Il rifugio dello scrittore

True Kawaii Ltd

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  1. .Batou
     
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    CITAZIONE
    Mi raccomando, commentate con cattiveria.

    La luce del tramonto quella sera era così intensa da soverchiare ogni cosa. Dai profili degli edifici, agli alberi del parco poco distante, all'incessante attività dei veicoli che deambulavano in lontananza sull'asfalto. L'orizzonte intero pareva annegare in quell' incendio sfarzoso. Seica sedeva in silenzio sull' argine di un ampio canale artificiale. Esso costeggiava una lunga fila di asettici appartamenti disabitati ed intonacati di fresco. Incantato dagli sfavillanti giochi di luce riflessi sulle stanche e lievi onde del canale, si accorse per puro caso di quel buffo pupazzo di peluche rosa trasportato dalla corrente. Nel fluire placido e beato, l'insolito peluche fissava Seica diritto negli occhi. Seica prese allora ad osservarlo a sua volta. Nonostante si fosse oramai allontanato di parecchio trascinato dalla corrente, il pupazzo insisteva nel mantenere il muso rivolto verso il volto di Seica. All'improvviso una rosea e fradicia zampa imbottita si sollevò ad indicare il cielo. Seica si rizzò in piedi con uno scatto e, senza pensarci due volte, corse lungo l' argine in direzione del peluche. Lo raggiunse proprio alla bocca della chiusa, là dove il letto del canale si restringeva e l'acqua precipitava nella conduttura sotterranea. Lo raccolse. Finalmente Seica stringeva il pupazzo nelle sue mani. Era brutto, viscido e puzzolente: Solo metà del peluche era di color rosa, mentre l'altra metà, quella che era rimasta a contatto con l'acqua lercia del canale, era verde alga. Dal fondoschiena spuntavano un'illeggibile etichetta in nylon ed una cordicella, la quale, terminava in un anello di plastica corroso. Seica, disgustato e deluso dall'oggetto che ora teneva in mano, decise in fretta di disfarsene restituendolo al canale. Stava per scagliare il pupazzo nell'acqua torbida, quando udì chiaramente le segunti parole: "Siamo stanchi di bere merda!" All'istante il braccio di Seica si paralizzò. Era convinto che dietro di lui, uno sconosciuto, vedendolo gettare un oggetto nell'acqua del canale, avesse protestato gridando quella frase. Nulla di tutto ciò. Seica era solo, non c'era nessuno oltre a lui nei paraggi. Istintivamente guardo' il peluche che stringeva tra le dita, ma non notò nulla di strano. Quindi lo strinse con molta più forza. "Lurido porco! AH! Se noi potessimo stringere te, le budella ti schizzerebbero fuori dal buco del culo!". Seica grido' un imprecazione e gettò a terra con un guizzo il peluche bicolore. Questa volta non c'erano dubbi: era proprio lui a "parlare"! Seica fece due passi indietro, pulendosi sui pantaloni la mano con la quale poco prima impugnava il pupazzo. "HEY, storto!", l'apostrofò il peluche, "Ma che cazzo t'è preso?" . Seica lo fissava inorridito ed incredulo, il cuore con un balzo gli si era conficcato in gola. Poi capì. Capì che era tutto un scherzo, un prank ben congeniato. Capì che non poteva essere altrimenti. Dentro al pupazzo c'era di certo un altoparlante wireless. Forse c'era pure una microcamera. Forse no. Forse le telecamere erano altrove, intorno a lui, ovviamente ben camuffate. Sorrise debolmente ed insipirò a fondo. Si riavvicinò a passo sciolto verso il peluche ostentando sicurezza. Raccolse il giocattolo da terra e se lo avvicinò al viso per permettere alla microcamera, che probabilmente conteneva, di filmarlo al meglio mentre esibiva uno smagliante sorriso a trentadue denti. A quel punto il pupazzo urlò: "Stooortoo! ma che bocca graaande hai! e che spleeendidi deeenti! Tira la nostra cordicella e FACCI vedere le tue cervella!". Seica simulò una risata ed agganciò l'indice della mano sinistra all'anello di plastica della cordicella. In quell'istante già pregustava tutta l'effimera popolarità di cui avrebbe goduto, non appena il video fosse stato caricato in rete. Domandò a se stesso quale prankster famoso potesse aver architettato il tutto. Concluse che presto l'avrebbe saputo. Tirò la cordicella ed un lampo saettò tra le sue mani, accecandolo. L'esplosione lo scaraventò a terra con violenza, strappandogli dal volto un occhio, il naso, e buona parte dell'arcata dentale superiore. Seica giaceva supino, non riusciva più a pensare, non udiva più nulla e non vedeva quasi niente dall'unico occhio rimastogli. D'impulso sollevò la mano nella quale poco prima stringeva il peluche. Del pupazzo non v'era più traccia. Della mano non era rimasto altro che un misero moncone semicarbonizzato. Su quest'ultimo si era come incollata un'etichetta in nylon. Su di essa, ora era leggibile a chiare lettere una scritta: True Kawaii Ltd
     
