Il rifugio dello scrittore

Chi ben comincia...

INCIPIT 1

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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Ripropongo una tipologia di esercizio che ho sempre trovato molto utile per risvegliare la creatività. Partendo da un incipit di una o due righe, qui di seguito si dovrà sviluppare un breve racconto (3000 caratteri al massimo). Sbizzarritevi a indirizzare la trama dove vi porta la fantasia ;)
    E sentitevi liberi di proporne anche voi :)

    INCIPIT 1

    Ancora una volta non avevo sentito la sveglia. Balzai giù dal letto urlando, terrorizzato dall'idea di aver ormai esaurito ogni giustificazione plausibile e di non essere riuscito a mantenere l'unico vero impegno che mi era stato richiesto.

    Edited by KISHUSEIKO - 16/11/2017, 22:50
     
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    “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein

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    buttato giù veloce veloce...

    Ancora una volta non avevo sentito la sveglia. Balzai giù dal letto urlando, terrorizzato dall'idea di aver ormai esaurito ogni giustificazione plausibile e di non essere riuscito a mantenere l'unico vero impegno che mi era stato richiesto.
    Questa volta l’avevo fatta veramente grossa!
    Prima d’addormentarmi me lo ero ripetuto mille volte: «questa volta non devi, non puoi mancare, ma che figura ci fai?»
    E invece, eccomi qua, tutto sudato, ansimante!
    Mentre correvo verso il bagno, continuavo a ripetermi ossessivamente: «idiota, idiota, idiota!»
    Vidi come un miraggio la doccia.
    Mi protesi in avanti, come se dovessi placare il mio avversario in una partita di football americano.
    Stavo giungendo alla meta: allungando la mano per aprire l’acqua andai a poggiare il piede su di una piastrella umida.
    Slittai perdendo l’equilibrio, e la fottutissima sfortuna mi fece lo sgambetto.
    Volai letteralmente oltre la linea di meta, direttamente contro la tazza del water.
    Ero stato placato da un cesso.
    Con il sangue che mi colava copioso dal naso, mi scappò: «merda!»
    Con gli occhi semichiusi dal dolore, intravidi l’orologio appeso alla parete.
    Urlai per farmi sentire da me stesso!
    «Le nove e mezza! Saranno già lì che mi aspettano!»
    I miei pensieri si persero nei vortici dei calcoli.
    «Ce la posso fare, tre minuti la doccia, due per vestirmi, dieci per tirare fuori l’auto dal box, quindici per volare basso, tre minuti di distrazione per tendere il dito medio agli autovelox lungo la strada!»
    In quel mentre, mi venne un flash!
    «La camicia!»
    Urlai disperato!
    Avevo dimenticato di stirarla!
    Saltai fuori dal box doccia, incurante di essere ancora bagnato e insaponato.
    «Se attacco il ferro ha tempo di scaldarsi e così appena finita la doccia, la stiro, quella maledetta!»
    Si sa, la fretta è cattiva consigliera.
    Incurante di essere bagnato fradicio, infilai la spina nella presa!
    Fu proprio una bella presa, quella che fece la corrente scaricandosi nel mio corpo.
    Saltai come le rane di Volta nei suoi primi esperimenti sull’elettricità.
    Una botta tremenda.
    Saltò tutto l’impianto di casa.
    Dal pannello delle valvole, saliva un filo di fumo puzzolente di plastica bruciata.
    Mi ripresi subito, più per paura di non essere all’appuntamento, che per il fatto che stessi meglio.
    «Se non mi presento, mi fanno la pelle!»
    Sembravo un cartone animato, con i peli delle braccia dritte come fusi e bruciacchiati.
    Puzzavo di pollo.
    Non potevo mancare all’appuntamento, ne andava della mia vita.
    Finii la doccia con l’acqua gelata.
    Senza luce non funzionava lo scaldabagno.
    E neppure l’asciugacapelli.
    «Non fa nulla, non fa nulla.» Mi ripetevo per autoconvincermi.
    La camicia!
    Non potevo stirarla.
    L’impianto elettrico fuori uso.
    Presi un’altra camicia dal cassetto.
    Il tempo passava veloce ed ero già in ritardo sulla mia tabella di marcia.
    «Afferro la prima cravatta che trovo, e chissenefrega!»
    Non trovavo al buio neanche la chiavi della macchina.
    Eccole.
    Schizzai come un folle giù dalle scale, saltai in auto e via!

