Il rifugio dello scrittore

L'Egemonia della cenere

non so se è la sezione giusta, proviamo

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  1. Brigata Kobra
     
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    Fotterono.

    Fu rapido e insoddisfacente, lui sperò allo stesso modo per entrambi. Quell’insoddisfazione che nasce dal non poter sfogare la rabbia oltre i limiti fisici, una rabbia ingiustificata e irrazionale contro il mondo che proprio perché contro il mondo non accetta limiti terreni.

    Volute di fumo galleggiavano nell’aria attorno a loro, dando un contorno ovattato ora alla finestra, ora al soffitto. Ognuno era perso nell’isola della sua sigaretta.

    I loro silenzi stridevano, incompatibili. Normalmente quei silenzi erano complementari, si abbracciavano e proseguivano la danza che i due avevamo appena terminato, fino a sciogliersi nella sincronia di quei respiri e di quelle fumate grigiastre e a scomparire definitivamente nel primo sorriso seguito da qualche parola, se non solo da qualche vocale disarticolata.

    Il silenzio è molto fragile e forse non esiste veramente, ma va bene così.



    Normalmente avrebbero fatto l’amore ma quel giorno per motivi imprecisi, evidentemente futili, stavano male entrambi. Male di quell’ira che macchia il sorriso, trasformandolo in un ringhio amichevole, e rende lampante ogni tipo di incompetenza o mancanza altrui.

    A rompere il silenzio stavolta fu l’urlo strozzato della mezza sigaretta di lei schiacciata nel posacenere con cattiveria, quasi per infierirne sui resti. Quel genere di dettagli rabbiosi che evadono l’autocontrollo ma in realtà sono di una sincerità animale, forse sacra. La frase da evitare, la risposta da non dare, il gesto da non fare: razionalizzati in più modi, hanno come radice semplicemente il voler fare male e far stare male. Sto male, quindi soffri.

    Riflettendo su quel gesto si accorse che si era già rivestita e indugiava su una sedia armeggiando con la scarpa destra, un plateau che riteneva di cattivo gusto. Aveva perso quella possibile parentesi spensierata, dove gli impulsi visivi guidano la mente in fantasie indistinte. Avrebbe voluto ritrovarsi con un sorriso sornione, colto in flagrante in quell’innocente voyeurismo che entrambi avrebbero compreso e apprezzato come estremo atto di intimità, ma non successe.



    Un dolore lo aggredì dal nulla riportandoli alla realtà, concentrato tra indice e medio della sua mano. Affascinato da quel dolore spense la sigaretta e massaggiandosi la punta del dito scottato si svegliò definitivamente dal leggero torpore che non si stava godendo come avrebbe voluto. Si sedette in maniera scomposta, continuando a guardarla senza parlare. L’attrito tra i loro silenzi cresceva, stemperato da minimi rumori che inconsciamente producevano per dissolverlo, vuoi la sigaretta, vuoi la sedia trascinata, vuoi il sedersi sul materasso. A concentrarsi su quei fruscii c’era quasi chiasso.

    Quel silenzio andava rotto, così pensò alla prima stupidaggine che gli passava per la testa e –



    “Devi dirmi qualcosa?” Disse lei, suscitando un suo sguardo sorpreso.



    La guardò intensamente, studiandola come faceva sempre. Lei non reggeva mai il suo sguardo per troppo tempo, credeva per un’insicurezza vestigiale di quando era ragazza, al liceo, forse alle medie. Era una donna forte, più forte di lui che invece il suo sguardo lo reggeva benissimo.

    Si accorse di essere nuovamente alla deriva nei propri pensieri e si concentrò sul cosa dirle, focalizzando quelle tematiche che da solo aveva più volte sviscerato e analizzato. Quelle fratture invisibili che entrambi percepivano chiaramente.

    Era uno di quei momenti in cui la frase giusta o sbagliata poteva cambiare tutto, era un punto di svolta anche non volendolo, chissà in quale direzione.



    “Hai delle scarpe orribili.” le rispose.
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Usi un linguaggio da psicoanalista, per raccontare il disagio di un rapporto non avvenuto nella maniera consona. Cerchi di raccontare il disagio che ne consegue, ma non entri nel perchè, lo sorvoli, fino a definirlo dovuto a motivi futili, eppure alla fine dici:
    CITAZIONE
    Quelle fratture invisibili che entrambi percepivano chiaramente.

