Il rifugio dello scrittore

Pubblicare self

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

    Group
    Pionieri
    Posts
    1,389
    Location
    Vercelli

    Status
    Io non disdegno questa via, sempre che si tratti di un lavoro di qualità e a costo zero. Per il futuro, ho deciso che alcuni lavori li manderò alle CE, mentre altri li pubblicherò self.
    Voi che ne pensate?
     
    Top
    .
  2. Liborio
     
    .

    User deleted


    Non saprei, nutro delle perplessità sul self. Forse frutto di retaggi ormai superati e cristallizzati. Prendi Axum, dico come si può prescindere da una consulenza di un editor?
    Bada! Non sto mettendo in discussione le tue qualità; e che, secondo me, l'editor è diciamo il bollino di qualità per un libro.
    Io non so se il professionista può prestare il suo lavoro anche come autonomo, e poi al resto (pubblicazione, marketing, ecc) ci pensa l'autore; se il self è anche questo allora ci si può pensare (anche se economicamente non so quanto sia vantaggioso).
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

    Group
    Pionieri
    Posts
    1,389
    Location
    Vercelli

    Status
    Ovviamente il lavoro di un professionista ha il suo valore e risparmia almeno una decina di riletture. Imprescindibile se si vuole tentare di pubblicare tramite CE. Io ho voluto provare la via del self a costo zero.
     
    Top
    .
  4. Liborio
     
    .

    User deleted


    Aspe' Kishudeiko,
    non voglio essere frainteso. Occorre che mi spieghi.
    Io ho fatto un discorso generale. Legato anche a certe logiche accessorie (una su tutte: la poca preparazione dell'autore).
    Se poi l'autore è avvezzo alla scrittura, all'architettura narrativa: cambia; ci si può ragionare.
    Che vuol dire self a costo zero? un ebook on line?
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein

    Group
    abilitati in shoutbox
    Posts
    1,716
    Location
    Milano

    Status
    A mio avviso, i problemi fondamentali sono due:
    la difficoltà di trovare una CE che, non dico ti pubblica, ma che almeno ti ascolti.
    il costo che ti comporta un editor, che spesso non è ala portata di tutte le tasche.

    Per cui, o tieni il manoscritto in un cassetto,
    oppure tenti con l'auto pubblicazione.
    Non c'è scampo.
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Fondatore
    Posts
    512

    Status
    Il punto è che l'editor non corregge le bozze, fa sì che il testo abbia una sua struttura, che ci sia armonia tra le parole che compongono una frase, e tra le frasi e altre frasi.
    Quante volte facciamo ripetizioni senza accorgercene, o cambiamo il registro al testo senza rendercene conto? Oppure quante volte pensiamo di aver scritto una cosa comprensibile e efficace, ma poi chi legge non vede neanche quello che avevamo in testa?
    Il mio consiglio: se si vuole fare da self, è sempre meglio rivolgersi a un editor. Perché non è quello che corregge le bozze, ma quello che rende presentabile un testo al lettore. Il suo operato non è fattibile da un semplice scrittore, fosse anche geniale. Il nostro testo è pieno di cose che per noi andranno bene e invece non vanno per niente anche se non ci sembra.
    Io dico che a prescindere dalla strada - se self o editore - questa figura sia indispensabile.
    Sa fare cose che noi scrittori semplicemente non possiamo sapere e tantomeno fare. :)

    Comunque, prima di provare per conto mio, proverei a inviare il libro a tutti gli editori che possono pubblicarlo e ci proverei per anni: la distribuzione che ti dà un editore medio non te la puoi creare, l'editor te lo devi andare a cercare e pagare. Tutto sommato, per un lavoro fatto bene, l'editore è la scelta più conveniente: sistema il testo, ti promuove e ti corrisponde un certo tot in base alle vendite.
    Per arrivare ad avere le stesse possibilità ti ci vuole un editor che ti chiede come minimo 600 euro per un testo di circa 200 pagine se è alle prime armi e senza referenze (i prezzi vanno da 5 ai 15 euro a pagina per i freelance); tanti soldi per viaggiare e farti pubblicità e presentazioni. Secondo me il self non è la strada nè più economica nè più breve. Con 0 sacrifici, fa tutto un editore. Guadagni meno ma raggiungi più persone. :)
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