    «Sono arrivato in tempo!» pensai fermando con le ruote che gemettero di dolore.
    Casualmente passai davanti a una vetrina e mi vidi.
    Non osai credere al mio riflesso.
    Un uomo, o presunto tale.
    Gessato blu scuro, calzino uno bianco e uno nero, camicia hawaiana (proprio quella al buio dovevo prendere), cravatta a pois gialli su fondo viola, barba lunga, capelli ancora bagnati e spettinati…
    Un mostro!

    In quel mentre si affacciò un signore di mezza età sulla soglia della chiesa.
    Urlò, prima di contentezza e poi per lo sconforto: «è arrivato! È arrivato lo sposo!»

    Edited by stonestein - 14/11/2017, 18:25
     
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    Veramente carino! Bravo. :) Ho il fiatone come il tuo protagonista da tanta fantozziana ansia e mi piace il finale. Mi dispiace veramente per lui :D
    Questi sono esercizi fatti apposta per te, che non pecchi certo di fantasia :)
     
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    Bellissimo Stone! Sei fortissimo :D
     
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    Grazie ragazzi/e. E un piacere essere apprezzati da amici come voi. :abbraccio:
     
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  6. Liborio
     
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    Mi ricorda mr. Bean!
    Complimenti, Stonestein.
    Leggero e piacevole!

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    Kishuseiko,
    presumo tu abbia avuto il benestare dallo staff o dall'amministrator. Perciò ti suggerisco qualcosa che spero metta "un po' di sale" all'iniziativa. Confesso di sentirmi a disagio per quel che sto per scrivere (perché ho la consapevolezza di non elaborare più niente, e questo mi fa sentire colpevole). Allora perdona se ti suggerisco una cosa: semina degli "ostacoli". Che so: numero dei personaggi, dialoghi sì o dialoghi no, cane o gatto, campagna o città... Che ne pensi? (Staff permettendo)
     
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    @Liborio

    per carità, niente ostacoli, :woot: meglio mangiare insipido!

    A quelli ci pensa già Axumdesade nei suoi "penna contro penna" :ph34r: :lol:

    grazie per i complimenti!
     
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    In realtà (mea culpa) è stata una iniziativa personale, per questo ne ho messi solo due (altrimenti avrei inondato la sezione :) ) Ma visto che di là questa iniziativa era stata accolta bene, ho pensato di riciclarla.
     
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    Madadayo!

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    Personalmente credo che questa tipologia di esercizio possa
    andare bene così, visto che, se ho bene inteso le intenzioni di
    Kishu, deve essere una sorta di "riscaldamento amichevole"
    per riavviare il motore dopo che questi si è "ingolfato" o è
    rimasto fermo per parecchio.

    Per curiosità se volessimo anche noi "dare spunti" potremmo
    già postarli qui direttamente?

    Comunque approfitto per postare ciò che ho scritto anche
    sulla base di questo post:

    Ancora una volta non avevo sentito la sveglia. Balzai giù dal letto urlando, terrorizzato dall’idea di aver ormai esaurito ogni giustificazione plausibile e di non essere riuscito a mantenere l’unico vero impegno che mi era stato richiesto.

    <<jenny è pronta la colazione?>> gridai saltellando con una gamba infilata nei pantaloni. Camicia, giacca, scarpe, cravatta: indossai resto con la foga di un soldato intento a indossare la tuta NBC in previsione di un attacco atomico.

    <<certo caro. Caffè, brioche e succo di frutta biologico proprio come piace a te.>>

    Trangugiai il tutto masticandolo a malapena in una poltiglia bollente e mi scaraventai in ascensore.

    <<buona giornata caro!>> mi augurò un messaggio di Jenny sullo schermo dello smartphone.

    <<primo piano presto!>>

    Il portello dell’ascensore si era a malapena aperto che mi lanciai immediatamente sulla strada. La macchina era lì, ad aspettarmi come al solito. Mi gettai sul sedile.