    Qui ad esempio ti contraddici:
    CITAZIONE
    La guardò intensamente, studiandola come faceva sempre. Lei non reggeva mai il suo sguardo per troppo tempo, credeva per un’insicurezza vestigiale di quando era ragazza, al liceo, forse alle medie. Era una donna forte, più forte di lui che invece il suo sguardo lo reggeva benissimo.

    Allora lo regge o non lo regge? O solo in questa specifica occasione non riesce a reggerlo?
    Non sono uno scrittore, ma come poetucolo, cerco anche io di entrare in quei meandri che portano la mente a reagire in una certa maniera a seconda di determinati eventi, ma nel presente caso tutto pare troppo costruito, troppo voluto, troppo pensato ad arte; vedi ad esempio:
    CITAZIONE
    A rompere il silenzio stavolta fu l’urlo strozzato della mezza sigaretta di ( meglio da ) lei schiacciata nel posacenere con cattiveria.

    A mio modestissimo parere il racconto andava inserito in una coreografia più ampia e specifica e che giustificasse quei pensieri così drammatici e così profondamente analizzati.
    Qualche refuso qua e là, che credo dovuto solo al fatto che tu dici di non rileggere mai quello che scrivi ( non cosa buona ) e che se invece rileggi li trovi da solo.
     
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  3. Brigata Kobra
     
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    QUOTE (al44to @ 28/1/2018, 18:17) 
    Usi un linguaggio da psicoanalista, per raccontare il disagio di un rapporto non avvenuto nella maniera consona. Cerchi di raccontare il disagio che ne consegue, ma non entri nel perchè, lo sorvoli, fino a definirlo dovuto a motivi futili, eppure alla fine dici:

    Si, sai quei problemi sommersi che non emergono, e la tensione che c'è spesso si sfoga per cavolate. Il problema non è il rapporto, ma la distanza che già c'era tra loro e fa riflettere entrambi.

    QUOTE
    Qui ad esempio ti contraddici:
    Allora lo regge o non lo regge? O solo in questa specifica occasione non riesce a reggerlo?

    Lui lo regge, lei no, prova a rileggere la frase. ;) Lei è una donna forte e lui si sorprende del fatto che con gli sguardi non traspaia questo fattore.

    QUOTE
    Non sono uno scrittore, ma come poetucolo, cerco anche io di entrare in quei meandri che portano la mente a reagire in una certa maniera a seconda di determinati eventi, ma nel presente caso tutto pare troppo costruito, troppo voluto, troppo pensato ad arte; vedi ad esempio:
    QUOTE
    A rompere il silenzio stavolta fu l’urlo strozzato della mezza sigaretta di ( meglio da ) lei schiacciata nel posacenere con cattiveria.

    si hai ragione è molto più naturale.

    QUOTE
    A mio modestissimo parere il racconto andava inserito in una coreografia più ampia e specifica e che giustificasse quei pensieri così drammatici e così profondamente analizzati.

    Si questo è personale. Non è sbagliato, ma adoro lasciare tanti buchi nei racconti, credo che permetta a ogni lettore di riempirli con ciò che gli è più familiare. Qualcuno ci troverà un tradimento, qualcuno dei tormenti asimmetrici, qualcuno la perdita della fiducia..

    Grazie dei commenti, sei andato molto a fondo. Accidenti stavolta l'ho anche rivisto! Visti i tanti commenti in merito sto cominciando a rivedere almeno ciò che posto.
     
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    A me, invece, stride l'incipit-lampo, che si risolve (e dissolve) in un verbo fuori contesto. Quel verbo, sebbene comprensibile da chiunque, è di un uso lessicale che, nel resto dell'arco narrativo, risulta ingiustificato all'interno di un racconto che è di tipo psicologico, affrontato con ottima capacità trasmissiva. Che ne dici di: L'amplesso, la danza [che fa richiamo con quanto detto dopo] la coreografia [giacché rapporto spassionato, carnale a sé stante] era spento / consumato (?)

    Sostituirei anche "non successe", con non avvenne / accadde, poiché succedere non è soltanto sinonimico spiccio di accadere e di avvenire: ha anche un'altra accezione, quella nativa, quella che ha introdotto il senso originario della parola; è dunque un dialettalismo, ovvero una forma espressiva tradotta direttamente dal dialetto con cui parliamo abitualmente o da cui siamo condizionati quotidianamente. Scrivere non è mettere su "carta" il pensiero parlato... Scrivere è comunicazione ad alto livello, anche quando si usa una modalità lessicale semplice. Giacché vai forte in trasmissione del pensiero, perché non migliorare anche in fatto di mera comunicazione [leggi: omni comprensibilità] (?).

