Il rifugio dello scrittore

Insieme si può

Racconto ironico sulla solitudine della terza età. Spero possa strappare un sorriso

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Esterella
     
    .

    User deleted


    viecchi_fiorifinale0_2

    Insieme si può



    Seduto sulla fredda panchina del parco, aspetto lei. Accanto a me, Leo.
    Impaziente rigiro tra le mani un mazzolino di fiori che le ho appena comprato dal fioraio all’angolo. Leo mi fissa.
    «Che guardi? Non sei mai andato a un appuntamento, non sei mai stato innamorato? E non sogghignare in quel modo.»
    «Ma che dici, sto semplicemente ridendo… a modo mio s’intende.»
    «E cosa c’è di così divertente, sentiamo un po’.»
    «Beh, se tu ti vedessi, faresti lo stesso. E da stamattina che cerchi di farti bello. Come se a ottant’anni fosse possibile, ci vorrebbe un miracolo.»
    Lo interrompo infastidito.
    «Prima cosa sono settantadue e poi sono un uomo ancora affascinante e pieno di risorse. Ho anche acceso una candela a San Petronio, cosa credi, perché mi faccia avere il coraggio di parlarle. E non ridere.»
    «Ah, amico mio, io posso, non ho mica la dentiera che ti si può scollare, com’è capitato a te quella sera a cena, ti ricordi? Se non era per il tovagliolo, che ha coperto il misfatto, ci facevi una figura davvero magra.»
    «Sì, ma da allora ho comprato quella crema adesiva che si chiama… ecco lo sapevo, di nuovo l’amnesia, non ricordo più come si chiama.»
    «Ma la pillola per la memoria l’hai presa?»
    «Ho dimenticato pure quella. Però… aspetta, ora ricordo! Si chiamava dentattack! Una potenza ti dico, dimentichi di avere la dentiera.»
    «Va bene Achille, ma lascia che ti dica una cosa. Hai sbagliato a togliere il pannolone stamattina, per fare il bellimbusto, lo sai che se ti emozioni ti scappa e vorresti farla proprio davanti a lei?»
    «Non succederà. Sono tranquillo, e poi, anche se fosse, il pantalone è scuro non si vedrebbe.»
    Leo ride di nuovo, sempre a modo suo.
    «Zitto! Eccola che arriva, che carina sembra una ragazza.»
    «Certo, perché a te mancano quattro gradi, sembra un palo della luce con addosso un vestito.»
    Rachele avanza lentamente, ogni passo sembra costarle fatica. Respira profondamente, come chi è stato troppo a lungo chiuso in casa e a bisogno di lasciarsi accarezzare dall’aria, di entrare a contatto col mondo esterno.
    Doveva essere stata molto bella da giovane, lo dicono i suoi occhi verdi e il suo incedere elegante. Mi arriva accanto e porge mollemente la mano, con fare da gran dama.
    Io mi alzò in piedi e le porgo il mazzolino.
    «Oh, che bei fiori, grazie!»
    Siede accanto a me e allunga una carezza a Leo.
    Subito ritira la mano preoccupata.
    «Achille, il tuo cane sembra che digrigni i denti, mica morde?»
    «Tranquilla, Rachele, è il suo modo di sorridere, gli sei simpatica.»
    Leo si strofina col muso sul suo ginocchio mormorando:
    «Sì, tutto sommato, puoi anche andar bene Rachele. Sei tanto dolce.»
    Finalmente lei si rilassa, si passa una mano tra i capelli e sospira.
    «Che bella giornata! Peccato che mi abbiano dato solo un’ ora di libera uscita; sono molto rigide con gli orari le suorine.»
    «E per il resto come ti trovi? »
    «Si mangia bene, ma comunque non è come a casa propria.»
    «Rachele, io volevo dirti una cosa importante» sussurro un poco impacciato.
    «Aspetta, Achille, lascia parlare me» dice e sospira di nuovo.
    «Stanotte è successo un fatto increscioso, mentre cercavo di dormire, un’ombra è entrata nella mia stanza, avanzando lentamente. Io ho cominciato a gridare aiuto, credendo fosse un ladro, ma l’ombra imperterrita è entrata nel mio bagno, ha fatto la pipì e ha tirato lo sciacquone. Quando sono accorse le suore, attratte dalle mie urla, e hanno acceso la luce, ho visto che era la vecchia Tilde che ha la camera accanto alla mia... aveva sbagliato stanza. »
    Io e Leo la guardiamo divertiti, ma lei continua seria.
    «Io non voglio rimanere in quella casa di cura e diventare matta, volevo chiederti… Achille, vuoi sposarmi?»
    Una proposta di matrimonio, così su due piedi, anzi seduti su una panchina.. e pensare che volevo chiederglielo io.
    «Ma… ma… ma…» l’emozione è troppa, le parole non escono, ma i reni si lasciano andare e dopo un poco sono seduto sul bagnato. Leo disapprova abbaiando.
    «Te lo avevo detto!» mi fa.
    Lei si è accostata un poco a me.
    «Oh, quanta umidità c’è! » dice, ritirando la mano che aveva poggiato sulla panchina.
    «Rachele, noi saremo felici di averti in sposa.»
    «Noi?»
    «Mia principessa, Leo è molto più di un cane per me. Potrei definirlo il mio alter ego.»
    «Va bene, va bene, però digli che la smetta di sorridere.»
    Do un’occhiataccia al cane che si accuccia ai miei piedi.
    Alla fine del mese mi vesto per la cerimonia: doppio petto grigio scuro, camicia di seta con gemelli, calzini spaiati, che nemmeno Leo ricordava dove potesse essere finito quello uguale, e naturalmente il pannolone, perché sono emozionato come un ragazzo di vent’anni.
    «Leo, mi dispiace che non potrai entrare in chiesa, ma la porta resterà aperta, così potrai vederci» mormoro al mio fedele amico che mi segue a ogni passo.
    «Non preoccuparti. Fatti guardare, piuttosto! Bene! Sembra che sia tutto a posto» dice squadrandomi da capo a piedi.
    Il prete è molto vecchio e ha pochi capelli, tutti bianchi, due chierichetti lo affiancano nel compito di servire messa. La chiesa è semivuota, qualche signora prega, inginocchiata in fondo alla navata laterale.
    La voce del sacerdote si leva nel silenzio, chiara e solenne.
    «Fratelli, siamo qui riuniti per la festa del Corpus Domini.»
    Il chierichetto gli tira la sottana e gli dice sottovoce: «No, no!»
    L’anziano sembra capire il suo errore e riprede a predicare: «Fratelli, siamo qui riuniti per festeggiare la festa di Santa Cecilia. »
    Di nuovo riceve un tiro di sottana che gli dice che non è così.
    «Giusto, che smemorato! Fratelli e sorelle, siamo qui per la messa del primo venerdì del mese.»
    Si ode ancora un: «No!» dei poveri chierichetti che non sanno più che fare.
    «Scusate, ma allora perché siamo qui?» dice infine il prete spazientito, rivolto ai ragazzi accanto a lui.
    «Don Gaetano, per il matrimonio…» gli sussurra il ragazzo alla sua destra.
    «Ah, e dove stanno gli sposi?»
    «Eccoci!» dico, afferrando per mano Rachele.
    «Ma chi… questi due vecchi, ma siamo sicuri?» dice sottovoce.
    «Sì, sì!» ripetono i chierichetti.
    Io ho sentito, ma faccio finta di niente, per fortuna mi accorgo che Rachele, per essere più bella, ha rinunciato al suo apparecchio acustico, quindi non ha potuto sentire.
    Sforzandosi di non ridere il prete prova a terminare il sacro rito, abbreviandolo in tre parole: «Ego congiungo vos…»
    «Don Gaetano, ma non si usa più» gli suggerisce il ragazzo alla sua sinistra.
    Di nuovo si corregge e le sue parole risuonano limpide quando conclude: «Fratelli siamo qui per celebrare l’unione di questi due, che con coraggio e rassegnazione …ehm, con gioia e speranza vogliono vivere insieme il tempo loro concesso. Promettono di rimanere fedeli nella salute, se ci sarà, e nelle malattie che non mancheranno.»
    Finalmente ci benedice. Rachele sorride. Possiamo fare ritorno a casa, accompagnati da Leo che ci aspetta sul sagrato.
    «Auguri, belli!» ci dice abbaiando.
    «Grazie!» rispondo io, e «grazie» dice anche Rachele.
    La guardo stupefatto.
    «Allora, l’hai sentito anche tu!»
    «Certo Achille, ho sentito parlare il tuo cane da quando ti conosco, ma non l’ho detto per non essere presa per matta.»
    «Oh tesoro, allora i matti siamo due.»
    Stringo la mia sposa e la bacio.
    Le signore che erano in chiesa ci lanciano pezzi di carta colorata come augurio, che il riso di questi tempi è meglio non sprecarlo.
    Saliamo in macchina felici. Ci apprestiamo a costruire la nostra vita coniugale, con un cane amico col quale parleremo, cercando di essere l’uno il sostegno dell’altro. Insieme si può…
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Pionieri
    Posts
    3,116