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    In primis: dissento dall'incitazione raccomandata, perché si può dire moltissimo, in modo preciso e articolato, con minuzia di dettagli, senza usare cattiveria. Sì, è un modo di dire, tanto per richiedere sincerità assoluta, ma noi, qui, lo siamo sempre; siamo sinceri, perché quello è l'unico modo per rendersi utili a qualcuno e costruttivi in ogni caso. Ogni parola ha un suo valore, e sta a noi comunicarne la giusta accezione, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che a te piace l'altrui "cattiveria". Qualcun altro potrebbe immaginare che la "cattiveria" sia una buona strada da percorrere, mentre noi siamo soltanto oggettivi, calmi, pacati e senza voglia di vessare chicchessia.

    Dal punto di vista della forma, è il classico "vergar acerbo" poiché sembra parlato, più che scritto per essere gustato.
    Non lasci spazio all'immaginazione: spieghi troppe cose, e lo fai in modo lineare, sequenziale, come fosse una lista, senza sospensioni, senza che il lettore possa prendere "il possesso della storia" e leggerla attraverso la propria "visuale".

    La materia costruttiva c'è, e il pathos pure, ma andrebbero esposti con meno aulicità stridente, alternata a frasi troppo spicce, proprio perché si tratta di una storia urbana, di quelle che, in un mondo di fantasia, ma anche in uno reale, ciò che hai esposto potrebbe accadere davvero.
    La stesura di un buon racconto non è un insieme di informazioni, bensì quell'arte sottile di chi, attraverso le semplici parole, riesce a: coinvolgere, incuriosire, catturare e appagare interiormente il lettore.

    Ortografia e interpunzione: ti prego di non dire, come fanno molti: Ho scritto col mobile e quindi...
    Chi ama la scrittura, la espone sempre nel modo più preciso che ci sia, perché la precisione ortografica e la qualità dell’interpunzione sono fattori paragonabili al bell'aspetto di una persona che non vuole apparire come un senzatetto, bisognoso di acqua, cibo e vestiti decorosi.

    Passo la palla.

    Edited by Axum - 23/11/2017, 22:28
     
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  3. .Batou
     
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    CITAZIONE (Axum @ 23/11/2017, 22:05) 
    In primis: dissento dall'incitazione raccomandata, perché si può dire moltissimo, in modo preciso e articolato, con minuzia di dettagli, senza usare cattiveria. Sì, è un modo di dire, tanto per richiedere sincerità assoluta, ma noi, qui, lo siamo sempre; siamo sinceri, perché quello è l'unico modo per rendersi utili a qualcuno e costruttivi in ogni caso. Ogni parola ha un suo valore, e sta a noi comunicarne la giusta accezione, altrimenti qualcuno potrebbe pensare che a te piace l'altrui "cattiveria". Qualcun altro potrebbe immaginare che la "cattiveria" sia una buona strada da percorrere, mentre noi siamo soltanto oggettivi, calmi, pacati e senza voglia di vessare chicchessia.

    Ma perchè scrivi usando il plurale?
    Pensi davvero di intercettare e canalizzare le opinioni i pensieri e la coscienza di tutti gli utenti?
    Scrivi che il mio incipit potrebbe spronare qualcuno alla cattiveria. Mha? Non sarai, percaso, un tantinello apprensivo?
    L'unico essere vivente che mi sento in potere/dovere di vessare è quello che scorgo ogni qual volta mi guardo allo specchio.