    Interpunzione: precisa, quindi efficace in alcuni punti; improvvisata in altri.
    Trasmissione delle immagini mentali: eccellente, poiché immagini ben installate nell'immaginario collettivo, grazie al Cinema d'autore, figlio giovanissimo della grande letteratura plurimillenaria.

    Semantica: evidentemente futili ... evidentemente non significa: probabilmente, né verosimilmente. Sto dicendo che nel testo non c'è nulla che metta in evidenza la futilità dei motivi.

    Quando lui riemerge dal torpore, sembra che la sigaretta, ormai consumata, vada ad ustionargli le basi dell'indice e del medio. Se sì, perché si massaggia il polpastrello, o la parte dell'unghia all'estremità del dito ustionato?
    In più [logica]: Un dolore lo aggredì dal nulla, riportandoli alla realtà, concentrato tra indice e medio della sua mano.
    Un dolore fisico non può essere condiviso [vedi: li pronominale], tanto da far trasalire entrambi. Manca un urletto? Un'imprecazione? Uno scatto che smuove entrambi i corpi? Se sì, per l'ultima ipotesi, allora: no, perché lei è già sulla sedia. È un errore di battitura?

    Logica: vocale disarticolata Una vocale non può essere disarticolata, poiché consistono tutte in suoni unici, modulabili, allungabili, ma non disarticolabili; semmai: qualche dittongo?

    della mezza sigaretta di lei schiacciata nel... Il consiglio di al44to è riparatorio, ma per evitare lo scivolino sarebbe bastata una virgola tra lei e schiacciata: della mezza sigaretta di lei, schiacciata nel... Quella virgola genera una proposizione subordinata relativa, che apre la strada al resto dell'azione nata dalla reggente.

    Quella che segue, è un'imprecisione logica piuttosto comune: Si sedette in maniera scomposta, ... A parte "maniera scomposta", che non comunica nulla di universale, in quanto pensiero visualizzabile soltanto da chi pensa l'azione e poi la descrive (consiglio: verbo + scomposto), come fa a sedersi se è sdraiato? Sto dicendo che posso capire cosa volevi comunicare, ma sedersi, quando si è sdraiati, è impossibile, poiché illogico: ci si siede quando si è in piedi. In quell'attimo, con quell'azione, non ci si "siede", bensì ci si leva col busto, o ci si mette in posizione seduta.

    che gli passava per la testa e – Questa è una mera sottigliezza, ma il trattino sospensivo (ci vorrebbe - comunque - quello più lungo) deve comparire attaccato: che gli passava per la testa e– Proprio come si fa con i punti di sospensione.

    Ente... ente... ente...
    insoddisfacente
    Normalmente
    definitivamente
    veramente
    Normalmente
    evidentemente
    semplicemente
    definitivamente
    inconsciamente

    A parte il primo, che è un aggettivo, il resto è fatto di avverbi luuunghi, una di quelle cose che il lettore vede (come i due) come fumo negli occhi. :) Come hai visto, io stesso ne faccio abuso, ma qui, tra te e me, siamo in un contesto colloquiale, esplicativo, "parlato".
    Decisamente, se non assolutamente, o preponderantemente, qualunquemente e infattamente troppi, per un testo così breve. ;) Perdona l'ardire della citazione albanesiana, ma mi faccio scudo col fatto che il finale è brillante, poiché risolve la situazione sospesa con un tocco di classe, provocando uno sbuffo di soddisfazione che appaga.
     
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    Bello il titolo e anche l'idea. Il taglio psicologico mi piace ma è un po' eccessivo, forse troppo compiaciuto per i mei gusti più concreti, bella la chiusa. Ciao!
     
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  6. Brigata Kobra
     
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    Oddio che onore un commento di Axum! Ti ho letto spesso e sei sempre completo, esaustivo in quello che dici, ti apprezzo per questo.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    A me, invece, stride l'incipit-lampo, che si risolve (e dissolve) in un verbo fuori contesto. Quel verbo, sebbene comprensibile da chiunque, è di un uso lessicale che, nel resto dell'arco narrativo, risulta ingiustificato all'interno di un racconto che è di tipo psicologico, affrontato con ottima capacità trasmissiva. Che ne dici di: L'amplesso, la danza [che fa richiamo con quanto detto dopo] la coreografia [giacché rapporto spassionato, carnale a sé stante] era spento / consumato (?)

