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"A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"
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Quixa non aveva ancora finito di farcire la carne quando un tenue sibilo l’avvisò che il forno era giunto in temperatura. Nonostante stesse facendo del suo meglio, non era più abituata a cucinare così tanto; dopotutto erano trascorsi più di vent’anni dall’ultima volta che i suoi sette figli si erano ritrovati tutti insieme per festeggiare il suo compleanno.
Era fiera di come fossero tutti entrati a far parte del progetto di colonizzazione spaziale, ma questo permetteva loro di tornare a casa raramente. Quante volte li aveva immaginati mentre sbarcavano, primi della loro razza, su qualche pianeta lontano migliaia di anni luce e da madre, si domandava se, da bravi fratelli, si avvicendassero nel godere di quel privilegio o se Grim e Jax, i maggiori, facessero ancora i prepotenti, come avveniva da piccoli.
Lei, niente più di una semplice casalinga nata su uno dei primi mondi colonizzati, non capiva molto di quelle cose e non aveva mai neppure visto un altro pianeta, se non in televisione. In fondo, né lei né il suo compagno Jonx amavano viaggiare e non si erano mai allontanati dal loro piccolo borgo di periferia.
I primi ospiti cominciarono ad arrivare; in un tripudio di abbracci commossi, auguri e scambi di doni, arrivò il momento di mettersi a tavola. Tra una portata e l’altra, i ragazzi raccontavano le loro storie e le loro esperienze, scherzando come facevano da bambini, mentre Quixa e Jonx li ascoltavano rapiti.
Finalmente, la padrona di casa portò in tavola la portata principale. L’aspetto di quell’arrosto arrivato direttamente dalla Terra era invitante, tanto che Kunx, ingordo come sempre, tentò di accaparrarsene subito una fetta. Quixa allora, afferrò la sua mano verde e ossuta e lo riprese severamente ricordandogli che nonostante la sua passione per la carne umana, le buone maniere prevedevano che il primo pezzo spettasse al Rettile più anziano.
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Bel pezzo Kishuseiko. Finale da leccarsi i baffi. . -
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Grazie. Purtroppo devo confessare un mio enorme difetto: di solito le idee per i racconti mi vengono al volo e le sviluppo nel giro di mezz'ora-un'ora; per smussarli dovrei invece prendermi del tempo e rileggerli più volte (come faccio per i romanzi), invece li lascio spesso come vengono. Questo non fa eccezione. . -
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Sebbene sia un pezzo corto, la lettura è stata fluida e vivida. L'unica cosa che inizialmente non mi convinceva era l'aggettivo tenue seguito da sibilo. Poi ho riflettuto e in effetti un sibilo può essere tenue o intenso, rumoroso.
Ben fatto
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Quindi sono creature umanoidi dai tratti "rettileschi"?
Lo trovo interessante. È scritto bene, però è tutto raccontato. Avrei preferito che i personaggi interagissero tra loro, parlassero, e che questa cena venisse mostrata al lettore. Magari hanno dei modi di dire, un modo di parlare particolare, di muoversi, di comportarsi, ma non si nota perché è tutto raccontato e i personaggi non hanno avuto spazio per esprimersi, per mostrarsi senza filtri.
Ti faccio notare un paio di cosine che potrebbero migliorare il testo
CITAZIONEQuante volte li aveva immaginati mentre sbarcavano, primi della loro razza, su qualche pianeta lontano migliaia di anni luce e da madre, si domandava se, da bravi fratelli, si avvicendassero nel godere di quel privilegio o se Grim e Jax, i maggiori, facessero ancora i prepotenti, come avveniva da piccoli
Messa così, la frase è molto lunga, contiene due ripetizioni (da madre/da fratelli) e il pezzo finale è qualcosa che il lettore capisce a intuito ma non sono sicura che sia corretto a livello di senso compiuto.
Perciò ti proporrei:
Quante volte li aveva immaginati mentre sbarcavano, primi della loro razza, su qualche pianeta lontano migliaia di anni luce.../! (((o puntini di sospensione o punto esclamativo, perché sa di esclamazione o sospiro di fierezza))). Da madre si domandava se si avvicendassero nel godere di quel privilegio o se Grim e Jax, i maggiori tra i fratelli (((altrimenti poteva rischiare di sembrare che fossero maggiori in qualche esercito, che avessero un grado militare))), si atteggiassero ancora da prepotenti come facevano quando erano piccoli.
È autoconclusivo?
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Assolutamente autoconclusivo. Grazie a entrambe per i commenti.
@Emma in effetti ci ho riflettuto un po' e poi (per il motivo sopra citato), l'ho lasciato così
@Artemis la modifica mi piace. I dialoghi invece sono volutamente omessi: non volevo farli sibilare o dire qualcosa che svelasse il tutto prima dell'ultima frase
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¤Mamma Lupa¤.
User deleted
Letto tutto d'un fiato e concordo con la modifica suggerita da Artemis. Un po' meno per i punti di sospensione!
Mi riservo di dire di più in seguito per ovvi motivi. Intanto ti dico che mi è piaciuto molto, l'ho trovato originale e divertente.
La cosa che vorrei chiederti però è: che modello di forno ha MammaBisciaAliena? Perché il forno sibila quando è arrivato a temperatura?
-MammaLupa-. -
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Raccontino molto carino
Mi sono piaciuti soprattutto i nomi perchè hanno quel che di strano che piace a me XD. -
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Nomi sibilanti, T
Di solito i rettili mangiano prede crude, quindi il forno sarebbe superfluo, ma mi serviva per reggere la storia: rettili evoluti
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Bravo Kishu! Non mi aspettavo quel finale 
Il racconto mi è piaciuto molto, non ci ho trovato niente di fastidioso o che "cozzasse" per dire Anzi l'ho trovato chiaro fluido e divertente. Mi ha ricordato un racconto che avevo letto alle medie, credo si chiamasse Sentinella (ma potrei sbagliarmi visto che sono passati tipo 8 anni ahahah)
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Cuore mi fa molto piacere che ti abbia fatto pensare a Brown. In effetti, a suo tempo è a lui che ho deciso d'ispirarmi per i colpi di scena. Sogno di scrivere un libro che ribalti la visione del lettore all'ultima parola
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“Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein
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Carinissimo e fluido nella lettura.
Mi hai fatto venire in mente la serie tv Visitors
dove gli alieni avevano invaso la terra e ci allevavano per mangiarci...
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Avevo sette anni all'epoca e quel tripudio di "cruditè" certo fu indimenticabile. . -
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K se il tuo intento era quello di farmi sentire "vecchio"... 
ci sei riuscito benissimo!!
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La poesia non ha bisogno di seguaci, ma ... di amanti
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L'ho trovato piacevole e nel finale inaspettato anche un po' sconvolgente!
Da assiduo lettore e non da scrittore ti suggerirei:
"Era fiera di come fossero tutti entrati a far parte del progetto di colonizzazione spaziale, (ma questo ) impegno/lavoro/missione che permetteva loro di tornare a casa raramente.
O quanto meno senza il " ma di questo " tuttalpiù " e questo ".
Complimenti KISHU!..
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