Il rifugio dello scrittore

Storia d'amore, una bella storia d'amore

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Member
    Posts
    7

    Status
    Ciao a tutti!
    In questa discussione voglio parlarvi del mio romanzo Storia d'Amore! Lo trovate gratuitamente sul mio sito web, che ho messo nella mia firma. Diciamo che, a dispetto del nome, è una storia d'amore LEGGERMENTE atipica... Spero vi piaccia! Leggetelo e fatemi sapere cosa ne pensate.

    Di seguito, invece, vi riporto il primo capitolo. Fatemi sapere i vostri pareri!

    ---------------------------------

    CAPITOLO 1: Quando tutto ebbe inizio

    Sdraiata sul letto, Lara perdeva tempo davanti allo smartphone. Aveva 21 anni, ma la sua vita non era molto movimentata. Non studiava e non lavorava. Non sapeva bene che cosa fare in futuro, quindi passava il tempo in casa, tra televisione, computer e smartphone. Non aveva amici.
    Lara viveva in una palazzina in periferia di Milano, a Baggio. Aveva studiato all’istituto alberghiero, con risultati altalenanti. Non era mai stata una cima, ma nemmeno era scema. Comunque, dopo le scuole superiori non aveva trovato nulla che le piacesse fare. L’idea di fare la cameriera non la ispirava, di cucina ci capiva veramente poco e Baggio non era il luogo ideale per lavorare in hotel. In ogni caso, non aveva mai provato nessuna di queste professioni. Non aveva mai lavorato seriamente, a dire il vero. Però ogni tanto aiutava la madre a fare le pulizie presso l’abitazione di qualche gente ricca. Quindi, non solo la scuola non le era servita affatto, ma non l’aveva nemmeno aiutata a legare con qualcuno. Aveva qualche conoscenza, ma la chiamavano raramente e si sentiva sempre “di troppo” o invitata solo perché “faceva pena” alle altre ragazze. Questa non era solo una sua impressione, più volte le sue compagne di classe l’avevano puntualizzato a parole e, in un biglietto di invito per un diciottesimo compleanno che conservava ancora, glielo avevano anche scritto. Questo di certo non l’aveva aiutata a fare amicizia, ma c’erano altri motivi dietro il suo essere “sfigata”. Innanzitutto, non aveva i soldi. Né di famiglia, né lavorando, né spacciando. Quindi era già abbastanza isolata per questo. Come se non bastasse, non aveva la patente. Ma non per questioni economiche. I genitori avevano fatto tanti sacrifici per fargliela prendere, ma dopo essere stata bocciata 4 volte alla teoria e 6 alla pratica, ci aveva rinunciato (con buona pace del suo istruttore di guida e un po’ di tristezza da parte dei carrozzieri della zona). Infine, non era nemmeno una persona interessante. Non aveva hobby. Passava tutto il tempo a guardare meme su internet, faceva giochini stupidi sul telefono e ogni tanto usciva con il cane o a portare la spazzatura. Leggeva anche, ma per lo più riviste di gossip o romanzetti. La TV le piaceva, guardava tante serie, ma per un motivo o per l’altro, quando iniziava a guardare qualcosa, già non era più di moda. Anche perché doveva scaricare tutto, soldi per gli abbonamenti non li aveva e non aveva amici a cui scroccare l’account Netflix.
    Spesso le ragazze non interessanti si salvano grazie all’aspetto fisico. Non era il caso di Lara. Chi la conosceva l’avrebbe descritta così: altezza media, occhi marroni, capelli marroni. Aria un po’ trasandata. Noiosa. Pelle chiara, quasi pallida, sempre leggermente unticcia, come i capelli. Zero hobbies. Fisico così così, non era proprio grassa, ma un po’ floscia. Direi tracagnotta.
    Calippino, il cane di Lara, era un bel meticcio di taglia media. Di colore champagne, aveva un folto pelo lucente, più corto sul corpo e più lungo nella coda e sul petto. Questo gli conferiva un aspetto fiero e slanciato. In effetti, il cane era anche in forma smagliante, nonostante un’alimentazione poco attenta, ed aveva appena 5 anni, con energie da vendere. Le orecchie erano larghe e a punta, leggermente più chiare del resto del corpo. Insieme con gli occhi vispi, gli conferivano un’aria sveglia ed intelligente. Muoveva spesso la coda ed inclinava il musino su un lato quando gli si diceva qualcosa. Sembrava capisse ogni parola. A dimostrazione di ciò, sapeva anche stare seduto e sdraiarsi a comando.

