Il rifugio dello scrittore

Le streghe di Belthram

parte II

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  1. EmmeTi
     
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    All'imbrunire, Amaranta sollevò il calderone colmo di zuppa lasciata a cuocere per l'intera mattinata, e lo agganciò nel caminetto, per riscaldarla; riaccese alcune candele, raccolse i gomitoli di lana sparsi sul tavolo e prese delle ciotole di legno dalla mensola, il tutto con una certe frenesia che diveniva, a tratti, insofferenza. Era come se qualcosa le si fosse spezzato dentro, come se le avessero tirato una corda dell’animo fin troppo intima, fin troppo viscerale e l’avessero costretta a vibrare. Ella non voleva che si arrivasse a tanto, non voleva che l’odore della morte le giungesse così vicino, che la impregnasse come avevano fatto il fumo del rogo e la puzza della carne carbonizzata di Rosomond.
    Si accasciò, dunque, su di una seggiola cigolante, in un angolo buio della casa, allentando la frenesia che la stava scuotendo da dentro, e mise la testa tra le mani. Infilò le dita tra i lunghi capelli rossi e li strinse con forza. Ricordò di quando, con Agata, vennero avvicinate dalle donne del villaggio per la prima volta e dovettero imbastire un quanto meno credibile racconto sul loro passato: non volevano che le sevizie della madre, il disprezzo comune e il fatto che fossero costrette a vendersi fin da bambine, infangassero la loro reputazione prima ancora di integrarsi. Non volevano che l’idea dei loro corpi violati ed usati arrivasse agli uomini in cerca di moglie.
    Intanto fuori aveva iniziato a piovere con scrosci incostanti e il marito Rupert si apprestava a rincasare con i capelli e il mantello fradici. Biascicando qualcosa tra i denti, spalancò la porta, gettò a terra la sua sacca di cuoio e corse vicino al caminetto, dove emise un fischio di richiamo per la moglie, alla quale avrebbe dato gli indumenti zuppi.
    «Cos'hai?», le chiese in modo brusco.
    «Nulla... cosa dovrei avere?». La giovane si era sciugata il viso alla svelta e le si notavano i segni del lino ruvido sugli zigomi arrossati.
    «Stai ancora piangendo per quella strega?».
    Amaranta trattenne il fiato e socchiuse gli occhi per sedare il disagio che l'uomo le provocava.
    «Sai cosa dicono gli altri? Che dovrei tenerti chiusa in casa per almeno un mese, senza farti uscire, né parlare con nessuno, soprattutto con tua sorella, e vedere cosa accade».
    «E cosa dovrebbe accadere? Perché non dovrei vedere mia sorella?».
    La sua voce era tremula nonostante si sforzasse di tenere un tono chiaro e controllato.
    «Passavi fin troppo tempo con quella sgualdrina e la vecchia madre. Chi sa quante ne hai viste o sentite e hai sempre taciuto. Chi sa quanti dei suoi intrugli ti ha fatto mangiare o bere, camuffati nel cibo, o quanti incantesimi ti ha fatto senza che te ne accorgessi!». Rupert era agitato fin da prima che rincasasse, e un certo affanno gli gonfiava il petto: in taverna, sia i fratelli che i migliori amici l’avevano fomentato per bene sugli evidenti legami della moglie con la strega mandata al rogo il giorno prima.
    «Io... non ho mai visto né sentito nulla. Era una brava ragazza, Rosomond era una donna rispettabile... ».
    «Ora mi spiego come mai i suoi alberi di ciliegio fiorivano prima degli altri, e perché le sue galline facevano il doppio delle nostre uova!».
    «Queste sono tutte... delle assurdità».
    «E quando ti ho vietato di vederla e mi sono ammalato! Ti ricordi? Ricordi di quella volta che è venuta a cercarti, io ho finto che non fossi in casa e dopo essere rientrato mi è caduta in testa una pentola dalla parete? È stata lei! È sempre stata lei!».
    «Sono tutte assurdità, pure assurdità!».
    «Una megera! Era soltanto una schifosa e sudicia megera! Hanno fatto bene a darle fuoco! A trascinarla in piazza per i capelli, lei e quella vecchia fattucchiera della madre, a legarla al palo come sterpaglia secca e a darla in pasto alle fiamme dell'inferno! Quella è la fine che devono fare le streghe! Quella è la fine che devono fare tutte le donnacce del diavolo!».
    La giovane si voltò, dando le spalle al marito, fece qualche passo in avanti e scoppiò in lacrime.
    «Hai persino il coraggio di piangerla? Devi essere completamente pazza! Piangere una strega vuol dire sostenerla! Vuoi sembrare un’eretica? Vuoi che passi come il marito di una povera pazza? Cosa direbbero i miei fratelli? Che vuoi fare anche tu la strega?».
    «Non esistono le streghe… », bisbigliò tra i singhiozzi, reggendo un lembo della veste a mo’ di fazzoletto.
    «Cosa dici?».
    «Non esistono… le streghe».
    «Parla più forte!», Rupert l’afferrò per un braccio e la tirò a sé, costringendola a voltarsi con una certa violenza.
    «Non-esistono-le-streghe!», urlò Amaranta e nel caminetto una potente fiammata celeste si espanse verso l'alto. Tutte le candele della casa si spensero, un odore di zolfo pervase la stanza e le sue iridi virarono in un nero intenso che si espanse nel bianco delle sclere. Ad un tratto iniziò a levitare da terra, i rossi capelli a fluttuare, il volto divenne di un grigio cenere, scavato nelle guance, e la lingua si fece appuntita, simile a quella dei serpenti.
    Rupert sbiancò, indietreggiò verso la parete alle sue spalle e quasi svenne per la paura.
    Diversi lamenti di anime impenitenti affollarono la stanza, e ombre di corpi invisibili si misero a guardare dal soffitto, come ingordi spettatori.
    Amaranta si fiondò su di lui e gli strinse il collo con le dita lunghe e ossute della mano destra. Lo sollevò da terra e lasciò che si dimenasse con tutta la goffaggine del corpo grasso e fiacco.
    «Voi tutti siete feccia, dal primo all'ultimo», affermò con voce cupa e spessa, simile al ruggito di una bestia.
    In pochi secondi, le dita ossute della ragazza tolsero il fiato all'uomo, che spirò contorcendosi e cercando misericordia, con lo sguardo, negli occhi della sua aguzzina. Quest'ultima, dunque, allentò la presa e lo lasciò scivolare a terra. Smise di levitare, le candele si riaccesero, il fuoco tornò arancione e le anime impenitenti, insieme alle ombre spettatrici, si dissolsero come fumo sotto le gambe del tavolo.
    Rosomond era stata accusata di stregoneria e giustiziata sul rogo al posto suo.

