-
.
Flash
Mi trovo nel mio appartamento al terzo piano di un palazzo un tempo abitato solo da professionisti e uomini di cultura. L’élite della resistenza intellettuale sta cedendo: molti di loro sono stati catturati dalla polizia di Stato, meglio conosciuta come gli AntiCarnivori; tanti altri si sono fatti divorare dall’orrore e si sono puntati una pistola alla tempia. I più deboli d spirito, i pensatori di convenienza, chi teme la morte più di ogni altra cosa, ha intrapreso volontariamente la via della conversione al Vegetarianismo, sottoponendosi al giuramento e impegnandosi a rispettare i Dogmi del regime. Pochi sono coloro che continuano a resistere e si impegnano attivamente per tentare di sabotare e di contrastare la macabra avanzata di un sistema che usa impiccare o mettere al rogo coloro che non aderiscono alle nuove norme e all’unico stile di vita offerto e consentito.
Quando mangiare la carne consisteva in un’usanza comune, quando scegliere arbitrariamente la dieta che ognuno riteneva essere la migliore per se stesso era sinonimo di libertà, e soprattutto quando i vegetariani rappresentavano una stretta minoranza, io esercitavo la professione di avvocato penalista, noto per la mia distinta attitudine a schierarmi a favore di personalità controverse e per essere riuscito a vincere cause da molti considerate perse in partenza. Ma soprattutto ero un uomo dedito alle virtù, cosmopolita, amante della vita in ogni forma ed espressione.
Se un essere intelligente venuto dal futuro o da mondi estranei alla Terra mi chiedesse come il Vegetarianismo sia riuscito a prendere la forma di un vero e proprio regime di stampo dittatoriale e persecutorio, mi coglierebbe impreparato, non saprei da che parte iniziare né come poter argomentare il processo evolutivo di un sistema così controverso e alimentato attraverso radici profonde e malate, pressoché impossibili da estirpare.
Il vero problema è che forse una risposta non esiste. È accaduto e basta.
Edited by Emma: - 1/11/2017, 18:39. -
.
Questo racconto è strano, è una specie di "rappresentazione" della minoranza dei vegetariani?
A parte questo: il testo è curato, la punteggiatura mi pare giusta.
Solo accorcia di molto i periodi, perchè alcuni sono una cosa interminabile.
A rileggerci. -
.
Ho preso spunto dal fanatismo di alcuni fenomeni che si stanno verificando di questo periodo: vedi femminismo portato all'estremo, antivaccinisti ecc. In realtà avevo intenzione di scrivere un testo ambientato in una realtà ove i vaccinati sono coloro a cui si dà la caccia e gli antivaccinisti dominano, curandosi con l'omeopatia.
In questo testo ho immaginato una realtà distopica in cui il vegetarianismo è divenuto l'unica abitudine alimentare accettata nonché una facciata per imporre un regime dittatoriale.
Si legge dappertutto di vegetariani/vegani che protestano, puntano il dito contro chi mangia carne, esasperano uno stile di vita a una condanna perentoria nei confronti degli altri. Ci ho giocato un pochino.. -
.
Va bene, direi che hai reso l'idea, bel lavoro . -
mister bradipo.
User deleted
per me è geniale. GENIALE.
Incarna alla perfezione ciò che cerco da un testo quando lo leggo. Concetto rapido, chiaro, idea, intelligenza.
Rimani la mia preferita.. -
.
Grazie mille mister bradipo. Sempre troppo gentile . -
.
Buongiorno!
Ultima ruota del carro, come a me piace in fondo essere (almeno vedo cosa accade davanti e dietro, il che in tempi di.. paraocchi male non fa!;-) , eccomi a commentare…
Amo la SF, lo dico senza tante gnole e alcune volte mi ci sono perfino impegnato con qualche raccontino…
Certo, a me piace molto quella della “Golden Age”, ma insomma.. parliamone…
Trovo questo testo molto bello di per sé…
Se sia o meno un racconto, è un discorso molto complesso.
Più che altro, come già detto da altri, è un qualcosa che definirei un affresco.
Molto corto (beata te che hai il dono della sintesi!;-), ma moto pungente, un poco mia ha ricordato vagamente alcuni afflati di Philip K. Dick, tanto per citare un archetipo.
Ripeto: io amo i racconti onti, ossia quelli che hanno un vera trama, magari dei dialoghi e ti trascinano…Poi finali aperti o chiusi, poco importa.
Questo, per me, rimane un otitmo incipit da sviluppare… un po’ “Minority report” un poco anche una ventatina di Schekley… Non male, manco per niente, ma appunto lo porterei avanti, ché merita e la penna indubbiamente c’è!
per come è ora, spiace non vederne il seguito, diremo così.
Solleva tematiche importanti, e non è merito da poco…
Sarà che sono logorroico, ma qui sento un vulcano e mi piacerebbe che esplodesse, visto che secondo me, la lava è di grande qualità!:-)
Nell’attesa di eventuali eruzioni, faccio i miei complimenti!
Andy. -
Luca Aratak Morandi.
User deleted
Lascio anch'io una mia opinione, se posso.
Parto col concordare abbastanza con Andrea Emiliani: il tuo racconto è un ottimo incipit per un libro, per un racconto più lungo.