    Sinceramente l'inizio così mi piace. Aveva più senso prima quando doveva essere un romanzo, deve rendere il vuoto dell'atto. Lo trovo un verbo che se privo di altri connotati denota solo l'azione fisica e questo era l'effetto che volevo dare. Una locuzione come suggerisci potrebbe andare bene per il senso, ma la parola singola a mio avviso è più arida, priva di qualsiasi sfumatura emotiva o umana.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Sostituirei anche "non successe", con non avvenne / accadde, poiché succedere non è soltanto sinonimico spiccio di accadere e di avvenire: ha anche un'altra accezione, quella nativa, quella che ha introdotto il senso originario della parola; è dunque un dialettalismo, ovvero una forma espressiva tradotta direttamente dal dialetto con cui parliamo abitualmente o da cui siamo condizionati quotidianamente. Scrivere non è mettere su "carta" il pensiero parlato... Scrivere è comunicazione ad alto livello, anche quando si usa una modalità lessicale semplice. Giacché vai forte in trasmissione del pensiero, perché non migliorare anche in fatto di mera comunicazione [leggi: omni comprensibilità] (?).

    Ricevuto, conciso ma giustissimo.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Interpunzione: precisa, quindi efficace in alcuni punti; improvvisata in altri.

    e qui ritrovo parole già sentite, rileggere e correggere mi sta aiutando.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Semantica: evidentemente futili ... evidentemente non significa: probabilmente, né verosimilmente. Sto dicendo che nel testo non c'è nulla che metta in evidenza la futilità dei motivi.

    mmm ora che lo sottolinei credo ci siano verbi più adatti, spero sia chiaro però che l'evidenza era riferita a loro due. Entrambi sanno che sono pretesti, appigli per un sottotesto lasciato immaginare al lettore.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Quando lui riemerge dal torpore, sembra che la sigaretta, ormai consumata, vada ad ustionargli le basi dell'indice e del medio. Se sì, perché si massaggia il polpastrello, o la parte dell'unghia all'estremità del dito ustionato?
    In più [logica]: Un dolore lo aggredì dal nulla, riportandoli alla realtà, concentrato tra indice e medio della sua mano.
    Un dolore fisico non può essere condiviso [vedi: li pronominale], tanto da far trasalire entrambi. Manca un urletto? Un'imprecazione? Uno scatto che smuove entrambi i corpi? Se sì, per l'ultima ipotesi, allora: no, perché lei è già sulla sedia. È un errore di battitura?

    E' un pezzo che ho riscritto due o tre volte. Personalmente mi è capitato di bruciarmi in quel modo un paio di volte nella vita e per quanto controintuitivo, il gesto che si fa è stringere il polpastrello per applicare pressione all'intera falange. Forse va reso comunque più fruibile. In genere ci si brucia lateralmente rispetto all'unghia, magari perchè si teneva la sigaretta a metà tra filtro e sigaretta vera e propria.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Logica: vocale disarticolata Una vocale non può essere disarticolata, poiché consistono tutte in suoni unici, modulabili, allungabili, ma non disarticolabili; semmai: qualche dittongo?

    verissimo. volevo evitare il banare e generico "suono disarticolato" o "mezza imprecazione", dittongo mi sembra poco spontaneo come termine, costruito. Da rivedere

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    della mezza sigaretta di lei schiacciata nel... Il consiglio di al44to è riparatorio, ma per evitare lo scivolino sarebbe bastata una virgola tra lei e schiacciata: della mezza sigaretta di lei, schiacciata nel... Quella virgola genera una proposizione subordinata relativa, che apre la strada al resto dell'azione nata dalla reggente.

    Quella che segue, è un'imprecisione logica piuttosto comune: Si sedette in maniera scomposta, ... A parte "maniera scomposta", che non comunica nulla di universale, in quanto pensiero visualizzabile soltanto da chi pensa l'azione e poi la descrive (consiglio: verbo + scomposto), come fa a sedersi se è sdraiato? Sto dicendo che posso capire cosa volevi comunicare, ma sedersi, quando si è sdraiati, è impossibile, poiché illogico: ci si siede quando si è in piedi. In quell'attimo, con quell'azione, non ci si "siede", bensì ci si leva col busto, o ci si mette in posizione seduta.

    Per la sigaretta credo di dover rivedere proprio il periodo, forse ci sono modi migliori di descrivere l'azione. Per il sedersi posso essere formalmente d'accordo ma è sia fruibile che d'uso comune quell'accezione di sedersi. Esempio "Rimase sdraiato per qualche tempo, poi si sedette a gambe incrociate a guardare il fuoco"
    Poi oggettivamente "si mise seduto" è altrettanto chiaro e più corretto.