    In tarda notte, la giovane arrivò alla porta della casa di Agata e vi bussò. Quando ella aprì e incrociò il suo sguardo, vi lesse tutto, dal ritorno del marito in casa fino al suo rapido trapasso. La tirò dentro e richiuse velocemente la porta.
    «No! No! Perché l'hai fatto? Perché? Perché Amaranta?».
    «Sto per partire, andrò via o mi condanneranno. Comunicheremo attraverso le voci dei fuochi».
    Agata era scoppiata in lacrime e, con le mani tra i capelli, vagava nel piccolo ingresso in modo confusionario.
    «Io dovevo sposarmi... dovevo sposarmi tra due mesi».
    «E ti sposerai Agata! Dai pure tutte le colpe a me, giura su tutti gli avi e i defunti che non eri a conoscenza della mia natura! E sposati. Porta avanti la tua vita... ».
    «Ci abbiamo messo così tanto a integrarci! Così tanto a trovare un posto in cui nessuno ci conoscesse! Avremmo dovuto soltanto sposarci e starcene buone per una trentina d'anni, facendo una vita comune. Cosa ti costava stare al patto? Perché l'hai infranto? Per quanto ancora dovremmo vagare? Io non posso lasciarti andare da sola! Sei mia sorella! Sei l'unica cosa che mi rimane, noi non possiamo separarci, lo capisci?».
    «Perché no? Perché non puoi portare avanti la tua vita senza di me? Sono stata io a sbagliare, ho avvicinato io Rosomond, le ho mostrato le nostre arti perché volevo che si difendesse dai fratelli violenti e l'ho condotta alla morte! Sono io a doverne pagare le conseguenze, a dover fuggire e nascondermi!».
    «Perché non puoi fingere di sottometterti? Una donna che non ubbidisce al marito, che non segue le regole, non prega, non partorisce molti figli e non si spezza la schiena con le faccende di casa verrà sempre considerata una strega. Verremo sempre additate e sospettate, escluse e condannate se non accettiamo di scendere a compromessi. Vuoi finire sul rogo? O vuoi vedere me bruciare?».
    «Agata, io non voglio morire, né vederti bruciare, ma non posso nemmeno accettare che tutta questa feccia ci umili ancora, con i gesti, le parole e gli sguardi». I suoi occhi si accesero di un bagliore rossastro e avanzò a passi lenti.
    «Noi non siamo destinate a questa vita, non possiamo sposarci, partorire dei figli o passare le giornate tra pentolame e panni da lavare. Noi siamo destinate ad affollare i boschi tetri, a studiare i testi sacri, sperimentare intrugli e sfidare le leggi della natura».
    Le due sorelle avevano lottato tanto in passato, fin da prima che lasciassero Belthram, il loro paese natale. Avevano rischiato di morire molteplici volte e sapevano bene che quelli sarebbero stati gli anni più critici della loro vita: il Malleus Maleficarum sarebbe stato pubblicato a breve e l'Inquisizione si sarebbe espansa a macchia d'olio, nel frenetico tentativo di estirpare l'eresia dagli uomini.
    Agata fece un lungo sospiro e accarezzò il volto della sorella. Sapeva bene, dentro di sé, che prima o poi una delle due avrebbe costretto l’altra a riprendere la latitanza, perché nei patti tanto raccomandati ad Amaranta, lei per prima non ci aveva mai creduto.
    «Raccolgo la mia roba e partiamo. Dederick ha appena sistemato le ruote della sua carrozza e l'ha messa nel fienile, ruberemo quella e andremo a nord, dove non siamo mai state».

    All'alba le sorelle erano ormai già lontane diverse miglia dal villaggio, volate attraverso sentieri improbabili e vallate impenetrabili. Presto il corpo di Rupert sarebbe stato ritrovato dai suoi fratelli. Le due sarebbero state accusate di stregoneria e omicidio, le donne del villaggio avrebbero concordato sul fatto che, in fondo, l'avevano sempre saputo e avrebbero giurato ai loro mariti di averle udite pregare in lingue sconosciute.
    La caccia alle streghe di Belthram era appena ricominciata.
     
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    l'avevo apprezzata allora, e l'ho riletta più che volentieri.
    È uno di quei racconti che si fanno leggere automaticamente e ti attraggono come calamite.
    :chapeau:
     
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  3. EmmeTi
     
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    Grazie mille :wub:
    In effetti questa è una versione rivisitata, integrata con particolari e dettagli e corretta.
    Sono molto contenta che l'abbia trovata interessante anche questa volta!
     
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2 replies since 19/10/2017, 11:28   31 views
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