Di per sé è difficile prenderlo come racconto, inoltre faccio notare, ma credo tu ci abbia già pensato mentre lo scrivevi, l'incongruenza principale: i vegetariani, da quel che so, rispettano la vita. Per cui far mettere loro leggi dove uccidono gli altri mi sembra fuori luogo, ma ripeto che probabilmente hai già una spiegazione pronta e adatta. Io, per esempio, avrei sottolineato di più il processo che porta i carnivori a suicidarsi con un processo che coinvolge media e società, molto più terrificante e di impatto della morte causata da altra morte.
In uno scenario così il tuo protagonista può diventare chiunque ma, così come è ora, è un attimo, un affresco dove dici tutto e dici nulla.
E, in questo tutto, fai dire al tuo personaggio che non sa come il cambiamento e la radicalizzazione estrema sia avvenuta ma ricordati che, nello scrivere libri, TU i motivi li devi sapere e li devi ipotizzare. Per una costruzione del mondo migliore e per mantenere la stessa coerenza interna del romanzo.. -
.
Visto che in chat oggi impera il "latinorum", dico: mea culpa: non mi ero accorto di questo brano.
A ruota, la penso come Andrea e come Luca, sia per l'idea che hai argomentato e sia per la definizione di incipit, infatti lo segnali con: Flash. Per la forma con cui è esposto, funzionerebbe anche come prologo.
A Luca: do per scontato che con la faccenda delle esecuzioni capitali Emma voglia sottolineare le classiche contraddizioni, spaventose, in cui incorrono i regimi totalitari, e comunque, nel brano, quelli al potere, non sono i vega/getariani attuali, bensì una frangia contorta (lo do per acquisito).
Emma: mi hai trasmesso quanto segue: in una società, quel che parte come azione dissenziente, diventando poi protesta, nella storia è sfociato sovente in estremismi che hanno annientato sia l'ordine precedente e sia quello raggiunto.
Come dice Luca: il tuo protagonista può diventare chiunque; dunque affila la matita, carica la stilo, mastica la biro, sevizia la tastiera, e allietaci.. -
Brigata Kobra.
User deleted
Allora, posto che sono un antivegano (so che non si dovrebbe parlare di ideologie sul sito ma perdonatemene una) sfondi una porta aperta, ma c'è un ma.
Sinceramente il racconto mi sembra sospeso in un limbo, ci sono elementi che trasmettono anche paranoia, si intravede un mondo alla George Orwell, ma la nomenclatura è a tratti comica: ho fatto un po' su e giù dal raccapriccio del lavaggio del cervello sociale all'umorismo della quotidianità di certi fenomeni. Secondo me dovresti scegliere una linea guida tra le due, o spingi sull'humour e limi un po' il contesto nero o spingi sulla paranoia ma rendi il fenomeno meno sopra le righe.
L'idea è bella, resa così non mi sembra nè carne né pesce. Prova magari come dice Axum ad approfondire e andare oltre il "prologo" e vedi cosa è più nelle tue corde.
My 2 cents. -
.
Concordo con tutti gli altri: è un abbozzo interessante che però
andrebbe ampliato un pochettino con una storia più lunga (anche
solo una one shot).
Riguardo al paradosso dei vege-vegani che istituiscono un regime
dittatoriale, ricordiamoci come anche un certo baffino a spazzola
fosse vegetariano, e che non sarebbe certo la prima volta che nella
storia umana troviamo dei paradossi.
Questo perché, alla fin fine, anche i più "cattivi" sono sempre convinti
di compiere il bene. Quando gli inquisitori bruciavano qualcuno sul rogo
credevano di farlo per salvare l'anima del condannato. Così questi
"Nazivegani" vedrebbero l'eliminazione dei carnivori come un male necessario
a rendere il mondo più pacifico.
Purtroppo, nella realtà, non esistono i veri "cattivi" che si alzano la mattina
dicendo "We che carognate posso fare oggi?" Tutti pensano sempre di essere
nel giusto, ed è proprio questo a renderli davvero pericolosi. Se vi fosse un
signore oscuro in stile Sauron da sconfiggere la vita sarebbe più semplice...
Il vero problema è che forse una risposta non esiste. È accaduto e basta.
Adoro questa frase. Rende alla perfezione l'approccio con cui le nostre società
si interrogano a proposito delle crisi, delle guerre, dei problemi: cose che crescono
come un micelio sottoterra e quando spunta il fungo (atomico), tutti rimangono
basiti.
Mi ricorda quello che disse la regina inglese al fior fiore degli economisti all'indomani
del 2008 "Perché non avete saputo prevederlo?". -
.
Ciao,
ho letto pure io ma, mi domando, un po' provocatoriamente, dov'è il racconto? Mi sembra che quello proposto sia solo un incipit, l'anteprima.
Dopo quel "è accaduto e basta" dovrebbe iniziare la narrazione vera e propria, qualcosa che magari contestualizzi un po' di più il tutto (dove siamo? Diamo per scontato che siamo sulla Terra? E se fosse un alieno a parlare? ), magari approfondendo pure i cambiamenti che ci sono stati in termini economici e ambientali. Sarebbe interessante fornire una visione anche dall'altro punto di vista, tipo il vegano-ss che fa rappresaglie e condanna all'ergastolo un dissidente trovato con una scatoletta di Manzotin...
Per cui, come già mi pare altri abbiano detto, questo è un punto di partenza: ora si può partire con lo sviscerare il racconto e credo che l'idea sia buona per produrre qualcosa di interessante e attuale..