Il rifugio dello scrittore

Il bambino di tutti

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    Premessa: benché io sia induista, sono stato sempre affascinato dalle azioni del più grande uomo della Storia.


    C'era una volta, in un paese lontano, una coppia di sposini che non aveva neanche un bambino.
    Lei era una ragazza buona e felice; suo marito un bravissimo falegname, sapeva fare tutto: le sedie, le porte, i bastoni per i pastori, i carretti per trasportare la legna e tanti giocattoli.

    Un giorno, alla ragazza, mentre stava pensando al bambino che avrebbe voluto, apparve un angelo pieno di luce. Chiuse le sue ali e parlò con lei. Le disse che il suo bambino stava per arrivare, e che lei doveva prendersene tutte le cure, ma ci voleva anche l'aiuto del suo buon marito.
    La ragazza credeva di sognare, perché non aveva mai visto un angelo, e gli disse soltanto: «Grazie, angelo mio, è proprio quello a cui stavo pensando poco fa». L'angelo sorrise, poi riaprì le sue grandi ali e volò via.
    Dopo un po', presa dalla felicità, chiamò forte il suo marito; lui corse in fretta e la abbracciò.
    Dimmi, cosa è successo? Sei radiosa, sei felice come mai prima d'ora. Perché?
    La ragazza lo guardò negli occhi e gli raccontò dell'angelo, ma lui si mise a ridere.
    «Un angelo? Quelli non vanno dalle persone povere come noi; gli angeli vanno dai sacerdoti, dai re e dalle persone importanti!»
    «Ma è vero - disse la sposina -, lui era proprio qui, vicino a me. Ha detto che avremo un figlio tutto nostro, e che non manca molto tempo al suo arrivo.
    Il marito le rispose che non era possibile, perché tra loro non si erano mai nemmeno baciati, solo abbracciati e coccolati prima di andare a letto per dormire, perché lui era sempre stanco e andava subito ad accucciarsi per sognare, appena il sole scompariva dietro le dune.
    Lei rimase un po' triste, ma sapeva che il marito le aveva creduto. Si sentì di nuovo felice e si addormentò.
    Sognò l'angelo, che però non parlava.
    Passarono molti mesi, e la ragazza, dopo aver sofferto per molto tempo di poco appetito, scoprì che il suo ventre si era gonfiato, come se avesse mangiato un'intera anguria senza nemmeno tagliarla.
    Il marito capì che in quella pancia c'era un bambino, il loro bambino. Disse alla ragazza che dovevano subito fuggire da quella casa per trovarne un'altra, in un altro paese, e non aggiunse altro. La sposina non chiese neanche il perché, e insieme si allontanarono: lei a dorso di un somarello, e il marito a piedi, per guidare l'animale con la corda.

    Arrivarono in una città in cui nessuno li conosceva, e bussarono alle porte di quelle case fatte apposta per ospitare i viandanti. Ma nessuno li volle, li cacciarono via.
    Tristi e stanchi, gli sposini si rifugiarono in una capanna in cui c’era la mangiatoia per le mucche. Faceva freddo quella notte, ma per fortuna lì c'era ancora un bue; non era legato eppure non scappò; si adagiò al fianco della ragazza e prese a scaldarla col suo fiato grande e caldo. Il marito pensò di fare la stessa cosa col suo somarello e lo mise dall'altra parte. Da lì, l'animale allungò il muso e mangiò un po' di paglia.
    In quel momento erano tutti vicini: di qua il bue e la ragazza; di là l'uomo e il somarello.
    In mezzo era rimasto uno spazio piccolo.
    Lui, che non sapeva mai stare fermo, prese la mangiatoia di legno, contenente quella poca paglia che il somarello aveva lasciato dopo il suo pasto, e pensò di metterla in mezzo a tutti. Sentiva che il bambino stava per nascere e che allora ci voleva un buon giaciglio. Così fece.

    Neanche il tempo di addormentarsi, che il marito si rialzò, e vide che il bambino era già nato.
    Felice, uscì all'aperto, si allontanò un po' e guardò il cielo. Non c'erano solo le stelle piccole quella notte: ce n'era anche una molto grande, con una striscia di luce che sembrava una coda. Si voltò e si avviò di nuovo verso la capanna.
    Rimase sorpreso: decine di pastori, contadini, viandanti e persone buone erano attorno al loro ricovero, e regalavano cibo, legna per un fuoco, sorrisi e lacrime di gioia. Molti erano in ginocchio. Arrivarono anche tre signori ricchissimi su tre grandi animali con una cuccia sulla schiena.
    Giuseppe, così si chiamava quel falegname, abbracciò Maria, sua moglie, e poi andò verso i signori ricchi. Domandò loro che cosa stesse accadendo.
    Uno dei tre gli disse: «Questo bambino è il Re di ogni re: è il figlio di Dio, e noi a lui portiamo i doni degni per il sovrano di tutte le anime».
    Quella fu la nascita del bambino di tutti, poiché poi, nel tempo, tutti salvò dal male.
     
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    Commovente e ben interpretata la storia del bambino di tutti che è veramente di ogni credente che lo ama!
    :fioribianchi:
     
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1 replies since 30/10/2017, 04:30   71 views
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