Il rifugio dello scrittore

La mela e lo yogurt

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    La mela e lo yogurt

    «Allora, sei pronta?»
    «Sì, mamma, solo dieci minuti...»
    «Ecco, perché è il tempo esatto che ci serve per essere già in macchina, pronte per partire».
    Con un po’ di musino, Silvia si reca in cucina dove, sul tavolo, è già pronto il vasettino di vetro contenente lo yogurt, e la sua solita mela tirata a lucido. Afferra il contenitore, lo solleva e lo osserva. È un vasetto anonimo, col tappo svitabile in metallo, che a suo tempo aveva custodito un campione di marmellata di fragole. In quell’attimo ripensa a quanto le era accaduto il giorno prima, a scuola. Dopo un istante, si leva il broncio e mette il frutto e il contenitore freddo nella tasca dello zaino.
    «Mamma, sono pronta ma devo dirti una cosa...»
    «Se è una cosa importante, me la dici quando saremo in macchina, va bene?»
    «Sì, occhei!» e sorride come solo lei sa fare.
    La bimba, a sua insaputa, è carismatica; a scuola si è inserita fin da subito. Gli amichetti, quando Silvia arriva, sorridono e le si avvicinano, sempre, tutte le mattine.

    In auto, la mamma le chiede cosa sia la cosa importante.
    «Sai, ieri... durante la merenda, la Chiara mi ha chiesto perché non ho la tortina che hanno tutti gli altri, quella rossa della TV. Io non sapevo cosa dire, e ho fatto: Boh? Si sono messi tutti a ridere. Mamma, perché io non ho la merendina rossa?» La mamma, intenerita ma determinata, sfoggia il suo pensiero.
    «Silvia, tu sei una bambina originale, affettuosa e simpatica. Fai sempre quello che ti piace, e lo yogurt con la mela ti piace, giusto?»
    «Sì, lo yogurt che fai tu mi piace, e con la mela è anche più buono».
    «Lo faccio io? Guarda che lo yogurt si fa da solo: nel pomeriggio metto i fermenti nel latte, e al mattino presto lo yogurt è già pronto. Non faccio altro che colarlo dal recipiente al vasetto, e poi lo metto in frigo».
    «Occhei, ma io ti stavo dicendo che tutti gli altri hanno la merendina rossa, e io no. Fa male? È una di quelle cose che tu chiami schifezze industriali?»
    «No, non credo che faccia male, ma tu sei una bambina che non fa mai qualcosa solo per sentirsi come tutti gli altri. Tu potresti diventare una leader. Prova a convincere qualcuno dei tuoi amici spiegandogli perché preferisci lo yogurt con la mela».
    «Mmm… ci proverò…».

    Giunte a scuola, la mamma è già ripartita, e Silvia è in classe. Le si avvicina la Chiara e Michele; si aggiunge Davide, che scavalca i due e fa l’esordio.
    «Allora, Silvia… hai portato la merendina rossa?»
    La piccola leader, senza sforzo, lancia un piccolo monologo che riesce, come per magia, ad attirare tutti gli altri in un autentico capannello. Col suo parlare sincero, corredato dalle mille sensazioni di gioia e gusto che prova quando mangia le due cose assieme, riesce a convincere quasi tutti.
    Il giorno dopo, gli altri bambini, dopo una probabile consultazione politica, sono attrezzati di yogurt e mela; le merendine rosse sono state bandite dalla piccola comunità di quella classe.
    Silvia è felice, più del solito e, quando torna a casa, lancia la sua dichiarazione politica.
    «Mamma, sono una leader, hanno capito tutto quello che ho detto sulla mia merenda. Avevi ragione tu!»
    La mamma, che non ha bisogno di spiegazioni, aggiunge:
    «Lo so, tu sei una bambina originale. Domani, quando farete merenda mostrerai un’altra novità: eccoti una bella merendina rossa. Nell’ora della merenda tu sarai l’unica fra tutti i bambini della tua classe ad averne una, perché è questo che fanno le bambine originali, come te. Se ti seguiranno e torneranno tutti alle merendine rosse, allora tu, da leader quale sei, saprai crearti un’altra cosa originale, tutta nuova».
     
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    Il Fulmine Verde

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    Un raccontino molto interessante, scritto molto bene ed è anche divertente.
    Aggiungerei solo "mamma tug life", immagino la bambina che quando arriva a scuola sfoggia la merenda con la tipica aria di "lei è troppo avanti"
     
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    "A trattar le persone secondo il merito, chi mai si salverebbe dalle frustate?"