    Status
    Molto dolce e teneramente ironica la tua storia... Mi è piaciuta molto, brava! :)
     
    Top
    .
  3. FraScribit
     
    .

    User deleted


    Molto carino: simpatico e tenero!
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein

    Group
    abilitati in shoutbox
    Posts
    1,716
    Location
    Milano

    Status
    ah ah ah ah!!!

    troppo bella!

    Ma la cosa più comica è che...
    è come leggere nel futuro di ognuno di noi
    chi prima, chi dopo...

    Viva Leo!

    Piaciuta assai!
     
    Top
    .
  5. Esterella
     
    .

    User deleted


    @ Amalasunta. Grazie contenta che ti sia piaciuto questo racconto sulla terza età, nella quale credo di essermi addentrata anch'io.
    la vignetta iniziale è stata modellata da me aqpposta per questa storia. :rolleyes:
    @ Frascribit. Grazie Fra. spero di non essere sempre così sdolcinata, qua risco il diabete...
    @ Stonestein. Contenta che ti abbia fatto ridere, l'ironia salverà il mondo... ehm, forse non era così. Comunque hai ragione, la realtà non è diversa e per la cronaca, l'episodio che la donna racconta avvenuto dalle suorine, è reale: protagonista una zia novantenne ospite in una casa di riposo.
    Beh, un abbraccio a voi. :abbraccio:
     
    Top
    .
4 replies since 27/2/2018, 18:14   45 views
  Share  
.