    Quel giorno Lara si trovava seduta sul divano (si era alzata dal letto in cui era sdraiata prima), quando all’improvviso suonarono al campanello di casa sua. A voler essere precisi, non era casa sua. Lei viveva ancora con i genitori. Maria, la madre, era una donna estremamente buona, devota del signore ed amava la sua famiglia. Da giovane era una bellissima ragazza, purtroppo non era ancora matura e nel quartiere ricordavano ancora il suo passato un po’ torbido, caratterizzato da qualche eccesso ed un via vai di uomini come quello di una stazione di treni. Ma poi Maria era maturata, aveva capito che cosa conta davvero nella vita, si era lasciata sfiorire ed aveva trovato un uomo umile con cui sposarsi e condividere una famiglia. Avrebbe tanto voluto fare la casalinga, ma il padre di Lara non era ricco e con il terzo figlio in arrivo aveva deciso di fare le pulizie in nero a casa di facoltosi clienti. Spesso lavorava anche di notte, per pulire gli uffici o qualcosa del genere. A volte riceveva pochissimo preavviso e tornava a casa particolarmente stanca ed affaticata. Il marito non diceva niente. Lui, che si chiamava Jack, aveva ben altri problemi. Faceva l’operaio e doveva fare turni infernali in cambio di quattro spiccioli. Quando usciva dal lavoro si fermava al bar per riposarsi. Beveva qualcosina per recuperare un po’ le energie; quando era molto stanco beveva di più. Poi tornava a casa dai figli, non sempre di buon umore. Stava cercando di arrotondare un po’ con i Gratta e Vinci, ma non aveva ancora avuto fortuna. Anche perché non aveva molti soldi da investirci. Quindi ben venga un’entrata in più. In ogni caso, dei genitori di Lara non parleremo più nel resto del libro. Ma grazie Maria e Jack per aver cresciuto Lara!
    Lara, come accennato, aveva anche due fratelli, o meglio, un fratello ed una sorella. Lei era la più grande, poi c’era Sara di 17 anni ed infine il piccolo Hiroko, di 12 anni. Sara era una ragazza allegra, molto diversa dalla sorella, e studiava ragioneria. Non era molto più intelligente di Lara ed anche fisicamente si somigliavano. Però aveva delle amiche. A differenza di Lara. Che non aveva amici. Sara si confidava poco con la sorella, ma Lara sapeva che aveva già baciato un ragazzo e forse anche fatto di più. Il fatto che la sorella minore avesse raggiunto prima quel traguardo un po’ le dispiaceva, ma Lara aspettava ancora l’uomo della sua vita e non aveva fretta. Parliamo, adesso, di Hiroko. Chiamato da tutti Hiro, il fratellino di Lara era una vera furia! Nonostante la giovane età si era già cacciato spesso nei guai e presso le sue scuole medie godeva della fama di bulletto. Per questo motivo veniva rispettato dai compagni e venerato dalle compagne. Lui, comunque, faceva quello che faceva per scherzo, non era cattivo. A volte però esagerava. La madre di Lara, un po’ per vergogna, un po’ per stanchezza, diceva a lei di occuparsene, di andare a parlare con le maestre, con la preside o con il genitore scontento del momento. Ovviamente, Lara non sapeva che fare, non poteva nemmeno punire il fratello e comunque non le avrebbe dato retta. Si limitava pertanto ad annuire ad ogni ramanzina e mostrarsi preoccupata per le minacce di “provvedimenti” che sarebbero stati presi, cosa che puntualmente non avveniva mai. In ogni caso, anche dei fratelli di Lara non parleremo più nel resto del libro. Non ci sono nemmeno ringraziamenti particolari per Sara e Hiroko.

    Sara si trovava ora in piedi davanti alla porta (si era alzata dal divano quando aveva sentito suonare il campanello). La aprì. Nulla. Non c’era nessuno. Guardò a destra. Poi a sinistra. Poi il campanello suonò di nuovo e Lara capì che si trattava del citofono e non del portone! Avevano lo stesso suono e si confondeva spesso. Peccato che il citofono non funzionasse, non si sentiva mai nulla. Lara fece comunque un tentativo:
    “Sì? Chi è”...? Dall’altra parte “Bzzz... So... I... Po... Ino... Bzzz”. Lara ci riprovò: “Non ho capito, chi parla?”... Di nuovo rumori: “Bzzz... No... Ento”. Lara non capiva, ma ormai non c’era altra soluzione! In fretta corse verso il divano, infilò i piedi nelle ciabatte, inciampò e per poco non cadde... Ritrovò l’equilibrio, mentre il tempo correva... E lei con lui! Si gettò di corsa dentro la cucina, la attraversò, spalanco la porta finestra e si ritrovò in terrazzo. Raccolse le energie, si riempì d’ossigeno i polmoni, poi finalmente gridò: “Chi eeeeè”? Dal basso profuse la risposta “Il postinooo. C’è da firmareee”. Lara immediatamente rispose: “Oook. Scendooo”. Ormai il mistero era risolto, la ragazza avrebbe potuto discendere in tutta calma le scale, ma una strana sensazione interiore la stava guidando. Percorreva gli scalini a due a due e, nonostante abitasse al secondo piano, quando arrivò in fondo dovette fermarsi per rifiatare. Con le mani sulle ginocchia, Lara ansimava forte, ma dopo qualche boccata si decise a riprendere il cammino. Percorso tutto l’androne del palazzo, madida di sudore, la ragazza poggiò la mano sulla maniglia del portone condominiale... Lentamente la ruotò... La porta era ormai aperta...


    ---------------------------------

    Cosa ve ne pare? Siete curiosi di sapere come va avanti la storia? Fatemelo sapere e pubblicherò volentieri altre parti del racconto!
     
    Top
    .
0 replies since 29/11/2022, 17:25   17 views
  Share  
.