Il rifugio dello scrittore

Il mare d'estate

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  1. Giulia Glorani
     
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    A Federico era sempre piaciuto andare a pesca, era uno sport che lo rilassava molto. Ben più della corsa sulla spiaggia o lo yoga all'alba, praticato da alcuni dei suoi coetanei. Gli piaceva soprattutto quella notturna, esercitata in riva al mare, sotto un cielo di stelle brillanti a fargli compagnia. Orate e spigole erano i pesci che abboccavano più facilmente, ma anche saraghi e rombi avevano, da sempre, rappresentato un ricco bottino. A pesca ci andava tutto l'anno, che fosse primavera o autunno, ma la sua stagione preferita era decisamente l'estate.

    Era l'estate perchè aveva conosciuto Giada, una sera di tre anni prima.

    Stava infilzando un gamberetto all'amo, illuminato soltatnto dalla luce fioca dello starlight, quando vide lunghi capelli chiari emergere dall'acqua, poco più in là. Era Giada, avvolta strettamente nel vestito di lino bianco, quello che le aveva cucito la nonna prima di morire, qualche anno prima. Risaliva dall'acqua così come avrebbe fatto Thalassa, la primordiale dea del mare, con eleganza, movimenti sinuosi e bellezza da vendere. Pensava d'esser sola in spiaggia, quella notte, tanto da non curarsi del fatto che il suo vestito bianco, diventato trasparente a causa dell'acqua, non lasciasse ormai più niente all'immaginazione.

    Sembrava una bimba felice, come poche ne aveva viste prima di allora...

    Lanciava in aria capienti manciate d'acqua, godendosi quella pioggia di piccoli cristalli bagnarle il volto. Giocava anche con la sabbia, spalmandola su gambe e braccia, reimmergendosi poi per farla scivolare via. Era illuminata solo dalla luna, quella notte piena, che ne rifletteva la sagoma alta e longilinea, sulle increspature del mare. Il collo allungato, gambe chilometriche, braccia sinuose e leggere come quelle di una ballerina...

    Federico era incantato, talmente tanto da non accorgersi che un pesce aveva abboccato alla sua lenza. Trafelato ed agitato si accinse a recuperarlo, tradendo però il silenzioso segreto della sua presenza. Tuttavia Giada non sembrò spaventata anzi, corse a recuperare l'asciugamano, un po' per pudore, un po' per il vento che si stava alzando, e si diresse verso di lui. Ancora gocciolante d'acqua salata e sporca di sabbia qua e là, ma ingenuamente senza vergogna, gli disse:

    "Che fai qui tutto solo?"

    "Pesco" - rispose Federico. "Mi rilassa venire qui di notte, avere la compagnia soltanto delle stelle e godere di questo prezioso silenzio."

    "E' lo stesso motivo per cui vengo qui io, tutte le sere, a fare una nuotata. Preferisco il mare di notte perchè mi lascia il tempo di organizzare i pensieri, non mi giudica, non mi fa pressione alcuna..." - proseguì lei. "...e poi la luna mi bacia tanto teneramente da farmi quasi arrossire, talvolta."

    "Ma come tutte le sere?" - chiese Federico agitato. Era così bella da togliere il fiato, pensò. Quei capelli lunghi così bagnati di salsedine erano la perfetta cornice a valorizzare un volto rosa pallido che sapeva di perfezione.

    "Eh sì, passo tutte le mie estati qui, nella casa dei nonni, da anni ormai. Almeno tre volte a settimana vengo qui e mi godo il silenzio di queste acque scure." - rispose Giada.

    Federico era di Cagliari, e non era passato giorno, durante quell'estate, senza che lui si fosse recato sulla spiaggia a pescare. Da quando Lorena l'aveva lasciato quello era il suo modo per riordinare i pensieri, per trovare un briciolo di pace in una testa troppo piena di rumore. Pensò a quante volte s'erano visti, o incrociati, prima di allora. Ma pensò soprattutto a quanto si erano inconsciamente fatti compagnia, quell'estate.

    Lui, cuore solitario e spezzato da una profonda delusione d'amore. Lei, solare ed estroversa, in cerca d'ispirazione per scrivere.

    Trascorsero la notte intera a parlare, fino a che la luna lasciò spazio al sole, fino a che un cielo dipinto di rosa e arancio non sostituì le stelle. Dopo l'estate del '96, quella spiaggia non fu più solo il luogo di meditazione e solitudine che era stato sino ad allora, bensì una rinascita, un territorio di nuovi incontri.

    Con la dolcezza del canto soave d'una sirena, Giada curò il cuore ferito di Federico, fino a farlo battere, assieme al suo, sulla battigia di quella spiaggia solitaria a Cagliari, illuminati soltanto da un cielo di stelle.
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Mi è piaciuto tantissimo! Chissà perchè preferisco, come nei film, le storie che vanno a finire bene! Queste tue parole sono una carezza, ed ora anche se ti parrò ripetitivo, sono a tratti anche poesia!

    Edited by al44to - 27/11/2017, 23:11
     
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  3. Giulia Glorani
     
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    Grazie al44to...che bel complimento!!!! =) Mi piacerebbe saper scrievre poesie......
     
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2 replies since 25/11/2017, 19:45   34 views
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