    Group
    Pionieri
    Posts
    1,389
    Location
    Vercelli

    Status
    @Artemis sapevo che ti avrei stuzzicata con questo argomento :)
    @Liborio lo so che era un discorso generale il tuo, non preoccuparti :) Self a costo zero significa scegliere una piattaforma che permette di pubblicare ebook e cartaceo senza spese o acquisti minimi (non faccio il nome), non affidarsi a un editor sorbendosi almeno una ventina di riletture più del dovuto pur di ottenere un buon risultato sotto tutti i punti di vista, crearsi da soli copertine con immagini non a pagamento e magari realizzare un booktrailer con comuni programmi per pc.
     
    Top
    .
  8.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Fondatore
    Posts
    512

    Status
    Lo sapevi, lo sapeeeeeevi! E infatti sono arrivata!
    Kishu veggente subito! :lol:
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Editor

    Group
    Amministratore
    Posts
    5,138
    Location
    Verona

    Status
    A questo punto me tocca dì quarche ccosa...

    Ci sono due motivi fondamentali che spingono uno scrittore, ovvero la persona che crede nel potere dei testi scritti, a mostrarsi nei confronti di un pubblico: 1. Vuole sentirsi importante e crede che l'apparenza faccia la concretezza, della serie: Ecco il mio libro, io sono uno che lo ha reso pubblico, quindi voi dovete ammettere che io sono uno scrittore. 1_a: il semplice fatto di impugnare un libro che in testa contiene il proprio nome, scatena una sensazione appagante, anche se l'autore sa benissimo che sta affrontando una deliziosa masturbazione mentale. Cosa c'è di male in questo? Nulla, ma davvero nulla, perché se mi piace il gelato e me lo faccio da solo, allora il gusto che percepirò sarà di certo superiore a qualunque gelato acquistato.

    2. Il maestro King, per dirne uno popolarissimo, ha sempre scritto perché affetto da una malattia terribile: l'incapacità di trattenere la penna. Lui, agli inizi, al pubblico non ci pensava nemmeno; scriveva per il gusto di vedere nascere e crescere i personaggi e le loro vicissitudini. Una buona immaginazione, commista alla voglia di scrivere cose universalmente credibili, genera nello scrittore una zona franca, una sorta di universo personale in cui entrare e restarci per tutto il tempo della malattia di cui sopra. In seguito, King, ha scoperto una cosa che lo ha lasciato per sempre stupefatto: al mondo c'erano persone disposte a sganciare denaro per leggere le sue storie. Nulla di tutto questo tratto finale avrebbe potuto verificarsi se il Maestro non avesse mostrato le sue cose a un editore, una persona che conosce il mercato e sa intuire le potenzialità di vendita presso un target mirato.

    Quando lo scrittore, dopo aver fatto decantare un suo testo per un bel po' di tempo e lo rilegge scoprendo quelle frasi come se fossero state scritte da un'altra persona, percepisce in modo del tutto obiettivo che in quelle frasi c'è comunicazione, c'è trasmissione del pensiero. Già di base, quello è un segnale di qualità, quella qualità universale, quella che potenzialmente potrà coinvolgere moooolte persone.
    Se, invece, rileggendo il testo l’autore prende subito a riconoscersi, e dunque a dubitare dell'effetto che quelle frasi potrebbero fare su un estraneo, allora lo scrittore prova tristezza, un sentimento che, a lungo, può diventare senso di frustrazione. In frangenti come quelli, 9 volte su 10, lo scrittore abbandona quel testo e decide di ripartire con uno nuovo, molto diverso da quello abbandonato. E bang, ecco l'errore più terribile, l'errore di chi non ha insistito nel gravoso compito di scoprire come si genera la qualità, come si creano frasi di comprensione universale, anche se contenenti banalità formali e di contenuto scontato. Il problema non è "nella storia" bensì nell'interpretazione di una realtà verosimile, tangibile, anche se la storia parla di fatti e persone magiche allo stato puro. Il problema sta in chi si illude che per scrivere una storia basti conoscere bene la lingua. Quest'ultima dotazione è di base, ma tutto il resto è capacità immaginativa, interpretativa, e poi c’è la più importante: la capacità di immedesimazione nel lettore.