    <<james sono in tremendo ritardo. Dacci dentro!>>

    <<molto bene signore. Avverto tuttavia che incontreremo qualche imbarazzo di traffico sulla sesta strada.>>

    <<e allora prendine un’altra! Su su spicciati!>>

    - Sti sfigati che ancora devono guidare da soli – pensai scocciato. Composi freneticamente una sequenza di tasti sullo schermo.
    <<shigeru fammi avere sulla scrivania il report produzione non appena arrivo>>

    Volando sulla quarta strada l’auto scavalcò gli ingorghi e giunse rapidamente a destinazione. Mi scaraventai fuori dall’abitacolo ed entrai.

    Un coro di – Buongiorno Mr. Marlowe- mi accolse e vi risposi con un cenno del capo a metà tra un saluto e un tic nervoso.
    Finalmente dopo ben diciannove, trafelati minuti fui in ufficio.

    <<buongiorno Mr. Marlowe. Il dossier che avete richiesto è sul vostro terminale. Debbo ricordarvi che vostro padre ha chiamato per chiedervi perché non abbiate presenziato alla riunione.>>

    <<avevo altri…impegni aziendali Shigeru.>>

    Non specificai la natura di questi impegni. Non avrei potuto certo dire al grande vecchio che queste avevano comportato alcune sessioni serali di business con le più eminenti imprenditrici del tubero della città.

    Affondai sulla poltrona di pelle e scorsi rapidamente le file di cifre e lettere. Per quanto mi riguardava avrebbero potuto anche essere scritte in ideogrammi intervallati da scrittura cuneiforme: non ci capivo nulla.

    <<shigeru, potresti occuparti tu di queste…scartoffie?>>

    <<immediatamente signore.>>

    Chiusi gli occhi e mi misi a contare, lentamente. Fu un miracolo che non mi addormentai di colpo.

    <<signor Marlowe, tutto eseguito e pronto sul suo terminale.>>

    Aprii gli occhi. Ci aveva messo due secondi in più del previsto. Stava perdendo colpi.

    <<ben fatto Shigeru. Devo ora…riflettere sulle prossime strategie aziendali. Potresti occuparti tu del resto?>>

    <<con piacere, Signor Marlowe>>

    Mi accoccolai nuovamente sulla poltrona, con un sorriso soddisfatto.

    - Intelligenze artificiali. Questo sì che è progresso! –

    Edited by Xarthin - 16/11/2017, 14:58
     
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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Apprezzo ciò che hai fatto: stravolgere tutto nelle ultime righe. Piace anche a me come tecnica.

    Rispondo alla tua domanda con un po' di ritardo. Come avrai notato, è stata creata una sottosezione apposita, quindi proponi pure anche tu qualche incipit perché tanto resteranno tutti insieme senza intasare la sezione :)
     
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    Madadayo!

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    CITAZIONE (KISHUSEIKO @ 16/11/2017, 22:48) 
    Apprezzo ciò che hai fatto: stravolgere tutto nelle ultime righe. Piace anche a me come tecnica.

    Rispondo alla tua domanda con un po' di ritardo. Come avrai notato, è stata creata una sottosezione apposita, quindi proponi pure anche tu qualche incipit perché tanto resteranno tutti insieme senza intasare la sezione :)

    Bene allora penserò a qualche possibile spunto.

    Riguardo alla tecnica bé, ancora non la padroneggio ma mi piace sperimentarci.
     
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    @Xarthin

    :P ben fatto.
    trasmette quasi la stessa angoscia della fretta del mio.
    Tocco da maestro il finale.
    Certo che il tuo personaggio è un bell'opportunista! :lol:
     
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  13. mister bradipo
     
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    Ce l'ho!
    Buttato giù alla spicciolata, spero che vi piaccia.