    CITAZIONE
    Dal punto di vista della forma, è il classico "vergar acerbo" poiché sembra parlato, più che scritto per essere gustato.
    Non lasci spazio all'immaginazione: spieghi troppe cose, e lo fai in modo lineare, sequenziale, come fosse una lista, senza sospensioni, senza che il lettore possa prendere "il possesso della storia" e leggerla attraverso la propria "visuale".

    La materia costruttiva c'è, e il pathos pure, ma andrebbero esposti con meno aulicità stridente, alternata a frasi troppo spicce, proprio perché si tratta di una storia urbana, di quelle che, in un mondo di fantasia, ma anche in uno reale, ciò che hai esposto potrebbe accadere davvero.
    La stesura di un buon racconto non è un insieme di informazioni, bensì quell'arte sottile di chi, attraverso le semplici parole, riesce a: coinvolgere, incuriosire, catturare e appagare interiormente il lettore.

    Un commento, questo, che vale oro.
    Grazie!

    CITAZIONE
    Ortografia e interpunzione: ti prego di non dire, come fanno molti: Ho scritto col mobile e quindi...
    Chi ama la scrittura, la espone sempre nel modo più preciso che ci sia, perché la precisione ortografica e la qualità dell’interpunzione sono fattori paragonabili al bell'aspetto di una persona che non vuole apparire come un senzatetto, bisognoso di acqua, cibo e vestiti decorosi.

    Passo la palla.

    Qui però mi scrivi tutto e nulla allo stesso tempo.
    Cos'è che non t'ha convinto a livello ortografico, io mica l'ho capito, eh!
     
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    Il semplice fatto che tu l'abbia presa sul personale, ipotizzando "quel che io credo", e come io possa essere (entrambe le cose non sono carine né corrette, quindi, da persona a persona: non sei autorizzato a "fantasticare" su di me), mi dimostra che non sai una cosa importante: conosco tutti gli utenti nel nostro forum e so esattamente come loro sono e come si comportano con gli altri utenti. Lo so perché li frequento, perché ci parlo, perché li stimo, perché sono persone meravigliose.
     
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  5. .Batou
     
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    CITAZIONE (Axum @ 23/11/2017, 23:35) 
    Il semplice fatto che tu l'abbia presa sul personale, ipotizzando "quel che io credo", e come io possa essere (entrambe le cose non sono carine né corrette, quindi, da persona a persona: non sei autorizzato a "fantasticare" su di me), mi dimostra che non sai una cosa importante: conosco tutti gli utenti nel nostro forum e so esattamente come loro sono e come si comportano con gli altri utenti. Lo so perché li frequento, perché ci parlo, perché li stimo, perché sono persone meravigliose.

    Io non ho fantasticato su di te nemmeno per un secondo, stai sereno.
    Ho formulato ciò che ho scritto facendo ricorso unicamente alla logica.
    Comunque, per me è "preoccupante" leggere frasi del tipo:

    CITAZIONE
    non sei autorizzato a "fantasticare" su di me!

    CITAZIONE
    conosco tutti gli utenti nel nostro forum e so esattamente come loro sono e come si comportano

    Minchia, quelli della Stasi posti al tuo confronto erano degli innocui dilettanti!
    Vabbè và, buonanotteh a tuttih.
     
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    Ciao Batou :)
    Ho letto il tuo testo e credo di poter interpretare quello che ti ha detto Axum circa lo stile telegrammatico e la conseguente difficoltà d'immedesimazione nel testo da parte del lettore in un pressoché assente Show don't tell. Credo tu sappia cosa sia. Che ne diresti di provare a fare a meno di qualche aggettivo e di raccontare tu stesso quegli stessi aggettivi in modo da coinvolgere il lettore, in modo da fargli lavorare la fantasia, da stimolarla (importantissimo per ottenere un coinvolgimento)? Mostraci, prova a fare uno sforzo in più. Per il resto, a livello contenutistico si presta anche abbastanza bene per poter essere un testo godibile, ma, e qui accolgo la palla al balzo dell'Axum, come si presenta ora non trascina chi legge, non dà emozioni.
     
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    CITAZIONE (.Batou @ 23/11/2017, 23:59) 
    CITAZIONE (Axum @ 23/11/2017, 23:35) 
    Il semplice fatto che tu l'abbia presa sul personale, ipotizzando "quel che io credo", e come io possa essere (entrambe le cose non sono carine né corrette, quindi, da persona a persona: non sei autorizzato a "fantasticare" su di me), mi dimostra che non sai una cosa importante: conosco tutti gli utenti nel nostro forum e so esattamente come loro sono e come si comportano con gli altri utenti. Lo so perché li frequento, perché ci parlo, perché li stimo, perché sono persone meravigliose.

