Il rifugio dello scrittore

La suddivisione in paragrafi

Perché e come farla

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    Carissimi,

    come abbiamo visto e notato in tutti i romanzi, o nei racconti, ci sono sempre suddivisioni del testo che fanno in modo che lo stesso non compaia come "un muro di parole".

    Come si fa a capire quando è il caso di "andare a capo"?

    Partiamo dal principio assodato che il punto fermo è un segno che ci segnala una pausa lunga, la più lunga. Ciò non significa che dopo ogni punto fermo siamo costretti ad andare a capo, lo faremo se dopo il punto "cambia qualcosa", perché stiamo affrontando un fatto, un tempo o un dettaglio nuovo.

    Ogni paragrafo ha un suo motivo per esistere, e possiamo cominciare dalla comprensione del concetto di tempo. Ci sono i tempi verbali, ma non sono quelli che tratteremo qui.
    Poi ci sono i tempi che si susseguono durante la narrazione.


    Il susseguirsi degli eventi, in un racconto o in un romanzo, concretizza un viaggio attraverso uno o più segmenti di tempo.
    I segmenti narrativi possono riguardare anche tratti che stanno nel contesto temporale specifico di un dato momento oppure in quello generale e che, tuttavia, affrontano fatti differenti o nuovi, altri personaggi, storie evocative, eventi narrativi simultanei [Nel frattempo...].

    Un paragrafo rappresenta un nuovo tratto che inizia dopo un accapo e un eventuale rientro fatto col tasto Tab;
    si verifica:
    - durante le varie, distinte, fasi temporali del segmento narrativo totale.
    - ad ogni novità assoluta. Ad esempio: alla presentazione di un nuovo personaggio.
    - quando cambiamo argomento contestuale.

    Nel paragrafo successivo dev'esserci "qualcosa di nuovo", sia che concerna il tempo e sia che la novità riguardi il contesto totale.

    In un nuovo paragrafo possiamo concederci riferimenti al già detto, che siano brevi o accennati, meglio se semplicemente allusivi. Nessuna ripetizione, di quanto abbiamo già scritto prima, potrà trovarsi in un nuovo paragrafo, fatta eccezione per gli eventuali tratti anaforici.

    Va da sé: anche in narrativa il paragrafo contempla i rientri, tipici dei testi commerciali, giornalistici, pubblicitari, formali et similia.

    Mi inventerò, di sana pianta, un testo per spiegare l'uso del paragrafo, scrivendo dapprima il testo a muro:

    ~~~~~~~~~~~~~~~

    Era nato a Parigi, ma quando ebbe diciannove anni si trasferì a Londra. Il ragazzo voleva diventare uno scrittore, e così prese a frequentare i circoli culturali. Conobbe molte persone, tutte diverse. Più tardi, nel 1902, conobbe l'amore. Lei, un angelo in terra, lo rese felice. A Gerard bastava la sua presenza; Kathryn era tutto. Sei mesi dopo l'incontro, i due parlarono di matrimonio: risero, subito e convinti, senza dar peso a quella sciocca idea. Non si immaginavano in un'unica abitazione e tantomeno nei ruoli di potenziali genitori. Volevano vivere l'esistenza dell'artista poiché lei dipingeva. Un giorno come un altro scoprirono un angolo della città in cui si accumulava il calore che proveniva da una finestrella. L'odore era inconfondibile e realizzarono: «Lì dentro c'è una panetteria !» Lì giocavano e fantasticavano ogni venerdì. Passò il primo anno, e i due si amavano sempre di più; stavano incarnando la più dolce delle malattie da cui si possa rimanere affetti. Gerard raccontava a Kathryn i suoi sogni, e lei assorbiva quei paesaggi mentali con piacere puntuale. Diventarono quel che avevano desiderato; lei ebbe una serie di Personali, lui scrisse ventidue libri di successo. Ora, che sono molto anziani, non hanno figli ma si curano vicendevolmente: lui fa il padre di Katy, lei la madre di Gerard. A turno si scambiano quei dolcissimi ruoli.

    ~~~~~~~~~~~~~~~



    Ora disponiamo i paragrafi come occorrono:

    legenda: giallo = inizio paragrafo di struttura (meglio dire: di formattazione).

    ~~~~~~~~~~~~~~~

    Era nato a Parigi, ma quando ebbe diciannove anni si trasferì a Londra. Il ragazzo voleva diventare uno scrittore, e così prese a frequentare i circoli culturali. Conobbe molte persone, tutte diverse.

    Più tardi, nel 1902, conobbe l'amore. Lei, un angelo in terra, lo rese felice. A Gerard bastava la sua presenza; Kathryn era tutto.

    Sei mesi dopo l'incontro, i due parlarono di matrimonio: risero, subito e convinti, senza dar peso a quella sciocca idea. Non si immaginavano in un'unica abitazione e tantomeno nei ruoli di potenziali genitori. Volevano vivere l'esistenza dell'artista poiché lei dipingeva.

    Un giorno come un altro scoprirono un angolo della città in cui si accumulava il calore che proveniva da una finestrella. L'odore era inconfondibile e realizzarono: «Lì dentro c'è una panetteria !» Lì giocavano e fantasticavano, ogni venerdì.

    Passò il primo anno, e i due si amavano sempre di più; stavano incarnando la più dolce delle malattie da cui si possa rimanere affetti. Gerard raccontava a Kathryn i suoi sogni, e lei assorbiva quei paesaggi mentali con piacere puntuale.
    Diventarono quel che avevano desiderato; lei ebbe una serie di Personali, lui scrisse ventidue libri di successo.

    Ora, che sono molto anziani, non hanno figli ma si curano a vicenda: lui fa il padre di Katy, lei la madre di Gerard. A turno si scambiano quei dolcissimi ruoli.

    ~~~~~~~~~~~~~~~




    Un metodo semplice
    In nuovo paragrafo occorre quando:
    - narriamo fatti che stanno in un tempo diverso da quello attuale
    - narriamo o presentiamo personaggi completamente nuovi (rispetto a quelli già creati).
    - cambiamo argomento, in tutto o in gran parte.


    Una regola non scritta, vuole che un paragrafo comprenda almeno dieci righe, ma il tutto dipende da quel che stiamo narrando e dal come lo stiamo facendo.
    Dieci righe è, pertanto, una semplice indicazione, non un obbligo.

    Quando un nuovo paragrafo rappresenta fatti molto diversi da quelli appena conclusi, oppure in tempi lontanissimi da quella esposti in precedenza, allora possiamo, anzi dobbiamo usare un’interlinea doppia. In favore di questo dettaglio spaziale, quando il nostro testo verrà impaginato in un libro, vedremo che lo spazio potrà consistere anche in mezza pagina vuota e talvolta anche di più.




    Fonte: autonoma (me medesimo).
     
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