Il rifugio dello scrittore

Il canto delle Sirene

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    LIborio... a proposito di anafore...:)

    E’ logico e naturale che tu non mi risponda.
    Perché dovresti?
    La cosa strana, semmai, è il fatto che tu mi abbia risposto così tante volte in questi mesi.
    Così spesso, così velocemente, così simpatico, così a tuo agio.
    C’ è un senso in tutto ciò, la risposta al tuo comportamento è davvero semplice.
    "Domandare è lecito, rispondere è cortesia" recita il proverbio, e questo è successo: hai smesso di essere cortese con me.
    Forse il mio domandare non è stato del tutto lecito, forse, anzi certamente, avrei dovuto essere io più brava e smettere per prima.
    Sai, non è che non ci abbia provato: sono a pagina 453 dei miei tentativi falliti di smettere con te.
    E’ vero, avrei dovuto essere più determinata: avrei dovuto pestarmi le dita con un batticarne, o amputarmele direttamente con un colpo netto, una ad una, per impedirmi di scriverti.
    Sì, avrei dovuto, ma non l’ho fatto.

    Oppure avrei potuto farmi legare al pennone della nave in tempesta come Ulisse, e ascoltare impavida il canto delle Sirene in mezzo al mare in burrasca, e poi puntare dritta a Itaca, tornare a casa, fare strage dei proci e ristabilire il potere sul mio regno.
    Forse questo in qualche modo l’ho fatto, lo sto facendo.
    Non sono riuscita a riempirmi le orecchie di cera e non ascoltare il canto delle Sirene che risuonava nel mio cervello, nella mia anima.
    Non sono riuscita a non ascoltare la tua voce che mi parlava, e a non cercare le parole che tu mi volevi regalare.
    Non sono riuscita a mentirmi dicendo che non sentivo niente, che non me ne importava niente, che le Sirene erano pura invenzione, che il loro canto non esisteva.
    Non sono riuscita a dirmi che tu per me non esistevi.
    Non ho potuto mentire, non l’ho voluto fare.
    E una volta cominciato ad ascoltare ho dovuto capire, fino in fondo, fino alla fine, perché -lo sa Ulisse- non si può rinunciare a sapere, anche se le Colonne d’Ercole sono lì a dirtelo: è pericoloso varcare quel confine, ti avvisano gli dei di ogni religione: oltre è meglio non andare.
    Non sono andata oltre, non ho varcato nessun confine: sono rimasta legata al palo della nave in tempesta e ho ascoltato il canto delle Sirene.
    Dovevo, ho fatto bene.

    Forse adesso la tempesta si sta placando e le Sirene hanno smesso di cantare: tu hai smesso di parlare, e io ho capito quello che dovevo sapere.
    Forse adesso posso tornare a casa.
     
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  2. Liborio
     
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    Mi piace. Sarà che quel suono mi ha ipnotizzato. Io incapace di imitare il re di Itaca, ho perso. :(









    Non è stata fatta giustizia qualche giorno fa
     
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    Sono contenta che ti abbia ipnotizzato: il canto delle Sirene fa questo effetto... ;)
    La mia protagonista invece è una dura e, come Ulisse, l'ha scampata!
    Ciao :)

    Edited by Amalasunta - 3/1/2018, 14:00
     
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    Sovrana di Bellezza

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    E' un racconto molto suggestivo della fine di un amore che forse non è mai esistito...
    Il canto delle Sirene forse all'inizio ammaglia, ma quando finisce si ritorna alla dura realtà...
    :brindisi:
     
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    Grazie lady! Felice ti sia piaciuto! :)
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Uno scritto dove la figura retorica dell'anafora è usata magistralmente ( Non...non....non...)
    Mi chiedo spesso, leggendo i tuoi racconti, se sono semplicemente frutto di immaginazione o se non vengono da una tua esperienza che per quanto borderline, non ti lascia mai, in quanto mai metabolizzata.
    Tanto coinvolgenti, i tuoi racconti, che sembrano fortemente introspettivi e che comunque evidenziano la profonda conoscenza dell'animo femminile.
    Da ciò mi viene spontaneo chiederti: ma hai mai provato, vista questa tua dote a scrivere un bel romanzo rosa? Vista la tendenza a scrivere Horror e fantasy, tu sei un qualcosa di raro!
     
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    Grazie Al, felice che il pezzo ti sia piaciuto, anafora inclusa... ;)
    Per quanto riguarda scrivere un romanzo rosa... forse ti stupirà dato quello che scrivo, ma è un genere che proprio non frequento: credo di non avere mai letto un romanzo che si possa definire "rosa" in senso stretto in vita mia. Mi piacciono i romanzi che raccontano la storia, la vita e la morte, le passioni della gente, amore incluso, certo. Ma non sono mai romanzi che si possono definire rosa (a meno che vogliamo definire rosa "I promessi sposi" o "Umiliati e offesi" tanto per fare due esempi a caso... ;) ). E certamente non sarei mai in grado di scrivere un romanzo così. Dunque mi restano i miei frammenti che cercano di catturare un'emozione o un sentimento, destinati a restare frammenti penso e a non comporsi mai in una storia.
    Per quanto riguarda il livello autobiografico della questione, non credo sia importante. Ogni frammento è un pezzetto di qualcosa, veramente provato o immaginato da me o da un'altra, non credo sia importante.
    Bye! :)
     
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6 replies since 29/12/2017, 21:24   86 views
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