapporto interpersonale: la codardia”.
        Tradito dallo sguardo fisso su quella sagoma, trattenne per sé il suo commento, Dev’esser proprio una bella ragazza, pensò, e chissà se sa cucinare il fegato alla veneziana, con tanta cipolla bianca e due foglie di alloro, come piace a me; “E altri pensieri molto interessanti e profondi, ma da non esternare per fortuna. Ma come fa a elaborare ‘sti pensieri strampalati, che tipo!”. Indisturbato continuò a gingillarsi tra le sue fantasie, incapace di passare all’azione. Ma di tanto in tanto gli scossoni e gli sballottamenti del pullman sconquassato, lo riportavano sulla terra. Si girò attorno, nessuno lo stava guardando; tranquillo si poteva rimetter a fissare quella folta capigliatura e giocare a immaginare l’aspetto di chi aveva quella vistosa chioma bionda.
        Ma le iniziative di Giacomo sono come le malefatte diaboliche: alle sue pentole, il diavolo, non fa mai il coperchio. E ora viene il bello…
        A causa di un demente con il cellulare in mano, l’autista del bus fu costretto a una brusca frenata. Il “tenero” Giacomo, difettando di riflessi pronti per afferrare saldamente una maniglia, si ritrovò catapultato tutto a dritta, davanti a tutti steso sul pavimento della barca. Da quella posizione, alzando gli occhi poteva rimirare il viso dei suoi compagni di viaggio. Osservò finalmente anche il visino del tipino “tutta-bionda”. E accorgersi che in realtà era un uomo d'affari, con valigetta di prestigio e computer acceso; forse svedese, alto-nordico di sicuro, magari il pronipote di un vichingo biondo! “Se solo il coraggioso e intraprendente Giacomino avesse avuto il coraggio di parlarle, se ne sarebbe accorto in tempo. La pigrizia è o non è dannosa?”.

     
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    Parto col dirti che, sia la forma, che la scelta con cui hai articolato i periodi, sono eccellenti.
    Scettico, però, è soltanto lo stile che hai usato per il solo incipit:
    La maggior parte delle persone, valutava Giacomo un trentenne, singolo e affabile: «Tenero come un peluche», dicevano parlando di lui. "Tutte balle!

    Tutto il resto, in modo del tutto costante, sarebbe uno stile denigratorio.

    Scettico è: colui che, pur non manifestando apertamente la forte sfiducia verso l'altro, è spinto a non credere, e nemmeno valutare, la positività delle azioni fatte, o fattibili, dal soggetto esaminato.

    L'obiettivo è comunque centrato.

    Chapeau, Liborio!
     
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  13. Liborio
     
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    Allora ti chiedo scusa per aver attribuito un'accezione sbagliata alla parola.
    Grazie, lo sai che fremo nell'attesa di avere un tuo riscontro. Sai anche che non è piaggeria gratuita.
     
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  14. Damjen
     
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    Stile: allegorico, verboso, saccente (edit)


    Se dovessi descrivere a qualcuno, caro Giacomo, il tuo ripresentarti al mondo ogni mattina, mi troverei ad affastellare una sequela di gesti tecnici come un commentatore televisivo di tuffi olimpionici. È che la tua pratica ormai rasenta la perfezione. Come ti concentri allo specchio per cancellare la disperazione, e la scrupolosità con cui ti nascondi sotto strati di abiti che non ti si adattano che metricamente, e la mollezza nel bacetto a tua moglie, e la vaporosità nella battuta col portinaio sull’ennesima giornata grigina. E poi, inevitabilmente, ogni mattina, il tuo capolavoro: l’ingresso tra la folla alla fermata dell’autobus. Asciutto, indolore, non dissimile a un’entrata in acqua senza schizzi. Nessuna increspatura, nessuna reazione uguale e contraria; solo lo sforzo silenzioso di essere goccia d’acqua tra gocce d’acqua. La tua perfezione rasenta la bellezza. Nondimeno, malgrado lo splendido gesto tecnico, che tu sappia esattamente dove e come posizionarti, che tu sia uno scaltrito pilota del tuo corpo, che tu sappia nascondere la fatica di conseguire tutto questo, non aggiunge grazia alla tua vita: non sei che un uomo sott’acqua, qualcuno obbligato a un ambiente in cui non può sopravvivere. Poi riemergi dalla folla, una boccata fugace mentre controlli sul vetro della porta spalancata dell’autobus che gli occhiali non ti si siano appannati nell’impatto, e sei già seduto tra gli altri. La superficie di quest’unico organismo ora si adatta al nuovo contenitore, si acquieta, s’inclina leggermente e poi parte, ondeggia all’unisono a ogni curva, s’increspa e rimescola a ogni fermata. Due maschi fertili della tua fila commentano la biondina seduta qualche fila più avanti, si sbavano addosso, sorridono intorno in cerca di manutengoli. Percepisci la turbolenza, l’imperativo sociale che ne emana, lo vedi avvicinarsi in piccole onde concentriche che solcano la superficie dell’organismo unico, che investono ogni maschio sul loro percorso, che ora si allungano nella tua direzione. Quando ti investono, svelto le assecondi, ti lasci muovere e per questo ti tocca di sorridere come se comprendessi ciò che quei due, e tutti gli altri maschi, provano. No, meglio, come se lo provassi tu stesso. Quello che puoi fingere non sa, tuttavia, spingersi oltre la facciata; e così mentre tutti gli altri inseguono chissà quale fantasia erotica, tu puoi solo chiederti cosa ne farebbe quella biondina del tuo amato fegato con cipolle. Ne verrebbe fuori un fegato e cipolle buono come quello di tua moglie? Ripensi un attimo a lei, a quando l’hai baciata stamattina prima di uscire, alla sua pelle dura come marmo nel surgelatore, così lontana dalla calda morbidezza del suo fegato sotto la forchetta. Ti concedi una piccola sbavatura alla tua rappresentazione di un uomo normale, giusto un’imperfezione, e lasci che la mano frema appena al ricordo di quando gliel’hai strappato da sotto le costole. È in quel momento che l’autobus frena bruscamente e ti ritrovi scaraventato ai piedi della biondina. No, non è una biondina, è un uomo. Gli uomini sono sempre così nervosi, forse il suo fegato dovrai cucinarlo con due foglie d’alloro anziché una, giusto per coprirne il retrogusto incazzoso.


    Non sono sicura del genere... forse "noir"?
    Un bacione a tutti :)

    Edited by Damjen - 25/9/2018, 16:57
     
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    CITAZIONE (Damjen @ 24/9/2018, 18:37) 
    Non sono sicura del genere... forse "noir"?
    Un bacione a tutti :)

    Bacione agguantato!

    Dicevo sopra...
    Non si tratta di usare un genere bensì uno stile, già noto oppure inventato da te, e dichiararlo in testa alla versione che fai del racconto comune. :D
     
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15 replies since 20/4/2018, 21:57   274 views
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