    Ancora una volta non avevo sentito la sveglia. Balzai giù dal letto urlando, terrorizzato dall'idea di aver ormai esaurito ogni giustificazione plausibile e di non essere riuscito a mantenere l'unico vero impegno che mi era stato richiesto.
    Mi infilai la prima veste che trovai nell’armadio, trangugiai un caffè amaro come la realtà dei ritardatari e corsi nel mio studio.
    Il portale era spento. Lo attivai digitando la password. Sbagliai una volta. Poi due. Al terzo tentativo i contorni azzurri del quadrante si materializzarono davanti ai miei occhi. “Meno male!” Pensai “ancora un errore e si sarebbe bloccato tutto…”
    Inserii le coordinate del Centro di creazione e lo varcai.
    In un attimo raggiunsi l’androne del palazzo. Un edificio di ottocento piani che raggiungeva quasi i limiti dell’atmosfera del pianeta.
    La mia sezione era al seicentotrentesimo piano. Per fortuna i portali interni erano attivi, e mi bastò attraversarne uno per raggiungere il mio ufficio.
    “Dove diavolo ti eri cacciato, Aamon?”
    La voce del mio superiore, il commendatore Anamalech, mi assalì come una tempesta di proporzioni bibliche. Indossava la cravatta nera quella mattina. Un brutto, bruttissimo segno.
    Cercai una giustificazione. “Mi dispiace signore. Il portale mi ha piantato in asso questa mattina, sono dovuto venire in taxi…”
    Errore. Attraversare i portali lascia una traccia. Gli sarebbe bastato interrogare il suo computer da polso per accorgersi della mia bufala.
    Comunque non lo fece. Forse decise di stare al gioco. O forse, semplicemente, non gliene importava nulla.
    “Signor Aamon…” Quando cominciava dandoti del lei era come se la sua cravatta nera iniziasse ad avvolgersi intorno al tuo collo. E lo avrebbe potuto fare sul serio. Era capitato. “non tollereremo ulteriori ritardi nel programma Creazione. Lei è cosciente del fatto che l’opportunità che le è stata data è qualcosa di unico?”
    “Si signore. Ne sono consapevole. Io…”
    “Non mi interrompa! In quanto demone di terza classe, sarà difficile per lei avere una seconda chance per fare carriera all’interno della nostra struttura gerarchica. Mi segue?”
    “Certo signore.” Non era il caso di fare polemiche.
    “Molto bene. Allora mi segua.”
    Raggiungemmo la sala dei cosmi. Una lunga serie di teche di cristallo costeggiava una parete bianca come la neve e altrettanto abbagliante.
    I miei colleghi, quasi tutti demoni di terza classe come me, erano già intenti nelle attività di creazione.
    Solo una delle teche era ancora buia. Incontrai lo sguardo carico d’odio di Lamia. I suoi riccioli vermigli avevano preso fuoco, e gli occhi brillavano come ametiste.
    “Ora vada.” Disse Anamalech in tono asciutto.
    Raggiunsi la mia compagna, continuando a guardare per terra. C’era il rischio di farsi trasformare in pietra, o peggio.
    “Non dire niente, ti prego…” La supplicai.
    Iniziai ad armeggiare con i comandi. I monitor si accesero, proiettando nell’etere una griglia di informazioni.
    Non è facile essere un demone di terza classe. Creare mondi è un compito arduo. Un impegno difficile da rispettare. Le scadenze sono pressanti e i superiori esigenti.
    E’ una vita davvero stressante.
     
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    Madadayo!

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    Nice bradipo! Mi ha ricordato certe atmosfere
    alla Planescape Torment.

    In particolare questa frase.

    CITAZIONE
    trangugiai un caffè amaro come la realtà dei ritardatari

    E' geniale nella sua capacità di sintesi XD Perché il ritardatario non ha
    neppure il tempo di mettere lo zucchero.

    Comunque ci sto a scommettere che pure il nostro mondo sia stato
    creato da un demone particolarmente in ritardo (e particolarmente
    frustrato)
     
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    La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti

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    Li ho letti tutti e tre e non posso che dire che sono tutti scritti veramente bene! Ho apprezzato tantissimo l'ironia dello sfigatissimo personaggio creato da stonestein
    CITAZIONE
    tre minuti di distrazione per tendere il dito medio agli autovelox lungo la strada!

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    Quello di Xarthin, che apre una porta su un possibile scenario prossimo della nostra società!
    Ed apprezzato la fantasia di mister bradipo nella creazione di mondi da parte di demoni...molto simili per altro agli esseri umani.
    Ecco di questo mi sarebbe piaciuto sapere che tipi di mondi gli stessi creano.
    Comunque complimenti a tutti e tre.
     
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29 replies since 14/11/2017, 00:30   504 views
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