    Scrivere un prodotto di qualità è del tutto simile alla composizione di un puzzle, ma lo scrittore ha tripla funzione: lo progetta, lo realizza e poi usa ogni mezzo possibile per renderlo godibile, sia a sé stesso che a chiunque altro lo "userà".
     
    Top
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    117

    Status
    Piuttosto che pubblicare self, non pubblico. Punto di vista radicale, ma deciso. Ovviamente rispetto il lavoro e la determinazione di chi con grande sforzo sia giunto alla fine del proprio manoscritto e voglia tentare la via del self.
    Io, se e quando avrò in mano un manoscritto - raccolta di racconti, tenterò la via delle CE, piccole, medie, grandi, indipendenti, di ogni tipo. Nel frattempo, conoscere il mondo letterario online (vedi forum, webzine, blog) è una buona palestra per alzare il tiro, conoscere persone con la tua stessa passione, confrontarsi e prepararsi, a piccoli passi, a quello che è il grande passo: la pubblicazione.
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

    Group
    Pionieri
    Posts
    1,389
    Location
    Vercelli

    Status
    Io l'ho vissuta come una sorta di prova generale, un modo QUASI indolore per avere un primo impatto coi lettori "veri", cioè quelli che, come dice Axum, sono disposti a pagare. Certo, visto come procede, forse ora farei una scelta diversa e "alzerei il tiro" (oggi vado di citazioni :) ), ma non sottovaluto l'essermi già tolto questo pensiero. Il prossimo di sicuro lo manderò a una CE.
     
    Top
    .
  12.  
    .
    Avatar

    “Due cose sono infinite: l’universo e la stupidità umana, ma riguardo l’universo ho ancora dei dubbi.” Albert Einstein

    Group
    abilitati in shoutbox
    Posts
    1,716
    Location
    Milano

    Status
    CITAZIONE (Axum @ 29/10/2017, 19:33) 
    A questo punto me tocca dì quarche ccosa...

    Ci sono due motivi fondamentali che spingono uno scrittore, ovvero la persona che crede nel potere dei testi scritti, a mostrarsi nei confronti di un pubblico: 1. Vuole sentirsi importante e crede che l'apparenza faccia la concretezza, della serie: Ecco il mio libro, io sono uno che lo ha reso pubblico, quindi voi dovete ammettere che io sono uno scrittore. 1_a: il semplice fatto di impugnare un libro che in testa contiene il proprio nome, scatena una sensazione appagante, anche se l'autore sa benissimo che sta affrontando una deliziosa masturbazione mentale. Cosa c'è di male in questo? Nulla, ma davvero nulla, perché se mi piace il gelato e me lo faccio da solo, allora il gusto che percepirò sarà di certo superiore a qualunque gelato acquistato.

    2. Il maestro King, per dirne uno popolarissimo, ha sempre scritto perché affetto da una malattia terribile: l'incapacità di trattenere la penna. Lui, agli inizi, al pubblico non ci pensava nemmeno; scriveva per il gusto di vedere nascere e crescere i personaggi e le loro vicissitudini. Una buona immaginazione, commista alla voglia di scrivere cose universalmente credibili, genera nello scrittore una zona franca, una sorta di universo personale in cui entrare e restarci per tutto il tempo della malattia di cui sopra. In seguito, King, ha scoperto una cosa che lo ha lasciato per sempre stupefatto: al mondo c'erano persone disposte a sganciare denaro per leggere le sue storie. Nulla di tutto questo tratto finale avrebbe potuto verificarsi se il Maestro non avesse mostrato le sue cose a un editore, una persona che conosce il mercato e sa intuire le potenzialità di vendita presso un target mirato.