    Io non ho fantasticato su di te nemmeno per un secondo, stai sereno.
    Ho formulato ciò che ho scritto facendo ricorso unicamente alla logica.
    Comunque, per me è "preoccupante" leggere frasi del tipo:

    CITAZIONE
    non sei autorizzato a "fantasticare" su di me!

    CITAZIONE
    conosco tutti gli utenti nel nostro forum e so esattamente come loro sono e come si comportano

    Minchia, quelli della Stasi posti al tuo confronto erano degli innocui dilettanti!
    Vabbè và, buonanotteh a tuttih.

    Sì, è preoccupante, perché hai già dimostrato, nel post precedente, che non hai idea di come sia fatta una comunità composta da persone civili, che non si lasciano andare ad impressioni e nemmeno le espongono in pubblico, se quelle impressioni sono mere fantasticherie su una persona. Quando entrerai nel mondo vero, quello degli adulti, quello del dovuto rispetto reciproco, allora capirai il significato di "Non sei autorizzato a fantasticare su di me". Con quella perplessità mi hai dimostrato che, ancora, non sai come funziona il protocollo tra persone adulte.
    Se sei preoccupato, perché non impari come funziona l'interazione tra persone sconosciute? Potrebbe aprirsi un mondo, che si chiama società civile, con gli annessi modi agire e interagire. In sostanza: Che cos'è la confidenza acquisita e convalidata, e quando non è possibile metterla in atto in modo del tutto inappropriato.

    Ti preoccupa il fatto che io conosca tutti, e come si comportano? Perché mai ti proccupa o ti crea perplessità? A te non è mai successo? Be', a me sì, è successo qui, tra queste persone (alcune le seguo da 20 mesi, altre da parecchi anni).

    Se ci metti anche il fatto che, in veste di membro dello staff, devo seguirle per verificare cosa fanno (sia per mansione che per pura amicizia), allora il quadro, forse, ora ti è più chiaro.

    Ciò che per te non è possibile, o poco chiaro, non è una cosa "che non può esistere", è solo una cosa che tu ignori.

    Segue messaggio privato.

    Edited by Axum - 24/11/2017, 17:04
     
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  8. .Batou
     
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    CITAZIONE (Emma: @ 24/11/2017, 00:22) 
    Ciao Batou :)
    Ho letto il tuo testo e credo di poter interpretare quello che ti ha detto Axum circa lo stile telegrammatico e la conseguente difficoltà d'immedesimazione nel testo da parte del lettore in un pressoché assente Show don't tell. Credo tu sappia cosa sia. Che ne diresti di provare a fare a meno di qualche aggettivo e di raccontare tu stesso quegli stessi aggettivi in modo da coinvolgere il lettore, in modo da fargli lavorare la fantasia, da stimolarla (importantissimo per ottenere un coinvolgimento)? Mostraci, prova a fare uno sforzo in più. Per il resto, a livello contenutistico si presta anche abbastanza bene per poter essere un testo godibile, ma, e qui accolgo la palla al balzo dell'Axum, come si presenta ora non trascina chi legge, non dà emozioni.

    Grazie per aver letto il mio scritto!
    No, in realtà non sò proprio un cappero di qusto cosiddetto "Show don't tell"
    Mò m'informo.
    Ad ogni modo farò tesoro dei tuoi consigli e di tutte le tue considerazioni.
    :ci si vede:
     
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  9. mister bradipo
     
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    Ciao, ho letto il tuo racconto.
    Secondo me può essere un inizio. Nel senso che ci ho visto elementi validi. Soprattutto alcune descrizioni e un generale senso di pericolo che riesci a far aleggiare durante il testo.
    D'altro canto ti esorto a liberarti di certi cliché, cioè luoghi comuni, del tipo il bambolotto assassino che, consentimelo, era già un'idea trita negli anni '80!
    Secondo me devi lavorare sulla creatività, e sviluppare un linguaggio più intenso ed emozionale.
    :chapeau:
     
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8 replies since 23/11/2017, 21:11   94 views
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