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    Mi ha ricordato quando una mattina entrai a scuola con lo zainetto vinto coi punti del Mulino bianco. Mi sentivo il padrone dell'universo :D
     
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  4. FraScribit
     
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    Personaggi anacronistici. Hai dato loro un bel valore: quello di non uniformarsi a tutti i costi! Ineccepibile nella scrittura. Bravo! ;)
     
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    Me l'ero perso!
    Originale e molto simpatico il racconto, scritto bene.
    Bravo il caro Axum :)
     
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    CITAZIONE (FraScribit @ 15/2/2018, 20:34)
    Personaggi anacronistici. Hai dato loro un bel valore: quello di non uniformarsi a tutti i costi! Ineccepibile nella scrittura. Bravo! ;)

    Sì, Fra: anacronistici è la parola giusta, perché quello che io chiamo pecorismo massificante è, a mio avviso, la ragione principale di patologie psicologiche che un tempo, nei bambini, erano rarissime e comunque dipendenti da altre patologie "strutturali", organiche. Il sentirsi sempre costretti ad uniformarsi alla massa genera una sacca di frustrazione, che diventa rabbia, e sfocia poi in disturbi comportamentali.
    L'essere umano nasce socievole e tendenzialmente pacifico. In mancanza di genitori adulti, che si comportano come bambini (essi stessi), i bambini si sentono come abbandonati e tuttavia costretti ad interagire in un laboratorio [leggi: società] colmo di cose pericolosissime e tuttavia sconosciute. La paura di sembrare diversi, è ciò che fa sentire deboli, vulnerabili, e dunque, fingendosi uniformate, le persone accantonano la spontaneità e l'individualità, subendone tutti i danni connessi, trasformandosi - paradossalmente - in individualisti sfrenati che fingono di "non aver bisogno di nessuno". Quel fare può condurre la mente soltanto verso il suo esatto contrario naturale: la sana e innata originalità di ogni singolo, e la pacifica interazione con gli altri.

    CITAZIONE (Tramontana @ 15/2/2018, 20:58)
    Me l'ero perso!
    Originale e molto simpatico il racconto, scritto bene.
    Bravo il caro Axum :)

    Trammy: in confronto a te sono uno scribacchino della domenica. :fiori:
     
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    Trammy: in confronto a te sono uno scribacchino della domenica. :fiori:

    Eh! Come no?! ;) :wub:

    Edited by Axum - 16/2/2018, 17:37
     
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    Che carina questa bambina che diventa una leader con l'aiuto della mamma! I miei complimenti!!! :clap:
     
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  9. FraScribit
     
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    CITAZIONE (Axum @ 16/2/2018, 14:23) 
    CITAZIONE (FraScribit @ 15/2/2018, 20:34)
    Personaggi anacronistici. Hai dato loro un bel valore: quello di non uniformarsi a tutti i costi! Ineccepibile nella scrittura. Bravo! ;)

    Sì, Fra: anacronistici è la parola giusta, perché quello che io chiamo pecorismo massificante è, a mio avviso, la ragione principale di patologie psicologiche che un tempo, nei bambini, erano rarissime e comunque dipendenti da altre patologie "strutturali", organiche. Il sentirsi sempre costretti ad uniformarsi alla massa genera una sacca di frustrazione, che diventa rabbia, e sfocia poi in disturbi comportamentali.
    L'essere umano nasce socievole e tendenzialmente pacifico. In mancanza di genitori adulti, che si comportano come bambini (essi stessi), i bambini si sentono come abbandonati e tuttavia costretti ad interagire in un laboratorio [leggi: società] colmo di cose pericolosissime e tuttavia sconosciute. La paura di sembrare diversi, è ciò che fa sentire deboli, vulnerabili, e dunque, fingendosi uniformate, le persone accantonano la spontaneità e l'individualità, subendone tutti i danni connessi, trasformandosi - paradossalmente - in individualisti sfrenati che fingono di "non aver bisogno di nessuno". Quel fare può condurre la mente soltanto verso il suo esatto contrario naturale: la sana e innata originalità di ogni singolo, e la pacifica interazione con gli altri.

    Speriamo che di personaggi anacronistici, lontani dal "pecorismo massificante", ne crescano anche nella realtà ;)
     
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8 replies since 18/10/2017, 22:17   82 views
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