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Esatto Xartim, l'importante è avere la pappa nel piatto!
Grazie del commento.. -
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Ecco il mio: mi scuso in anticipo
- Un’altra serata da sola – Pensò Eva, sdraiata sul divano a guardare una vecchia commedia romantica in televisione. L’unica compagnia era Purry, la sua gatta nera, che si strofinava contro le sue gambe in una sinfonia di fusa. Ma a lei non bastava, non più.
Guardò l’orologio appeso al muro: solo le dieci di sera, un’altra notte insonne si affacciava, non aveva intenzione di passarla a fissare il soffitto, di nuovo. Con un gesto repentino si alzò dal divano, facendo spaventare la gattina che scappò a zampe levate per nascondersi sotto il tavolo di cucina. Infilò il cappotto e mise in tasca le chiavi di casa e un pacchetto di sigarette. Una passeggiata, forse, l’avrebbe rilassata abbastanza per dormire, finalmente.
Una fitta nebbia l’avvolse appena fuori dal portone, Eva abbottonò il cappotto fino al collo, sprofondò le mani nelle tasche e si incamminò, lungo il viale alberato che portava a casa sua.
La fioca luce dei lampioni gettava sulla strada un alone surreale. Eva si accese una sigaretta, aspirando avidamente il fumo, per poi lasciarlo libero di dissolversi tra la fitta nebbiolina.
I dieci passi che aveva intenzione di fare, erano diventati cento, poi mille. Gli alberi del viale avevano lasciato il posto a case e palazzi, i cui contorni scomparivano, celati dalla foschia.
Un barbone si mosse al suo passaggio, facendola sussultare, ma quando fu sicuro che la donna non fosse una minaccia, si raggomitolò nel suo giaciglio di stracci e cartoni. Poco più avanti, un giovane, appoggiato a un palo, parlava al cellulare, senza però mai staccare lo sguardo da una ragazza, vestita in modo succinto, che, chinata all’altezza del finestrino di una macchina, contrattava con un cliente.
Un gemito attirò la sua attenzione; in un vicolo lì vicino, rumori di schiaffi e pianto di donna. Una volante della polizia passò lenta, osservando le varie scene, senza però fermarsi. Eva decise di tornare indietro, forse quella di uscire in piena notte, non era stata una buona idea.
Si avviò verso casa, stringendosi dentro il cappotto e sperando di passare inosservata, in quella giungla notturna a lei incomprensibile. I fari di una macchina che sopraggiungeva da dietro, fecero allungare la sua ombra. Eva si accostò per farla passare ma quella si fermò alla sua altezza:
- Ciao bella! Cerchi compagnia?
- No grazie, sto tornando a casa.
- Dai, non fare la preziosa: salta su che ci divertiamo! – senza aspettare la risposta, l’uomo scese di macchina e la raggiunse. Eva iniziò a correre ma le sue gambe sembravano di pietra, ogni passo le costava una fatica immane. Sentì una presa alle spalle, si voltò e vide che l’uomo l’aveva raggiunta e cercava di trattenerla. Anche il barbone stava avanzando verso di lei. Eva si guardò intorno: la macchina della polizia era sparita e la prostituta con il pappone si stavano avvicinando minacciosi.
Un coro di voci, alterate dalla rabbia, inveivano contro di lei che si portò le mani all’altezza dello stomaco, dove sentiva un peso gravare, che le toglieva il respiro. L’uomo della macchina avvicinò il viso al suo, Eva poteva sentire il calore del suo alito sul naso e sulla bocca, quando i peli della barba dell’uomo strusciarono sulla pelle liscia del collo, Eva urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
Si svegliò di soprassalto, la piccola Purry, spaventata, dal suo stomaco era saltata sullo schienale del divano, e la guardava con sospetto. In televisione, la vecchia commedia aveva lasciato il posto ad un Talk Show dove dei politici litigavano di santa ragione.
Eva si guardò intorno: era a casa, per quella sera si sarebbe accontentata di una camomilla.. -
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"A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"
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La camomilla mi ha piegato . -
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Scusami Kishu, ho abbassato il livello ma ho voluto scrivere di getto, senza pensarci troppo e questo è venuto . -
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Quello che volevo, scritti di getto. Accendere la fantasia. . -
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“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein
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Trammy
delicata e pulita nella stesura
proprio come piace a me
devo dire che sei in gamba.
Mi sa che nel contest mi darai la birra
...che berrò alla tua salute. -
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Bello Trammy, son d'accordo con la tua saggia Eva: meglio un giro di camomilla! Ciao . -
Liborio.
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Tramontana,
bellina la tua estemporanea.
Augurissimi.