    Quando lo scrittore, dopo aver fatto decantare un suo testo per un bel po' di tempo e lo rilegge scoprendo quelle frasi come se fossero state scritte da un'altra persona, percepisce in modo del tutto obiettivo che in quelle frasi c'è comunicazione, c'è trasmissione del pensiero. Già di base, quello è un segnale di qualità, quella qualità universale, quella che potenzialmente potrà coinvolgere moooolte persone.
    Se, invece, rileggendo il testo l’autore prende subito a riconoscersi, e dunque a dubitare dell'effetto che quelle frasi potrebbero fare su un estraneo, allora lo scrittore prova tristezza, un sentimento che, a lungo, può diventare senso di frustrazione. In frangenti come quelli, 9 volte su 10, lo scrittore abbandona quel testo e decide di ripartire con uno nuovo, molto diverso da quello abbandonato. E bang, ecco l'errore più terribile, l'errore di chi non ha insistito nel gravoso compito di scoprire come si genera la qualità, come si creano frasi di comprensione universale, anche se contenenti banalità formali e di contenuto scontato. Il problema non è "nella storia" bensì nell'interpretazione di una realtà verosimile, tangibile, anche se la storia parla di fatti e persone magiche allo stato puro. Il problema sta in chi si illude che per scrivere una storia basti conoscere bene la lingua. Quest'ultima dotazione è di base, ma tutto il resto è capacità immaginativa, interpretativa, e poi c’è la più importante: la capacità di immedesimazione nel lettore.

    Scrivere un prodotto di qualità è del tutto simile alla composizione di un puzzle, ma lo scrittore ha tripla funzione: lo progetta, lo realizza e poi usa ogni mezzo possibile per renderlo godibile, sia a sé stesso che a chiunque altro lo "userà".

    La saggezza fatta persona.
     
    Top
    .
  13. Liborio
     
    .

    User deleted


    Chi tira la somma? Kishuseiko, hai sollevato un bell'argomento. A te la parola.
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

    Group
    Pionieri
    Posts
    1,389
    Location
    Vercelli

    Status
    Conosco persone che dopo diversi buoni risultati self, sono state contattate da CE, ma alla fine, l'uno o l'altro, per me pari sono :)
    Ognuno scelga la via che vuole.
    Io mi sono divertito un mondo a farmi copertina e booktrailer. E anche questo conta, per me ;)
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Madadayo!

    Group
    Pionieri
    Posts
    637

    Status
    Personalmente credo che l'editor sia un pò come un esperto che ti squadra
    prima di andare a un ballo e sa valutare se il tuo look, portamento,
    dizione ecc. siano consoni all'ambiente che si vuole andare a frequentare,
    ed è anche capace di darti i migliori consigli per fare il più possibile bella figura.

    Se quindi si vuole pubblicare qualcosa di "serio" e a cui si tiene, è inevitabile
    che si debba ricorrere ai suoi servigi, sia per via tradizionale che per via "self"

    Per quanto concerne il self publishing penso che non vada intesa come una via
    "secondaria" o "di ripiego", ma anche come scelta legittima. Però bisognerebbe
    comunque presentarsi bene e qui si ricollega al discorso di prima.

    Quanto vorrei poter avere anche io in forma acuta la "malattia terribile" di King.

    Qualcuno conosce un bravo untore?

    Edited by Xarthin - 7/11/2017, 11:55
     
    Top
    .
16 replies since 22/10/2017, 21:02   250 views
  Share  
.