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    che gli passava per la testa e – Questa è una mera sottigliezza, ma il trattino sospensivo (ci vorrebbe - comunque - quello più lungo) deve comparire attaccato: che gli passava per la testa e– Proprio come si fa con i punti di sospensione.

    ignoranza mia, buono a sapersi. I pregi degli editori! :)

    QUOTE (Axum @ 29/1/2018, 01:13) 
    Ente... ente... ente...
    insoddisfacente
    Normalmente
    definitivamente
    veramente
    Normalmente
    evidentemente
    semplicemente
    definitivamente
    inconsciamente

    A parte il primo, che è un aggettivo, il resto è fatto di avverbi luuunghi, una di quelle cose che il lettore vede (come i due) come fumo negli occhi. :) Come hai visto, io stesso ne faccio abuso, ma qui, tra te e me, siamo in un contesto colloquiale, esplicativo, "parlato".
    Decisamente, se non assolutamente, o preponderantemente, qualunquemente e infattamente troppi, per un testo così breve. ;) Perdona l'ardire della citazione albanesiana, ma mi faccio scudo col fatto che il finale è brillante, poiché risolve la situazione sospesa con un tocco di classe, provocando uno sbuffo di soddisfazione che appaga.

    Ho un problema con gli avverbi lunghi. Sono una droga. Ultimamente con la community e altre attività che sto facendo sto scrivendo più spesso e stanno saltando fuori quegli stilemi maligni che risultano ripetitivi. Questo è uno. Un altro, che mi ha shockato perchè ho notato che lo uso SEMPRE è costruire frasi del tipo "XXXX, ma YYYY" abuso di avversative. Tremendo.

    Ancora grazie degli appunti, alcuni mi sono stati molto utili!

    QUOTE (Amalasunta @ 29/1/2018, 11:37) 
    Bello il titolo e anche l'idea. Il taglio psicologico mi piace ma è un po' eccessivo, forse troppo compiaciuto per i mei gusti più concreti, bella la chiusa. Ciao!

    Ciao Amalasunta!!! non vedo l'ora di leggere il tuo romanzo ormai ci ho fatto la bocca non mi puoi deludere mi raccomando :)
    Il taglio psicologico è un po' il mio stile. Il 90% dei miei personaggi sono fermi in una scena a pensare a ciò che è successo o che succederà, o più in generale a guardare le vite degli altri.
    Il tono compiaciuto sono io, quello va un po' limato forse ma su quello non ho idea di come fare, ogni tanto lo sento anch'io.... credo di essere fatto così, debbo farmene una ragione.
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    PS: avversativi e avverbi ovunque anche in questo post, è terrificante!
     
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  7. EmmeTi
     
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    Mi piace il tuo stile.
    È asciutto, diretto, concreto ma pieno di immagini, ricercato.
    Leggendo questo pezzo ho avuto l'impressione che tu l'abbia vissuto, che sia la trasposizione di un fatto realmente accaduto nella tua vita, perché le digressioni psicologiche che fai sono troppo accurate.
    Forse ti è capitato e l'hai trovato così pregno di sentimento da doverlo narrare. E hai fatto bene.
    Io non cambierei nulla. Anche l'uso di termini forti o provocatori è un modo per esprimere forza, disdegno o particolare rabbia.
    Complimenti!
    Alla prossima :)

    EmmeTI
     
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    CITAZIONE (Amalasunta @ 29/1/2018, 11:37) 
    Bello il titolo e anche l'idea. Il taglio psicologico mi piace ma è un po' eccessivo, forse troppo compiaciuto per i mei gusti più concreti, bella la chiusa. Ciao!

    [QUOTE]Ciao Amalasunta!!! non vedo l'ora di leggere il tuo romanzo ormai ci ho fatto la bocca non mi puoi deludere mi raccomando :)
    Il taglio psicologico è un po' il mio stile. Il 90% dei miei personaggi sono fermi in una scena a pensare a ciò che è successo o che succederà, o più in generale a guardare le vite degli altri.
    Il tono compiaciuto sono io, quello va un po' limato forse ma su quello non ho idea di come fare, ogni tanto lo sento anch'io.... credo di essere fatto così, debbo farmene una ragione.[QUOTE]
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    Ehi... trattieni l'entusiasmo amico... non c'è nessun romanzo ;)
    Però il tuo commento sui tuoi personaggi fermi a pensare per tutta la scena mi ha fatto venire in mente questa cosa che ho postato adesso. Dedicata for iù. Ciao ;)
     
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7 replies since 28/1/2018, 16:40   68 views
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